Nell'86 ci fu il disastro di Chernobyl.
A questo seguì un referendum in cui gli italiani, di fatto e non di diritto, si sono espressi contro qualunque uso energetico del nucleare e del carbone, condannando il Paese alla dipendenza inquinante del petrolio.
E' noto che molti italiani preferirebbero sostituire al nucleare tutte le fonti rinnovabili (eolica, biomassa e solare) che potrebbero risolvere molti microproblemi per lo piu' a livello individuale diffuso ma non certo sul piano della grande energia industriale e che, secondo alcuni, sul lungo periodo potrebbero sostituire tutte le altre energie, anche se non mancano voci dissonanti nella comunità scientifica con chi sostiene comunque la necessità, anche in un futuro fatto di energie pulite, di mantenere nicchie di produzione tradizionale, magari proprio nucleare.
Ma convertire riscaldamenti e sistemi di approvigionamento elettrico per il 30% del fabbisogno, come pretenderebbe la Commissione Europea, sostituendo i tradizionali sistemi con fonti ad emissioni minime o nulle è molto difficile se ci limiteremo all'uso delle energie alternative.
Insomma, come si potrà convertire il 30% della rete gas e elettrica a biomassa, solare ed eolica in pochi anni, come vuole la Commissione? Dove sono i fondi pubblici per permettere forti incentivi fiscali alla ristrutturazione di condomini e case private?
Chi lo spiega agli italiani che se spendiamo oggi qualche decina di migliaia di euro per il solare e la biomassa, ma anche per rifare le facciate in modo da preservare il calore all'interno delle case, li recupereremo solo in una decina d'anni, grazie al risparmio energetico? E chi glielo spiega, sempre agli italiani, che lo Stato non ha soldi per aiutarci con forti incentivi fiscali, ma dovremmo farlo lo stesso?
Non sarebbe più semplice riscoprire il nucleare che, a quanto emissioni, può essere definita energia pulita?! Ricordiamoci che proprio il Giappone puo' permettersi di rientrare nei parametri di Kyoto dato il massiccio uso di energia nucleare (ben 54 reattori per il 60% di energia necessaria).
Qualcuno dirà che poi bisogna smaltire le scorie, ma non sarebbero le sole che questo mondo produce e che, quindi, deve smaltire. Basterebbe essere ben accorti come i nostri cugini e vicini i quali hanno un sistema poco costoso per lo smaltimento, ricordiamoci anche che un secolo di funzionamento di una centrale nucleare produce tante scori quante se ne possono mettere su un'area di 100 mq in bidoni alti 1 metro.
Bisognerebbe anche cercare di sfruttare le conoscenze scientifiche per limitare le esternalità negative delle scorie, che non sono da sottovalutare per nulla.
Non sarebbe più semplice spiegare agli italiani che hanno fatto un grosso errore, quasi 21 anni fa orsono, pensando che Chernobyl fosse la normalità nel nucleare?!
Perché in realtà è stato un evento straordinario e, forse, con le tecnologie odierne, quasi irripetibile.
Allora, per chi non dovesse esserne a conoscenza, conviene sintetizzare brevemente cosa avvenne a Chernobyl (testo tratto da Wikipedia):
Il 25 aprile 1986 era programmato lo spegnimento del reattore numero 4 per normali operazioni di manutenzione. Si approfittò della recente fermata per manutenzione del reattore per eseguire il test sulla capacità delle turbine di generare elettricità sufficiente per alimentare i sistemi di sicurezza (in particolare le pompe dell'acqua refrigerante) nel caso in cui non fossero alimentati dall'esterno. I reattori come quello di Chernobyl hanno due generatori diesel di emergenza, ma non sono attivabili istantaneamente. Quindi si voleva sfruttare il momento d'inerzia residuo nelle turbine ancora in rotazione, ma disconnesse dal reattore, per alimentare le pompe durante l'avvio dei generatori diesel. Il test era già stato condotto su un altro reattore (ma con tutti i sistemi di sicurezza attivi) ed aveva dato esito negativo (cioè l'energia elettrica prodotta dall'inerzia delle turbine era insufficiente ad alimentare le pompe), ma erano state apportate delle migliorie alle turbine, che richiedevano un nuovo test di verifica. La potenza del reattore numero 4 doveva essere ridotta dai normali 3200 MW termici a 1000 MW termici per condurre il test in sicurezza. Tuttavia l'inizio del test fu ritardato di 9 ore, e dopo gli operatori ridussero la potenza troppo rapidamente, raggiungendo una potenza di soli 30 MW termici. Come conseguenza, la concentrazione di xeno-135 aumentò notevolmente (normalmente è consumata dal reattore stesso a potenze più elevate). Sebbene il calo di potenza fosse vicino al massimo ammesso dalle norme di sicurezza si decise di non eseguire lo spegnimento completo, ma di continuare l'esperimento. Inoltre si decise di accelerare l'esperimento facendo risalire la potenza a soli 200 MW termici. Per contrastare l'eccesso di xeno-135 che assorbiva neutroni furono estratte quasi tutte le barre di controllo, ben oltre i limiti delle norme di sicurezza. Seguendo l'esperimento alle 01:05 del 26 aprile le pompe dell'acqua furono alimentate direttamente dalle turbine dei generatori, ma la quantità di acqua immessa superò i limiti di sicurezza. Il flusso di acqua aumentò, e poiché l'acqua assorbe neutroni, alle 01:19 fu necessaria la rimozione delle barre di controllo manuali, portando così il reattore in una situazione molto instabile e pericolosa. La situazione instabile non era riportata in alcun modo sui pannelli di controllo, e nessuno degli operatori in sala controllo era conscio del pericolo.
Alle 01:23:04 inizia l'esperimento. Viene staccata l'alimentazione alle pompe dell'acqua, che continuano a girare per inerzia. La turbina viene scollegata dal reattore; con il surriscaldamento dell'acqua, i tubi si riempiono di sacche di vapore. Il reattore RBMK ha un coefficiente di vuoto molto positivo e quindi la reazione cresce rapidamente al ridursi della capacità di assorbimento di neutroni da parte dell'acqua di raffreddamento, diventando sempre meno stabile e sempre più pericoloso.
Alle 01:23:40 gli operatori azionarono il tasto AZ-5 (Rapid Emergency Defense 5) che esegue il cosiddetto “SCRAM”, cioè l'arresto di emergenza del reattore che inserisce tutte le barre di controllo incluse quelle manuali incautamente estratte in precedenza. Non è chiaro se l'azione fu eseguita come misura di emergenza, o semplicemente come normale procedura di spegnimento a conclusione dell'esperimento, dato che il reattore doveva essere spento comunque per la manutenzione programmata. Di solito l'operazione di “SCRAM” viene ordinata a seguito di un rapido ed inatteso aumento di potenza. D'altro canto, Anatoly Dyatlov, capo ingegnere dell'impianto di Chernobyl al tempo dell'incidente scrisse:
Prima delle 01:23:40 il sistema di controllo centralizzato ... non registrò alcun cambio dei parametri da poter giustificare lo “SCRAM”. La commissione ... raccogliendo ed analizzando una grande quantità di dati, come indicato nel rapporto, non ha determinato il motivo per cui fu ordinato lo “SCRAM”. Non c'era necessità di cercare il motivo. Il reattore veniva semplicemente spento al termine dell'esperimento.[1]
A causa della lenta velocità del meccanismo di inserimento delle barre di controllo (che richiede 18-20 secondi per il completamento) e dell'estremità (estensori) in grafite che rimpiazza l'acqua di raffreddamento, lo SCRAM causò un rapido aumento della reazione. L'aumento di temperatura deformò i canali delle barre di controllo, al punto che le barre si bloccarono a circa un terzo del loro cammino, e quindi non furono più in grado di arrestare la reazione.
Alle 01:23:47 la potenza del reattore raggiunse i 30 GW termici, dieci volte la potenza normale. A questo punto le barre di combustibile iniziarono a fondere e la pressione aumentò fino a causare l'esplosione che fece saltare in aria la copertura del reattore, distruggendo gli impianti di raffreddamento. L'alta temperatura del nocciolo incendiò la grafite; l'aria in ingresso dal tetto sfondato funse da comburente.
Per ridurre i costi l'impianto era stato costruito con un contenimento parziale, e questo ha consentito la dispersione dei contaminanti radioattivi nell'atmosfera. L'incendio contribuì ulteriormente alla diffusione di materiale radioattivo nell'ambiente.
Ci sono alcune controversie sulla sequenza degli eventi dopo le ore 01:22:30 a causa di alcune incongruenze tra i testimoni oculari e le registrazioni. La versione comunemente accettata è quella descritta sopra. Secondo questa ricostruzione la prima esplosione avvenne intorno alle 01:23:47, sette secondi dopo il comando di SCRAM. Talvolta è stato detto che l'esplosione avvenne prima o immediatamente dopo lo SCRAM (questa era la versione di lavoro della commissione sovietica di studio sull'incidente). Questa distinzione è importante, poiché, se il reattore esplose diversi secondi dopo lo SCRAM, il disastro è da attribuirsi al progetto delle barre di controllo, mentre se l'esplosione è al tempo dello SCRAM la responsabilità principale sarebbe degli operatori. A complicare la ricostruzione alle ore 01:23:39 fu registrato, nell'area di Chernobyl, un debole evento sismico di magnitudo 2,5. Inoltre il tasto di SCRAM fu premuto più di una volta, ma la persona che lo ha fatto materialmente è deceduta due settimane dopo l'incidente per esposizione acuta da radiazione.
Nessun problema tecnologico, nessun pericolo di degrado della struttura, ma semplicemente - ancora una volta - stupidità umana.
Fu comprensibile la reazione dei nostri concittadini contro il nucleare, ma oggi è superata e, forse, a conoscere bene quel che era successo lo era anche vent'anni fa.
Ripeto la domanda:
Nucleare, perche' no?
MetS
A questo seguì un referendum in cui gli italiani, di fatto e non di diritto, si sono espressi contro qualunque uso energetico del nucleare e del carbone, condannando il Paese alla dipendenza inquinante del petrolio.
E' noto che molti italiani preferirebbero sostituire al nucleare tutte le fonti rinnovabili (eolica, biomassa e solare) che potrebbero risolvere molti microproblemi per lo piu' a livello individuale diffuso ma non certo sul piano della grande energia industriale e che, secondo alcuni, sul lungo periodo potrebbero sostituire tutte le altre energie, anche se non mancano voci dissonanti nella comunità scientifica con chi sostiene comunque la necessità, anche in un futuro fatto di energie pulite, di mantenere nicchie di produzione tradizionale, magari proprio nucleare.
Ma convertire riscaldamenti e sistemi di approvigionamento elettrico per il 30% del fabbisogno, come pretenderebbe la Commissione Europea, sostituendo i tradizionali sistemi con fonti ad emissioni minime o nulle è molto difficile se ci limiteremo all'uso delle energie alternative.
Insomma, come si potrà convertire il 30% della rete gas e elettrica a biomassa, solare ed eolica in pochi anni, come vuole la Commissione? Dove sono i fondi pubblici per permettere forti incentivi fiscali alla ristrutturazione di condomini e case private?
Chi lo spiega agli italiani che se spendiamo oggi qualche decina di migliaia di euro per il solare e la biomassa, ma anche per rifare le facciate in modo da preservare il calore all'interno delle case, li recupereremo solo in una decina d'anni, grazie al risparmio energetico? E chi glielo spiega, sempre agli italiani, che lo Stato non ha soldi per aiutarci con forti incentivi fiscali, ma dovremmo farlo lo stesso?
Non sarebbe più semplice riscoprire il nucleare che, a quanto emissioni, può essere definita energia pulita?! Ricordiamoci che proprio il Giappone puo' permettersi di rientrare nei parametri di Kyoto dato il massiccio uso di energia nucleare (ben 54 reattori per il 60% di energia necessaria).
Qualcuno dirà che poi bisogna smaltire le scorie, ma non sarebbero le sole che questo mondo produce e che, quindi, deve smaltire. Basterebbe essere ben accorti come i nostri cugini e vicini i quali hanno un sistema poco costoso per lo smaltimento, ricordiamoci anche che un secolo di funzionamento di una centrale nucleare produce tante scori quante se ne possono mettere su un'area di 100 mq in bidoni alti 1 metro.
Bisognerebbe anche cercare di sfruttare le conoscenze scientifiche per limitare le esternalità negative delle scorie, che non sono da sottovalutare per nulla.
Non sarebbe più semplice spiegare agli italiani che hanno fatto un grosso errore, quasi 21 anni fa orsono, pensando che Chernobyl fosse la normalità nel nucleare?!
Perché in realtà è stato un evento straordinario e, forse, con le tecnologie odierne, quasi irripetibile.
Allora, per chi non dovesse esserne a conoscenza, conviene sintetizzare brevemente cosa avvenne a Chernobyl (testo tratto da Wikipedia):
Il 25 aprile 1986 era programmato lo spegnimento del reattore numero 4 per normali operazioni di manutenzione. Si approfittò della recente fermata per manutenzione del reattore per eseguire il test sulla capacità delle turbine di generare elettricità sufficiente per alimentare i sistemi di sicurezza (in particolare le pompe dell'acqua refrigerante) nel caso in cui non fossero alimentati dall'esterno. I reattori come quello di Chernobyl hanno due generatori diesel di emergenza, ma non sono attivabili istantaneamente. Quindi si voleva sfruttare il momento d'inerzia residuo nelle turbine ancora in rotazione, ma disconnesse dal reattore, per alimentare le pompe durante l'avvio dei generatori diesel. Il test era già stato condotto su un altro reattore (ma con tutti i sistemi di sicurezza attivi) ed aveva dato esito negativo (cioè l'energia elettrica prodotta dall'inerzia delle turbine era insufficiente ad alimentare le pompe), ma erano state apportate delle migliorie alle turbine, che richiedevano un nuovo test di verifica. La potenza del reattore numero 4 doveva essere ridotta dai normali 3200 MW termici a 1000 MW termici per condurre il test in sicurezza. Tuttavia l'inizio del test fu ritardato di 9 ore, e dopo gli operatori ridussero la potenza troppo rapidamente, raggiungendo una potenza di soli 30 MW termici. Come conseguenza, la concentrazione di xeno-135 aumentò notevolmente (normalmente è consumata dal reattore stesso a potenze più elevate). Sebbene il calo di potenza fosse vicino al massimo ammesso dalle norme di sicurezza si decise di non eseguire lo spegnimento completo, ma di continuare l'esperimento. Inoltre si decise di accelerare l'esperimento facendo risalire la potenza a soli 200 MW termici. Per contrastare l'eccesso di xeno-135 che assorbiva neutroni furono estratte quasi tutte le barre di controllo, ben oltre i limiti delle norme di sicurezza. Seguendo l'esperimento alle 01:05 del 26 aprile le pompe dell'acqua furono alimentate direttamente dalle turbine dei generatori, ma la quantità di acqua immessa superò i limiti di sicurezza. Il flusso di acqua aumentò, e poiché l'acqua assorbe neutroni, alle 01:19 fu necessaria la rimozione delle barre di controllo manuali, portando così il reattore in una situazione molto instabile e pericolosa. La situazione instabile non era riportata in alcun modo sui pannelli di controllo, e nessuno degli operatori in sala controllo era conscio del pericolo.
Alle 01:23:04 inizia l'esperimento. Viene staccata l'alimentazione alle pompe dell'acqua, che continuano a girare per inerzia. La turbina viene scollegata dal reattore; con il surriscaldamento dell'acqua, i tubi si riempiono di sacche di vapore. Il reattore RBMK ha un coefficiente di vuoto molto positivo e quindi la reazione cresce rapidamente al ridursi della capacità di assorbimento di neutroni da parte dell'acqua di raffreddamento, diventando sempre meno stabile e sempre più pericoloso.
Alle 01:23:40 gli operatori azionarono il tasto AZ-5 (Rapid Emergency Defense 5) che esegue il cosiddetto “SCRAM”, cioè l'arresto di emergenza del reattore che inserisce tutte le barre di controllo incluse quelle manuali incautamente estratte in precedenza. Non è chiaro se l'azione fu eseguita come misura di emergenza, o semplicemente come normale procedura di spegnimento a conclusione dell'esperimento, dato che il reattore doveva essere spento comunque per la manutenzione programmata. Di solito l'operazione di “SCRAM” viene ordinata a seguito di un rapido ed inatteso aumento di potenza. D'altro canto, Anatoly Dyatlov, capo ingegnere dell'impianto di Chernobyl al tempo dell'incidente scrisse:
Prima delle 01:23:40 il sistema di controllo centralizzato ... non registrò alcun cambio dei parametri da poter giustificare lo “SCRAM”. La commissione ... raccogliendo ed analizzando una grande quantità di dati, come indicato nel rapporto, non ha determinato il motivo per cui fu ordinato lo “SCRAM”. Non c'era necessità di cercare il motivo. Il reattore veniva semplicemente spento al termine dell'esperimento.[1]
A causa della lenta velocità del meccanismo di inserimento delle barre di controllo (che richiede 18-20 secondi per il completamento) e dell'estremità (estensori) in grafite che rimpiazza l'acqua di raffreddamento, lo SCRAM causò un rapido aumento della reazione. L'aumento di temperatura deformò i canali delle barre di controllo, al punto che le barre si bloccarono a circa un terzo del loro cammino, e quindi non furono più in grado di arrestare la reazione.
Alle 01:23:47 la potenza del reattore raggiunse i 30 GW termici, dieci volte la potenza normale. A questo punto le barre di combustibile iniziarono a fondere e la pressione aumentò fino a causare l'esplosione che fece saltare in aria la copertura del reattore, distruggendo gli impianti di raffreddamento. L'alta temperatura del nocciolo incendiò la grafite; l'aria in ingresso dal tetto sfondato funse da comburente.
Per ridurre i costi l'impianto era stato costruito con un contenimento parziale, e questo ha consentito la dispersione dei contaminanti radioattivi nell'atmosfera. L'incendio contribuì ulteriormente alla diffusione di materiale radioattivo nell'ambiente.
Ci sono alcune controversie sulla sequenza degli eventi dopo le ore 01:22:30 a causa di alcune incongruenze tra i testimoni oculari e le registrazioni. La versione comunemente accettata è quella descritta sopra. Secondo questa ricostruzione la prima esplosione avvenne intorno alle 01:23:47, sette secondi dopo il comando di SCRAM. Talvolta è stato detto che l'esplosione avvenne prima o immediatamente dopo lo SCRAM (questa era la versione di lavoro della commissione sovietica di studio sull'incidente). Questa distinzione è importante, poiché, se il reattore esplose diversi secondi dopo lo SCRAM, il disastro è da attribuirsi al progetto delle barre di controllo, mentre se l'esplosione è al tempo dello SCRAM la responsabilità principale sarebbe degli operatori. A complicare la ricostruzione alle ore 01:23:39 fu registrato, nell'area di Chernobyl, un debole evento sismico di magnitudo 2,5. Inoltre il tasto di SCRAM fu premuto più di una volta, ma la persona che lo ha fatto materialmente è deceduta due settimane dopo l'incidente per esposizione acuta da radiazione.
Nessun problema tecnologico, nessun pericolo di degrado della struttura, ma semplicemente - ancora una volta - stupidità umana.
Fu comprensibile la reazione dei nostri concittadini contro il nucleare, ma oggi è superata e, forse, a conoscere bene quel che era successo lo era anche vent'anni fa.
Ripeto la domanda:
Nucleare, perche' no?
MetS
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