Tutti sappiamo bene che per fusione fredda classica si intende quella di Pons e Fleischmann, la quale utilizzava catodi di palladio e platino e acqua pesante D20.
Mi è venuta una nuova idea, che secondo me, potrebbe aumentare l'efficienza di questo tipo di cella.
La nuova idea consiste nel fissare il catodo e l'anodo sulla parete anzichè sul basamento o coperchio superiore, in questo modo la superficie più grande del catodo diventa parallela al pavimento (rotazione del catodo e dell'anodo di 90 gradi).
Tutti sappiamo che l'idrogeno è leggerissimo e quindi vola verso l'alto abbandonando la cella, se il coperchio della cella fosse il catodo stesso l'idrogeno non avrebbe via di uscita e rimarrebbe lì incastrato.
Inoltre la forma del catodo non dovrebbe essere piana ma avvallata, in modo tale da non permettere all'idrogeno di fuggire chissà dove, come se fosse un piatto di minestra rovesciato (tanto per intenderci).
Se si facesse in questo modo basterebbe un impulso di corrente iniziale per produrre una piccola quantità di idrogeno, poi successivamente basterebbe una piccolissima corrente per mantenere la ionizzazione del liquido.
In questo modo non si avrebbe più produzione di idrogeno ma il rendimento a spanne sarebbe 10 o 100 volte superiore.
Questa idea sarebbe da sottoporre ad ElettroRik, vistosi che è lui che indende sperimentare veramente la fusione classica, ma io proporrei in contemporanea di applicare subito questa modifica, cioè di realizzare questa idea.
ElettroRik!...
L'obbiettivo è produrre energia non idrogeno.
Vero?????
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Mi è venuta una nuova idea, che secondo me, potrebbe aumentare l'efficienza di questo tipo di cella.
La nuova idea consiste nel fissare il catodo e l'anodo sulla parete anzichè sul basamento o coperchio superiore, in questo modo la superficie più grande del catodo diventa parallela al pavimento (rotazione del catodo e dell'anodo di 90 gradi).
Tutti sappiamo che l'idrogeno è leggerissimo e quindi vola verso l'alto abbandonando la cella, se il coperchio della cella fosse il catodo stesso l'idrogeno non avrebbe via di uscita e rimarrebbe lì incastrato.
Inoltre la forma del catodo non dovrebbe essere piana ma avvallata, in modo tale da non permettere all'idrogeno di fuggire chissà dove, come se fosse un piatto di minestra rovesciato (tanto per intenderci).
Se si facesse in questo modo basterebbe un impulso di corrente iniziale per produrre una piccola quantità di idrogeno, poi successivamente basterebbe una piccolissima corrente per mantenere la ionizzazione del liquido.
In questo modo non si avrebbe più produzione di idrogeno ma il rendimento a spanne sarebbe 10 o 100 volte superiore.
Questa idea sarebbe da sottoporre ad ElettroRik, vistosi che è lui che indende sperimentare veramente la fusione classica, ma io proporrei in contemporanea di applicare subito questa modifica, cioè di realizzare questa idea.
ElettroRik!...
L'obbiettivo è produrre energia non idrogeno.
Vero?????

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