Spinto dalle notevoli imprecisioni riscontrate anche su autorevoli riviste di settore, apro questa discussione. (La lascio "aperta": eventuali domande, messaggi di approfondimento, ecc. una volta "elaborata" la risposta, verranno spostati in apposita sez. di approfondimento https://www.energeticambiente.it/vei...ondimenti.html e da qui puntati).
Nella categoria degli ibridi rientrano i veicoli con due (o più) motori o due (o più) carburanti.
Non esatto I veicoli equipaggiati con unico motore e alimentabili con due (o più) carburanti, quali ad esempio benzina/gas o benzina/etanolo o benzina/etanolo/gas (ecc.), sono più correttamente definiti veicoli a carburante flessibile o flexfuel.
Il termine ibrido è impiegato per i veicoli dotati di più motori, (es. termico ed elettrico) funzionanti con differenti fonti di energia (es. carburante e energia elettrica).
L'ibrido non è efficace ad alte velocità, tipo percorso autostradale, dove funziona solo il motore ICE (Internal combustion engine): i consumi sono simili alle vetture tradizionali o perfino superiori (frase di 4R: fa un po' meglio di un "benzina", un po peggio di un "diesel")
Falso. Nella maggior parte dei veicoli commercializzati il sistema è un "blocco unico" dove due (o più) motori lavorano sempre in modo sinergico. La parte "elettrica" è quindi sempre in grado di recuperare energia, cosa che accade praticamente in continuazione: è sufficiente una piccola variazione di pressione sull'acceleratore, un piccolo dislivello della strada, ecc., che si passa da spinta a recupero. Insomma basta un niente per passare da "spinta" a "freno" (rigenerativo). Si può testare ciò con una Prius, osservando il display con i flussi energetici. Mentre a bassa velocità un guidatore esperto (di ibridi) è in grado, una volta lanciato il veicolo, di trovare una posizione dell'acceleratore "neutra", ove cioè non si hanno ne spinta ne frenata da parte del motore elettrico (e con lieve decelerazione), all'aumentare della velocità risulta sempre più difficile, fino a diventare praticamente impossibile.
I recuperi, anche minuscoli, si trasformano brevemente in "microspinte", che in un'auto normale verrebbero supportate unicamente dall'ICE, con conseguente incremento dei consumi.
Analogo discorso "cinetico" va visto nelle guide ancor meno lineari (es sorpassi, tratti in discesa) dove, a causa dell'alta velocità, i recuperi decelerativi diventano esageratamente energetici.
Le riviste di settore che affermano l'inutilità degli ibridi ad esempio in "autostrada" (o anche la poca utilità), dicono sicuramente cose non corrette e denotano carenze informative/professionali quantomeno nel settore elettrico/elettronico/elettrotecnico (quando ciò non sia dettato da altri motivi, che con il "tecnico" poco hanno a che fare).
Approfondimenti su questo argomento (cliccare per collegamento diretto)
Di solito i consumi dichiarati dalle case per gli ICE sono utopici per l'uso "normale", conseguentemente è attendibile/veritiero che le prove eseguite dalla rivista x e y denotino valori inferiori pure sugli ibridi
Falso. Nei veicoli con ICE il consumo dipende molto dallo stile e condizioni di guida. Nei veicoli ibridi (con recupero rigenerativo) sono invece abbastanza indipendenti: anche pretendendo coppia/accelerazione o percorrendo strade montane/collinari i consumi non si discostano di molto.
Si può pensare che "ciò che sale, ricade". Un veicolo ibrido che accelera o sale una collina.. è probabile che prima o poi deceleri o ridiscenda a valle. Va considerato che le fasi di decelerazione e/o discesa sono fasi il cui il veicolo ibrido recupera, cioè riempie/fa il pieno all'altro serbatoio chiamato "batteria".
Un veicolo ibrido, a differenza di uno normale, è in grado allora di recuperare l'energia precedentemente spesa. Non la può recuperare integralmente (una parte è persa in attriti volventi, aerodinamici, ecc.), ma comunque una buona fetta (non di rado oltre il 50%). Di questa una parte è ancora persa nell'efficienza dei sistemi del veicolo, dipendenti dal rendimento dei motori/generatori elettrici, da quello dell'elettronica di controllo, soprattutto da quello della batteria (tipo/chimica), ecc. Tuttavia quel che ne rimane è sempre un numero elevato.
Chiedendo più prestazioni allora si avranno potenze più elevate, forse più perdite.. ed anche nei successivi recuperi, tuttavia parliamo di qualche punto percentuale. Ed ecco allora perchè non sono impossibili medie di 20 in città.. di 25 e oltre in extraurbano.. e di 17-18 in autostrada.. ovviamente medie vere (e ripetibili costantemente nel tempo).
Occorre soffermarsi su un altro aspetto: nei motori ICE chiedendo prestazioni si finisce (di norma) per farlo in punti in cui il motore non lavora nel massimo delle sue potenzialità (sia dal punto di vista consumi che emissioni). Viceversa l'ibrido sposta il compito sul motore più appropriato. Per esempio in accelerazione da fermo o bassa velocità sull'elettrico (di norma in grado di esprime la coppia massima già da fermo!). L'efficienza, al di la del recupero o meno, è allora sempre molto alta.. anche rispetto a ICE con rendimenti termici maggiori per filosofia (esempio accensione per compressione/spontanea, ovvero Diesel)
In ultima analisi i dati ufficiali sui consumi è molto facile ottenerli su un veicolo ibrido.. guidando anche senza pensarci, mentre risulta molto difficile e solo con guida attenta far lo stesso su un veicolo dotato solo di ICE.
Per rilevare i consumi di un ibrido basta misurare con precisione il consumo di carburante con apposita apparecchiatura (l'utente invece basta che verifichi le indicazioni computate dal veicolo e mostrate su qualche display).
Falso. In un veicolo ibrido non solo esistono due o più motori, ma anche due (o più) serbatoi. È già di per se sbagliato considerare il contenuto di uno solo di quello presenti. Ancor di più quando quello che non si considera è in grado di riempirsi (e non solo svuotarsi come quello relativo all'ICE) durante l'uso!
Per rilevare con buona precisione i consumi occorre: o computare ANCHE il livello d'energia nell'altro/altri "serbatoio/i", oppure fare in modo che il suo contenuto assuma livelli trascurabili ai fine della misura, ad esempio estendendo la prova su migliaia di chilometri (e non su poche decine). Perfino l'indicazione a bordo del veicolo può essere fallace (riferita a bassi chilometraggi) in quanto riportante i reali consumi di combustibile, ma non fornendo l'indicazione se questi sia stato effettivamente utilizzato per spingere il veicolo, oppure parzialmente stivato ad esempio nella batteria, quindi non effettivamente consumato, ma disponibile anche se sotto altra forma d'energia!
Ovviamente è possibile "leggere" consumi anche inferiori, non solo superiori. È una condizione difficile tuttavia non impossibile, esempio iniziando un test con batteria di trazione molto carica e terminandolo con quest'ultima molto scarica.
Quindi si ri-sottolinea la necessità di eseguire test specifici sugli ibridi (misura comprendente anche gli altri "contenitori" energetici e/o rilevati su lunghe percorrenze, ecc.), rifiutando l'attendibilità/applicabilità di quelli estrapolati dal "mondo classico" degli ICE.
Nella categoria degli ibridi rientrano i veicoli con due (o più) motori o due (o più) carburanti.
Non esatto I veicoli equipaggiati con unico motore e alimentabili con due (o più) carburanti, quali ad esempio benzina/gas o benzina/etanolo o benzina/etanolo/gas (ecc.), sono più correttamente definiti veicoli a carburante flessibile o flexfuel.
Il termine ibrido è impiegato per i veicoli dotati di più motori, (es. termico ed elettrico) funzionanti con differenti fonti di energia (es. carburante e energia elettrica).
L'ibrido non è efficace ad alte velocità, tipo percorso autostradale, dove funziona solo il motore ICE (Internal combustion engine): i consumi sono simili alle vetture tradizionali o perfino superiori (frase di 4R: fa un po' meglio di un "benzina", un po peggio di un "diesel")
Falso. Nella maggior parte dei veicoli commercializzati il sistema è un "blocco unico" dove due (o più) motori lavorano sempre in modo sinergico. La parte "elettrica" è quindi sempre in grado di recuperare energia, cosa che accade praticamente in continuazione: è sufficiente una piccola variazione di pressione sull'acceleratore, un piccolo dislivello della strada, ecc., che si passa da spinta a recupero. Insomma basta un niente per passare da "spinta" a "freno" (rigenerativo). Si può testare ciò con una Prius, osservando il display con i flussi energetici. Mentre a bassa velocità un guidatore esperto (di ibridi) è in grado, una volta lanciato il veicolo, di trovare una posizione dell'acceleratore "neutra", ove cioè non si hanno ne spinta ne frenata da parte del motore elettrico (e con lieve decelerazione), all'aumentare della velocità risulta sempre più difficile, fino a diventare praticamente impossibile.
I recuperi, anche minuscoli, si trasformano brevemente in "microspinte", che in un'auto normale verrebbero supportate unicamente dall'ICE, con conseguente incremento dei consumi.
Analogo discorso "cinetico" va visto nelle guide ancor meno lineari (es sorpassi, tratti in discesa) dove, a causa dell'alta velocità, i recuperi decelerativi diventano esageratamente energetici.
Le riviste di settore che affermano l'inutilità degli ibridi ad esempio in "autostrada" (o anche la poca utilità), dicono sicuramente cose non corrette e denotano carenze informative/professionali quantomeno nel settore elettrico/elettronico/elettrotecnico (quando ciò non sia dettato da altri motivi, che con il "tecnico" poco hanno a che fare).
Approfondimenti su questo argomento (cliccare per collegamento diretto)
ATTENZIONE: nel caso "Prius" et simila poi, è impiegato un particolare propulsore a ciclo Atkinson/Miller (differente rapporto di compressione tra fasi aspirazione-compressione ed espansione-scarico). I rendimenti non sono quelli tipici di un "benzina", ma si avvicinano a quelli di un motore "Diesel". Difficile asserire che un ibrido Diesel fa peggio di un'auto tradizionale Diesel. Lo stesso circa per un ibrido "benzina" Atkinson/Miller.
Falso. Nei veicoli con ICE il consumo dipende molto dallo stile e condizioni di guida. Nei veicoli ibridi (con recupero rigenerativo) sono invece abbastanza indipendenti: anche pretendendo coppia/accelerazione o percorrendo strade montane/collinari i consumi non si discostano di molto.
Si può pensare che "ciò che sale, ricade". Un veicolo ibrido che accelera o sale una collina.. è probabile che prima o poi deceleri o ridiscenda a valle. Va considerato che le fasi di decelerazione e/o discesa sono fasi il cui il veicolo ibrido recupera, cioè riempie/fa il pieno all'altro serbatoio chiamato "batteria".
Un veicolo ibrido, a differenza di uno normale, è in grado allora di recuperare l'energia precedentemente spesa. Non la può recuperare integralmente (una parte è persa in attriti volventi, aerodinamici, ecc.), ma comunque una buona fetta (non di rado oltre il 50%). Di questa una parte è ancora persa nell'efficienza dei sistemi del veicolo, dipendenti dal rendimento dei motori/generatori elettrici, da quello dell'elettronica di controllo, soprattutto da quello della batteria (tipo/chimica), ecc. Tuttavia quel che ne rimane è sempre un numero elevato.
Chiedendo più prestazioni allora si avranno potenze più elevate, forse più perdite.. ed anche nei successivi recuperi, tuttavia parliamo di qualche punto percentuale. Ed ecco allora perchè non sono impossibili medie di 20 in città.. di 25 e oltre in extraurbano.. e di 17-18 in autostrada.. ovviamente medie vere (e ripetibili costantemente nel tempo).
Occorre soffermarsi su un altro aspetto: nei motori ICE chiedendo prestazioni si finisce (di norma) per farlo in punti in cui il motore non lavora nel massimo delle sue potenzialità (sia dal punto di vista consumi che emissioni). Viceversa l'ibrido sposta il compito sul motore più appropriato. Per esempio in accelerazione da fermo o bassa velocità sull'elettrico (di norma in grado di esprime la coppia massima già da fermo!). L'efficienza, al di la del recupero o meno, è allora sempre molto alta.. anche rispetto a ICE con rendimenti termici maggiori per filosofia (esempio accensione per compressione/spontanea, ovvero Diesel)
In ultima analisi i dati ufficiali sui consumi è molto facile ottenerli su un veicolo ibrido.. guidando anche senza pensarci, mentre risulta molto difficile e solo con guida attenta far lo stesso su un veicolo dotato solo di ICE.
Per rilevare i consumi di un ibrido basta misurare con precisione il consumo di carburante con apposita apparecchiatura (l'utente invece basta che verifichi le indicazioni computate dal veicolo e mostrate su qualche display).
Falso. In un veicolo ibrido non solo esistono due o più motori, ma anche due (o più) serbatoi. È già di per se sbagliato considerare il contenuto di uno solo di quello presenti. Ancor di più quando quello che non si considera è in grado di riempirsi (e non solo svuotarsi come quello relativo all'ICE) durante l'uso!
Per rilevare con buona precisione i consumi occorre: o computare ANCHE il livello d'energia nell'altro/altri "serbatoio/i", oppure fare in modo che il suo contenuto assuma livelli trascurabili ai fine della misura, ad esempio estendendo la prova su migliaia di chilometri (e non su poche decine). Perfino l'indicazione a bordo del veicolo può essere fallace (riferita a bassi chilometraggi) in quanto riportante i reali consumi di combustibile, ma non fornendo l'indicazione se questi sia stato effettivamente utilizzato per spingere il veicolo, oppure parzialmente stivato ad esempio nella batteria, quindi non effettivamente consumato, ma disponibile anche se sotto altra forma d'energia!
Ovviamente è possibile "leggere" consumi anche inferiori, non solo superiori. È una condizione difficile tuttavia non impossibile, esempio iniziando un test con batteria di trazione molto carica e terminandolo con quest'ultima molto scarica.
Quindi si ri-sottolinea la necessità di eseguire test specifici sugli ibridi (misura comprendente anche gli altri "contenitori" energetici e/o rilevati su lunghe percorrenze, ecc.), rifiutando l'attendibilità/applicabilità di quelli estrapolati dal "mondo classico" degli ICE.
Commenta