Velomobile, veicolo a pedali per tutte le stagioni - EnergeticAmbiente.it

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Velomobile, veicolo a pedali per tutte le stagioni

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  • marcomato
    ha risposto
    Premesso che io sono l'ultimo degli utenti papabili, in quanto lavoro a Trieste, e vivo a parecchi km (e 350m di dislivello), la città è tutto un saliscendi, tantoché per alcune vie all' epoca dei ciao piaggio la versione con variatore era d'obbligo, ed anche con un motore da 1,5cv talvolta era d'uopo la pedalata di assistenza al motore, ed in alcune situazioni ha un traffico piuttosto caotico oltreché in alcune zone non c'è posteggio manco per gli scooter, sui quali nessuno si azzarda a montare cupolini-parabrezza perché in inverno a causa della nota bora il motociclo finisce facilmente a terra sia senza guidatore che con. Mi rendo conto tuttavia che basta spostarsi di poche decine di km ad ovest per trovarsi in zone in cui nei piccoli tragitti arrivi prima in bici che in auto e non occorre fare il g.p. della montagna per andare al lavoro, ed in inverno l'unico pensiero è la pioggia. Vivendo da quelle parti sarei già che butto giù un progettino, magari unendo i grandi vantaggi dell' aerodinamica alla pedalata assistita per sconfiggere il maggior peso.

    Riguardo al discorso pedalata assistita ( propriamente detta, altrimenti oltre a non essere a norma di legge, non parliamo più di cicli, ma di auto-moto elettriche-solari) se posso darti una dritta, oltre ai soliti siti di e commerce, vista l'esplosione di bici elettriche e relativi kit di conversione in Cina, visita i siti aliexpress o madeinchina nelle sezioni di vendita al dettaglio... i mozzi motorizzati li trovi con un centinaio di euro spediti a casa, e anche per gli altri componenti o i kit completi non vai a spendere cifre neanche vicine a mille euro!

    Per quanto riguarda il recupero dell' energia in frenata, a differenza del kers usato in f1, quelli per le bici sembra non aiutino granchè, pensavo a dei banali pannellini solari da campeggio (magari quelli flessibili) in quanto la carrozzeria si presta abbastanza all' applicazione, e magari, contribuendo alla ricarica anche da fermi, 50w di economici pannellini magari sono più utili del complesso recupero in frenata a contribuire alla ricarica specie nelle giornate più soleggiate in cui ci farebbe meno piacere faticare, anche se un opportuno dimensionamento delle batterie li rende comunque inutili... insomma sarebbe da trovare la quadratura del cerchio tra PESO, efficacia, utilità e chiaramente COSTO dei componenti

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  • Markciccio
    ha risposto
    Hai sollevato delle ottime questioni, tutte a lungo dibattute fra gli appassionati di questi mezzi.
    La mia esperienza: dopo aver percorso circa 500 km con il velomobile, in zone collinari, posso risponderti che il peso si fa chiaramente sentire. La prima versione del mezzo veleggiava sui 40 kg, senza contare il peso aggiuntivo degli attrezzi, acqua e cibarie, cambio vestiti ecc..
    L'ho usato finora per 3 settimane per andarci al lavoro+passeggiatina post lavoro. Con un minimo di allenamento si va in salita a circa 8-9 all'ora con una pendenza intorno al 5%. Detto questo, vista l'importanza del fattore peso, ho alleggerito già la struttura con un sedile di fibra di carbonio (-2kg) e le cose sono migliorate parecchio, soprattutto per la spinta molto più redditizia. Entro questa settimana dovrebbe essere pronto il portellone in carbonio (-2kg), rendendo il mezzo ancora più godibile.Per le altre questioni, non è un mezzo da città o almeno non per città tipo Milano, lì le pieghevoli sono enormemente più comode e versatili.
    Sono mezzi per città dotate di tranquille ciclabili o per il tipico percorso casa-lavoro su strade periferiche. Ho provato anche la pioggia, è un vero piacere essere protetto e non rischiare mai di prendere la "lavata" per il temporale improvviso (qui la pieghevole può fare poco).
    In ogni caso, l'elettrificazione è quasi indispensabile, almeno per l'utente medio non troppo allenato. Si tratta di aggiungere circa 6 kg (3 di motore e 3 di batteria) e circa 1000 Euro di spesa ma rendendo il mezzo molto più rilassante da usare. Le medie che si riescono a tenere sono intorno ai 25 km/h che sono gli stessi valori che impongono i limiti di legge per l'uso della pedalata assistita (mentre la velocità massima in pianura è di circa 55 km/h, almeno per me con il mio ridotto allenamento). Una ricarica garantirebbe intorno ai 50 km con servoassistenza quasi totale e quindi si potrebbe arrivare al lavoro e tornare quasi senza sforzo, per poi ricaricarlala la notte.

    Sul fatto del pannellino fotovoltaico non so, spazio ce ne sarebbe ben poco, quindi si tratta di pochi Wh con però più peso e complicazioni di collegamenti elettrici. Anche sul recupero in frenata, occorrerebbe il motore nel mozzo, mentre siamo orientati di più sulla soluzione di servoassistenza sul movimento centrale, che garantisce un'efficenza maggiore del motore. Secondo me non vale la pena, però è tutto da sperimentare.

    Un'altra questione è il fatto di arrivare al lavoro sudati. Tutto dipende dalla filosofia con cui si usa un velomobile. Se deve essere un sostitutivo puro dell'automobile, allora la pedalata assistita è ovviamente obbligatoria e deve essere usata al massimo delle prestazioni, con ricariche continue ecc. Si può allora andare al lavoro con i pantaloni lunghi e una camicia (non di certo la giacca, comunque sarebbe come fare una passeggiata). Però, dall'altra parte non dimentichiamoci una cosa fondamentale: il velomobile (così come una normale bicicletta) consente di sfruttare il tempo che sarebbe altrimenti speso in automobile, per tenersi in forma. Che senso ha impiegare 20 minuti in auto tornando a casa per poi riprendere la stessa automobile e andare a in palestra a fare spinning un'ora? O per fare mezz'ora di corsa dopo lavoro, la questione non cambia. Tanto vale andare al lavoro in bici! O, meglio, in velomobile, perchè in questo caso non dipendo dalle condizioni atmosferiche, ci posso andare sempre sia che piova o che faccia freddo. Per cui sarebbe in questo caso accettabile arrivare al lavoro un minimo accaldato per poi cambiarsi. In sostanza è quello che sto facendo in questi giorni.
    Io percorro circa 10+10km, con un dislivello di circa 50 metri. Mi vesto con pantaloncini e maglietta e una volta arrivato, mi cambio. Alla sera, processo inverso con la differenza che di solito allungo il giro e mi godo una bella pedalata. Arrivo al lavoro rilassato, ritorno a casa felice. In conclusione, dovreste provarlo.

    Il velomobile è un mezzo per molti versi rivoluzionario e mi spiace che in pochi stiano cogliendo tutti questi aspetti. Per la sicurezza, essendo un mezzo molto particolare, gli automobilisti ti stanno lontano, e quindi è molto più sicuro della bicicletta. Oltre ad essere anche un mezzo pubblicitario: non vi dico le foto, i filmati e i gesti di approvazione che mi rivolgono quando ci vado in giro...

    Domenica 8 giugno saremo a Santhià (VC) per una gara con le "formula 1 a pedali", tutto il giorno, zona Outlet del mobile all'uscita dell'autostrada. Domenica 15 giugno (e magari sabato) saremo a Monza, in pista, per la festa dello sport, durante la quale sarà disputata la prova unica di campionato italiano HPV. Due ore di gara sulla pista della Formula 1 (quella vera) a partire dalle 14.00. Se qualcuno è in zona, potrà tranquillamente venire e provare il mezzo (ce ne sono anche altri oltre al nostro, perlopiù biciclette reclinate).
    Saluti!
    Ultima modifica di Markciccio; 03-06-2014, 22:39.

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  • marcomato
    ha risposto
    Vedo solo oggi questo thread, e ti faccio i complimenti per la realizzazione del trabiccolo, che da appassionato di tecnologia giudico molto interessate. Disponendo di posto per parcheggiarlo, abitando in una zona pianeggiante, non troppo trafficata ma magari fredda e piovosa (non a caso è diffuso in Olanda) è certamente un mezzo interessante per i piccoli trasferimenti.

    Da tecnologo pigro però, posto che siamo oramai ben lontani da peso ed ingombro di una bici pieghevole, mi piacerebbe vedere un evoluzione con motorino elettrico ausiliario, recupero dell' energia in frenata, e magari un pannellino sul tetto, giusto per partire con le batterie già cariche.
    Il che lo renderebbe più sfruttabile anche nel traffico ed in zone ricche di saliscendi, anche per andarci al lavoro senza che una volta arrivati ci si debba far una doccia.

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  • Markciccio
    ha risposto
    Il cambio è un 3x9, con tre corone anteriori e 9 rapporti posteriori. Il range è molto ampio (50-11, 22-36 se non ricordo male) per cui si può pedalare dai 4-5 km/h di velocità minima ai 60-65 di quella massima. Non ha sospensioni ma la carenatura è bloccata con dei supporti elastici al telaio per cui se le strade non sono piene di crateri si viaggia comodamente. Chiaro che se si fa fuoristrada il rumore e le vibrazioni ci sono, come su una auto sportiva. Per il cruscotto uso uno smartphone con un programma per il ciclismo (Runtastic) che registra e visualizza tutti i dati. C'è un porta cellulare sulla destra, si vede sul parafango nelle foto. La posizione non è ottimale però ci sono tutti i dati importanti che possono servire. Come dici tu, ho intenzione di spostarlo più al centro e usare un programma che visualizzi tipo cruscotto delle auto.

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  • LightPower
    ha risposto
    Complimenti!

    Alcune domande:
    - il velomobile ha il cambio, giusto? Sia sulla corona centrale che sulla ruota dietro?
    - ha sospensioni? E se non ce le ha, come va a comodità?
    - a quando l'aggiunta di un contachilometri in modo da fare un 'cruscotto'? (andrebbe bene anche un posto per uno smartphone, con una bella app tipo quella della nike)

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  • Markciccio
    ha risposto
    Video del primo giro di collaudo: Aggiungo un paio di foto della versione completata. Ora sono in fase di test per valutarne pregi e difetti. Devo dire che è super divertente e soprattutto c'è un tepore all'interno veramente piacevole. E ti salutano tutti.
    File allegati

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  • Markciccio
    ha risposto
    Grazie dei complimenti, per far capire meglio cosa ci sia dentro, inserisco un paio di foto dell'interno. Non badate ai fili, sto montando l'impianto elettrico, con luci, indicatori di direzione, avvisatore acustico, lampeggiante. Lo sterzo è un manubrio montato su un cardano. In pratica si guida come se avesse un volante (ruotandolo), però è anche libero di alzarsi e abbassarsi, consentendo una agevole entrata nell'abitacolo.
    File allegati

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  • LightPower
    ha risposto
    Bellissima markiccio!

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  • Lupino
    ha risposto
    Vista da dietro al buio ricorda la moto di Tron

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  • Markciccio
    ha risposto
    Vi posto qualche altra foto del velomobile in completamento. Entro il fine settimana dovremmo riuscire ad aggiungere tutto l'impianto elettrico, con gli indicatori di direzione e le luci, i vetri trasparenti per il cupolino, gli specchietti e la bandierina. La batteria è al litio da 10Ah ricaricabile e dovrebbe garantire una autonomia di parecchie ore pur pesando poco.
    File allegati

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  • Markciccio
    ha risposto
    Vi posto altre foto dello stato attuale dei lavori:

    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

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    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

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    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

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    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

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    @Adriano84: Per quanto riguarda la realizzazione della "base" del velomobile e cioè del trike, vi invito a leggere una discussione sulla costruzione del mio primo trike, sul forum bici reclinate italia:

    Il mio primo trike (vestito da velomobile).

    Sul forum puoi trovare anche moltissime notizie e consigli, una vera miniera d'oro per chi vuole buttarsi nell'avventura. Per quanto riguarda le ruote anteriori, si usano quelle da 20" tipo bmx, con perno minimo da 12, io uso il 14. Se ne trovano di fatte apposta per i trike, oppure vanno riraggiate per poter usare un perno da mtb, tipo quelle da downhill. Deve essere robusto perchè il perno è normalmente attaccato solo da un lato. In alternativa io ho usato delle ruote da bmx, con un adattatore montato sulla filettatura del pignone. In futuro credo che potremo fornire questo adattatore. Il fatto è che una ruota da bmx si trova a 30 euro mentre quelle apposta per i trike costano 150...

    @Lupino: Io in effetti provengo dal campo delle bici reclinate e ti posso dire che per quanto riguarda la visibilità, abbiamo previsto luci a led fisse e lampeggianti al posteriore e soprattutto la classica bandierina "anti SUV", alta 1,5 metri e ben visibile da dietro. Quello della visibilità è un problema relativamente importante. A meno di trovare un automobilista che arriva velocissimo da dietro mentre sta scrivendo un messaggio al cellulare, quando si va in giro con un mezzo del genere (ma anche solo con un trike), appena ti scorgono gli automobilisti rallentano, ti passano lontanissimi e poi proseguono dopo essersi soffermati qualche secondo con lo sguardo indagatore di quelli che non sanno cosa hanno davanti (molte volte pensano a un disabile). E' certamente più sicuro andare in giro con un trike che con una bici da corsa anche perchè l'automobilista non ti odia sapendo che normalmente gli occupi in due tutta la carreggiata o vai in giro in gruppo la domenica mattina bruciando tutti i semafori rossi...
    Di km ne ho fatti tanti, vi assicuro che è così. E con il velomobile non credo che cambi molto.
    A presto, nuovi aggiornamenti, appena monto plexiglass e luci sarò in giro come un ufo per le strade italiane.
    Ultima modifica di Markciccio; 27-04-2014, 11:15.

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  • Lupino
    ha risposto
    Ciao a tutti, complimenti markciccio per la tua realizzazione, veramente un ottimo lavoro... un solo consiglio, da autista, con un altezza massima (stimo) di 1 m vederti sarà arduo. Lo dico per esperienza; dove lavoro io un paio di signori usano spesso delle biciclette reclinate, l'altezza dovrebbe essere pressoché la medesima e ti assicuro che sono difficilmente "individuabili" nel traffico o se si presentano affianco al veicolo in determinate zone "cieche" degli specchietti... per il resto, nuovamente, complimenti!!

    @Adriano84
    Le ruote delle carrozzine per disabili hanno un solo attacco laterale ma, in ogni caso, anche le normali anteriori da bici sono facilmente adattabili sostitendo l'asse del mozzo con un bullone sufficientemente lungo e una rondella

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  • Adriano84
    ha risposto
    Complimenti!

    Devo farti i complimenti hai fatto davvero un bel lavoro... Anche io vorrei iniziare, infatti sto già cercando di reperire i primi componenti estrapolandoli da vecchie bici. Altri componenti sto cercando di recuperarli tramite internet, ma non con poca difficoltá... È difficile trovare ricambi specifici. In questo tu magari saprai darmi qualche dritta! Per esempio le due ruote anteriori non sono semplici ruote, perchè hanno "l'attacco" al telaio solo da un lato, è corretto? Ti sarei molto grato se riuscissi a darmi una mano

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  • Markciccio
    ha risposto
    Certo! In effetti nel frattempo siamo andati avanti con il progetto anche se c'è voluto un po' di impegno per lo stampo e tutto quanto, realizzando da zero una carenatura. A breve inserirò tutti i dettagli definitivi del mezzo. Per ora inserisco una foto del prototipo nella fase prima della verniciatura definitiva (la foto è un provino fatto con Photoshop per verificare la colorazione). Cominceremo i primi test su strada entro un mesetto. La forma è molto aerodinamica e protettiva, anche se un poco pesante (per un totale di circa 32 kg). E' realizzata in vetroresina poliestere ma nelle versioni future contiamo di sostituire il poliestere con la più resistente resina epossidica e magari, per le versioni più raffinate, fibra di carbonio. Nella foto manca il parabrezza-cupolino trasparente, le luci, frecce, catarifrangenti e la finitura ma a brevissimo potremo circolare su strada per capire eventuali modifiche e miglioramenti.
    File allegati

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  • Adriano84
    ha risposto
    Novitá?

    Ciao!Ci sono novitá in merito al tuo progetto che seguo con grande interesse? Fammi sapere grazie , ciao!

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  • Markciccio
    ha risposto
    Ciao a tutti,
    è un po' che non vi aggiorno sullo stato dei lavori. Il progetto non è morto, tutt'altro. Aspettavo solo di avere qualche risultato da portare all' attenzione del forum.

    Nel mese di ottobre ho completato il mio personale velomobile. E' stato una specie di esperimento per valutare dal vivo i vantaggi di un tale mezzo:

    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

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    Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

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    Qui il video della prima uscita:



    Qui il video della randonnèe delle risaie, una riunione di mezzi di propulsione umana di inizio novembre:

    Rondonèe delle Risaie- estate di San Martino 2013 - YouTube

    La struttura è sempre quella di cui accennavo qui sopra: un trike a tre ruote, con infilata sopra una carenatura monoscocca, smontabile per l'estate. C'è un bel portellone-cofano per accedere al posto guida, luci, specchietto, campanello e quello che serve per essere in regola per il codice della strada.
    Quello che ho notato è che è un mezzo abbastanza confortevole (al di là di un po' di difficoltà nell'entrare e uscire e a una certa rumorosità della carenatura quando si prendono le buche secche), veloce (ho guadagnato il 15% circa sulla velocità massima, passando da 44 a 50 km/h) e soprattutto non c'è bisogno di un abbigliamento tecnico invernale quando fa freddo. Con 5°C di temperatura esterna, all'interno ci sono circa 15°C. Non ho praticamente ma usato le scarpette invernali ma sempre quelle estive anche con il freddo di novembre. Il peso si è attestato sui 30 kg, accettabile sulle salite medie, eventualmente si potrà elettrificare per le salite ripide, comunque piano piano si arriva ovunque; la carrozzeria è un misto carbonio-vetroresina appoggiato a uno scheletro di tubi multistrato alluminio-pex. L'aerodinamica non è particolarmente ricercata, più che altro ho realizzato quello che mi era consentito dalla tecnica costruttiva utilizzata (abbastanza primitiva).

    La questione però si è molto ampliata perchè nel frattempo ho realizzato, con la collaborazione di un amico-progettista, un prototipo di velomobile più evoluto, performante ed esteticamente accattivante. A breve posterò delle foto, non appena saranno definiti gli ultimi dettagli. Questo potrebbe dare altri e più importanti riscontri, almeno nelle intenzioni. Non è detto che non si riesca a farne una piccola produzione artigianale; comunque se a qualcuno interessa buttare via l'automobile e spostarsi con un mezzo ecologico, economico, senza costi fissi, che fa 80 km con pochi centesimi di elettricità, con cui non ci si bagna e non si prende freddo, che assomuglia a una piccola vettura sportiva, consiglio di ritornare su questa discussione e breve.
    Saluti a tutti.

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  • Markciccio
    ha risposto
    Dopo un po' di tempo vi aggiorno sullo stato dei lavori: sto modificando il trike per semplificare la trasmissione e per alleggerimento generale. In parallelo ho seguito un po' il progetto di un mio amico che ha realizzato un trike completamente in carbonio, peso finale sugli 12 kg, anche questo facilmente carenabile:

    Carbon Trike project - page 15

    A breve spero di riuscire a iniziare la carenatura del mio. Sarà "modulare" e rigida. In pratica, a seconda del percorso e del tempo atmosferico si portranno aggiungere o togliere dei componenti. Ho scartato la versione in tela e tiranti, esteticamente il risultato era quella di una tenda da campeggio a pedali...

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  • Avatar ospiti
    Replica dell'ospite
    Non ho proseguito. Pochi soldi, una caduta rovinosa causa sterzo inadeguato, poca tenacia.
    Auguri a te.

    MaZ

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  • Markciccio
    ha risposto
    Quindi un "leaning trike"?
    Li conosco bene e ci ho pensato a lungo sul fatto di fare un trike che si inclina in curva ma ci sono troppe difficoltà e pochi vantaggi perché da fermo occorre sempre metterci un freno sull'inclinazione, il che complica molto il tutto. Esattamente come avviene sull'Mp3 della Piaggio, lì c'è un sistema idraulico che tiene dritto lo scooter al semaforo.
    Il vantaggio sarebbe che il trike può essere più alto perché in curva si inclina come le moto e quindi con rischio nullo di ribaltarsi. Quindi, per evitare problemi e complicazioni, ho scelto di fare un trike con baricentro più basso possibile.

    Grazie dei suggerimenti, comunque quella soluzione l'avevo già vista complimenti per l'inventiva. Sei poi andato avanti con altri progetto basati su quell'idea?

    Un sistema simile al tuo, applicato su una velomobile lo puoi vedere qui:

    http://www.coroflot.com/parrott/Revolution-Cycle-Company

    I
    l problema è che con quel mezzo si ha un angolo di sterzo molto ridotto, lo stesso dipende dall'inclinazione del mezzo e quindi non è detto che la forza centrifuga sia in asse con il baricentro del mezzo, costringendo il guidatore a spostarsi sul sedile, per contrastarla.

    In parole povere, meglio una posizione fissa, tutto più semplice, l'importante è fare il baricentro basso (che tra l'altro porta a una ridotta sezione frontale).

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  • Avatar ospiti
    Replica dell'ospite
    Ciao,
    se modifichi il telaio forse ti può interessare il sistema da me ideato che trovi qui:

    http://www.energeticambiente.it/prot...#post118951118

    http://www.energeticambiente.it/real...#post118859555.


    La particolarità è che la sezione posteriore, che porta il guidatore, in curva si può inclinare, e su strada rettilinea ma con pendenza laterale (a schiena d' asino) può rimanere verticale.

    MaZ

    Lascia un commento:


  • Markciccio
    ha risposto
    Ultimi aggiornamenti: dopo qualche girettino di collaudo sto abbassando la posizione del sedile per rendere più stabile il trike e nel conempo avere una carena più facile ed elegante da realizzare. Se rimane troppo alto potrebbe assomigliare ai risciò a pedali che si usano al mare...eventualmente ci metterò una bandierina per segnalare meglio la presenza nel traffico, però più basso è il baricentro e meglio è, c'è poco da discutere. Non voglio ribaltarmi alla prima curva decisa. Quindi mi tocca modificare il telaio nella parte centrale, posterò poi delle foto delle modifiche.
    Per quanto riguarda la carena ho intenzione di realizzare due versioni , una rigida in fibra di vetro o in fibra di carbonio (o entrambi), modulare, in modo da poterci andare in giro in versione chiusa o semi aperta. La seconda sarà quella tipo tenda di cui ho parlato sopra per poi usarle a seconda delle necessità.
    Che ne pensate di questi design?

    Bonjour

    Lascia un commento:


  • Markciccio
    ha risposto
    E' chiaro che un mezzo di 30 kg con una discreta superficie laterale può soffrire del problema. Teniamo conto che comunque le tre ruote, la posizione sdraiata del guidatore (quindi con baricentro basso) e la carreggiata di circa 1 metro rendono abbastanza stabile il mezzo.
    Anche per questo motivo propendo per il sistema semi carenato, è meno sensibile ai vortici aerodinamici causati dai mezzi pesanti rispetto a quello completamente carenato. Sono comunque problemi analoghi a quelli che potrebbe avere una bicicletta con vento forte laterale.
    Le velomobili più pericolose con il vento laterale sono le "streamliner" e cioè quelli a due ruote, detentori dei record di velocità. Quelli sono effettivamente pericolosi, infatti quasi nessuno li usa se non per le gare:

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  • Smilzo
    ha risposto
    Vorrei capire come si comportano i velocipedi con il vento forte... dalle mie parti è usuale vento a 80kmh... anche 120kmh... una folata laterale cosa provoca?

    Lascia un commento:


  • LightPower
    ha risposto
    Vai così Markiccio! Sono ansioso di vedere il risultato...

    Lascia un commento:


  • Markciccio
    ha risposto
    Ultimi aggiornamenti sul progetto:
    geometrie corrette e risaldato il tutto. Il tike sembra funzionare tutto a dovere. Ho anche modificato parzialmente la trasmissione, posterò delle foto.

    Questione carenatura: sto lentamente abbandonando l'idea della carrozzeria rigida in vetroresina o fibra di carbonio per i seguenti motivi: per il peso, il costo ma soprattutto per evitare di farmi fermare da tutte le pattuglie della stradale o vigili o carabinieri che incontro. Ripeto che una velomobile è perfettamente legale secondo il codice della strada, una volta accessoriata correttamente con campanello, luci e catarifrangenti ma occorrerebbe spiegarglielo ogni volta. Da fuori sembra una minimacchina, senza targa. Troppo strana per circolare in Italia, almeno per ora.
    Quindi il progetto si sta dirigendo verso una parziale protezione in telo impermeabile che protegge ma che lascia anche intravedere che dentro a quel coso che sembra una bici c'è un uomo che pedala, asportabile, che ricalca un po' le linee della velomobile. L'idea è quella di fare comunque un posteriore rigido con delle "portaborse" aerodinamiche, comode e che contemporaneamente diminuiscono gli attriti, con un anteriore con teli e tiranti. Infatti è molto più efficiente fare una coda con forma a "goccia" piuttosto che un anteriore estremamente curato e aerodinamico. L'idea è quella di fare una sistema tipo tenda del campeggio con struttura tubolare semi rigida tipo quelle che vendono che si aprono in 5 secondi, da montare in caso di peggioramento delle condizioni atmosferiche, portatile. La sfida è quella di rendere il tutto esteticamente decente, cosa non facile.
    La testa e il casco lo lascerei fuori perchè altrimenti diventa tutto altissimo e sproporzionato, sembra una tenda con le ruote, però ci metterei con un sorta di mini tettuccio per protezione del solo casco dalla pioggia. Da vedere.
    Se c'è qualcuno curioso che vuole vedere lo "stato dell'arte" di queste realizzazioni può cercare su google "trike veltop".

    A presto.

    Lascia un commento:


  • Markciccio
    ha risposto
    Bene, allora spiego brevemente questo "king pin" e il mio errore:
    Meglio mettere una foto:




    In pratica il "montante", detto anche portamozzo (che è il pezzo dove sta attaccato il cuscinetto della ruota) gira attorno ad un asse, che è per l'appunto l'asse dello sterzo. Il suo prolungamento fino al terreno incontra il terreno stesso in un punto. Visto da davanti, questo punto può essere all'interno della ruota (braccio a terra positivo), oppure perfettamente nel punto di contatto della ruota (braccio a terra neutro), o esterno (braccio a terra negativo). Nella foto l'ho indicato con una freccia. Sulla automobili è in genere positivo o neutro perché così si consente allo sterzo di ritornare in maniera automatica e quindi di viaggiare sui rettilinei con il volante stabile. Se il braccio è negati (come si vede dalla foto), il ritorno non è automatico e lo sterzo è più leggero e ballerino, rendendo il mezzo instabile e faticoso da guidare visto che va corretto sempre.
    Ieri ho quindi tagliato, piegato gli snodi dello sterzo (che sono fatti con due cannotti dello sterzo di due biciclette, credo si capisca), infilato due tubi più piccoli(per essere sicuro che fosse tutto simmetrico) e risaldato il tutto, come nella foto:



    Ah, già che ci siamo, i due tubi che vedete, oltre che avvicinati fra di loro vanno "piegati indietro". Infatti l'angolo che l'asse dello sterzo che forma con la verticale (visto lateralmente, questa volta) si chiama "caster. Anch'esso condiziona il ritorno dello sterzo e la stabilità in curva, oltreché l'angolo di camber delle ruote in curva (inclinazione rispetto alla verticale delle ruote). Io l'ho portato a circa 15°, valore che ritenevo accettabile.
    Ultima cosa, l'ackermann, su google si trova facilmente cosa sia e come si usi, serve per far sterzare di più la ruota interna rispetto a quella esterna in curva.
    Tutti questi concetti li trovate spiegati su internet, io ho cercato di fare un po' di sintesi veloce.
    Vedi anche:

    Informazioni modellistiche

    Mazarul, se hai dubbi chiedi pure, ho un minimo di esperienza in sospensioni. Queste poi sono senza ammortizzatori e fisse, per cui sono abbastanza facili da far funzionare.

    A presto.

    Vi posto anche un bel video di un raduno di più di 100 velomobili, naturalmente in Olanda:

    Ultima modifica di nll; 25-05-2013, 18:08. Motivo: Unione messaggi consecutivi dello stesso utente

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  • Avatar ospiti
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    Originariamente inviato da Markciccio Visualizza il messaggio
    ... vedo che forse non c'è molto interesse.
    Ho modificato il telaio del trike perché avevo dei valori sbagliati che non rendevano stabile l'avantreno. Per i più "tecnici" avevo un valore troppo elevato dell'angolo di incinazione del portamozzo (king pin) che mi dava un braccio a terra negativo e quindi il mezzo in rettilineo non andava dritto da solo
    A me interessa molto, specie gli aspetti tecnici; se ti va leggo volentieri una spiegazione di come funziona lo sterzo, perché anche io ho costruito un triciclo e proprio lo sterzo è il punto debole.
    Non debole meccanicamente, ma non funziona bene.

    Il problema più grosso, non è tecnico: è "social-circolatorio"
    Sono d' accordo, in Germania se una macchina tira sotto una bici al guidatore gli fanno pelo e contropelo, quindi portano parecchio rispetto, qui se ammazzi un ciclista sei mesi con la condizionale è il massimo che prendi.
    A parte le infrastrutture carenti (vedi certe piste ciclabili penose, fatte solo per prendere contributi o per propaganda) è la legislazione che non educa/costringe a considerare le bici veicoli a tutti gli effetti, con i diritti e doveri connessi.

    MaZ

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  • Markciccio
    ha risposto
    Aggiorno sullo stato del progetto, anche se vedo che forse non c'è molto interesse.
    Ho modificato il telaio del trike perché avevo dei valori sbagliati che non rendevano stabile l'avantreno. Per i più "tecnici" avevo un valore troppo elevato dell'angolo di incinazione del portamozzo (king pin) che mi dava un braccio a terra negativo e quindi il mezzo in rettilineo non andava dritto da solo. Tagliato e saldato, ora dovrebbe andare.

    A breve dovrei iniziare la carenatura.

    Il problema più grosso, non è tecnico: è "social-circolatorio". Se doveste vedere un mezzo del genere circolare, cosa pensate? "Che bello, ne voglio provare uno" oppure "Cos'è quel coso, chiamate la stradale e poi la neuro"... ?
    Negli altri paesi occidentali non è diffuso ma è accettato. In Italia, dove mancano quasi totalmente le infrastrutture per le biciclette, avrebbe senso o è un progetto completamente fuori dai canoni dell'italiano medio? Che ne pensate? Vado avanti?
    Tenete conto che la velomobile non è niente altro che un velocipede, per cui, una volta rispettate le misure e i sistemi di segnalazione acustica e visiva elencati sul codice della strada, è completamente e perfettamente legale.

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  • Markciccio
    ha risposto
    Sì, ho saldato io, ho un minimo di esperienza hobbistica in questo campo.
    Le strade sono super sgarrupate, non c'è verso di convincere i vigili urbani a fare un sopralluogo, ci sono delle voragini. Forse si decideranno quando qualcuno si rompe un piede...

    Per la sicurezza attiva sul trike, questa era prima uscita, ho già luci, specchietti, campanello pronti, solo da installare.
    Lo sterzo non è preciso come vorrei, sono in fase di correzione di alcuni angoli, roba facilmente fattibile.
    Ciao!

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  • Avatar ospiti
    Replica dell'ospite
    Bravo Mark, bel lavoro!
    I tubi li hai tagliati e saldati da te?
    Complimenti per il tuo coraggio in quelle stradine sgarruppate.
    Magari ci hai già pensato, metti uno specchietto retrovisore appena puoi.

    Lo sterzo è abbastanza preciso?

    Ciao

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