Tecnologia sicuramente non nuova, basata sul decadimento di elementi radioattivi, le batterie betavoltaiche hanno però sin ora trovato impiego unicamente in applicazioni ove era richiesta una carica elettrica relativamente bassa seppur molto longeva (es. i pacemaker).
I nuovi prototipi sembrano però superare l'impasse della bassa densità di carica sino ad arrivare a 3300 mWh/g (per paragone le odierne Li-ion si attestano sui 200 mWh/g) il tutto, ovviamente, senza necessità di ricarica e per una durata moooolto lunga.
Due progetti spiccano tra i vari, il primo, americano, si basa sul riciclaggio del carbonio 14 (grafite) proveniente dalle barre di moderazione dei reattori nucleari (link); il secondo, russo, sfrutta invece, come elemento radioattivo, il nichel 63 (link)
Personalmente ritengo tale tecnologia se non "il", "uno" dei possibili futuri dello sviluppo energetico umano, una sola domanda mi perseguita ... "lock-in system" a parte del progetto americano (la cui bontà spero venga attestata anche da organi indipendenti), cosa può impedire di utilizzare tali batterie per creare, ad esempio, "bombe sporche"?
I nuovi prototipi sembrano però superare l'impasse della bassa densità di carica sino ad arrivare a 3300 mWh/g (per paragone le odierne Li-ion si attestano sui 200 mWh/g) il tutto, ovviamente, senza necessità di ricarica e per una durata moooolto lunga.
Due progetti spiccano tra i vari, il primo, americano, si basa sul riciclaggio del carbonio 14 (grafite) proveniente dalle barre di moderazione dei reattori nucleari (link); il secondo, russo, sfrutta invece, come elemento radioattivo, il nichel 63 (link)
Personalmente ritengo tale tecnologia se non "il", "uno" dei possibili futuri dello sviluppo energetico umano, una sola domanda mi perseguita ... "lock-in system" a parte del progetto americano (la cui bontà spero venga attestata anche da organi indipendenti), cosa può impedire di utilizzare tali batterie per creare, ad esempio, "bombe sporche"?
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