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Mancherebbe all'appello solo l'energia persa nel ciclo di scarica? Ho capito bene?
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Il rendimento di un elettrolizzatore varia molto in funzione della tipologia.
I più promettenti sono quelli ad ossido solido con elettrolita ad ossido di zirconio additivato con ittrio e catodo in CERMET di Nichel. Questi elettrolizzatori lavorano dai 600 ai 1000°C per elettrolisi del vapor d'acqua. L'efficienza si aggira intorno al 95%. Sugli appunti che ho rispolverato si parlava di efficienze maggiore del 100%, ma al netto dell'energia termica spesa.
Il problema che ancora affligge questa tipologia di elettrolizzatori è la scarsa durata. Alle alte temperature i processi degenerativi, soprattutto al catodo, ne limitano drasticamente la vita operativa, oltre a creare perdite di efficienza dopo alcuni cicli. Sono sicuro che la ricerca sui materiali porterà sicuramente a risultati migliori in termini di affidabilità.
Se parliamo invece di elettrolisi EAT il rendimento di conversione raggiunge anche l'80%.
Senza perdite di generalità, possiamo dire che, con le tecnologie più mature ad oggi commercializzate, si spendono all'incirca 4,5 kWh di energia elettrica per ottenere 1 Nmc di Idrogeno, ( il numero varia in funzione di diversi parametri, tra cui la bontà dell'elettrolizzatore).
Per quanto riguarda l'energia contenuta in 1 Nm3 di idrogeno, il dato è consultabile ovunque:
POTERE CALORIFICO INFERIORE
11,109 MJ/Nm3 o 120 MJ/kg equivalenti rispettivamente a 3,08 kWh/Nm3 o 33,33 kWh/kg
POTERE CALORIFICO SUPERIORE
12,742MJ/Nm3 o 141,8 MJ/kg equivalenti rispettivamente a 3,54 kWh/Nm3 è 39,39 kWh/kg
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