Ciao a tutti!!
Apro questa discussione perchè m'interessa molto sapere il Vostro parere (consigli, critiche, chiarimenti...) a riguardo,
Vi racconto l'intuizione... guardavo un documentario sui Cani della prateria, mi ha colpito il fatto che vivessero in colonie numerosissime sottoterra.
E fin quì nulla di particolare, se non fosse che parte della loro giornata fosse dedicata alla manutenzione di "buche" e "camini".
Mi spiego meglio, sfruttando il principio di circolazione naturale dell'aria (calda/fredda), climatizzavano le varie aree della tana (un groviglio complicatissimo!! credetemi).
Ovviamente posizionavano le buche in zone fresche e depresse, e i camini in zone sopraelevate. Sappiate che la superfichie di una colonia media era di parecchi kilometri quadrati, si parla di colonie popolate da decine di migliaia di esemplari.
Ultimamente mi è capitato di lavorare sul tetto di un palazzo di sei piani, quando siamo arrivati in cima alla tromba delle scale ci saranno stati 45°, quando la temperatura esterna sarà stata di 32°, ovviamente, una volta aperta la porticina che dava sul tetto si è creata una corrente pazzesca.
ovvio!! Però mi viene da pensare quanto i nostri sottotetti, le nostre stanze trattengano calore stratificato, e con quanta facilità arriverebbe l'aria fresca dalle cantine o dai box!
...da quì mi arriva uno spunto (a mio parere da non sottovalutare), in Sardegna avevo visto un tetto fatto in maniera inconsueta, aveva una normalissima copertura in tegole a sua volta coperta da un secondo tetto distanziato, che creva un'intercapedine di una quindicina di centimetri.
In questo modo si riducono i problemi di isolamento.
Se poi questo secondo tetto riesce a trasformare e accumulare questa energia tanto meglio.
Spero che la discussione sia di Vostro interesse. ">
Apro questa discussione perchè m'interessa molto sapere il Vostro parere (consigli, critiche, chiarimenti...) a riguardo,
Vi racconto l'intuizione... guardavo un documentario sui Cani della prateria, mi ha colpito il fatto che vivessero in colonie numerosissime sottoterra.
E fin quì nulla di particolare, se non fosse che parte della loro giornata fosse dedicata alla manutenzione di "buche" e "camini".
Mi spiego meglio, sfruttando il principio di circolazione naturale dell'aria (calda/fredda), climatizzavano le varie aree della tana (un groviglio complicatissimo!! credetemi).
Ovviamente posizionavano le buche in zone fresche e depresse, e i camini in zone sopraelevate. Sappiate che la superfichie di una colonia media era di parecchi kilometri quadrati, si parla di colonie popolate da decine di migliaia di esemplari.
Ultimamente mi è capitato di lavorare sul tetto di un palazzo di sei piani, quando siamo arrivati in cima alla tromba delle scale ci saranno stati 45°, quando la temperatura esterna sarà stata di 32°, ovviamente, una volta aperta la porticina che dava sul tetto si è creata una corrente pazzesca.
ovvio!! Però mi viene da pensare quanto i nostri sottotetti, le nostre stanze trattengano calore stratificato, e con quanta facilità arriverebbe l'aria fresca dalle cantine o dai box!
...da quì mi arriva uno spunto (a mio parere da non sottovalutare), in Sardegna avevo visto un tetto fatto in maniera inconsueta, aveva una normalissima copertura in tegole a sua volta coperta da un secondo tetto distanziato, che creva un'intercapedine di una quindicina di centimetri.
In questo modo si riducono i problemi di isolamento.
Se poi questo secondo tetto riesce a trasformare e accumulare questa energia tanto meglio.
Spero che la discussione sia di Vostro interesse. ">
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