Originariamente inviato da odisseo
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Non so se Rifkin abbia un impianto FV o eolico, ma è importante capire che la sua visione di produzione diffusa NON comporta l'obbligo morale per ogni cittadino di dotarsi di pannelli e/o ventolona in spregio ai banali calcoli di economia familiare.
'L'obbligo' è a livello collettivo e consiste nell'investire risorse (di tutti! Quindi anche di chi non è d'accordo e preferirebbe investire in nucleare o carbone!) per rendere economicamente conveniente per alcuni, non per tutti, la scelta di investire in produzione di energia rinnovabile.
Tale scelta ha motivazioni concrete, anche se discutibili (nel senso che possono essere discusse, non che sono a priori sbagliate!). Ed è di queste motivazioni, semmai, che si dovrebbe parlare!
Gli americani non sbagliano affatto nel giudicare gli entusiasmi in base alle convenienze economiche, ma è sul punto fondamentale dell'individuazione del soggetto portatore di convenienza economica che va basato il discorso.
In parole povere e innegabili... è innegabile che produrre a 9 centesimi e rivendere a 10 è economicamente conveniente per qualcuno! Però è del tutto opinabile che per chi paga i 10 centesimi sia davvero conveniente l'affare! Specie se poi oltre ai 10 centesimi si trova a spenderne altri 20 per tamponare i danni provocati da chi produce...
Il succo sta tutto qua. E anche la risposta è semplice. E' ampiamente provato, documentato e metabolizzato che produrre da fonte fossile tradizionale è già ora molto meno conveniente per la comunità che produrre da FER.
Non è così per Enel e Gazprom, è innegabile. Ma dovrebbe essere anche innegabile che a molti non freghi nulla di ciò!

L'unica fonte alternativa effettivamente utilizzabile a costi sicuramente inferiori per la comunità delle FER è teoricamente la nucleare. Ed infatti nessuno, di serio, nemmeno Rifkin si sogna di escludere ideologicamente la fonte nucleare. Che non significa, ricordo, solo ed esclusivamente fissione! La fusione, calda o fredda, e le eventuali innovazioni tecnologiche nei reattori avanzati sono più che gradite! Da tutti! Chi vede nella visione della produzione distribuita un'alternativa alla produzione da nucleare... semplicemente non ha capito un tubo della filosofia di fondo della stessa.
Molto più banalmente, Rifkin si limita a evidenziare un fatto che a me pare innegabile al momento. Con le tecnologie di fissione attuali (cioè con i reattori 'economicamente' più convenienti, non i fumosi discorsi sulle meraviglie sempre possibili sulla carta ma poi puntualmente scartate per il classico reattore 'che si è sempre fatto così e funziona benissimo') l'ipotesi di trasferire l'intera produzione mondiale su nucleare è patetica. L'uranio terminerebbe in pochi anni se pure fosse possibile pensare a costruire migliaia di centrali a tappeto!
Quindi, perlomeno fintanto che la fusione non sarà realtà, l'apporto nucleare non potrà che essere limitato. Le fantasie che si leggono ultimamente su produzioni del 25% da nucleare possibili in Italia in pochi anni sono fantasie! Anche se capisco e condivido la preoccupazione per far finire un ostracismo ridicolo verso una tecnologia che ci avrebbe potuto risparmiare grandi problemi se non fosse stata gettata nel water 20 anni fa con entusiastica incoscienza degna di miglior causa, non posso non far notare che utilizzare argomenti pretestuosi per "infangare" le possibili ed intelligenti alternative alla turbogas o al carbone non è una politica che possa pagare alla lunga.
Tanto per fare un esempio... l'accumulo di idrogeno di Rifkin, se esistesse, sarebbe una grossolana sciocchezza. Ma non esiste, nè Rifkin o chi crede nella produzione diffusa pretende che debba esistere! Certo non a livello del singolo produttore! Che si possa chiedere a Rifkin quanto 'regge' il suo impianto di accumulo equivale a chiedere a Odisseo dove intende seppellire il suo sacchetto di scorie radiottive! E' soltanto una mistificazione della realtà a scopo provocatorio e denigratorio buona tuttalpiù per intortare qualche massaia credulona.

L'accumulo è una tecnica necessaria al dispacciamento intelligente dell'energia. Già ora viene normalmente effettuato tramite i bacini in quota e si prevede che nei prossimi anni la sua importanza crescerà logaritmicamente. InInghilterra si sono inventati di traforare una collina intera per mettere in comunicazione un lago in cima alla collina con un bacino in pianura per ottenere un sistema di accumulo efficiente. Senza accumulo le reti devono (ed infatti lo fanno!) prevedere una serie di centrali perlopiù a turbogas che restano in stanby per supplire alla domanda. Ma questa soluzione è un ripiego, costoso, inefficiente e che determina sprechi consistenti.
Senza allargare troppo il discorso è ovvio e banale che nessuno pensa che Rifkin debba avere il proprio accumulatore ad idrogeno sul pianerottolo di casa per ambire al prestigioso titolo di "produttore diffuso dell'anno"! Così come sarebbe ovvio e banale capire che sarebbe sbagliato pretendere che ogni fan della produzione centralizzata dimostri di avere la turbogas pronta a intervenire in caso di surplus di domanda nel giardino!!

Anche la produzione da nucleare francese incontra problematiche che vengono risolte con l'offerta a basso costo all'estero dell'energia in surplus (che viene poi accumulata...) e dell'acquisto della stessa in altri momenti. E questa è a ben vedere una forma di accumulo!
La soluzione dell'accumulo a idrogeno sarà molto probabilmente necessaria ben prima che ogni italiano sia dotato di pannello d'ordinanza. E' una soluzione tecnica, intelligente e vantaggiosa, che sicuramente necessita di evoluzione tecnologica, ma che non può essere liquidata con sufficienza pregiudiziale da nessuno. Tantomeno da chi non sa fornire comunque soluzioni a problemi che sembrano farsi più pesanti ad ogni pieno (e non parliamo delle altre conseguenze sull'economia reale!) e che se anche sono ancora affrontate a colpi di battute, sicuramente suscitano risate perlomeno leggermente più nervose che due o tre anni fa!

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