Salve a tutti.
Questo è il mio primo post; vorrei che fosse chiaro che, benchè quello che dico può risultare eccessivo o esagerato,
non sono un troll. Ho veramente voglia di migliorare in questo forum.
Premessa: sono un ingenere elettronico, 28 anni. Lavoro nel campo delle automazioni industriali,
la mia azienda si occupa principalmente del settore siderurgico.
Ma fin dai tempi dell'università mi sono sempre affacciato alle problematiche ambientali.
L'ultimo rapporto dell'IPCC mi ha letteralmente aperto gli occhi.
Ho cominciato a documentarmi forsennatamente su internet, nei siti inglesi (che sono gli unici
a riportare in maniera esauriente le situazioni globali). Ho anche letto libri in inglese di Rifkin, Kunstler,
Lester Brown, Lovelock, Flannery, etc.
Conoscendo anche il mondo dell'industria sono arrivato a conclusioni che vorrei condividere con
voi per confrontarmi.
1) l'uomo brucerà fino all'ultima goccia di petrolio. Bisogna essere realisti. Nonostante tutte le grida
degli ambientalisti, nonostante tutti gli allarmi degli scienziati niente è stato fatto.
E niente è possibile fare: anche se l'Europa ce la mette tutta con le rinnovabili, Germania in testa,
ci sono nazioni (Cina, India, Russia e Africa) a cui non importa nulla di tutto ciò, e continueranno a bruciare petrolio
e carbone indiscriminatamente, anche perchè hanno altri problemi da affrontare. Kyoto è un palliativo.
Kyoto è come fare un prototipo di eolico con una rondella da 10 centimetri, quando invece ci serve una pala da 10 metri!
Il grosso del lavoro deve ancora venire!
Ebbene, noi non siamo in grado nemmeno con la rondella dei bambini... figurati se vogliamo fare una pala come si deve...
2) Abbiamo politici incapaci. In Italia è evidente. Ma anche gli USA candidano sempre un guerrafondaio...
3) siamo sovrapopolati. 6,5 miliardi è troppo. In una Terra dove si usino le sole rinnovabili ci sarebbe spazio
per 1 mld, forse 1,5 mld di persone. Volere le rinnovabili e mantenere gli standard di vita attuali per 6,5 mld
di persone è un'utopia.
4) il clima cambierà e sarà inevitabile. O si comincia a fare qualcosa ORA con urgenza, a ripensare tutte le attività industriali
produttive, a risparmiare, all'autoproduzione quando possibile, oppure già domani potrebbe essere troppo tardi.
Ma le persone sono troppo impegnate a guardare l'ultimo grande fratello e a ballare mentre l'orchestra del Titanic
sta suonando. Senza contare il fatto che uno scombussolamento del sistema industriale a favore di una
filosofia più "ambientalista" (ovvero meno consumistica) significherebbe tagliare molte teste di quelle che ora come ora stanno nelle stanze dei poteri forti e vogliono rimanerci lottando con le unghie e con i denti...
5) il petrolio è imprescindibile per l'economia globale attuale, e stiamo entrando in un periodo di scarsità
cronica e prezzi alti. Non si sa quando ci sarà il picco (o se forse c'è già stato), ma questo non è importante,
si tratta comunque di una finestra al massimo di una decina d'anni prima che gli scenari lavorativi e sociali cambino drasticamente.
Non voglio dilungarmi su questo, ma un petrolio a 500$ il barile (cifra raggiungibile in 10 anni da ora) sarebbe
letteralmente catastrofico per quanto riguarda il comparto agro/alimentare, l'industria del commercio globale/trasporti, e le aziende di produzione automotive. Per non parlare delle politiche energetiche.
Le rinnovabili (solare ed eolico in primis) possono fungere da calmiere, ma non possono sostuituire il petrolio che ha caratteristiche
uniche per la sua alta densità di energia in poco spazio, enorme flessibilità di utilizzo, facilità di trasporto e di stoccaggio.
Non potete muovere una mietitrebbia da 12 tonnellate con l'elettrico, nè le grandi macchine di movimentazione nelle miniere di carbone,
nè gli aerei cargo... In compenso le rinnovabili sono una panacea a livello familiare e personale...
L'idrogeno (unica vera alternativa di energia ad alta densità) ora come ora sembra un'utopia per gli enormi costi di gestione e di stoccaggio.
Dopo aver analizzato a fondo i punti precedenti (giusto per dare l'idea: ho letto almeno due libri su ogni argomento
e speso centinaia di ore di ricerca su internet) sono giusto ad una triste ma incontrovertibile conclusione.
Non possiamo salvare il mondo. Il pianeta stesso troverà il modo di "rimediare" al problema uomo, tramite disastri
climatici, carestie o epidemie (o una loro combinazione lineare).
Altrimenti sarà l'uomo stesso a regolare i conti con se stesso, e di solito questo
avviene tramite guerre (ma nemmeno voglio pensare a quest'ipotesi, anche se alle volte l'ho fatto).
Un'altra possibilità ovviamente sarebbe un "risveglio delle coscienze", abolizione della filosofia del profitto
indiscriminato e progressivo abbassamento degli standard di vita e dei consumi in generale. Molto, molto improbabile.
Anche se sotto sotto ci spero.
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Questo è il mio primo post; vorrei che fosse chiaro che, benchè quello che dico può risultare eccessivo o esagerato,
non sono un troll. Ho veramente voglia di migliorare in questo forum.
Premessa: sono un ingenere elettronico, 28 anni. Lavoro nel campo delle automazioni industriali,
la mia azienda si occupa principalmente del settore siderurgico.
Ma fin dai tempi dell'università mi sono sempre affacciato alle problematiche ambientali.
L'ultimo rapporto dell'IPCC mi ha letteralmente aperto gli occhi.
Ho cominciato a documentarmi forsennatamente su internet, nei siti inglesi (che sono gli unici
a riportare in maniera esauriente le situazioni globali). Ho anche letto libri in inglese di Rifkin, Kunstler,
Lester Brown, Lovelock, Flannery, etc.
Conoscendo anche il mondo dell'industria sono arrivato a conclusioni che vorrei condividere con
voi per confrontarmi.
1) l'uomo brucerà fino all'ultima goccia di petrolio. Bisogna essere realisti. Nonostante tutte le grida
degli ambientalisti, nonostante tutti gli allarmi degli scienziati niente è stato fatto.
E niente è possibile fare: anche se l'Europa ce la mette tutta con le rinnovabili, Germania in testa,
ci sono nazioni (Cina, India, Russia e Africa) a cui non importa nulla di tutto ciò, e continueranno a bruciare petrolio
e carbone indiscriminatamente, anche perchè hanno altri problemi da affrontare. Kyoto è un palliativo.
Kyoto è come fare un prototipo di eolico con una rondella da 10 centimetri, quando invece ci serve una pala da 10 metri!
Il grosso del lavoro deve ancora venire!
Ebbene, noi non siamo in grado nemmeno con la rondella dei bambini... figurati se vogliamo fare una pala come si deve...
2) Abbiamo politici incapaci. In Italia è evidente. Ma anche gli USA candidano sempre un guerrafondaio...
3) siamo sovrapopolati. 6,5 miliardi è troppo. In una Terra dove si usino le sole rinnovabili ci sarebbe spazio
per 1 mld, forse 1,5 mld di persone. Volere le rinnovabili e mantenere gli standard di vita attuali per 6,5 mld
di persone è un'utopia.
4) il clima cambierà e sarà inevitabile. O si comincia a fare qualcosa ORA con urgenza, a ripensare tutte le attività industriali
produttive, a risparmiare, all'autoproduzione quando possibile, oppure già domani potrebbe essere troppo tardi.
Ma le persone sono troppo impegnate a guardare l'ultimo grande fratello e a ballare mentre l'orchestra del Titanic
sta suonando. Senza contare il fatto che uno scombussolamento del sistema industriale a favore di una
filosofia più "ambientalista" (ovvero meno consumistica) significherebbe tagliare molte teste di quelle che ora come ora stanno nelle stanze dei poteri forti e vogliono rimanerci lottando con le unghie e con i denti...
5) il petrolio è imprescindibile per l'economia globale attuale, e stiamo entrando in un periodo di scarsità
cronica e prezzi alti. Non si sa quando ci sarà il picco (o se forse c'è già stato), ma questo non è importante,
si tratta comunque di una finestra al massimo di una decina d'anni prima che gli scenari lavorativi e sociali cambino drasticamente.
Non voglio dilungarmi su questo, ma un petrolio a 500$ il barile (cifra raggiungibile in 10 anni da ora) sarebbe
letteralmente catastrofico per quanto riguarda il comparto agro/alimentare, l'industria del commercio globale/trasporti, e le aziende di produzione automotive. Per non parlare delle politiche energetiche.
Le rinnovabili (solare ed eolico in primis) possono fungere da calmiere, ma non possono sostuituire il petrolio che ha caratteristiche
uniche per la sua alta densità di energia in poco spazio, enorme flessibilità di utilizzo, facilità di trasporto e di stoccaggio.
Non potete muovere una mietitrebbia da 12 tonnellate con l'elettrico, nè le grandi macchine di movimentazione nelle miniere di carbone,
nè gli aerei cargo... In compenso le rinnovabili sono una panacea a livello familiare e personale...
L'idrogeno (unica vera alternativa di energia ad alta densità) ora come ora sembra un'utopia per gli enormi costi di gestione e di stoccaggio.
Dopo aver analizzato a fondo i punti precedenti (giusto per dare l'idea: ho letto almeno due libri su ogni argomento
e speso centinaia di ore di ricerca su internet) sono giusto ad una triste ma incontrovertibile conclusione.
Non possiamo salvare il mondo. Il pianeta stesso troverà il modo di "rimediare" al problema uomo, tramite disastri
climatici, carestie o epidemie (o una loro combinazione lineare).
Altrimenti sarà l'uomo stesso a regolare i conti con se stesso, e di solito questo
avviene tramite guerre (ma nemmeno voglio pensare a quest'ipotesi, anche se alle volte l'ho fatto).
Un'altra possibilità ovviamente sarebbe un "risveglio delle coscienze", abolizione della filosofia del profitto
indiscriminato e progressivo abbassamento degli standard di vita e dei consumi in generale. Molto, molto improbabile.
Anche se sotto sotto ci spero.
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