Ogni tanto mi soffermo a rileggere le pagine della discussione infinita. (https://www.energeticambiente.it/fis...#post119002948) Perlopiù non cambia mai nulla... le scorie, i costi, importiamo o esportiamo ecc. Ed ovviamente c'è sempre il tentativo di denigrare l'apporto possibile delle FER nell'illusoria convinzione che questo aiuti la proposta nuclearista!
Alcuni punti però vanno chiariti per non far passare messaggi sbagliati. Ad esempio:
Guarda che sei tu che devi capire meglio cosa leggi! O se capisci non pretendere di spacciare per fatti acquisiti quelle che sono tue, interessate, interpretazioni!
Obama ha ceduto alle richieste cinesi di evitare qualsiasi decisione vincolante su politica energetica ed emissioni. Lo ha fatto in quanto la Cina è al momento la massima creditrice del colossale debito nazionale USA e se dice "questo è bianco" gli USA non possono al momento opporre alcunchè. L'Europa non conta nulla in questo rapporto, ma andrà avanti sulla sua strada compatibilmente con le proprie esigenze, visto che comunque in questo caso è la Cina a dover farsi una ragione delle decisioni europee in quanto sbocco vitale di mercato!
Le ragioni della Cina sono evidenti, così come è evidente l'esagerata speranza che molti nutrono sull'efficacia degli accordi internazionali in merito a clima ed energia.
Ma proprio per questo motivo i paesi che se lo possono permettere saranno ulteriormente spinti sulla strada delle politiche di autonomia energetica e di riduzione delle emissioni. Non per "generosità" verso il resto del mondo eh! Tutt'altro! Se le prospettive del mondo sono di giganti in affannosa crescita che rifiutano gli accordi e minacciano (come han già fatto!) di accaparrarsi anche con la forza le risorse necessarie per i paesi industrializzati restano poche scelte.
O si accetta di andare ad un confronto proteggendo le linee di approvvigionamento (l'Europa non ne ha la volontà politica e forse nemmeno la forza e anche gli USA ci stanno ripensando) o ci si industria per fare a meno di quegli approvvigionamenti! Non ci sono altre strade!
Questo vuol senz'altro dire ritorno al nucleare, certo. Ma anche una ricerca decisa verso altre soluzioni. Soluzioni in grado di assicurare anche una superiorità tecnologica e un mercato produttivo fiorente. A un costo finale energetico che sarà indubbiamente più alto dell'attuale fossile, nessuno lo nega, ma probabilmente non più alto del futuro fossile!
E su questo aspetto Obama non ha affatto cambiato idea rispetto alle promesse elettorali! Anche perchè l'idea romantica dell'Obama teso a ridurre le emissioni è una forzatura europea! In realtà lo scopo primario di Obama NON è affatto la riduzione delle emissioni, ma un obiettivo per gli americani molto (ma MOLTO!) più importante e cioè la fine della dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento energetico!
Obama sa che il periodo di massima crescita economica USA è coinciso con lo sfruttamento del petrolio texano e che i massimi problemi sono nati dal tentativo di garantirsi l'afflusso del petrolio arabo. Quello che si è messo in testa quindi di fare NON è salvare i pinguini, ma come si legge al primo punto del suo programma "verde" annullare entro 10 anni la dipendenza americana dal petrolio estero! Anche sfruttando la produttività agricola per arrivare a carburanti alternativi (con buona pace delle preoccupazioni della FAO sulla disponibilità alimentare per inciso!)
Per far questo servono diversi passaggi, dal risparmio energetico all'aumento del prezzo di consumo del kWh, dal recupero di produttività alternativa (carbone, gas e nucleare) alla crescita delle FER.
Quest'ultime restano, com'è ovvio, al primo posto nel piano Obama. Anche per via dell'enorme volano di crescita industriale e di ricerca che possono rappresentare. E la Cina resta molto interessata al discorso in quanto potenziale fornitrice di molte soluzioni FER, fotovoltaico in testa. Tanto che proprio la Cina è il massimo "fan" dell'Obama verde!
Le FER restano invece sicuramente in pole position come "motore" per uscire dalla crisi. Anzi a dirla tutta sono l'unica soluzione credibile, in quanto non esiste al momento altro settore produttivo in grado di offrire un comparabile sistema di redistribuzione reddituale sulle fasce medie della popolazione dei paesi industrializzati con prospettiva di crescita esponenziale.
E' la mentalità del produrre per produrre a costo minore possibile che è entrata in crisi! Questo perchè il mercato si è ormai saturato e dove non è saturato è coperto da realtà locali che producono a prezzi più bassi! E questa banale verità non la ribalti raddoppiando le centrali nucleari!
Se pure la Ford dovesse inventare un'auto producibile in 3 giorni al costo di 1000 $ e continuasse a produrla in maniera automatizzata o in Cina questo NON produrrebbe alcun risultato vantaggioso sull'economia mondiale! Anzi! E la fornitura di energia fossile a costi minimi tramite l'apporto lavorativo di pochissime (relativamente parlando) persone a una enorme massa di persone che non se ne fanno nulla in quanto mancano delle possibilità economiche per sfruttarla NON serve a nulla se non a indebitare i sistemi pubblici! E questo Obama lo ha capito, anche se molti faticano ancora vedo.
Quindi prima di delirare di un Obama che si sta convertendo alle posizioni di Bush ci andrei cauto. L'accordo con la Cina ha altre spiegazioni.
Alcuni punti però vanno chiariti per non far passare messaggi sbagliati. Ad esempio:
Originariamente inviato da endymion70
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Obama ha ceduto alle richieste cinesi di evitare qualsiasi decisione vincolante su politica energetica ed emissioni. Lo ha fatto in quanto la Cina è al momento la massima creditrice del colossale debito nazionale USA e se dice "questo è bianco" gli USA non possono al momento opporre alcunchè. L'Europa non conta nulla in questo rapporto, ma andrà avanti sulla sua strada compatibilmente con le proprie esigenze, visto che comunque in questo caso è la Cina a dover farsi una ragione delle decisioni europee in quanto sbocco vitale di mercato!
Le ragioni della Cina sono evidenti, così come è evidente l'esagerata speranza che molti nutrono sull'efficacia degli accordi internazionali in merito a clima ed energia.
Ma proprio per questo motivo i paesi che se lo possono permettere saranno ulteriormente spinti sulla strada delle politiche di autonomia energetica e di riduzione delle emissioni. Non per "generosità" verso il resto del mondo eh! Tutt'altro! Se le prospettive del mondo sono di giganti in affannosa crescita che rifiutano gli accordi e minacciano (come han già fatto!) di accaparrarsi anche con la forza le risorse necessarie per i paesi industrializzati restano poche scelte.
O si accetta di andare ad un confronto proteggendo le linee di approvvigionamento (l'Europa non ne ha la volontà politica e forse nemmeno la forza e anche gli USA ci stanno ripensando) o ci si industria per fare a meno di quegli approvvigionamenti! Non ci sono altre strade!
Questo vuol senz'altro dire ritorno al nucleare, certo. Ma anche una ricerca decisa verso altre soluzioni. Soluzioni in grado di assicurare anche una superiorità tecnologica e un mercato produttivo fiorente. A un costo finale energetico che sarà indubbiamente più alto dell'attuale fossile, nessuno lo nega, ma probabilmente non più alto del futuro fossile!
E su questo aspetto Obama non ha affatto cambiato idea rispetto alle promesse elettorali! Anche perchè l'idea romantica dell'Obama teso a ridurre le emissioni è una forzatura europea! In realtà lo scopo primario di Obama NON è affatto la riduzione delle emissioni, ma un obiettivo per gli americani molto (ma MOLTO!) più importante e cioè la fine della dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento energetico!
Obama sa che il periodo di massima crescita economica USA è coinciso con lo sfruttamento del petrolio texano e che i massimi problemi sono nati dal tentativo di garantirsi l'afflusso del petrolio arabo. Quello che si è messo in testa quindi di fare NON è salvare i pinguini, ma come si legge al primo punto del suo programma "verde" annullare entro 10 anni la dipendenza americana dal petrolio estero! Anche sfruttando la produttività agricola per arrivare a carburanti alternativi (con buona pace delle preoccupazioni della FAO sulla disponibilità alimentare per inciso!)
Per far questo servono diversi passaggi, dal risparmio energetico all'aumento del prezzo di consumo del kWh, dal recupero di produttività alternativa (carbone, gas e nucleare) alla crescita delle FER.
Quest'ultime restano, com'è ovvio, al primo posto nel piano Obama. Anche per via dell'enorme volano di crescita industriale e di ricerca che possono rappresentare. E la Cina resta molto interessata al discorso in quanto potenziale fornitrice di molte soluzioni FER, fotovoltaico in testa. Tanto che proprio la Cina è il massimo "fan" dell'Obama verde!
Le FER restano invece sicuramente in pole position come "motore" per uscire dalla crisi. Anzi a dirla tutta sono l'unica soluzione credibile, in quanto non esiste al momento altro settore produttivo in grado di offrire un comparabile sistema di redistribuzione reddituale sulle fasce medie della popolazione dei paesi industrializzati con prospettiva di crescita esponenziale.
E' la mentalità del produrre per produrre a costo minore possibile che è entrata in crisi! Questo perchè il mercato si è ormai saturato e dove non è saturato è coperto da realtà locali che producono a prezzi più bassi! E questa banale verità non la ribalti raddoppiando le centrali nucleari!
Se pure la Ford dovesse inventare un'auto producibile in 3 giorni al costo di 1000 $ e continuasse a produrla in maniera automatizzata o in Cina questo NON produrrebbe alcun risultato vantaggioso sull'economia mondiale! Anzi! E la fornitura di energia fossile a costi minimi tramite l'apporto lavorativo di pochissime (relativamente parlando) persone a una enorme massa di persone che non se ne fanno nulla in quanto mancano delle possibilità economiche per sfruttarla NON serve a nulla se non a indebitare i sistemi pubblici! E questo Obama lo ha capito, anche se molti faticano ancora vedo.
Quindi prima di delirare di un Obama che si sta convertendo alle posizioni di Bush ci andrei cauto. L'accordo con la Cina ha altre spiegazioni.
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