Ho letto un estratto di un articolo che asseriva (riferendosi a dati diffusi dall'equivalente tedesco del nostro GSE), che per l'anno 2006, il totale dell'energia elettrica prodotta in Germania con il fotovoltaico, ammonta allo 0,087% (zero virgola zero ottantasette per cento) del fabbisogno tedesco. Supponendo che questo dato sia vero, inizio a pormi una serie di domande.
Ho sempre sentito ambientalisti (e politici che sostengono, almeno a parole, di essere ambiestalisti), decantare l'approccio tedesco al fotovoltaico; tutti a dire: bisogna fare come la Germania, loro si che ottengono ottimi risultati col fotovoltaico, ecc.
Se questi sono gli ottimi risultati mi viene da dire: perfetto, se facciamo come loro (che rappresenterebbero il non plus ultra dello sviluppo fotovoltaico), fatte le debite proporzioni (cioè tenendo conto che siamo più a sud e quindi la producibilità per unità di superficie è maggiore), a cosa arriviamo? Ad uno 0,2 od a uno 0,3 o magari ad uno 0,5% del nostro fabbisogno? Neanche ci recuperiamo l'incremento annuo del fabbisogno di energia elettrica. E poi? Si spera con questo di risolvere i problemi energetici dell'Italia? Forse nella fantasia di qualcuno si potrà anche fare (le stesse persone che vogliono risolvere il problema dei rifiuti senza termovalorizzatori e solo con il riciclo e poi si è visto come è andata a finire), ma in realtà non si risolve un bel niente.
Ed allora, premesso che la produzione di energia rinnovabile, per quanto possibile, è e deve rimanere un obbiettivo da perseguire, mi chiedo: conviene davvero continuare ad investire denaro pubblico per finanziare il conto energia, con risultati che si prospettano, insignificanti. O, converrebbe impegnare quelle risorse per favorire altre fonti rinnovabili, con una resa energetica sicuramente maggiore? Non dico di abbandonare il fotovoltaico, ma magari, invece di investire risorse per installare sistemi che producono molto poco, si potrebbe investirle nella ricerca per pannelli con una resa maggiore.
Ho lanciato il sasso. Sono curioso di sentire cosa ne pensano i veri ambiestalisti, e non i vari ecopasdaran o abientalisti di comodo per secondi fini (magari economici o di potere).
Saluti.
Federico
Ho sempre sentito ambientalisti (e politici che sostengono, almeno a parole, di essere ambiestalisti), decantare l'approccio tedesco al fotovoltaico; tutti a dire: bisogna fare come la Germania, loro si che ottengono ottimi risultati col fotovoltaico, ecc.
Se questi sono gli ottimi risultati mi viene da dire: perfetto, se facciamo come loro (che rappresenterebbero il non plus ultra dello sviluppo fotovoltaico), fatte le debite proporzioni (cioè tenendo conto che siamo più a sud e quindi la producibilità per unità di superficie è maggiore), a cosa arriviamo? Ad uno 0,2 od a uno 0,3 o magari ad uno 0,5% del nostro fabbisogno? Neanche ci recuperiamo l'incremento annuo del fabbisogno di energia elettrica. E poi? Si spera con questo di risolvere i problemi energetici dell'Italia? Forse nella fantasia di qualcuno si potrà anche fare (le stesse persone che vogliono risolvere il problema dei rifiuti senza termovalorizzatori e solo con il riciclo e poi si è visto come è andata a finire), ma in realtà non si risolve un bel niente.
Ed allora, premesso che la produzione di energia rinnovabile, per quanto possibile, è e deve rimanere un obbiettivo da perseguire, mi chiedo: conviene davvero continuare ad investire denaro pubblico per finanziare il conto energia, con risultati che si prospettano, insignificanti. O, converrebbe impegnare quelle risorse per favorire altre fonti rinnovabili, con una resa energetica sicuramente maggiore? Non dico di abbandonare il fotovoltaico, ma magari, invece di investire risorse per installare sistemi che producono molto poco, si potrebbe investirle nella ricerca per pannelli con una resa maggiore.
Ho lanciato il sasso. Sono curioso di sentire cosa ne pensano i veri ambiestalisti, e non i vari ecopasdaran o abientalisti di comodo per secondi fini (magari economici o di potere).
Saluti.
Federico
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