(In Italia) il costo/acquisto del gas (metano/GPL) è più conveniente rispetto al costo/acquisto di un equivalente quantitativo d'energia elettrica.
Può essere abbastanza vero. Quantomeno al momento (e per l'Italia) ed acquistando dai fornitori "canonici" e a prezzi di mercato. A titolo d'esempio nel confronto metano - chilowattora [KWh], assumendo per semplicità 1 metro cubo di metano = 10KWh, si nota un costo quasi doppio (dipende da fasce di consumo, contratti, accise, ecc.) per l'energia elettrica.
Utilizzando la fonte d'energia per riscaldare direttamente un ambiente o acqua ad uso sanitario (ACS) risulta più conveniente orientarsi su quella a più basso costo.
Dipende
PUNTO DI VISTA ECONOMICO) Ammesso di voler generare ..diciamo.. tutto il calore da nulla/zero, sembrerebbe vero.
Tuttavia va sempre considerato il rendimento del sistema che si va ad impiegare. Il rendimento o l'efficienza rappresentano degli indici che ci dicono quanta energia primaria (gas, elettricità) viene realmente convertita/trasformata in energia nella forma finale voluta (in questo caso.. "caldo") e, conseguentemente quindi, quanta se ne perde "per strada" in qualche modo.
Generalmente un sistema "elettrico" (stufa, radiatore elettrico ad olio, boiler per ACS) ha un rendimento molto, molto alto. Lo stesso non si può dire per un sistema a combustione dove parecchia energia può essere dispersa: o veicolata con i gas di scarico, o nella formazione di composti (sottoprodotti di combustione) non utili al funzionamento (spesso inquinanti), ecc.. Non a caso i sistemi che tendono ad esempio a recuperare calore dai gas di scarico (condensazione, ecc.) ottengono dei rendimenti più alti, che.. sempre nel caso di generare calore dal nulla.. tendono a posizionare i costi su differenze confrontabili con quelli riscontrabili nelle fonti energetiche primarie.
Ad esempio confrontando uno scaldabagno a gas di vecchia generazione, avente un rendimento supposto dell'80%, con un boiler elettrico (considerando per semplicità a 100% di rendimento) e assumendo un fattore "1 a 2" tra costi gas ed elettricità , otteniamo un rapporto "1 a 1,6" o "1.25 a 2" secondo da dove si guarda.. ovvero l'energia più "cara" ci costerebbe solo 1,6 volte in più, anzichè il doppio, per via del rendimento. Conseguentemente in alcune situazioni, vuoi per questioni di fasce, utilizzo saltuario, ecc., questa distanza potrebbe ulteriormente accorciarsi e diventare equivalente o addirittura vantaggiosa la fornitura elettrica (ancor più per esempio se è possibile rinunciare totalmente al contratto gas, se non utilizzato per riscaldamento, ecc.)
PUNTO DI VISTA AMBIENTALE) Se non si opta per sistemi ad alto rendimento (condensazione, ecc.) e rimanendo nella casistica di generare calore dal nulla, l'uso della fonte elettrica direi che è più... ecocompatibile! Infatti il metano/GPL sono di natura totalmente fossile, mentre l'energia elettrica NO. Al momento (data messaggio) ad esempio in Italia non è molto distante da 1/5 la produzione da F.E.R (https://www.energeticambiente.it/dis...ia-europa.html)... Questo discorso abbraccia tutto l'inquinamento e non solo quello relativo alla produzione di anidride carbonica (biossido di carbonio - CO2): quindi anche NOx, polveri sottili, ecc.
Per il solo discorso CO2 si trovano dati che attestano l'emissione per la produzione di 1KWh elettrico ben al di sopra dei livelli prodotti dalla combustione di gas per ottenere un equivalente valore energetico (es 201g per KWh "gas" contro: 477g per KWh "elettrico" per l'Italia; 393g per KWh "elettrico" per l'EU27, ecc.).
Tuttavia molti di questi calcoli, oltre a non computare l'inquinamento delle altre sostanze, spesso non tengono conto di quanto dovuto/derivato per pompaggio, trasporto, distribuzione, ecc.
Rimanendo SOLO sul discorso economico e fatti i dovuti conti nel caso gas/elettricità nella maggioranza dei casi è più competitivo il gas. Nel caso di ristrutturazioni conviene sempre predisporsi per l'utilizzo di questa fonte.
Falso. Intanto bisogna dire che i costi per riscaldamento sono, nella maggioranza dei casi, enormemente diversi e più cospicui di quelli per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS). Conseguentemente l'eventuale maggior risparmio economico, sempre volendo produrre calore dal nulla, che ne potrebbe conseguire in un sistema di riscaldamento, potrebbe (condizionale) giustificare/recuperare nel tempo i maggiori costi d'istallazione: trasportare in giro per la casa tubi di mandata e di ritorno per l'acqua di riscaldamento (.. per non parlare dei tubi del gas primario.. e non dimenticando le opere per la veicolazione dei gas di scarico/ossigeno per la combustione...) è certamente meno semplice che trasportare elettricità (.. in molti casi già distribuita..). Tutto ciò comporta progetti, materiale, manodopera.. insomma costi!
È chiaro che se ciò costasse, ad esempio, 10.000 € .. e il risparmio fosse di 300 € all'anno... servirebbero oltre 30 anni per ritornare (economicamente) nell'investimento! (Incentivi, detrazioni, ecc. esclusi.. da un capo della "corda".. - interessi composti, controlli periodici combustioni, ecc... dall'altro)
Nel caso di sola produzione di ACS, alla luce dei calcoli precedenti pur riparametrati alla minor.. invasività.. di questi impianti, il gioco potrebbe non valer la candela .. e un semplice boiler "canonico" (vediamo in seguito quelli "non canonici"..) potrebbe essere economicamente equivalente o perfino vantaggioso!
Può essere abbastanza vero. Quantomeno al momento (e per l'Italia) ed acquistando dai fornitori "canonici" e a prezzi di mercato. A titolo d'esempio nel confronto metano - chilowattora [KWh], assumendo per semplicità 1 metro cubo di metano = 10KWh, si nota un costo quasi doppio (dipende da fasce di consumo, contratti, accise, ecc.) per l'energia elettrica.
Utilizzando la fonte d'energia per riscaldare direttamente un ambiente o acqua ad uso sanitario (ACS) risulta più conveniente orientarsi su quella a più basso costo.
Dipende
PUNTO DI VISTA ECONOMICO) Ammesso di voler generare ..diciamo.. tutto il calore da nulla/zero, sembrerebbe vero.
Tuttavia va sempre considerato il rendimento del sistema che si va ad impiegare. Il rendimento o l'efficienza rappresentano degli indici che ci dicono quanta energia primaria (gas, elettricità) viene realmente convertita/trasformata in energia nella forma finale voluta (in questo caso.. "caldo") e, conseguentemente quindi, quanta se ne perde "per strada" in qualche modo.
Generalmente un sistema "elettrico" (stufa, radiatore elettrico ad olio, boiler per ACS) ha un rendimento molto, molto alto. Lo stesso non si può dire per un sistema a combustione dove parecchia energia può essere dispersa: o veicolata con i gas di scarico, o nella formazione di composti (sottoprodotti di combustione) non utili al funzionamento (spesso inquinanti), ecc.. Non a caso i sistemi che tendono ad esempio a recuperare calore dai gas di scarico (condensazione, ecc.) ottengono dei rendimenti più alti, che.. sempre nel caso di generare calore dal nulla.. tendono a posizionare i costi su differenze confrontabili con quelli riscontrabili nelle fonti energetiche primarie.
Ad esempio confrontando uno scaldabagno a gas di vecchia generazione, avente un rendimento supposto dell'80%, con un boiler elettrico (considerando per semplicità a 100% di rendimento) e assumendo un fattore "1 a 2" tra costi gas ed elettricità , otteniamo un rapporto "1 a 1,6" o "1.25 a 2" secondo da dove si guarda.. ovvero l'energia più "cara" ci costerebbe solo 1,6 volte in più, anzichè il doppio, per via del rendimento. Conseguentemente in alcune situazioni, vuoi per questioni di fasce, utilizzo saltuario, ecc., questa distanza potrebbe ulteriormente accorciarsi e diventare equivalente o addirittura vantaggiosa la fornitura elettrica (ancor più per esempio se è possibile rinunciare totalmente al contratto gas, se non utilizzato per riscaldamento, ecc.)
NB - I rendimenti si intendono reali/effettivi e del sistema nell'insieme, non teorici di parte dei singoli componenti.. come accade esempio sostituendo la caldaia con una a condensazione, ma senza poi permetterle di condensare (come spesso accade nei condomini dove NON vengono cambiati i termosifoni in ghisa, ferro, ecc., ovvero non viene abbassata la temperatura "di mandata" per poter sfruttare il fenomeno "condensazione").
PUNTO DI VISTA AMBIENTALE) Se non si opta per sistemi ad alto rendimento (condensazione, ecc.) e rimanendo nella casistica di generare calore dal nulla, l'uso della fonte elettrica direi che è più... ecocompatibile! Infatti il metano/GPL sono di natura totalmente fossile, mentre l'energia elettrica NO. Al momento (data messaggio) ad esempio in Italia non è molto distante da 1/5 la produzione da F.E.R (https://www.energeticambiente.it/dis...ia-europa.html)... Questo discorso abbraccia tutto l'inquinamento e non solo quello relativo alla produzione di anidride carbonica (biossido di carbonio - CO2): quindi anche NOx, polveri sottili, ecc.
Per il solo discorso CO2 si trovano dati che attestano l'emissione per la produzione di 1KWh elettrico ben al di sopra dei livelli prodotti dalla combustione di gas per ottenere un equivalente valore energetico (es 201g per KWh "gas" contro: 477g per KWh "elettrico" per l'Italia; 393g per KWh "elettrico" per l'EU27, ecc.).
Tuttavia molti di questi calcoli, oltre a non computare l'inquinamento delle altre sostanze, spesso non tengono conto di quanto dovuto/derivato per pompaggio, trasporto, distribuzione, ecc.
Rimanendo SOLO sul discorso economico e fatti i dovuti conti nel caso gas/elettricità nella maggioranza dei casi è più competitivo il gas. Nel caso di ristrutturazioni conviene sempre predisporsi per l'utilizzo di questa fonte.
Falso. Intanto bisogna dire che i costi per riscaldamento sono, nella maggioranza dei casi, enormemente diversi e più cospicui di quelli per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS). Conseguentemente l'eventuale maggior risparmio economico, sempre volendo produrre calore dal nulla, che ne potrebbe conseguire in un sistema di riscaldamento, potrebbe (condizionale) giustificare/recuperare nel tempo i maggiori costi d'istallazione: trasportare in giro per la casa tubi di mandata e di ritorno per l'acqua di riscaldamento (.. per non parlare dei tubi del gas primario.. e non dimenticando le opere per la veicolazione dei gas di scarico/ossigeno per la combustione...) è certamente meno semplice che trasportare elettricità (.. in molti casi già distribuita..). Tutto ciò comporta progetti, materiale, manodopera.. insomma costi!
È chiaro che se ciò costasse, ad esempio, 10.000 € .. e il risparmio fosse di 300 € all'anno... servirebbero oltre 30 anni per ritornare (economicamente) nell'investimento! (Incentivi, detrazioni, ecc. esclusi.. da un capo della "corda".. - interessi composti, controlli periodici combustioni, ecc... dall'altro)
Nel caso di sola produzione di ACS, alla luce dei calcoli precedenti pur riparametrati alla minor.. invasività.. di questi impianti, il gioco potrebbe non valer la candela .. e un semplice boiler "canonico" (vediamo in seguito quelli "non canonici"..) potrebbe essere economicamente equivalente o perfino vantaggioso!
Ma il risparmio (che nell'esempio sopra ho, "a caso", supposto/quantizzato in 300€) potrebbe perfino non esserci del tutto: pur tralasciando l'uso di fonti rinnovabili alternative e/o integrative (esempio "solare"), esistono sistemi "più furbi" che consentono di consumare/"pagare" meno energia di quella effettivamente necessaria per TUTTI i sistemi a combustione (gas, olio, ecc.) o a resistenza elettrica.
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