Ciao a tutti, dopo aver letto diversi pareri su questo forum ho deciso di scrivere per illustrare la mia situazione, sperando di ottenere qualche consiglio prezioso.
Premetto di essere abbastanza ignorante di termo idraulica, più per colpa mia, mi sono sempre poco interessato se non negli ultimi mesi quando ho deciso di metterci la testa.
Abito in Piemonte con mia moglie in una casa abbastanza grande di oltre 300 metri quadri divisa in quattro piani, per un totale di 23 radiatori, tutti in ghisa con valvole termostatiche.
Si tratta di una vecchia casa degli anni 50, ristrutturata nel 2010, quindi con tutti i vantaggi della ristrutturazione ma anche gli svantaggi derivanti dall'essere una casa vecchia. Quindi isolamento discreto ma non eccelso, qualche spiffero c'è.
Il pian terreno in sostanza è una cantina/garage, non vissuta, dove non scaldiamo quasi mai, sono presenti due stanze con radiatori ma sono vuote, quindi i due radiatori li teniamo chiusi.
Il terzo piano è il sottotetto, non abitabile ed ancora grezzo, solo parzialmente isolato.
Di conseguenza viviamo solo il primo e il secondo piano, sono gli unici a necessitare di riscaldamento. Questi due piani sono attualmente regolati da tre diversi termostati dedicati ad altrettante zone, due al primo piano (in passato il primo piano era suddiviso in due locali) e uno per il secondo piano.
Il primo piano viene vissuto di giorno, diciamo dalle 9 alle 20; il secondo piano solo la sera, dalle 19 alle 23, e nel week end più o meno dalle 9 alle 23.
Per anni la mia "strategia" di riscaldamento è stata quella di scaldare per poche ore a massima potenza (70/75 gradi), con il risultato - come ho letto ahimè più volte su questo forum - di avere temporaneamente un po' di aria calda ma la casa sempre fredda.
Quindi il comfort è sempre stato molto scarso, con inverni freddi alternati a sprazzi di calore quando indispensabile.
Nonostante ciò la mia spesa è sempre stata elevata, circa 3.000 euro di spesa annui (oltre 3.000 Smc), la spesa più rilevante in assoluto per me.
Possiedo una caldaia Veissman Vitodens 222-f a condensazione e solo la scorsa settimana ho installato la sonda climatica esterna. Praticamente vista la mia modalità d'uso non ho mai sfruttato la condensazione.
Ho deciso di provare a migliorare la mia strategia di riscaldamento; l'obiettivo sarebbe quello di ottenere la massima resa con la minima spesa, la mia speranza è sempre stata quella di spendere meno, ma inizio a pensare che sia praticamente impossibile riuscirci, quindi mi accontenterei almeno di spendere uguale ma di aumentare il comfort.
Lo scorso anno abbiamo chiamato un termotecnico che ci ha consigliato di isolare meglio la soletta del sottotetto (polistirolo, polistirene, lana di riccia fra i consigli), ma al momento non lo possiamo fare.
Per un periodo ho pensato che la soluzione potesse essere il termostato smart ma ora non ne sono più convinto.
Ora che ho la sonda esterna sto provando a seguire il consiglio che ho letto diverse volte sul forum, ovvero lasciare lavorare la caldaia e trovare le impostazioni che mi permettano di avere la caldaia accesa H24 per raggiungere 19 gradi costanti (per me sono sufficienti), ma non so se sia davvero la strategia giusta nel mio caso.
Al momento ho impostato tutti i tre termostati a 19 gradi, la caldaia credo abbia una curva climatica di 1.4 e come temperatura nominale ambientale impostata è a 19. I termostati raggiungono tutti i 19 gradi e poi scattano spegnendo al caldaia nella loro zona per riaccenderla quando la temperatura raggiunge i 18.6 circa.
Se qualcuno potesse darmi qualche consiglio, anche solo per aiutarmi a prendere decisioni più consapevoli, sarebbe molto apprezzato.
Grazie in anticipo
Premetto di essere abbastanza ignorante di termo idraulica, più per colpa mia, mi sono sempre poco interessato se non negli ultimi mesi quando ho deciso di metterci la testa.
Abito in Piemonte con mia moglie in una casa abbastanza grande di oltre 300 metri quadri divisa in quattro piani, per un totale di 23 radiatori, tutti in ghisa con valvole termostatiche.
Si tratta di una vecchia casa degli anni 50, ristrutturata nel 2010, quindi con tutti i vantaggi della ristrutturazione ma anche gli svantaggi derivanti dall'essere una casa vecchia. Quindi isolamento discreto ma non eccelso, qualche spiffero c'è.
Il pian terreno in sostanza è una cantina/garage, non vissuta, dove non scaldiamo quasi mai, sono presenti due stanze con radiatori ma sono vuote, quindi i due radiatori li teniamo chiusi.
Il terzo piano è il sottotetto, non abitabile ed ancora grezzo, solo parzialmente isolato.
Di conseguenza viviamo solo il primo e il secondo piano, sono gli unici a necessitare di riscaldamento. Questi due piani sono attualmente regolati da tre diversi termostati dedicati ad altrettante zone, due al primo piano (in passato il primo piano era suddiviso in due locali) e uno per il secondo piano.
Il primo piano viene vissuto di giorno, diciamo dalle 9 alle 20; il secondo piano solo la sera, dalle 19 alle 23, e nel week end più o meno dalle 9 alle 23.
Per anni la mia "strategia" di riscaldamento è stata quella di scaldare per poche ore a massima potenza (70/75 gradi), con il risultato - come ho letto ahimè più volte su questo forum - di avere temporaneamente un po' di aria calda ma la casa sempre fredda.
Quindi il comfort è sempre stato molto scarso, con inverni freddi alternati a sprazzi di calore quando indispensabile.
Nonostante ciò la mia spesa è sempre stata elevata, circa 3.000 euro di spesa annui (oltre 3.000 Smc), la spesa più rilevante in assoluto per me.
Possiedo una caldaia Veissman Vitodens 222-f a condensazione e solo la scorsa settimana ho installato la sonda climatica esterna. Praticamente vista la mia modalità d'uso non ho mai sfruttato la condensazione.
Ho deciso di provare a migliorare la mia strategia di riscaldamento; l'obiettivo sarebbe quello di ottenere la massima resa con la minima spesa, la mia speranza è sempre stata quella di spendere meno, ma inizio a pensare che sia praticamente impossibile riuscirci, quindi mi accontenterei almeno di spendere uguale ma di aumentare il comfort.
Lo scorso anno abbiamo chiamato un termotecnico che ci ha consigliato di isolare meglio la soletta del sottotetto (polistirolo, polistirene, lana di riccia fra i consigli), ma al momento non lo possiamo fare.
Per un periodo ho pensato che la soluzione potesse essere il termostato smart ma ora non ne sono più convinto.
Ora che ho la sonda esterna sto provando a seguire il consiglio che ho letto diverse volte sul forum, ovvero lasciare lavorare la caldaia e trovare le impostazioni che mi permettano di avere la caldaia accesa H24 per raggiungere 19 gradi costanti (per me sono sufficienti), ma non so se sia davvero la strategia giusta nel mio caso.
Al momento ho impostato tutti i tre termostati a 19 gradi, la caldaia credo abbia una curva climatica di 1.4 e come temperatura nominale ambientale impostata è a 19. I termostati raggiungono tutti i 19 gradi e poi scattano spegnendo al caldaia nella loro zona per riaccenderla quando la temperatura raggiunge i 18.6 circa.
Se qualcuno potesse darmi qualche consiglio, anche solo per aiutarmi a prendere decisioni più consapevoli, sarebbe molto apprezzato.
Grazie in anticipo
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