grazie x le importanti nozioni che hai riportato. hai x caso anche un disegno di una qulsiasi caldaia biomassa che adotti il sistema di aria primaria e secondaria separato? P.S. x tutti: non capisco come si possa sempre continuare a parlare di comparative tra caldaie, venditori, fumi, pellet,consumi e chi più ne ha più ne spara........ma come si fa a non prendere in considerazione argomenti importanti come questo postato da Biomassoso. non ci farebbe male approfondire la nostra conoscenza. scusate la presunzione. ciao.
........ma come si fa a non prendere in considerazione argomenti importanti come questo
Boh, affari loro. Io son dell'opinione che solo conoscendo si possa poi essere liberi di scegliere nel migliore dei modi.
Per un disegno schematico provvederò, comunque se ne trovano in rete.
L'obbligo di dividere il più possibile le varie comburenti è di semplice comprensione specialmente se parliamo di pellet come esempio: bisognerebbe sempre vedere la percentuale volatile di ogni combustibile, e per quest'ultimo è circa dell'80% in percentuale sulla materia secca.
Ciò significa che la parte che compone il legno, durante la combustione
rilascerà l' 80% del suo peso in gas, mentre la parte rimanente si trasformerà in CHAR che sarebbe la classica "carbonella" della combustione a legna.
Questo alto contenuto di elementi volatili implica che l'aria di combustione secondaria deve essere aggiunta sopra il bracere del combustibile, che è lì che avviene la combustione dei gas e non sotto da cui dovrebbe provenire solo quella primaria.......mischiando le 2 che escono da un unico condotto succede che sarà troppa per una (primaria) e poca per l'altra (secondaria)....
OSSI DI PESCA TRITATIsono un'ottima BIOMASSA alternativa
Parafrasando qualcuno: ANDIAMO COME SEMPRE AVANTI
e diamo un'occhiata da vicino alla norma UNI 10683
relativa ai requisiti di installazione di generatori di calore alimentati a legna o da altri
biocombustibili solidi e gli obblighi di sicurezza per eventuali aggiunte di valvole
motorizzate o manuali nel canale di fumo.
Ho eliminato i messaggi che andavano fuori tema e quelli pubblicitari. Credo sia importante mantenere questa interessante discussione pulita e fruibile a tutti.
Prendete il posto dove siete nati, metteteci la centrale a gas a ciclo combinato più grande d'italia, la seconda discarica di rifiuti del Piemonte, una nuova centrale ad olio di palma, la rete di teleriscaldamento mai terminata e la vostra salute messa a rischio... Poi provate a pensate al vostro futuro...
Schede tecniche di (quasi) tutti i biocombustibili
Normativa sul pellet non più attuale perchè superata dalla nuova ma ottime schede tecniche dei più disparati biocombustibili
con poteri calorici, cenere e composizione chimica elaborate dal Comitato Termotecnico Italiano.
Utile anche per scoprire cosa può esser stato aggiunto ai vari pellet
quando si scoprono anomalie di combustione e ceneri con strani agglomerati.
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Ottimo lavoro e di semplice lettura per il calcolo dei consumi e rese in funzione dello scambio termico e dei giro fumi.
Un pò datato (2005) ma sempre attuale che le regole termotecniche son sempre quelle.
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DISCLAIMER:
Calcoli dell'Ing. Marco Cinalli della ....:::: MERCURY ::::.... Termocamino, Caminocaldaia, Termocamini Bifacciali
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ciao a tuttti. come diceva Biomassoso, riguardo l'argomento da me aperto, "potenza effettiva" l'unico dato certo è il quantitativo/ora di combustibile immesso. cosiderando un combustibile, potere calorico 4 Kw ora, in una caldaia da 30 Kw nominali, quantità immessa 10Kg/ora, quanti Kw è in grado di restituire la caldaia?
perdona, ma allora la famosa fiamma arancio che va da dio e non "strappa" non va bene?? mi spiego meglio: se dò il comustibile e molto più comburente(aria) si alzano vetiginosamente i fumi, ma la caldaia rende di più? o meglio dare poco comburente (quindi abbassare i fumi) ottengo gli stessi risultati?? nel secondo caso forse raggiungo prima la temperatura impostata( dico forse perchè devi sempre settare e quindi passare ore con l'amante) nel primo caso ottengo i risutati e i tempi di una caldaia a legna a fiamma inversa?
chiaramente variadndo più o meno combustibile nel primo o secondo caso
Per chi era interessato alla ripartizione fra la primaria e secondaria nel PDF è ben spiegato,
anche con riferimenti a cosa possa uscire poi dal camino!
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File allegati
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Beh, non è proprio semplicissimo ma per chi avesse voglia di impegnarsi
ecco la tavola periodica degli elementi divisibili nei diversi stadi: Dynamic Periodic Table
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e qui una spiegazione "approcciale":
Prove di combustione in caldaia "quasi normale" equipaggiata di sonda Lambda e griglia mobile.
Nuovi pellet di erbacee e loro analisi
chimiche fatte in un laboratorio specialistico raffrontate col pellet di pura segatura vergine.
Interessante vedere le diverse T° di fusione delle ceneri ed il contenuto di silice e zolfo,
oltre alle foto dei residui in caldaia.
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Stv Quale canna fumaria per il vostro stûv ?
A questo indirizzo si trova una tabella di calcolo per avere almeno un'idea della depressione della vostra canna fumaria immettendo diametro, altezza e correggendo secondo la tipologia di canna.
Naturalmente è spannometrico, che solo un tecnico può darvi i giusti valori calcolando la T° fumi la più bassa possibile "ammissibile" sul vostro impianto per non sprecare inutilmente calorie, che le varianti son sempre tante.
Rimettiamo anche qui l'ottimo documento di Alfredo Neri rivolto anche ai non addetti ai lavori e di facile comprensione, cosicchè non vada perso fra i meandri del forum.....
io devo solo sapere se devo tirare giù un abete di 15metri che rimane vicino alla canna.
Guarda che non era una risposta al tuo quesito:
comunque in generale per non avere possibili ritorni di fumo, l’uscita della canna fumaria non dovrebbe trovare ostacoli (alberi, altre case, ecc.) per un raggio di almeno 6 metri se svettano oltre l'altezza del colmo. Se il tuo fosse a distanza minore meglio prima provare e se dovesse dar fastidio si potrebbe poi abbattere in seguito.....
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Per chi ha voglia di studiare un po' in questo documento vengono ben spiegati i rendimenti di una caldaia, e la differenza sostanziale fra quello di combustione e quello effettivamente reso all'acqua, che è poi quello che conta.
come integrare termocamino a legna/termostufa pellet nell'impianto di casa?
Ciao a tutti!
Qualcuno saprebbe consigliarmi una giusta configurazione dell'impianto, modificandolo il meno possibile, per l'aggiunta di un termocamino a legna da 30 kW (o forse una termostufa a pellet, sono ancora indeciso)...
Pensate sia necessario inserire anche un puffer, nel locale dove si trova la caldaia non c'è molto posto, forse ce ne potrebbe stare uno davvero piccolo 100-200 lt.
grazie, se servono più dettagli ditemi pure
attenzione al fai da te.....i controlli esistono e sembra pure che li facciano
copio da altro sito:
HO RICEVUTO IL CONTROLLO IMPIANTO TERMICO DA PARTE DELLA PROVINCIA.
MI HANNO RIFILATO 150,00 E DI MULTA PERCHE' NON SONO IN POSSESSO DEL LIBRETTO DI IMPIANTO.
PRECISO CHE HO UNA CALDAIA A PELLET MCZ POLAR YDRO DA 21 KW.
MA SIAMO SICURI CHE ANCHE IL PELLET RIENTRA NELLA TIPOLOGIA DI IMPIANTO CON OBBLIGO DI LIBRETTO?
COME MAI SONO ESENTI DAL CONTROLLO DEI FUMI
CHE SENSO HA TUTTO CIO'
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libretto di caldaia o di impianto?
sono due cose ben diverse....
certe facezie che servono solo a confondere le idee son scusabili se dette da un utente normale, ma non da un addetto ai lavori
obbligatoriamente si deve avere il libretto di impianto per potenze <35 kW, oltre questo "valore di soglia" avremo quello di centrale
""LIBRETTO DI IMPIANTO
Secondo quanto disposto dal D.M. 17 Marzo 2003, dal 1° settembre cambiano i libretti di impianto e di centrale, vale a dire i documenti che tutti i proprietari di casa e i condomini sono tenuti ad avere con riferimento, rispettivamente, alle caldaie singole e centralizzate.
Per gli impianti termici attivati prima del 1° settembre 2003, i libretti conformi ai precedenti modelli e già in uso, devono essere conservati insieme ai nuovi libretti.
Il libretto di impianto è previsto per gli impianti termici con potenza nominale inferiore a 35kW e deve essere conservato presso l'unità immobiliare in cui è collocato l'impianto; il libretto di centrale riguarda gli impianti termici con potenza nominale superiore o uguale a 35kW e deve essere conservato presso l'edificio in cui è collocato l'impianto.
Fra le novità dei nuovi modelli, vi è la possibilità di procedere alla compilazione iniziale ed ai successivi aggiornamenti anche su supporto informatico, ferma restando la necessità che ogni singolo libretto sia stampabile su carta.
L'inosservanza dell'adempimento anzidetto comporta l'applicazione di una sanzione da un minimo di 516 euro ad un massimo di 2.582 euro.""
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""Per gli impianti alimentati a combustibile solido e comunque non tra quelli individuati dalla norma UNI 10389 (gas,
residui di lavorazione, biogas, ecc.) non è possibile eseguire la misurazione in opera del rendimento di combustione,
come previsto dall’art. 6, comma 2, D.P.R. 412/93 e s.m.i. e dal punto 1. norma UNI 10389: in questi casi occorre
attenersi a quanto indicato dal costruttore e/o dall’installatore dell’impianto, che deve aver predisposto un libretto di
impianto/centrale con la descrizione dello stesso, l’elenco degli elementi da sottoporre a verifica, i limiti di
accettabilità di detti elementi e la periodicità prevista per le verifiche e le manutenzioni (art. 11 comma 17 D.P.R.
412/93 e s.m.i.). Se l’impianto non rispetta i limiti di esercizio indicati nel libretto di uso e manutenzione(della caldaia, N.d.A.) e/o nel libretto di
impianto/centrale occorre specificarlo nelle note. Se non esiste il libretto di impianto/centrale l’impianto è insufficiente""
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