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Pompa di calore con ecobonus in sostituzione di caldaia a gas

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  • Pompa di calore con ecobonus in sostituzione di caldaia a gas

    Scusate il post un pò lungo ma cerco di spiegarmi al meglio: mi è stato prospettato un intervento di sostituzione della vecchia caldaia a metano (no condensazione) con una pompa di calore, abbinata ad un impianto fotovoltaico da circa 3,5/4 kW di picco e all'installazione di un climatizzatore inverter multisplit con quattro unità interne, usufruendo dell'ecobonus 110%, da una ditta che si occuperebbe di tutto, compreso la parte amministrativa. L'immobile è situato vicino Pisa, zona D con 1628 gradi giorno, in un complesso di villette a schiera. In effetti è una tipologia particolare di schiera perché non si tratta di un terratetto ma consiste di un appartamento al secondo piano di 92 mt quadri più una piccola mansarda di circa 14 mt quadri. Al sottostante primo piano c'è un appartamento di uguali dimensioni, di altro proprietario, e garage al piano terra. Quindi, in sostanza, come confinanti ci sono un appartamento al piano inferiore e due appartamenti contigui (tutto il lato sud-est e tutto il lato nord ovest), restano esposti i lati sud-ovest e nord-est, oltre al tetto. L'impianto di riscaldamento attuale prevede 8 termosifoni (sei piccoli e due più grandi) e un termoarredo in ciascuno dei due bagni. Per lavorare in maniera ottimale con la pdc mi avrebbero proposto di sostituire quelli esistenti con termosifoni dotati di valvola termostatica, di dimensioni maggiori e con più elementi, per poter lavorare a una temperatura più bassa. Il consumo annuo di gas, per la nostra famiglia di quattro persone, va dagli 800 ai 1000 mc, in base a quanto è freddo l’inverno, comprendendo in questi numeri anche l'acqua calda sanitaria e il gas per cucinare. Non ho ancora un’APE preliminare che mi determini il fabbisogno energetico, quindi posso basare le mie considerazioni solo sullo storico delle bollette e sui dati oggettivi; l’immobile è del 1989 con infissi a doppi vetri e pareti/tetto non coibentati. Nell’attesa di avere il sopralluogo del termotecnico ho fatto autonomamente alcune considerazioni “a braccio” per vedere dove si potrebbe andare a parare, quanto a potenza della pdc, perché nell’intervento proposto mi hanno parlato di una pdc ibrida, ma se fosse possibile preferirei, per ovvi motivi economici, staccarmi del tutto dal gas.
    Prendendo quindi il caso peggiore dell’inverno più freddo con un consumo di 1000 mc di gas, questo corrisponderebbe, in termini di potere calorifico, a circa 10.000 kWh; da questo dovrebbero essere sottratti i consumi della cucina, ma lasciamo la cifra tonda di 10.000 kWh. Avendo un climatizzatore Panasonic con il quale mi sono trovato a meraviglia (a differenza del modello precedente di cui non faccio il nome della marca ) ho fatto qualche ricerca mirata in rete ed ho trovato delle pdc Panasonic con gas R32, non ibride. In particolare il modello Aquarea da 9 kW viene dato per una capacità di riscaldamento (a +2°C, 55°C temp. acqua) di 7 kW (COP 2,12). Secondo i consumi mensili storici di gas, nei mesi di Dic/Gen/Feb ho il massimo consumo, con una media intorno ai 200 mc al mese, più o meno. In questa ipotesi, per avere i circa 2000 KWh equivalenti ai 200 mc, la pdc, alla temperatura di 2 °C, che ci può stare senz'altro, ma non è la norma (la minima media a Pisa è intorno ai 3°C per gennaio e 4°C per dicembre e febbraio), dovrebbe lavorare 285 ore, ossia poco meno di 10 ore al giorno in media, sempre nel caso pessimo di temperatura esterna costante a 2°C per tutto il giorno. E sempre in questo caso pessimo potrei pensare di farla lavorare magari anche 12 o 13 ore, massimizzando l’autoproduzione col FV.
    Quello a cui sto pensando quindi è la soluzione solo pdc, con l’eventuale integrazione della resistenza interna (da 3 kW), il cui consumo, quando usata per le giornate più fredde, mi darebbe sempre una maggior convenienza economica rispetto all’allaccio del gas, portando la capacità del contatore a 6, 7 o anche 8 kW, se necessario. Senza considerare che al limite il tutto potrebbe essere coadiuvato anche dai climatizzatori in riscaldamento. Prendo in considerazione il solo riscaldamento per la pdc, non mi interessa il raffrescamento, per il quale userei i climatizzatori, eventualmente.
    Sono considerazioni più o meno realistiche o ragiono a vanvera? Posso pensare di gestire il tutto, riscaldamento e ACS, con solo energia elettrica o l'ibrido deve essere la soluzione preferibile? Ovviamente chi installerà l'impianto ha tutto l'interesse a stare al sicuro al 200% e quindi la soluzione ibrida darebbe meglio questa garanzia, tanto poi una volta installato l’impianto le bollette non le pagherebbero più loro…
    Grazie a chi voglia darmi qualche indicazione
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