Salve a tutti,
provo a spiegare la mia situazione:
nuova abitazione in bio-edilizia di circa 120 mq di superf. pavimentata su unico piano (terra), mi è stata installata una pdc con accumulatore acqua da 100L per il riscaldamento, e vaso d'espansione, che riscalda o raffresca un impianto radiante a pavimento, oltre che un impianto VMC con una o più bocchette d'areazione in ogni ambiente, e che fa anche deumidificazione. In più ho un impianto FV da 5KW.
La pdc è composta dai 3 elementi (esterno con ventolone, riscaldamento e acqua sanitaria con accumulatore da 200L) con un assorbimento elettrico max di picco 6 KW. Il controllo del riscaldamento è stato semplicemente impostato con il termostato ambiente che accende e spegne la pompa dell'acqua che la fa circolare nel circuito radiante.
Il tutto,senza stare a dilungarmi sui motivi...., senza uno straccio di progettazione seria quindi, mi ritrovo macchine di una certa complessità che non dialogano tra di loro ed impostate alla carlona.
Primo inverno passato con bollette della luce astronomiche e non avevo ancora la VMC funzionante.
Tra l'altro, le ampie vetrate esposte a sud, in inverno con giornate soleggiate consentono il mantenimento di 23-24 °c in casa, senza accensione del riscaldamento, il quale si accende solo a tarda sera o al mattino presto.
Ora mi dicono che la pdc per il riscaldamento è male impostata in quanto la pompa dell'acqua dovrebbe rimanere sempre in funzione, mentre la pdc dovrebbe riscaldare poco ma costantemente, in modo da non avere i picchi d'assorbimento elettrico.
Quindi mi chiedo: ma se l'acqua circola costantemente, quando l'ambiente raggiunge la temperatura voluta, la pdc si spegnerà in ogni caso consentendo all'acqua del radiante di raffreddarsi e richiedendo poi nuovamente il picco d'assorbimento elettrico quando la temperatura ambientale scenderà, o no? non capisco...
provo a spiegare la mia situazione:
nuova abitazione in bio-edilizia di circa 120 mq di superf. pavimentata su unico piano (terra), mi è stata installata una pdc con accumulatore acqua da 100L per il riscaldamento, e vaso d'espansione, che riscalda o raffresca un impianto radiante a pavimento, oltre che un impianto VMC con una o più bocchette d'areazione in ogni ambiente, e che fa anche deumidificazione. In più ho un impianto FV da 5KW.
La pdc è composta dai 3 elementi (esterno con ventolone, riscaldamento e acqua sanitaria con accumulatore da 200L) con un assorbimento elettrico max di picco 6 KW. Il controllo del riscaldamento è stato semplicemente impostato con il termostato ambiente che accende e spegne la pompa dell'acqua che la fa circolare nel circuito radiante.
Il tutto,senza stare a dilungarmi sui motivi...., senza uno straccio di progettazione seria quindi, mi ritrovo macchine di una certa complessità che non dialogano tra di loro ed impostate alla carlona.
Primo inverno passato con bollette della luce astronomiche e non avevo ancora la VMC funzionante.
Tra l'altro, le ampie vetrate esposte a sud, in inverno con giornate soleggiate consentono il mantenimento di 23-24 °c in casa, senza accensione del riscaldamento, il quale si accende solo a tarda sera o al mattino presto.
Ora mi dicono che la pdc per il riscaldamento è male impostata in quanto la pompa dell'acqua dovrebbe rimanere sempre in funzione, mentre la pdc dovrebbe riscaldare poco ma costantemente, in modo da non avere i picchi d'assorbimento elettrico.
Quindi mi chiedo: ma se l'acqua circola costantemente, quando l'ambiente raggiunge la temperatura voluta, la pdc si spegnerà in ogni caso consentendo all'acqua del radiante di raffreddarsi e richiedendo poi nuovamente il picco d'assorbimento elettrico quando la temperatura ambientale scenderà, o no? non capisco...
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