ciao a tutti, vi ringrazio anticipatamente per leggere questo mio messaggio.
Sono un privato cittadino che sta ristrutturando un immobile, si tratta di una modifica abbastanza importante dell'immobile, per cui vorrei prendere una strada "defintiva" che valga anche per il futuro.
In parole povere la situazione è la seguente:
abitazione disposta su due livelli, circa 100mq, piano rilazato +/-60mq, piano primo +/- 40mq.
"risolta" la questione del raffrescamento estivo che vado a fare con 4 condizionatori monosplit da 12.000btu cadauno, che ho piazzato nei punti più strategici dei due piani, anche sulla base di quello che potevo fare per non andare ad intaccare travi e cordoli, mi rimane la questione del riscaldamento invernale.
partendo dal presupposto che mi doterò di impianto di riscaldamento a pannelli radianti (impianto a pavimento) la grande incognita sta nel come alimentare i suddetti panelli radianti, le soluzioni a cui sono giunto sono le seguenti:
1) soluzione tradizionale con una caldaia a condensazione ad elevata modulabilità in modo che faccia il minor numero possibile di accensioni e spegnimenti e funzioni al minimo in maniera costante;
2) soluzione innovativa e "golosa", la pompa di calore. questa mi pone numerosi dubbi, in particolare, il dimensionamento della pompa di calore.
tenendo conto che la casa oggeto della ristrutturazione non avrà isolamento a cappotto, con dei calcoli molto approssimativi, mi risulta che siano necessari 32.4kw per il riscaldamento della casa. A questo punto prendendo in considerazione una pompa di calore a media/buona efficienza, avrei un assorbimento in kw/h pari a circa 8kw/h.
fatte queste premesse, passiamo alla fase delle domande:
A) ritenete che il mio calcolo, per quanto apporssimativo sia, possa essere considerato abbastanza attendibile?
B) considerato l'utilizzo della pdc come riscaldamento e non volendo aumentare la portata del contatore oltre i 3kw/h, nell'ipotesi di affincare del fotovoltaico alla pdc, come pensate che sia possibile gestire il consumo della pompa di calore nella stagioen invernale? cioè quando serve il suo utilizzo e invece la resa dei pannelli fitovoltaici, se tutto va bene, si dimezza?
Mi scuso anticipatamente se ho espresso questi pochi concetti in maniera abbastanza confusa e raffazzonata, però i dubbi sono tanti e prima di rivolgermi ad un professionista del settore vorrei avere un minimo di indicazioni da chi ne sa più di me, anche per avere una infarinatura generale delle questioni... .
p.s.: ho postato la stessa richiesta anche in un altro forum, dove ho ricevuto una sola risposta ed anche abbastanza piccata/saccente, spero che qui invece ci si possa confrontare in maniera più sana
Sono un privato cittadino che sta ristrutturando un immobile, si tratta di una modifica abbastanza importante dell'immobile, per cui vorrei prendere una strada "defintiva" che valga anche per il futuro.
In parole povere la situazione è la seguente:
abitazione disposta su due livelli, circa 100mq, piano rilazato +/-60mq, piano primo +/- 40mq.
"risolta" la questione del raffrescamento estivo che vado a fare con 4 condizionatori monosplit da 12.000btu cadauno, che ho piazzato nei punti più strategici dei due piani, anche sulla base di quello che potevo fare per non andare ad intaccare travi e cordoli, mi rimane la questione del riscaldamento invernale.
partendo dal presupposto che mi doterò di impianto di riscaldamento a pannelli radianti (impianto a pavimento) la grande incognita sta nel come alimentare i suddetti panelli radianti, le soluzioni a cui sono giunto sono le seguenti:
1) soluzione tradizionale con una caldaia a condensazione ad elevata modulabilità in modo che faccia il minor numero possibile di accensioni e spegnimenti e funzioni al minimo in maniera costante;
2) soluzione innovativa e "golosa", la pompa di calore. questa mi pone numerosi dubbi, in particolare, il dimensionamento della pompa di calore.
tenendo conto che la casa oggeto della ristrutturazione non avrà isolamento a cappotto, con dei calcoli molto approssimativi, mi risulta che siano necessari 32.4kw per il riscaldamento della casa. A questo punto prendendo in considerazione una pompa di calore a media/buona efficienza, avrei un assorbimento in kw/h pari a circa 8kw/h.
fatte queste premesse, passiamo alla fase delle domande:
A) ritenete che il mio calcolo, per quanto apporssimativo sia, possa essere considerato abbastanza attendibile?
B) considerato l'utilizzo della pdc come riscaldamento e non volendo aumentare la portata del contatore oltre i 3kw/h, nell'ipotesi di affincare del fotovoltaico alla pdc, come pensate che sia possibile gestire il consumo della pompa di calore nella stagioen invernale? cioè quando serve il suo utilizzo e invece la resa dei pannelli fitovoltaici, se tutto va bene, si dimezza?
Mi scuso anticipatamente se ho espresso questi pochi concetti in maniera abbastanza confusa e raffazzonata, però i dubbi sono tanti e prima di rivolgermi ad un professionista del settore vorrei avere un minimo di indicazioni da chi ne sa più di me, anche per avere una infarinatura generale delle questioni... .
p.s.: ho postato la stessa richiesta anche in un altro forum, dove ho ricevuto una sola risposta ed anche abbastanza piccata/saccente, spero che qui invece ci si possa confrontare in maniera più sana
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