Benvenuti.
Apro questa discussione dopo una serie di "discussioni" (nel senso brutto del termine) con alcuni operatori del settore in merito agli adempimenti burocratici da fare dopo l'installazione delle pdc.
Prendo questo come esempio:
Unico immobile con una pdc aria/acqua con 7,58 tonnellate equivalenti di CO2 da 10,5 Kw, che distribuisce la potenza sui termosifoni.
Po un dual split da 6 Kw con meno di 5 tonnellate di co2, e un trial split con meno di 5 tonnellate e 9 Kw di potenza.
Ipotizziamo che l'impianto non è accatastato e va fatto tutto da zero.
Io penso che vada fatta solo la registrazione per ottenere il codice impianto al sito dell'ente regionale che gestisce il catasto termico, e trasmesso il libretto di impianto senza rapporti di efficienza, che non andranno fatti neanche in seguito.
I rapporti di efficienza si fanno solo se l'impianto supera i 12 Kw, ma tale potenza viene calcolata facendo la somma dei generatori, solo se distrubuiscono le calorie nello stesso sistema di distrubuzione.
Ora, siccome la pdc ad acqua distribuisce verso i termosifoni, mentre quelle ad aria, essendo split, non hanno alcun sottosistema di distribuzione, in quando è si l'aria il vettore termico, ma non c'è un sistema per distribuirla, come ad esempio un condotto, ritengo che è tutto sotto il limite.
Giusto?
Per il registro Fgas invece, sono esentato perchè sulla macchina che supera il limite, c'è scritto "hermetically sealed", e dunque il limite è 10 tonnellate e non lo supero neanche.
E' corretta come situazione?
Nella provincia di reggio calabria pare che non ci sia accatastato neanche un solo sistema a pompa di calore, quando ritengo da ciò che ho capito, che anche avere uno splittino da 9000BTU, impone l'obbligo all'accatastamento e al libretto impianto, corretto?
Apro questa discussione dopo una serie di "discussioni" (nel senso brutto del termine) con alcuni operatori del settore in merito agli adempimenti burocratici da fare dopo l'installazione delle pdc.
Prendo questo come esempio:
Unico immobile con una pdc aria/acqua con 7,58 tonnellate equivalenti di CO2 da 10,5 Kw, che distribuisce la potenza sui termosifoni.
Po un dual split da 6 Kw con meno di 5 tonnellate di co2, e un trial split con meno di 5 tonnellate e 9 Kw di potenza.
Ipotizziamo che l'impianto non è accatastato e va fatto tutto da zero.
Io penso che vada fatta solo la registrazione per ottenere il codice impianto al sito dell'ente regionale che gestisce il catasto termico, e trasmesso il libretto di impianto senza rapporti di efficienza, che non andranno fatti neanche in seguito.
I rapporti di efficienza si fanno solo se l'impianto supera i 12 Kw, ma tale potenza viene calcolata facendo la somma dei generatori, solo se distrubuiscono le calorie nello stesso sistema di distrubuzione.
Ora, siccome la pdc ad acqua distribuisce verso i termosifoni, mentre quelle ad aria, essendo split, non hanno alcun sottosistema di distribuzione, in quando è si l'aria il vettore termico, ma non c'è un sistema per distribuirla, come ad esempio un condotto, ritengo che è tutto sotto il limite.
Giusto?
Per il registro Fgas invece, sono esentato perchè sulla macchina che supera il limite, c'è scritto "hermetically sealed", e dunque il limite è 10 tonnellate e non lo supero neanche.
E' corretta come situazione?
Nella provincia di reggio calabria pare che non ci sia accatastato neanche un solo sistema a pompa di calore, quando ritengo da ciò che ho capito, che anche avere uno splittino da 9000BTU, impone l'obbligo all'accatastamento e al libretto impianto, corretto?
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