Buongiorno a tutti.
So benissimo che l'argomento è già stato trattato in mille discussioni diverse, ma la mia situazione è un po' particolare, quindi avrei necessità di confrontarmi con voi.
Partiamo dalla situazione attuale: appartamento situato a Moncalieri(TO) in condominio, al piano terreno, di circa 90 m^2. Zona climatica E, gradi giorno 2.553, costruito nel 2001 e di cui non possiedo la classe energetica.
I locali sono un grande soggiorno con cucina annessa, camera da letto, bagno e una seconda camera da letto. Due abitanti.
Attualmente è riscaldato da una caldaia a metano (che produce anche ACS) da 24 kWh e da un inserto a pellet da 8,5 kWh. Rendimento della caldaia dall'ultimo controllo fumi circa 92%, rendimento dell'inserto da scheda tecnica circa 80%.
Sia la caldaia che l'inserto sono stati installati all'epoca della costruzione dell'edificio.
Impianto di riscaldamento composto da 4 termosifoni in ghisa "moderni" (non i classici degli anni 60 e 70) 2 a 10 elementi, 1 da 9 e uno da 8 più un termoarredo da parete in bagno.
I consumi medi annui sono di circa 600 m^3 di metano e di 40 sacchi di pellet (15kg/sacco, 4,8 kWh/kg).
Ad inizio anno mi è stato installato l'impianto FV che vedete in firma e abbiamo tolto il pc a gas sostituendolo con uno ad induzione, e il contatore è stato portato a 5 kW.
Il nostro profilo di consumo è particolare, in quanto la caldaia si accende solo al mattino presto (tra le 5.30 e le 5.45) per avere 20° gradi in casa al risveglio alle 06.45 e si spegne verso le 07.30 quando usciamo per il lavoro.
Alle 17 tutte le sere si accende il pellet situato in soggiorno e al nostro ritorno cucina e soggiorno sono alla giusta temperatura.
In camera da letto il termosifone è sempre chiuso, in quanto non sopportiamo di dormire al caldo.
La mia domanda è: avrebbe senso sostituire la caldaia a gas con una PDC che mi facesse ovviamente riscaldamento+ACS?
La caldaia è oramai anzianotta, quindi la sostituzione potrebbe rendersi necessaria da un momento all'altro e non è possibile cambiarla con una a condensazione per via della canna fumaria condivisa.
La mia intenzione sarebbe quindi di liberarmi dal metano al più presto e di passare completamente all'elettrico, ma, date le premesse che vi ho fatto (e dato che non ho intenzione di fare lavori in casa come sostituzione di termosifoni o cose del genere) una PDC avrebbe senso e mi permetterebbe di rientrare della spesa in un tempo ragionevole?
Ho iniziato a interpellare un po' di termotecnici e fino ad ora, mi sono spaventato per la loro preparazione...e quindi sono qui a chiedere consiglio.
Grazie a tutti quelli che vorranno darmi un contributo ed un suggerimento, se vi servisse qualche dato in più chiedete pure...
So benissimo che l'argomento è già stato trattato in mille discussioni diverse, ma la mia situazione è un po' particolare, quindi avrei necessità di confrontarmi con voi.
Partiamo dalla situazione attuale: appartamento situato a Moncalieri(TO) in condominio, al piano terreno, di circa 90 m^2. Zona climatica E, gradi giorno 2.553, costruito nel 2001 e di cui non possiedo la classe energetica.
I locali sono un grande soggiorno con cucina annessa, camera da letto, bagno e una seconda camera da letto. Due abitanti.
Attualmente è riscaldato da una caldaia a metano (che produce anche ACS) da 24 kWh e da un inserto a pellet da 8,5 kWh. Rendimento della caldaia dall'ultimo controllo fumi circa 92%, rendimento dell'inserto da scheda tecnica circa 80%.
Sia la caldaia che l'inserto sono stati installati all'epoca della costruzione dell'edificio.
Impianto di riscaldamento composto da 4 termosifoni in ghisa "moderni" (non i classici degli anni 60 e 70) 2 a 10 elementi, 1 da 9 e uno da 8 più un termoarredo da parete in bagno.
I consumi medi annui sono di circa 600 m^3 di metano e di 40 sacchi di pellet (15kg/sacco, 4,8 kWh/kg).
Ad inizio anno mi è stato installato l'impianto FV che vedete in firma e abbiamo tolto il pc a gas sostituendolo con uno ad induzione, e il contatore è stato portato a 5 kW.
Il nostro profilo di consumo è particolare, in quanto la caldaia si accende solo al mattino presto (tra le 5.30 e le 5.45) per avere 20° gradi in casa al risveglio alle 06.45 e si spegne verso le 07.30 quando usciamo per il lavoro.
Alle 17 tutte le sere si accende il pellet situato in soggiorno e al nostro ritorno cucina e soggiorno sono alla giusta temperatura.
In camera da letto il termosifone è sempre chiuso, in quanto non sopportiamo di dormire al caldo.
La mia domanda è: avrebbe senso sostituire la caldaia a gas con una PDC che mi facesse ovviamente riscaldamento+ACS?
La caldaia è oramai anzianotta, quindi la sostituzione potrebbe rendersi necessaria da un momento all'altro e non è possibile cambiarla con una a condensazione per via della canna fumaria condivisa.
La mia intenzione sarebbe quindi di liberarmi dal metano al più presto e di passare completamente all'elettrico, ma, date le premesse che vi ho fatto (e dato che non ho intenzione di fare lavori in casa come sostituzione di termosifoni o cose del genere) una PDC avrebbe senso e mi permetterebbe di rientrare della spesa in un tempo ragionevole?
Ho iniziato a interpellare un po' di termotecnici e fino ad ora, mi sono spaventato per la loro preparazione...e quindi sono qui a chiedere consiglio.
Grazie a tutti quelli che vorranno darmi un contributo ed un suggerimento, se vi servisse qualche dato in più chiedete pure...
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