Buonasera,
dopo due mesi circa di letture sul forum mi son deciso a scrivere per chiedere aiuto alfine di compiere il passo dalla biomassa alla pdc con la speranza di farlo con la consapevolezza aver fatto la scelta migliore possibile compatibilmente con le condizioni iniziali di progetto. Sono estremamente convinto che le indicazioni che avrete la bontà di darmi saranno fondamentali.
Questi i miei dati. La casa è una villetta unifamiliare di 200 m2 con un impianto a termosifoni in ghisa degli anni ottanta. Per cercare di ottimizzare un po’ le condizioni di partenza sarei disponibile a fare due interventi su di esso, se necessari, ovvero: 1.. sostituire i termosifoni attuali in ghisa con altri in alluminio pressofuso per operare con una bassa temperatura di esercizio. 2.. sostituire i tubi di adduzione dell’acqua, attualmente in acciaio da 1”1/4 e 1”1/2.
Quest’ultima operazione sarebbe possibile, abbastanza facilmente, perché le attuali tubazioni sono a vista e corrono sotto il soffitto del piano sottostante a quello abitato adibito a garage.
Altra condizione importante a cui bisogna far attenzione nel dimensionamento della pompa di calore è quella che il riscaldamento reale sarà limitato, quasi sempre, solo a poco più della metà della superficie calpestabile. In addizione al riscaldamento c’è la necessità della produzione ACS per soddisfare una normale richiesta di due persone adulte. Sarebbe poi mia intenzione voler rinfrescare due ambienti, cucina e stanza da letto. Pensavo di sostituire i due termosifoni presenti con altrettanti fan coil, quindi avremmo così un impianto misto termosifoni e fan coil.
Di seguito i dati in mio possesso.
Zona climatica: E (provincia Vercelli)
Gradi giorno: 2619
T esterna progetto: -8 C°
Volume lordo VLmL: 913 m3
Volume netto VLmN: 623,55 m3
Superficie disperdente: 743 m2
Superfice utile: 206 m2
Casa coibentata con cappotto da 4cm contro muratura e solaio, su piano abitato, con Styrodur da 12cm
Eph nd: 53,6
Come marche sarei indirizzato su Templari Kita Si o Panasonic. Parlo da persona che si è affacciata a questa tecnologia due mesi fa, quindi dichiaratamente incompetente.
Ho contattato un installatore di Panasonic di Voghera il quale, telefonicamente, al primo contatto ha ipotizzato subito la necessità di un accumulo in mandata e ovviamente pompa di rilancio, alla mia osservazione che non avrei voluto nulla di questo lui ha subito detto che non avrebbe fatto nulla a queste mie condizioni. Per lui è un assurdo non installare questo accumulo perché la pompa della pdc sarebbe sempre in modulazione perché sarebbe sensibile ad eventuali problemi sull’impianto (non si sa mai) e quindi col tempo questo altalenare di prestazioni andrà a scapito della durata della pdc.
Uno schema d’impianto simile ha firma Panasonic.
Se serve qualche altro dato o informazione nessuna difficoltà ad integrare.
Un grazie a chi vorrà dare il proprio contributo alla discussione.
trismegisto2001
dopo due mesi circa di letture sul forum mi son deciso a scrivere per chiedere aiuto alfine di compiere il passo dalla biomassa alla pdc con la speranza di farlo con la consapevolezza aver fatto la scelta migliore possibile compatibilmente con le condizioni iniziali di progetto. Sono estremamente convinto che le indicazioni che avrete la bontà di darmi saranno fondamentali.
Questi i miei dati. La casa è una villetta unifamiliare di 200 m2 con un impianto a termosifoni in ghisa degli anni ottanta. Per cercare di ottimizzare un po’ le condizioni di partenza sarei disponibile a fare due interventi su di esso, se necessari, ovvero: 1.. sostituire i termosifoni attuali in ghisa con altri in alluminio pressofuso per operare con una bassa temperatura di esercizio. 2.. sostituire i tubi di adduzione dell’acqua, attualmente in acciaio da 1”1/4 e 1”1/2.
Quest’ultima operazione sarebbe possibile, abbastanza facilmente, perché le attuali tubazioni sono a vista e corrono sotto il soffitto del piano sottostante a quello abitato adibito a garage.
Altra condizione importante a cui bisogna far attenzione nel dimensionamento della pompa di calore è quella che il riscaldamento reale sarà limitato, quasi sempre, solo a poco più della metà della superficie calpestabile. In addizione al riscaldamento c’è la necessità della produzione ACS per soddisfare una normale richiesta di due persone adulte. Sarebbe poi mia intenzione voler rinfrescare due ambienti, cucina e stanza da letto. Pensavo di sostituire i due termosifoni presenti con altrettanti fan coil, quindi avremmo così un impianto misto termosifoni e fan coil.
Di seguito i dati in mio possesso.
Zona climatica: E (provincia Vercelli)
Gradi giorno: 2619
T esterna progetto: -8 C°
Volume lordo VLmL: 913 m3
Volume netto VLmN: 623,55 m3
Superficie disperdente: 743 m2
Superfice utile: 206 m2
Casa coibentata con cappotto da 4cm contro muratura e solaio, su piano abitato, con Styrodur da 12cm
Eph nd: 53,6
Come marche sarei indirizzato su Templari Kita Si o Panasonic. Parlo da persona che si è affacciata a questa tecnologia due mesi fa, quindi dichiaratamente incompetente.
Ho contattato un installatore di Panasonic di Voghera il quale, telefonicamente, al primo contatto ha ipotizzato subito la necessità di un accumulo in mandata e ovviamente pompa di rilancio, alla mia osservazione che non avrei voluto nulla di questo lui ha subito detto che non avrebbe fatto nulla a queste mie condizioni. Per lui è un assurdo non installare questo accumulo perché la pompa della pdc sarebbe sempre in modulazione perché sarebbe sensibile ad eventuali problemi sull’impianto (non si sa mai) e quindi col tempo questo altalenare di prestazioni andrà a scapito della durata della pdc.
Uno schema d’impianto simile ha firma Panasonic.
Se serve qualche altro dato o informazione nessuna difficoltà ad integrare.
Un grazie a chi vorrà dare il proprio contributo alla discussione.
trismegisto2001
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