Buongiorno a tutti, intanto spero di aver postato nella sezione giusta dal momento in cui nella sezione “Caldaie a Gas (metano-gpl)” ho notato che è chiaramente scritto SENZA RINNOVABILI … se ho sbagliato prego i mod di spostare nella sezione corretta. Avendo una soluzione “ibrida” non sono sicuro sia questa la sezione giusta 
Ho acquistato un immobile (casa colonica) completamente ristrutturato nel 2004 a seguito demolizione quasi completa ed ampliamento, zona climatica D e 1.688 gradi giorno.
Ampia metratura (superficie abitabile piano terra 160 mt, piano primo 90 mt + piano interrato adibito a garage e cantina), con cappotto, impianto fv di potenza pari a 4,6 kw realizzato con 20 moduli ottimamente esposto (purtroppo non ampliabile perché la falda del tetto è satura ed andrei ad integrare in zone non ben esposte) con una produzione annua di circa 6200kWh.
Impianto di riscaldamento interno con caldaia a gas e radiatori, impossibile visti i costi andare ad intervenire pesantemente prevedendo riscaldamento a pavimento.
Sono in procinto di effettuare dei lavori di ristrutturazione che comprenderanno delle leggere variazioni della suddivisione interna, rifacimento bagni, sostituzione top cucina con installazione di piastra ad induzione, sostituzione caldaia ed installazione valvole termostatiche.
I miei dubbi che vorrei condividere con voi vertono nella parte inerente al cambio caldaia e veniamo quindi al punto.
Parto dal presupposto che mi è stato sconsigliato allo stato attuale di sostituire la caldaia con una pompa di calore dal momento in cui la casa è scaldata a radiatori e non è pensabile una ristrutturazione "massiccia" che posso permettermi di sposare un impianto a basse temperature.
Mi sono state quindi prospettate 2 soluzioni diverse (ometto marche e modelli perché al momento è superfluo e magari lo approfondiremo quando avrò deciso su quale soluzione puntare).
Credo sia corretto al fine di una giusta valutazione dire che in casa siamo in 5.
La prima soluzione, sicuramente la più semplice e con impatto economico minore, prevede installazione di caldaia a condensazione a tiraggio forzato kw 32 con bollitore 54lt.
La seconda soluzione prevede invece installazione di caldaia muraria solo riscaldamento a gas metano cui si andrebbe ad aggiungere pompa di calore per acs con serbatoio 250lt al fine di andare a sfruttare impianto fv per la produzione di acs e far lavorare meno la caldaia.
Da neofita, tendo a vedere la 2nd soluzione come “più futuribile”, ma vorrei capire se il gioco vale la candela perché la differenza in termini di costo nell’intervento è tangibile (largo circa il doppio …), ma non avrei problemi nel caso in cui alla fine questa soluzione mi permettesse di risparmiare sui consumi, aumentare il confort e mettere mano all’impianto guardando più al futuro.
Ringrazio fin d’ora chi vorrà condividere con me il suo pensiero allo scopo di prendere la giusta decisione

Ho acquistato un immobile (casa colonica) completamente ristrutturato nel 2004 a seguito demolizione quasi completa ed ampliamento, zona climatica D e 1.688 gradi giorno.
Ampia metratura (superficie abitabile piano terra 160 mt, piano primo 90 mt + piano interrato adibito a garage e cantina), con cappotto, impianto fv di potenza pari a 4,6 kw realizzato con 20 moduli ottimamente esposto (purtroppo non ampliabile perché la falda del tetto è satura ed andrei ad integrare in zone non ben esposte) con una produzione annua di circa 6200kWh.
Impianto di riscaldamento interno con caldaia a gas e radiatori, impossibile visti i costi andare ad intervenire pesantemente prevedendo riscaldamento a pavimento.
Sono in procinto di effettuare dei lavori di ristrutturazione che comprenderanno delle leggere variazioni della suddivisione interna, rifacimento bagni, sostituzione top cucina con installazione di piastra ad induzione, sostituzione caldaia ed installazione valvole termostatiche.
I miei dubbi che vorrei condividere con voi vertono nella parte inerente al cambio caldaia e veniamo quindi al punto.
Parto dal presupposto che mi è stato sconsigliato allo stato attuale di sostituire la caldaia con una pompa di calore dal momento in cui la casa è scaldata a radiatori e non è pensabile una ristrutturazione "massiccia" che posso permettermi di sposare un impianto a basse temperature.
Mi sono state quindi prospettate 2 soluzioni diverse (ometto marche e modelli perché al momento è superfluo e magari lo approfondiremo quando avrò deciso su quale soluzione puntare).
Credo sia corretto al fine di una giusta valutazione dire che in casa siamo in 5.
La prima soluzione, sicuramente la più semplice e con impatto economico minore, prevede installazione di caldaia a condensazione a tiraggio forzato kw 32 con bollitore 54lt.
La seconda soluzione prevede invece installazione di caldaia muraria solo riscaldamento a gas metano cui si andrebbe ad aggiungere pompa di calore per acs con serbatoio 250lt al fine di andare a sfruttare impianto fv per la produzione di acs e far lavorare meno la caldaia.
Da neofita, tendo a vedere la 2nd soluzione come “più futuribile”, ma vorrei capire se il gioco vale la candela perché la differenza in termini di costo nell’intervento è tangibile (largo circa il doppio …), ma non avrei problemi nel caso in cui alla fine questa soluzione mi permettesse di risparmiare sui consumi, aumentare il confort e mettere mano all’impianto guardando più al futuro.
Ringrazio fin d’ora chi vorrà condividere con me il suo pensiero allo scopo di prendere la giusta decisione

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