La nuova speranza per un'azione seria contro il GW dai giovani - EnergeticAmbiente.it

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La nuova speranza per un'azione seria contro il GW dai giovani

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  • B_N_
    ha risposto
    perchè ascolto in macchina RAI2
    quest'anno si vantavano di aver spento per due ore tutte le luci di un grande palazzo di Miano
    IO DICO
    ipotesi uno
    si può benissimo fare a meno di quelle luci -> allora perchè al di fuori di quelle due ore per ogni anno sono accese ?
    ipotesi due
    quelle luci servono -> che senso ha spegnere due ore all'anno luci che servono ?
    se hai voglia di rispondere grazie

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  • WuWei
    ha risposto
    M'illumino di meno è un'iniziativa simbolica finalizzata alla sensibilizzazione al risparmio energetico lanciata nel 2005 dalla trasmissione radiofonica Caterpillar di Rai Radio 2 condotta da Massimo Cirri e Filippo Solibello.

    La campagna, lanciata a livello nazionale dai microfoni di Rai Radio 2, invita a ridurre al minimo il consumo energetico, spegnendo il maggior numero di dispositivi elettrici non indispensabili. Inizialmente rivolta ai soli cittadini, è stata accolta con successo dapprima a livello locale, con adesioni da parte dei singoli comuni, ed in seguito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri con il patrocinio del Ministro dell'ambiente.

    Nel 2008 Hans-Gert Pöttering, presidente del parlamento europeo, ha dichiarato il riconoscimento dell'iniziativa considerandola "un evento che ha un valore simbolico ed un effetto tangibile"
    *Tratto da Wikipedia

    Non capisco per quale motivo un evento simbolico volto a sensibilizzare possa smuovere a tal punto la vostra indignazione.

    Originariamente inviato da B_N_ Visualizza il messaggio
    mi illumino di meno è una schifezza, una delle peggiori porcate che si abbia ideato
    Le porcate sono ben altre.
    A livello domestico ad esempio in molti usano i bicchierini di plastica usa e getta per il caffè. Anche 10 bicchierini al giorno pur di non lavare le tazzine in ceramica. Oppure le festicciole dei bambini rigorosamente con bicchieri e piatti di plastica. Quelli che si chiamano modelli educativi... Questi sono i più banali esempi che mi sono venuti in mente.

    Lascia un commento:


  • B_N_
    ha risposto
    curioso che a volte sei ipercritico oltre l'umano e su altri di una diplomazia finissima
    Originariamente inviato da WuWei Visualizza il messaggio
    Certo "m'illumino di meno" è una scusa per sentirsi bravi e buoni.
    mi illumino di meno è una schifezza, una delle peggiori porcate che si abbia ideato
    pensa che io anche se volessi non potrei partecipare, ti richiedono di spegnare per due ore le "luci inultili"
    il primo problema personale è che io non ho nemmeno una luce inultile da spegnere
    il secondo che se la avessi dopo averla spenta non riesco a capire perché dovrei riaccenderla

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  • WuWei
    ha risposto
    Ma guarda che sono d'accordo con te.
    Certo "m'illumino di meno" è una scusa per sentirsi bravi e buoni. Un po'come fanno i radical chic che adottano un bimbo africano a distanza con 30/50 euro al mese e si sentono supereroi che danno il loro contributo contro la fame nel mondo. O chi si ricorda a Natale dei clochard nostrani o tanti altri.
    Prova a vedere "m'illumino di meno" come una semplice occasione per divulgare messaggi volti a responsabilizzare la coscienza civile dei cittadini, un po'come le giornate di Legambiente di pulizia di spiagge e boschi...

    Sul resto, per sommi capi, bisogna riuscire a distinguere le tecnologie che realmente puntano a ridurre le emissioni e l'impatto ambientale da quelle che hanno come unico obiettivo il business più redditizio del prossimo futuro. L'ecobusiness dell'economia green.

    Capitalismo e consumismo sono ormai una realtà di tutti gli Stati del mondo. Quindi ha poco senso parlare di altri sistemi altrettanto inquinanti.

    Ci sono poi alcune pratiche come l'allevamento intensivo e l'agricoltura connessa che da soli devastano le foreste primarie più di ogni altra cosa...

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  • BrightingEyes
    ha risposto
    In effetti, a parte le dialettiche dietetiche su cui ci sarebbe da scrivere dei libri (sai quante signore prendono il caffe amaro per "evitare le calorie" dopo che si sono fatte la fetta di pastiera da 4 etti in pizzeria? ), io personalmente sono sempre stato molto dubbioso sui furori risparmiatorii di molti utenti del forum.
    Il faro si chiama "ottimizzazione". Cioè ottenere lo stesso servizio con costo energetico minore.
    Ma in Italia va di gran moda la "pausa risparmio". Che, immagino, abbia grandi vantaggi a livello della coscienza del singolo, ma effetti nullli. Se non dannosi.
    Said a quanto va avanti la gigantesca putt.ata del "m'illumino di meno"? ANNI! Anni che questi genii del male "spengono lo luce" in strada, al Colosseo, nella pizzeria per un tot! E poi si congratulano dandosi grandi pacche virtuali sulle spalle!
    "Noi SI che facciamo qualcosa per il clima, il risparmio energetico, la Terra, i coralli... ecc! Non come te che solo perchè hai cambiato tutte le lampadine a led e ti sei fatto il FV allora credi di avere la coscienza tranquilla!! Ora vado che il cinese sennò mi chiude e devo comprare la batteria per il cell che quella di prima s'è già rotta! Non durano un atz, ma perlomeno quelle cinesi costano pochissimo".
    La "riforestazione" come il sistema basato su cosa non si sa bene, caro Wuwei, è come il caffè amaro dopo la pastiera. A te sicuramente serve. Ti fa star meglio. Ti fa sentire nel "giusto".
    In realtà però ti porta anche a pensare che, vabbè! Tutto sommato anche nel passato ci sono stati periodi caldi e freddi (verità assodata da decenni e che periodicamente mi tirano fuori per non dico fare un pò di negazionismo, ma diciamo per "mitigare" le spinte a ridurre le emissioni! Spero che non ci riaprirai la solfa della vite in Irlanda o degli ulivi in Trentino anche tu! Abbiamo già approfondito, grazie!). Quindi tanto vale non dico fregarsene, ma limitarsi al "mi cresco di meno"!

    NO! Non basta. Spiace! Non basta perchè se ipotizzo una "soluzione" fantasiosa e inapplicabile e per caso ho successo è anche PEGGIO di non proporre alcuna soluzione!
    E' come sperare di fare bastare una ciotola di crocchette per 10 rottweiler "convincendoli" che se ognuno si accontenta di 4 crocchette alla fine sopravvivono bene tutti. Se poi si sbranano fra loro e sbranano il saggio "economo" non ci sarà da stupirsi!
    Se pure fosse possibile pensare che l'intera popolazione dei paesi più benestanti si converta sulla via di Damasco e rinunci a 3/4 del proprio benessere per condividere... altro non otterremmo che un mondo nella stessa condizione di "blade runner" ma senza più le capacità tecnologiche dell'attuale Occidente. Con certezza di scontro totale alla prima crisi.
    L'occidente ha la responsabilità primaria di indicare la strada giusta per uno SVILUPPO SOSTENIBILE.
    E non è vero che si deve finirla con la "crescita continua". Si deve garantire una produzione energetica continua e si deve finirla di invitare altri convitati a tavola!
    Vuol dire passare a produzione energetica solo da FER o fusione nucleare e bloccare la crescita demografica.
    Sulla seconda ipotesi non abbiamo grande voce in capitolo ormai. Ma si autoregolerà con interventi della tecnologia o naturali (intendo guerre ed epidemie, esatto).
    Sulle prime due invece possiamo fare moltissimo.
    La CO2 è un rischio molto forte al momento. E' forse il rischio più elevato. Le varie diatribe su inquinamento, malattie respiratorie, tumori sono secondarie. E lo dico con coscienza e non per cinismo! Tutte le malattie sono ampiamente regredite nel mondo occidentale. Certo, azzerarle sarebbe bellissimo, ma non si rischiano milioni di morti, fame e carestie per il pirobenzene, le PM, la diossina. Sono problemi da controllare, ovvio. Ma lo facciamo e non serve la mobilitazione.
    La CO2 è un altro paio di maniche. Il clima ha una deriva enorme e scarsamente controllabile una volta in moto. E' come una locomotiva gigantesca che accelera gradualmente. Quando saremo finalmente tutti d'accordo sul fatto che... si forse... ci saranno stati anche periodi più caldi e freddi, ma ora è chiaro che stiamo alterando il clima... SARA' TARDI!
    Il sequestro della CO2 fa parte delle misure, serie, tecnologicamente fattibili, costose ma non in modo insostenibile, che possono dare risultati.
    Spegnere le luci mezz'ora una volta all'anno NO! Non accenderle per risparmiare o adottare la vita francescana darebbe invece risultato. Peccato che tutti ti diranno "Okkei! Vai avanti tu... magari ti seguiamo". Quindi soluzione stupida perchè irrealistica. E le solite frasette fatte del tipo "dovremmo rassegnarci e adottare tutti questi comportamenti altrimenti la Terra muore" sono scemenze. Ascoltando certi guru econaif sembra di sentire i sermoni dei preti medioevali. E non mi risulta che, San Francesco a parte, ci sia mai stata la corsa a gettare via tutto e vivere in miseria!

    Che poi questo sequestro non vada iniettato nelle profondità geologiche sono d'accordo. Non tanto per i soliti pericoli (che magari ci sono pure eh!), ma soprattutto perchè molti temono sia solo uno sforzo inutile e gran parte della CO2 possa poi sfuggire.
    Molto meglio usare la tecnologia per CAMBIARE I COMPORTAMENTI UMANI!
    Abbiamo messo su un ambaradan gigantesco per andare a succhiare tutto il petrolio che trovavamo. Ci sono tecnologie costosissime e iperavanzate per sfruttare ogni goccia dagli scisti o dalle sabbie bituminose! Possibile che spaventi la banalissima "sfida" di sequestrare la CO2, produrre H2 tramite le energie rinnovabili e sintetizzare carburanti da queste due fonti?
    Sarebbe finalmente il coronamento di una "CO2 rinnovabile", del tutto sovrapponibile a quella prodotta e riassorbita dalla biomassa.
    Eliminerebbe il problema delle emissioni mantenendo il livello di servizio di mobilità attuale. Potrebbe persino rappresentare una alternativa credibile ad una carenza di petrolio che molti continuano a considerare quasi una previsione da scienziati matti, ma che in realtà è già evidente (il picco è stato ritardato dallo shale oil americano. Ma non per moltissimo!)

    Non so bene cosa si intenda con le solite geremiadi sul "sistema capitalistico". Non mi pare che i paesi che si dichiarano anti-capitalismo siano poi così immuni dalle colpe emissive o inquinatorie. Di sicuro posso dire che chi si illude che da domani Greta abbia convinto qualcuno (anche solo uno eh!) a ritirarsi a coltivare rape e farsi lo jogurt in casa... si illude, si!
    Ultima modifica di BrightingEyes; 23-04-2019, 14:31.

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  • B_N_
    ha risposto
    si potrebbe separare l'ossigeno dal carbonio cristallizzando quest'ultimo in forma esacissottaedrica, otterremmo ossigeno e diamanti
    -------------------------sembra un a battuta ma serve ad iniziare il ragionamento -----------------------------
    la differenza tra risparmio e ottimizzazione è fondamentale, si può fare esempi sia nel grande che nel piccolo
    la signora Maria sta attenta alla temperatura ambiente dell'appartamento, poi in pieno inverno con il termostato a19,6 gradi tiene aperta 20 minuti la porta del balcone per "dividere bene a spazzatura"; la sig, Giovanna ha il termostato a 20,00 gradi ma ha tre sacchettini sotto il lavandino e la porta la tiene aperta tre minuti
    chi "consuma dimeno", chi "fa meglio" ?
    ma la stessa tematica si deve applicare su sistemi più grandi
    il faro che ci deve guidare è l'ottimizzazione !
    ottimizzare vuol dire "fare meglio" -> fare meglio vuol dire che in ricaduta tutto va meglio, si fa di più con meno, si usa meno potenza quindi si assorbe meno energia, indi si inquina mano
    risparmiare vuol dire semplicemente "usare di meno", ma accettare il rischio di ottenere di meno

    tu B.E. sei medico e avrai trovato sul tuo cammino i Gretini che dato che si sono pesato e hanno visto che avevano 5 kg in più non hanno mangiato per due giorni, anche se non ti conosco personalmente arrivo ad immaginare cosa gli hai detto
    ECCO, questa situazione nel campo delle risorse energetiche è la stessa identica cosa del tanto adorato "risparmio" dei Gretini
    ma andiamo avanti con il parallelo, tu sicuramente dopo avergli fatto il c. sulla grande minchiat. che hanno fatto gli avrai detto che DEVONO mangiare, ma devono ottimizzare quello che mangiano, lo devono fare nel migliore dei modi, non gretinemente mangiando il meno ma mangiando esattamente ciò che devono, NULLA DI PIU' NULLA DI MENO

    è per questa ragione che ho sempre sostenuto che certi proclami di un massimalismo aberrante che SEMBRANO solo frutto di talebanesimo ambiente (che già di per sé non sarebbe per nulla saggio) nella realtà il più delle volte riescono solo ad ottenere l'esatto opposto delle "aspettative" (molto tra virgolette) dichi proclama

    il risparmio è nocivo perché pone in secondo piano l'ottimizzazione e svilisce la parte ingegneristica dei dimensionamenti per sostituirla ad un atteggiamento cieco di maniera, purtroppo fa figo e piace

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  • WuWei
    ha risposto
    Non so se sia davvero necessario passare ad emissione negativa.
    Così come trovo l'idea di stoccare la CO2 sottoterra un eventualità più pericolosa delle centrali nucleari e il passaggio a 100% elettrico impraticabile se non dannoso.

    Questo interessante grafico mostra i risultati dei carotaggi nella calotta antartica.
    800k yrs of Ice Core Record
    Come si può vedere, sempre se non ci sono stati errori di calcolo e interpretazione dai dati ottenuti, nell'arco dei secoli il pianeta ha visto diverse fasi di riscaldamento e raffreddamento, picchi di emissione e regressione di CO2.
    Con questo non voglio sostenere che i negazionisti del GW abbiamo ragione, lungi da me. Anzi sostengo che se ci troviamo in un picco di riscaldamento globale le attività umane degli ultimi 150 hanno accelerato, e lo fanno in maniera sempre più esponenziale, il processo e lo possono portare ad un picco così elevato da scompensare completamente queste "respirazioni" fino a conseguenze estreme.

    Penso di debba trovare una giusta proporzione tra le fonti energetiche, impegnarsi nella riforestazione e soprattutto rivedere completamente il sistema capitalistico basato sui consumi e sulla crescita economica infinita.

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  • Mosley
    ha risposto
    "Occorrerà passare ad una vera e propria emissione negativa'

    ...


    Cara Moglie, vista la difficoltà di pagare il muto, le rate della macchina e il dentista, è molto probabile che non potremo fare a meno di generare vero e proprio debito negativo.

    Ma … ma caro, come potremo fare ciò, senza ridurre significativamente le nostre spese?

    Babbo Natale

    Come dici, amore?

    Babbo Natale. Verrà B. Natale e ci porterà un sacco pieno di quattrini.



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  • BrightingEyes
    ha risposto
    Dato che il problema della CO2 è una vera e propria emergenza, forse non saranno sufficienti le solite misure di riduzione delle emissioni. Ma occorrerà passare a una vera e propria "emissione negativa", cioè un sistema che non solo non emetta CO2 (e altri gas serra), ma anzi la sequestri e la utilizzi. O se non proprio negativo perlomeno a bilancio zero.
    Una soluzione, ancora ampiamente nella fase di studio e lontana da una ingegnerizzazione, è quella di utilizzare la CO2 sequestrata in processi di sintesi di nuovi carburanti. Invece di pomparla sottoterra come si propone oggi.

    Carburanti sintetici, un’alternativa in attesa dell’auto elettrica - QN Motori

    La soluzione consentirebbe di creare una forte domanda per idrogeno (spingendo quindi anche l'utilizzo di questo gas per l'accumulo a lungo termine delle FER) e un processo più graduale di passaggio delle tecnologie di trasporto dal fossile al rinnovabile.
    Già ora la tecnologia LNG sta diffondendosi rapidamente fra i mezzi di trasporto pesante. E passare da un metano a un biometano o idrometano non comporterebbe alcun aggravio di investimento per le aziende di trasporto. Permettendo quindi un passaggio più graduale che non crei perdite pesanti di investimento. E che verrebbero, ovviamente, sventati ritardando e diluendo gli interventi normativi.
    Quando poi, verosimilmente tra una decina di anni, le tecnologie elettriche a batteria o idrogeno puro dovessero davvero svilupparsi sarà più semplice il passaggio.

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  • WuWei
    ha risposto
    Dimenticavo che lo stesso andrebbe applicato alle attività produttive (p.iva, società ecc)

    Riflettendoci mi viene in mente che lo stesso k.inq potrebbe avere diversi campi di applicazione.
    Immaginate il GSE che adesso da contributi di 3/5000 euro indiscriminatamente dalle risorse economiche di chi vuole passare ad una fonte energetica meno inquinante. Con questo sistema che si basa sull'isee o qualcosa di simile il contributo per una famiglia indigente che si scalda con la stufetta a cherosene e installa PDC sarebbe magari prossimo a coprire tutta la spesa. Mentre per il riccone che ha utili magari di milioni di euro la stessa PDC se la dovrebbe pagare quasi per intero.
    Mi sembra rispetti una certa logica sociale, poi non so...

    Poi dovrebbe anche cambiare il modo di come vengono erogati i contributi del GSE (questi andrebbe fatto indipendentemente da tutto). Ovvero. Pago installatore e fornitore a fine lavoro di quanto spetta a me pagare. Quello che spetta allo Stato viene pagato a 60/90gg dagli Stato stesso.
    Diversamente sarebbe come adesso che chi non ha soldi in banca si attacca al tram

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  • WuWei
    ha risposto
    Ad ogni modo, considerando lo stato di emergenza andrebbe prevista una tassa. Ancora tasse? Aspettate.
    Sarebbe una cosa del genere

    Tassa inq = %fissa + K.inq

    Dove

    Tassa inq sta per tassa inquinamento

    %fissa è chessò poniamo a caso 0.5% sul netto dell'ISEE

    k.inq è un coefficiente estrapolato da diverse variabili tramite un algoritmo che calcola l'inquinamento effettivo che la famiglia produce. Ad esempio PDC e caldaia a gasolio avranno un valore praticamente opposto, zero o anche negativo nel primo caso e molto alto nel secondo. Si dovrà anche tenere conto delle possibilità economiche per sostenere la spesa di un impianto a basso impatto quindi una famiglia povera con PDC avrà un fattore negativo a credito. Auto ecc tipologia ecc. Contesto abitativo e tutto il sopra citato quindi una famiglia che scalda a pellet in un contesto dove il pellet non ha senso avrà un valore alto. E così via... Qualcuno potrà anche avere un k.inq a credito e altri a debito di molto.

    Niente scaglioni (sono un ingiustizia in tutti di campi di applicazione) La tassa inq. sarebbe sul netto dell'ISEE o delle entrate/uscite famigliari

    Potrebbe addirittura essere collegata al codice fiscale per cui applicabile anche a caselli autostradali, viaggi aerei e così via.

    Tutti gli introiti andrebbero ad alimentare un fondo di sviluppo ecologico dello stato

    Lascia un commento:


  • WuWei
    ha risposto
    Molto interessante. Ero fermo all'idrogeno come chimera...
    Se la scienza sarà in grado di sviluppare bene questa tecnologia sarà di certo un grande passo in avanti

    Lascia un commento:


  • BrightingEyes
    ha risposto
    Si, ok. L'allevamento intensivo ha le sue responsabilità. Come il riscaldamento, ecc.
    Il punto focale resta a mio parere decidere azioni di incentivazione e disincentivazione che portino a preferire scelte non emissive. Anche con tassazione e normazione.

    Fortunatamente la tecnologia offre soluzioni sempre nuove.
    Piu biometano e idrogeno, cosi l'Europa si puo decarbonizzare | QualEnergia.it
    Ovviamente se si decide di puntare sull'idrogeno, che io continuo a reputare un perfetto candidato a rappresentare il futuro vettore energetico primario, non è accettabile produrlo da fonti fossili tradizionali. Ma già la sintesi via reforming da gas naturale o biogas con sequestro della CO2 (cosiddetto idrogeno blu) potrebbe rappresentare un passo avanti enorme.
    L'idrogeno ha il grande vantaggio di non produrre CO2 durante l'utilizzo energetico o calorifico. E solo questo lo rende molto vantaggioso rispetto a qualsiasi altra soluzione di vettore. Certo non se poi le emissioni le sposti semplicemente alla centrale di reforming. Ma qui si che viene utile la tecnologia di sequestro di CO2.

    Inoltre anche dal punto di vista della sintesi di idrogeno da fonti rinnovabili ci sono interessanti novità: Il pannello a idrogeno che converte direttamente l'energia solare in "gas rinnovabile" | QualEnergia.it
    Ringrazio chi me l'ha segnalata e ritengo questa soluzione tecnologica estremamente promettente. Anche come costi, in quanto il pannello non appare una costruzione complessissima!

    La interessante intervista originale agli scienziati inventori del pannello è qui: Looking past the hype: KU Leuven researchers shed more light on their hydrogen panel – KU Leuven News. Interessante la previsione di crollo del costo dell'idrogeno così sintetizzato. Anche se in realtà GIA' ORA la produzione di idrogeno da fonte rinnovabile nelle giuste condizioni appare competitiva! Il gas rinnovabile e gia competitivo, almeno nella produzione di idrogeno | QualEnergia.it

    Una previsione a mio avviso equilibrata e non soggetta ad entusiasmi ideologici sullo sviluppo del vettore idrogeno nel futuro la da Ademe (https://www.qualenergia.it/sites/def...-te-201602.pdf).
    In sintesi
    - Il contributo da idrogeno al controllo delle emissioni climalteranti necessita della produzione da FER.
    - Nel campo dei trasporti l'idrogeno è una soluzione già pronta e disponibile. Ma per problemi di costi e di mercato è per ora limitata al settore più esigente. Quindi ai trasporti merci che sfruttano al massimo i vantaggi dell'idrogeno sulle batterie. E cioè Autonomia superiore, mantenimento del carico utile, riduzione dei tempi di refueling.
    - Occorre spingere per giungere a un abbassamento dei costi tecnologici necessari.
    - L'adozione delle soluzioni ad idrogeno deve essere fatta tenendo conto delle necessità dei consumatori e delle potenzialità di produzione energetica rinnovabile locali.
    Ultima modifica di BrightingEyes; 16-04-2019, 13:16.

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  • WuWei
    ha risposto
    Infatti il vero problema del riscaldamento e raffreddamento degli edifici è nelle città.
    Gasolio e metano, quest'ultimo sempre più incentivato, sono una delle cause principali delle emissioni residenziali. Si aggiunge anche quello di attività commerciali e uffici pubblici dove in inverno si arriva a oltre 25°c e 18 in estate.

    Un altro contributo non irrilevante alle emissioni di CO2 e gas serra lo da l'allevamento intensivo. Si parla di cifre intorno al 15%. Quindi non è trascurabile.

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  • BrightingEyes
    ha risposto
    Si, sono d’accordo. Il contadino nelle campagne non sarà mai un pericolo, qualsiasi cosa bruci di rinnovabile.
    Il problema è sempre collegato al fatto che la moltiplicazione demografica ha sbilanciato comportamenti altrimenti ampiamente tollerabili dalla natura.
    Ma qui stiamo discutendo di come ridurre le emissioni. E purtroppo i riscaldamenti cittadini restano una delle cause primarie.

    Lascia un commento:


  • WuWei
    ha risposto
    Infatti ti ringrazio per avermi chiarito nell'altro post il significato del coefficiente zero emissioni della biomassa.
    Li ho anche aggiunto che le foreste in Italia sono in aumento, il che si traduce in maggior capacità di captazione della CO2.

    Come dicevo in precedenza ogni tecnica di riscaldamento produce emissioni di qualche tipo (le stesse PDC, sia in fase di realizzazione che di funzione).
    Credo che la soluzione sia nel trovare la fonte rinnovabile più adatta ad ogni specifica realtà.
    La PDC in molti contesti è assolutamente controproducente, in altri lo è la legna, in tutti lo sono i combustibili fossili.

    Nelle campagne la legna rimane la più ecologica e sostenibile delle forme di riscaldamento. A meno che non si voglia imporre al contadino di turno l'isolamento termico del cascinale alla modica cifra di 100/150mila euro o più e PDC + FV che vada a sostituire alberi utili alla cattura di CO2. Poi lo stesso contadino dovrà portare in discarica a pagamento ramaglie e altra legna. La cosa mi pare ridicola.
    Inversa è la situazione dei medio-grandi centri abitati dove di legna non se ne trova. Li si che andrebbero incentivate altre tipologie di riscaldamento.

    Lascia un commento:


  • BrightingEyes
    ha risposto
    Non si tratta di essere pro o contro! Si tratta di attenersi al tema!
    Ti ho già risposto nell’altra discussione. In fondo è banale.
    Se brucio legna emetto CO2. Siamo d’accordo fin qui?
    Ovvio, se quella legna ha assorbito nel crescere la stessa quantità di Co2 che emette nel bruciare il conto è a zero. Fin qui ci arriviamo tutti eh!
    Il problema che sfugge ai fans del tronchetto nel camino è che il legno ci ha messo anni per assorbire quella CO2! E che se lo bruci la libera in un colpo!
    Poi, ovvio. Se mi proponi la centrale a biomassa che recupera la CO2 ci vai pure in credito! Come dice l’articolo!
    Ma se bruci le legna nel camino NON sei affatto a emissioni zero! Perché quelle emissioni il bosco ci metterà qualche anno a riassorbirle!
    Se ti importa delle emissioni ci pensi. Sennò te ne freghi, pensi che col pellet risparmi e nessuno ti dice nulla!
    Mica voglio colpevolizzare nessuno!
    Dico solo che il riscaldamento domestico, biomassa compresa seppure in misura minore, è uno dei settori su cui si dovrebbe intervenire con accise e tassazione che incoraggino scelte meno emissive!
    Spero di aver chiarito!

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  • WuWei
    ha risposto
    Non capisco perché essere contrari alla biomassa. Se il patrimonio forestale viene gestito con intelligenza e la legna bruciata correttamente la biomassa è la più sostenibile delle risorse rinnovabili
    Smog. Chi è il colpevole? I combustibili fossili o le biomasse?
    Messaggio #2244

    Come si può vedere da questa tabella fatta da Ispra e pubblicata dal ministero dell'ambiente la biomassa ha un coefficiente di emissioni di CO2 pari a 0 (zero)
    https://www.google.it/url?sa=t&sourc...YTK1X8814MHUvS

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  • BrightingEyes
    ha risposto
    Ma sono d'accordissimo. Mica dico che ci sia una strada maestra da cui non deviare! Esistono diverse soluzioni per riscaldare una casa. A partire dal banale isolamento (peraltro costoso anch'esso).
    Certamente in ottica di riduzione delle emissioni climalteranti la soluzione tradizionale a biomassa, gpl, gas credo sia da cercare di evitare. Sul resto discutiamone. Ma è una discussione su opinioni. E' ovvio che non mi aspetto una conversione di tipo francescano generalizzato alla PdC e che i problemi finanziari familiari restano prevalenti.
    Vista la mia esperienza con pavimento riscaldato e PdC sono convinto che la soluzione con le resistenze a pavimento sia forse la migliore per case bene isolate. Eventualmente con aggiunta di un paio di pannelli IR per le zone più sensibili e magari una parete riscaldata o uno scalda-asciugamani di grandi dimensioni per i bagni. Ovviamente sempre in ottica di riduzione di emissioni.
    Accoppiata a un impianto FV ben dimensionato e con qualche attenzione ai consumi credo sia difficilmente superabile. Ad es. un sistema con una banale forma di AI che dia potenza al riscaldamento solo quando l'impianto FV produce (ovviamente con controllo sulla temperatura) permetterebbe di sfruttare l'enorme inerzia termica di un pavimento riscaldato in una casa isolata con ridotte richieste alla rete.

    Lascia un commento:


  • WuWei
    ha risposto
    Le realtà che recuperano la CO2 esistono
    Il primo grande impianto di produzione di biometano e recupero della CO2 in Italia | QualEnergia.it
    Inoltre ogni azienda di raccolta rifiuti che si rispetti ha queste "materie prime"

    Non esiste una sola soluzione al problema e solo un mix tra le soluzioni rinnovabili scelte in base alla specifica realtà di ogni caso può dare una risposta alla riduzione di emissioni. In questo senso le PDC sono ottime per molte situazioni ma non per tutte e se tutti adottassero questa soluzione ci sarebbero problemi relativi alla produzione di energia elettrica e soprattutto danni ambientali

    Lascia un commento:


  • BrightingEyes
    ha risposto
    Io la PdC ce l'ho dal 2007 e finora non ha mai avuto necessità di ricarica del gas scambiatore (Daikin Altherma). Comunque si dovranno adottare semmai altri tipi di liquido o gas scambiatore. Se brucio qualcosa produco comunque CO2. Senza contare il particolato emesso è ovvio che una delle maggiori fonti di emissioni CO2 è il riscaldamento domestico. Non lo scopro io ed è innegabile.
    Una soluzione certamente a impatto climalterante zero sarebbe l'idrogeno che ha ottima capacità calorifica. O i riscaldamenti a pavimento con resistenze elettriche o i pannelli IR da interno. O un mix di quelle.
    Tutte soluzioni che la gente valuta, dice "uh, sarebbe bellissimo"... poi fa due conti e vira sulla stufetta a pellet. E non certo perchè teme l'effetto sul clima del gas scambiatore nelle PdC...
    Il TIR a biometano riduce del 90%, a condizione che il bometano sia stato prodotto con recupero della CO2. Altrimenti quello che risparmi sul TIR lo hai già disperso in atmosfera in fase di creazione del carburante.

    Lascia un commento:


  • WuWei
    ha risposto
    Le pdc sono ecologiche?
    Smog. Chi è il colpevole? I combustibili fossili o le biomasse?
    Messaggi #2127 e #2130

    Il motore Scania a biometano riduce le emissioni di CO2 del 90% e da fonti rinnovabili che altrimenti risulterebbero scarti da smaltire. Troppo poco?

    Lascia un commento:


  • BrightingEyes
    ha risposto
    Ma io non nego che il ponte Morandi fosse nato sbagliato, con errori o quel che credi! Dico solo che quel ponte DOVEVA essere raddoppiato! E lo dicevano TUTTI! Autostrade ne faceva manutenzione continua. Io ci passavo due volte la settimana, lo so bene. Forse sbagliando, non so dire... ci penseranno le perizie a dirlo. Ma DOVEVA essere raddoppiato! E chi lo negava allora NON PUO' sperare di cavarsela con le solite frasi di circostanza e le accuse al solito pescecane che guarda al soldo, ecc. ecc. Ci sarà anche questa realtà dietro! Chi lo nega?
    Ma il punto focale resta che non tutto può essere sempre tirato a lucido con le "manutenzioni mirate". E la realtà è li a provarlo! Insieme a 43 croci peraltro! Lo sai vero che c'era fior di ingegneri che prevedeva da anni un crollo prima o poi? Certo... tutti pensavano al "poi" e si sperava che la Gronda si sbloccasse prima... ma non sempre le scommesse si vincono. Capita!
    Il discorso per le ferrovie è simile. E' inutile riproporre la solita nuovissima rivisitazione fantastica del passato inventata l'altro ieri. La tua storiella del Torino-Palermo da "efficientare" è pittoresca, ma fasulla come molte altre storielle. Se devo andare da Torino a Roma ci vado con le TAV, parto in centro a Torino, arrivo in centro a Roma e ho tutta la giornata libera. Pensare che un To-Pa "efficientato" potrebbe essere competitivo con l'aereo è argomento quasi da cabaret. Ed è la realtà, non le "analisi costi-benefici" che al tempo fortunatamente non fecero, a dimostrarlo OGNI GIORNO!
    La gente si muove e continuerà a muoversi. E le merci continueranno ad essere trasportate in misura probabilmente anche maggiore. E la gente continuerà a scegliere la forma di trasporto più veloce e comoda. Prima della TAV chi voleva andare da Milano a Roma prendeva l'aereo o l'auto. E continuerebbe a farlo senza TAV.
    Il treno resta la forma MENO inquinante di trasporto di massa. La linea ferroviaria non comporta alcuna deforestazione e certo inquina molto meno di un'autostrada. Le vecchie ferrovie non le usa più quasi nessuno a parte i collegamenti pendolari suburbani. La visione dell'opposizione miope alle "grandioperesprecose" è una delle tante cause della crescente sfiducia che la gente comune riserva alle proposte ecologiste. E alla fine fa proprio il gioco delle grandi aziende che traggono dal fossile la loro ricchezza.

    RISCALDAMENTO E RAFFREDDAMENTO. Sono conscio del problema "costo", anche se non ho ben chiaro dove la PdC dovrebbe produrre un inquinamento paragonabile anche solo a una banale stufa a legna... vabbè. Ma si parlava di quello che si può fare su base volontaria nel proprio piccolo senza scadere nella solita retorica dello spegnere lo stand-by no?
    Comunque non è che il parco auto circolante in Italia deponga così massicciamente a favore del ceto medio "impoverito" eh! Con un solo SUV parcheggiato in tripla fila davanti alla scuola elementare quando piove la mamma in ansia se ne pagherebbe 4 di PdC!!

    Comunque le polemiche fra visioni diverse sono inutili. Abbiamo certamente tutti ragione, ma il problema di tagliare le emissioni resta. Passiamo oltre le misure fantasiose ed arriviamo al sodo!
    DOVE tagliamo le emissioni??

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  • WuWei
    ha risposto
    Non concordo per niente.
    Il ponte Morandi è nato già sbagliato e nulla ha a che vedere con il resto di cui si parlava
    "Nel giro di pochi anni il ponte iniziò inoltre a mostrare problemi strutturali e di precoce obsolescenza, palesando in particolare un veloce e grave degrado dei materiali: lo stesso Morandi evidenziò a fine anni '70 / inizio anni '80 come la brezza marina ed i fumi corrosivi delle vicine acciaierie di Cornigliano stessero causando un serio degrado degli elementi metallici a vista e delle superfici in calcestruzzo. Egli finì dunque per ritenere che entro pochi anni sarebbe stato necessario intervenire sul ponte con manutenzioni mirate." Cit. Wikipedia
    La visione dei treni di una volta è del tutto personalistica e forse sintomatica di scarsa conoscenza tant'è che fino alla fine degli anni '90 circolavano molti treni a lunga percorrenza, ad esempio il Torino-Palermo, con tanto di auto al seguito, estremamente economici e utilizzatissimi. Anziché renderli più confortevoli e funzionali (alternativa linguistica al termine "efficienti" che pare essere poco gradito) è stato scelto di sopprimerli, dando spazio a treni veloci, costosissimi e dalle tratte più brevi, con la conseguente necessità di diversi cambi per attraversare lo stivale. Di fatto queste scelte hanno portato gli utenti a preferire l'aereo, decisamente più economico.
    Non vedo il problema delle ferrovie vecchie di 150 anni quando possono essere ammodernate e messe in sicurezza. Crollano i ponti di 60 anni e reggono le ferrovie di 150... Se poi si vuole solo costruire costruire costruire allora non ci si lamenti se questo comporta dispendio di energia, emissioni di CO2 e consumo di territorio boschivo ossigenante...

    L'edificazione è si normata ma non come dovrebbe. I comuni, sempre più a corto di risorse, sono di manica larga alle concessioni edilizie come in passato anche se in maniera diversa. Chi si muove sa benissimo che trovate capannoni in costruzione accanto ad altri abbandonati è realtà, come lo è incontrare villette a schiera in costruzione a 100 metri da altre in vendita o casolari intoccabili e decadenti perché considerati beni architettonici con accanto i piloni in cemento armato di una nuova struttura che avrà la stessa funzione di quella adiacente.
    Il paradosso consiste nel fatto che ripristinare una struttura esistente piuttosto che costruirne una nuova risulta quasi impossibile economicamente e burocraticamente a causa di costi e normative in materia di ristrutturazione.

    RISCALDAMENTO e RAFFREDDAMENTO DOMESTICO.
    Certo, tutto bello e tutto giusto. Peccato che la realtà ci mostra un ceto medio in decadenza e rischio soglia di povertà in crescita per molte famiglie. Chi paga?
    PS la PDC può andar bene spesso ma non è sempre la soluzione migliore. Inoltre se ogni abitazione avesse PDC si andrebbe incontro ad altri problemi di inquinamento atmosferico.

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  • BrightingEyes
    ha risposto
    Il primo passo non mi trova assolutamente d'accordo. "Efficientare" è un bel verbo, musicale e che dà un'aria di competenza a chi lo usa, ma nella realtà è perlopiù pura "aria fritta"! Utilizzata a piene mani da chi cerca (comprensibilmente per carità!) di difendere il suo quieto vivere nell'orticello da infrastrutture fastidiose. Il Ponte Morandi si è cercato di "efficientarlo" per decenni, grazie soprattutto alla stolida opposizione locale a raddoppiarlo, e il risultato è chiarissimo a 43 famiglie. Ora c'è la foglia di fico delle responsabilità tecniche di Autostrade come pretesto, ma la realtà è che chi ha berciato per decenni che il ponte "andava benissimo e efficientandolo poteva durare altri 100 anni" porterà la responsabilità del crollo per sempre.
    Le linee ferroviarie in Italia esistono da 150 anni. Prima della costruzione delle TAV e relative infrastrutture il treno era visto come la corriera della nonna, riservato ai condannati al pendolarismo suburbano e utile, semmai, per qualche viaggio con la famiglia ma se proprio si voleva risparmiare! Infatti le ferrovie erano utilizzate la metà dell'attuale sulle tratte lunghe e l'evoluzione della tipologia di treni era tutta verso treni passeggeri di grande capienza su percorrenze medio-brevi. Ed erano un costo netto per la comunità. Più un servizio per pendolari e anziani in gita alle 5 terre che un vero mezzo di trasporto.
    Le linee ad alta velocità hanno rivoluzionato il panorama. Ormai l'analisi costi-benefici qui è sotto gli occhi di tutti. Anche se qualcuno finge ancora di ignorarla. Se ora gigetto può permettersi di appioppare una quota della moribonda Alitalia alle FI è proprio grazie alla liquidità garantita dal successo delle linee TAV.
    Solo conteggiando i risparmi conseguenti al trasporto di 1000 passeggeri da Milano a Roma con treno invece che con l'aereo si conteggiano risparmi di CO2 incomparabili con tutte le iniziative econaif immaginate finora!
    Serve semmai completare il collegamento AV fra l'Italia e la Francia. E non penso tanto alla solita Valdisusa, ma più a una linea TAV Genova-Nizza che renderebbe di colpo superato il collegamento aereo fra la maggior parte delle città francesi ed italiane. Capisco perfettamente il punto di vista del "basta cemento", ma direi che tra il "basta cemento" per il contadino e il "basta gas di scarico e traffico TIR" o "basta inquinamento aereo" per me che abito a 500 metri dall'autostrada preferisco questi ultimi.
    Passando al discorso merci non esiste "efficientamento" possibile che possa rendere minimanente competitivo il trasporto su rotaia in gran parte d'Italia. Esistono però direttrici (porti liguri e Livorno verso Torino-Milano-Europa, Trieste-Venezia verso Verona-Austria-Est) che hanno già in costruzione o attive linee adeguate. Qui c'è molto da fare. Chi scarica a Napoli o Gioia Tauro invece dovrà aspettare le catenarie, i TIR a batteria/idrogeno o roba del genere, in quanto è pura fantascienza proporre oggi un trasporto merci efficiente sulle dorsali centrali ed è una barzelletta anche solo parlarne al sud.
    Le zone industriali sono quelle e quelle restano. Se devo costruire un capannone non lo faccio a capocchia. Lo faccio dove è stato normato di farlo. Se ci sono edifici recuperabili meglio, risparmio!
    Il problema che sfugge è che le aree industriali sono degradate NON perchè il maligno imprenditore vuole costruire il capannone davanti all'asilo, ma semplicemente perchè NON CI SONO più imprenditori che vogliano utilizzare quelle aree! L'imprenditoria italiana è stata talmente scoraggiata negli ultimi 40 anni che ora nessun giovane pensa minimamente a rischiare in proprio.
    D'altronde questo era il sogno dei "comitati del NO". Ogni e sottolineo OGNI progetto industriale di una certa importanza ha come corollario l'inevitabile comitato. Non sarà certo tutta colpa loro, ma ora hanno da essere soddisfatti, perlomeno. Fintanto che non cercano un lavoro serio al nipote, ovvio.

    Comunque... sorvoliamo sulle polemiche da bar e torniamo in tema "riduzione delle emissioni climalteranti".
    C'è un altro aspetto che nessuno tiene in considerazione in Italia. E che riguarda proprio quella retorica del "piccolo passo per salvare il mondo" che tutti rivendicano.
    E cioè il problema del

    RISCALDAMENTO e RAFFREDDAMENTO DOMESTICO.
    Questo è un capitolo dove la buona volontà del singolo potrebbe fare tantissimo. Un impianto domestico FV, magari con accumulo, che tagli del 75%-80% il fabbisogno di energia da fossile e permetta l'utilizzo di una PdC è tranquillamente alla portata di un gran numero di famiglie. Anche qui leggo approfonditissime analisi al centesimo per valutare se "conviene o meno". Ed in realtà la conclusione che ne traggo è che ben pochi fanno questa scelta per attenzione all'ambiente. Ma che tutti sperano in una soluzione che si, diminuisca la CO2 emessa, ma nel contempo garantisca il famigerato "risparmio economico"! Magari dalle stesse persone che poi mi predicano la necessità del "sacrificio" di rinuncia come soluzione al problema emissioni!
    Io andrei di normative. Scoraggiando gradualmente con tassazione adeguata TUTTE le forme di produzione di calore che emettono CO2. Una specie di "carbon tax domestica" per intenderci.
    Questo sarebbe un piccolo (perchè a portata di famiglia), ma importante (perchè la CO2 emessa dagli impianti di riscaldamento è notevole) passo con costi zero per la comunità (anzi, si avrebbe un incremento di entrate fiscali).
    Ultima modifica di BrightingEyes; 09-04-2019, 11:13.

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  • WuWei
    ha risposto
    Un primo passo relativamente semplice e intelligente per non incrementare le emissioni di CO2 consiste nell'evitare il continuo consumo di suolo.
    Questo si realizza principalmente in due modi:
    - non costruire nuove infrastrutture come strade e ferrovie ma efficientare e ammodernare quanto già esiste
    - impedire la costruzione di nuovi edifici industriali, commerciali e residenziali ma agevolare acquisto e ripristino di siti abbandonati al degrado. È osceni vedere le zone industriali con capannoni abbandonati e accanto altri in costruzione; stesso discorso per le abitazioni civili

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  • BrightingEyes
    ha risposto
    Vorrei evitare che la discussione scivoli sulla Tav Valdisusa che, con tutto il rispetto, ha un filino rotto il carretto. E' solo UNA delle TAV.
    Il trasporto su rotaia non sarà mai competitivo se non si rende competitiva la ferrovia. E le linee storiche, pittoresche o meno, non lo sono e lo saranno sempre meno.
    Qui dobbiamo decidere cosa fare, proporre, progettare per ridurre le emissioni climalteranti. E a mio parere non si può pensare di dire "non ammoderniamo o rifacciamo la linea ferroviaria perchè il cantiere "produce CO2". Egrazziallatazza! Se l'alternativa resta quella di vedere migliaia di TIR in autostrada non si può ragionare in termini di "non facciamo i cantieri"!
    Se invece il discorso in generale è quello fatto dall'articolista per la Tav Valdisusa allora se ne può parlare! Serve solo dimostrare che un cantiere ferroviario produce più CO2 di 2000 TIR che passano giornalmente da li! Echeccevvorràmai?
    Tornando a cose serie, non si devono facilitare le furbate ecobusiness, ma nemmeno le furbate "risparmiatorie" a scopo egoistico. Il trasporto di 1000 tonnellate di merce per 1000 km con una motrice elettrica ha le emissioni climalteranti della produzione elettrica necessaria. Se questa è zero perchè tutta l'energia proviene da una produzione FER il paragone con 1000 tonnellate trasportate per 1000 km su TIR a gasolio è totalmente impietosa. Ma questa per davvero. Anche nel caso che la produzione elettrica fosse da fossile comunque le emissioni di una singola centrale restano molto minori rispetto a una flotta di TIR.
    Ovvio che l'adattamento della rete ferroviaria al compito erculeo di coprire parte (perlomeno!) del trasporto su gomma è una scelta costosa, che comporta investimenti pubblici che altrimenti si potrebbero dirottare su altre "quote" o "redditi" o altre forme di beneficenza imposta ai fessi contribuenti, ma non credo che sia concesso spacciare le scelte di risparmio economico a breve come scelte per aiutare i ragazzi che protestano. Altrimenti torna sempre buona la mia centrale a copertoni usati! Vuoi mettere che risparmio sul cantiere necessario a fare un parco eolico da 20 MW?

    P.S. Un appunto. Stiamo parlando ESCLUSIVAMENTE di come ridurre le emissioni climalteranti. Il metano è uno dei gas serra più pericolosi. E bruciarlo produce comunque CO2. Con tutto il rispetto per Scania, non è quella la strada.

    P.P.S. Un modo intelligente di spostare la produzione energetica su fonti rinnovabili è renderle economicamente convenienti con gradualità!
    In questo senso approvo l'esperimento di SNAM Snam, prima immissione di idrogeno in rete. Accade in provincia di Salerno - Affaritaliani.it non tanto per il risparmio di gas, quanto per la buona riduzione di CO2 emessa e soprattutto per il fatto che in questo modo si comincia a creare una condizione per l'utilizzo graduale ed economicamente vantaggioso di idrogeno prodotto da FER in esubero rispetto alla domanda elettrica.
    Ultima modifica di BrightingEyes; 08-04-2019, 17:48.

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  • WuWei
    ha risposto
    Che il treno sia forse il miglior mezzo di trasporto non c'è dubbio.
    Bisogna però valutare le soluzioni in base ai contesti in cui queste vanno applicate.
    A tal proposito l'ecobusiness affonda gli artigli ovunque può seguendo l'onda della magica formula della sostenibilità. Non sempre questo è reale ma è solamente un ottima "mangiatoia".
    Un esempio tra tutti:
    Emissioni di CO2 e Tav Torino Lione. Mercalli: 'La cura e peggiore del male' | ECO dalle CITTA' | Notiziario per l'ambiente urbano

    In riferimento alle auto elettriche invece
    Auto elettrica? Un grande bluff. I 4 ostacoli alla sua diffusione - Affaritaliani.it

    Aggiungo anche una novità che potrebbe avere sviluppi interessanti
    Da Scania motore V8 che va a biometano prodotto dai rifiuti - Eco Mobilita - ANSA.it

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  • BrightingEyes
    ha risposto
    Un problema per volta...

    1) Sovrappopolazione. Purtroppo sono decenni che si segnala il problema e da decenni l'unica risposta certa è il "vabbè, qualcosa faremo".
    Laddove il calo demografico prodotto dal benessere ha dato risultati moltissimi si preoccupano dell'invecchiamento della popolazione. Problema che è reale, ma SOLO in un mondo salviniano che non ammetta immigrazione, visto che questa porta una quota di giovani anche superiore a quelli teoricamente persi.
    Certo, se il problema è quello di chi si angoscia per una graduale "negrizzazione" della gloriosa, candida, stirpe italica... ebbè... li c'è poco da fare. Si. I cittadini italiani del futuro assomiglieranno sempre più a Kean che alla stirpe ariana. Evabbè.
    In realtà a me pare ormai tardi per sperare in vere politiche di contenimento delle nascite. Che resta una possibilità a portata solo della Cina e forse dell'India. Ma l'Africa da sola ha una potenzialità di crescita demografica enorme ed ancora largamente "inespressa". Qui credo che l'esempio per il futuro stia nel recente passato di paesi come la Nigeria, passato da 40 milioni nel 1965 agli attuali 190. E' uno dei paesi più affollati d'Africa, con una densità di 164 ab/kmq. Ma resta quasi spopolato rispetto alla denistà italiana di 200 ab/kmq. Quindi lo spazio è ancora tanto. L'altro fattore che si pensava negativo è ovviamente la ricchezza ddisponibile per abitante, ma proprio la Nigeria dimostra come in assenza di qualsiasi politica di contenimento la spinta alla moltiplicazione continua a aumentare riempiendo gradualmente nicchie sempre più ridotte di accesso ai beni primari.
    In parole povere, in assenza di controlli, il panorama futuro è un aumento soprattutto della fascia di ultrapovertà suburbana. Tutte persone destinate a una vita di sussistenza, in iperaffollamento, senza servizi o quasi. Con un peso crescente su stati che si trovano sempre più in difficoltà a garantire servizi a tutti.
    Questo succede soprattutto in Africa, ma anche in America latina ed Asia esistono situazioni simili. L'aiuto da parte del mondo più benestante è sempre più necessario ed è andato crescendo nel tempo. Ma risulta sempre più in affanno rispetto alla domanda, che cresce al triplo della velocità.
    Tutto questo discorso a cosa porta? A una previsione per ora solo fantascientifica. Vedremo per quanto...
    E' ovvio che esistono meccanismi quasi "automatici" nel controllo della popolazione su base naturale. Una qualsiasi colonia di animali, se per caso vede sparire i propri predatori naturali, tende a riprodursi in maniera incontrollata... fino a che il casuale esplodere di un'epidemia che sarebbe limitata a pochi casi isolati in una popolazione sparsa con pochi contatti diventa una micidiale tragedia che falcia l'80% degli individui.
    Nel caso dell'uomo epidemie di questo genere erano una volta possibili a livello urbano (e pressochè sconosciute nelle campagne). Poi l'evoluzione igienica e medica le ha debellate....
    Davvero??
    In realtà NO!
    E' stato debellato il 90% delle epidemie, è vero. E questo dò un senso di ingiustificata sicurezza a molti. Ma in realtà non abbiamo alcuna arma oltre il vaccino per la stragrande maggioranza delle infezioni virali. La buona notizia è che le poche infezioni virali che si trasmettono per via aerea (quindi di fatto incontrollabili) sono perlopiù innocue.
    Ma quando la mutazione "giusta" riporterà alla luce il supervirus influenzale saranno le sacche di iperpovertà a reggerne l'urto in maniera più pesante. Insieme, paradossalmente, alla popolazione ipercivilizzata occidentale, a causa della debolezza del sistema immunitario prodotta da decenni di cure, antibiotici, vaccini, ecc.
    Cosa c'entra tutto ciò col CG? Forse nulla. Forse, ipotizzano alcuni, sarà proprio l'inizio del vero CG a determinare le condizioni perfette per la nascita del supervirus.
    Gea sa come difendersi.
    E, per inciso, anche l'Europa della gente comune (che in altre situazioni definisco "er popppolo"), che sarà pure giudicabile come meglio/peggio si crede, ma resta facilmente in grado di arrestare qualsiasi "crollo di diga" se si irrita e si scrolla di dosso il controllo di noi "radical chic" illusi di potere esorcizzare fili spinati e blocchi navali con la forza dell'indignazione da buona educazione! Non fatevi queste illusioni! Qualche insegnamento le azioni di Salvini dovrebbero averlo portato, no?

    2)Trasporti.
    Qui le possibilità di intervento sono decisamente più interessanti. Sperando che Tesla riesca a superare l'attuale momento di impasse, è ovvio che solo l'auto elettrica può aspirare a una sostituzione totale del parco circolante. E questo si può raggiungere solo con adeguate leggi, tasse, sgravi, ecc. Non si può più dire "aspettiamo come si muove il mercato", ma indirizzarlo!
    Cio detto servono precisazioni. Il problema del riciclo delle batterie e dei materiali per costruirle esiste. Non è così critico (almeno per le attuali batterie), ma va tenuto in conto.
    Più importante ai fini del CG è chiedersi COME si produce l'energia poi immagazzinata nelle batterie.
    Se infatti questa viene prodotta da impianti produttori di CO2 il risparmio ai fini del CG è minimo. Se proviene da fonti rinnovabili, esclusa la biomassa, allora è ottimale. Ma qui si rimanda al capitolo "fonti di produzione energetica".
    Sempre ai soli fini di controllo del CG anche l'alternativa idrogeno al posto delle batterie rappresenta una scelta ottima, ma sempre e solo a condizione che la produzione dell'idrogeno sia da FER.
    Il cocktail per me migliore nel settore trasporti resta un uso massiccio dell'elettrico in città. Con auto elettriche che dovrebbero essere l'auto primaria o unica familiare. Poi un uso di mezzi ibridi, a idrogeno o fossile iperefficiente per i primi anni per i mezzi di media-lunga distanza. O meglio la possibilità di affittare facilmente uno di questi mezzi per quando se ne ha bisogno.
    Per i trasporti di merci e persone su lunghe distanze il treno è la vera soluzione su cui puntare. Senza rinfocolare polemiche "da bar" qui credo sia importante rintuzzare i delirii di qualche ignorante sulla "inutilità" del mezzo più efficiente, capiente, sicuro mai inventato che semmai andrebbe incentivato. Credo comunque che qui basti sbattere sotto il naso saccente dei sedicenti esperti i dati di come il treno sia di successo laddove permette di offrire il massimo dei risultati tecnologici attuali al prezzo minimo. La rete TGV francese o le reti TAV italiane e tedesche credo siano un buon punto di partenza per un'analisi.
    Ovvio che anche qui il problema a monte resta la produzione dell'energia necessaria alla rete.
    Poi le catenarie, i Tir a idrogeno, batteria, ecc. sono tutte ottime alternative. Sarà il mercato e la facilità o meno a modernizzare il trasporto ferroviario a chiarire quale sia il migliore.
    La soluzione peggiore resta pensare sia possibile permettere a flotte di migliaia di Tir a gasolio affumicare l'atmosfera o, anche peggio, illudersi che basti dire "accontentiamoci di meno" per diminuire questi traffici.

    3)Produzione energetica.
    Qui è tutto semplicissimo, in teoria. In attesa di una, prevedibilissima, accelerazione disperata della fusione nucleare quando la crisi energetica dovesse davvero appalesarsi, l'unica alternativa credibile ed efficiente resta la produzione da FER! Mantenendo semmai una produzione da gas naturale per il periodo necessario alla creazione della necessaria smart grid e dell'accumulo.
    Ma qui il discorso si fa davvero difficile in quanto si andranno a toccare interessi ciclopici e i rischi sono enormi. Solo una colossale spinta politica (ad es. prodotta da gravi eventi bellici) potrebbe smuovere qualcosa a breve termine. Non certo le proteste dei ragazzi. Purtroppo!

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  • WuWei
    ha risposto
    Originariamente inviato da Mosley Visualizza il messaggio
    Attenzione alle bufale messe in rete dai siti complottisti e negazionisti del cambio climatico. Non è il caso del link di monsley ma il contenuto è fuorviante e quantomeno poco attento alla realtà dei fatti.
    L'annuncio di Greta
    Greta aveva immediatamente aggiunto che si trattava di un pesce d'aprile!

    Per quanto riguarda l'auto elettrica, da ciò che leggo in giro, pare che ci saranno enormi problemi legati all'inquinamento causato dalle batterie e che le materie prime necessarie sono piuttosto scarse. Ne consegue che è impossibile materialmente sostituire il numero di veicoli circolanti con auto alimentare elettricamente...

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