L’altro giorno ero imbottigliata nel traffico di una delle cittadine rivierasche e per ingannare la coda, mi guardo attorno.
Lo sguardo mi cade su uno scenario bucolico: una bellissima prateria verdissima e folta, con tanto di ridente palmizio e ciuffetto alberi belli pasciuti, il tutto appena mosso dal vento.
Fantastico.
Mi direte: e perché ce lo racconti? Beh…
Non stavo avendo visioni della migliore Irlanza, né il giardino di chissà quale tenuta privata: stavo guardando il GRETO di un TORRENTE.
Il piacere visivo lascia spazio alla preoccupazione e al fastidio, ad un senso di impotenza latente…
Tutta quella bella robetta lì, non dovrebbe essere lì, per quanto idilliaca.
Basteranno, come sono sempre bastati, 40-50 minuti di superpioggia da trasformare l’idillio in una trappola sotto le arcate della copertura del torrente a valle di quel punto. E bentornata alluvione.
Sono stati stanziati miliardi alla voce “manutenzione e pulizia dei greti dei fiumi e prevenzione del dissesto idrogeologico”.
Le opere ci sono state ma in molti casi sono state discutibili, a voler essere generosi. Hanno alzato i piani di scorrimento alle foci e li hanno impermeabilizzati, diminuendo la sezione utile sotto le arcate delle coperture e la quota attendibile d’infiltrazione… il contrario di quello che si dovrebbe fare.
Si investe, questo sì, almeno nella mia città, in una forma di ridicola comunicazione alla popolazione, che sembra più tesa a mettere al sicuro i fondoschiena degli amministratori dietro un “ve l’avevamo detto” che non ad avere una vera utilità: affissioni per tutta la città con una simpatica paperella gialla che ti avverte del rischio e ti da dei consigli che, se non te lo diceva lei, da solo non ci saresti mai arrivato: in caso di pioggia cerca di parcheggiare in alto (ma va’?), non rimanere a lungo in scantinati e garage sotto il piano stradale (meno male che me lo dici tu, altrimenti rimanevo lì a cercare di fare la fine del sorcio!), se abitate ai piani bassi mettetevi d’accordo per essere ospitati dai vicini di sopra ( eh…), se abitate di sopra ospitate quelli di sotto (wow!). Cose di questo tipo…
Ma la manutenzione ordinaria? La pulizia periodica?
Beh… è talmente evidente e curata che ormai i greti sono delle lussureggianti oasi verdeggianti… Costa troooppo, non c’è personaaaale…
Non di rado mi è capitato addirittura di vedere mezzi da lavoro dall’ingombro e il valore rilevante abbandonati nei greti alla fine di una giornata di lavoro… tanto non è che siamo in una regione in cui il tempo di esondazione dall’inizio della pioggia è fulmineo (quando ti rendi conto che la faccenda è seria, è troppo tardi e rischioso per andare a recuperare il mezzo…)… valla a tirar su poi la terna, se ti riesce…
E allora mi è venuta l’idea! Un contributo apparentemente ridicolo, a bassissimo costo, ma continuativo e per questo prezioso, alla risoluzione del problema, almeno sotto il profilo “vegetale (che non è secondario, se inizi a confondere il greto del fiume per una prateria…)
Voglio la capretta comunale!

Non sono impazzita, giuro!
Un agente ecologico per un lavoro importante, che gli operatori a due zampe non fanno. In fondo si usano gli animali in agricoltura e in alcune terapie mediche… perché non usarli come operatori superecologici, sentinelle nei nostri greti?
La capra è tosta, più della pecora… riesce a pappare pure essenze dure e spinose come le acacie. Se le becca da piccole se le mangia e la pianta non diventa albero. Non vogliono lo stipendio (o meglio… se lo magnano mentre lavorano…), non guardano l’ora, sono infaticabili, non inquinano e sono simpatiche ed educative per chi le vede all’opera (sicuramente più del calcestruzzo!)… Basterebbe un cristiano per supervisionare una squadra di infaticabili lavoratrici, il che non è sempre altrettanto valido per i bipedi. Semmai con l’arretrato che c’è rischiano per criccare per il troppo brucare.
Ci vorrebbero un po’ di greggi da far scorrazzare per i torrenti di mezza regione, delle task force di superspecializzate... Tolta la prima pulitura umana che ormai è indispensabile per le piante alte, la manutenzione a regime potrebbe essere benissimo una questione da capra…
Qualora arrivasse una botta di acqua improvvisa poi, per quanto dispiaccia, meglio pagare un tributo in caprette che in vite umane, come spesso è capitato purtroppo…
Deliri provocatori (neanche tanto… a dire il vero e a ben pensarci …) di una Denew stressata dalla coda in auto a parte, voi come siete messi nelle vostre città e regioni? I vostri fiumi e torrenti sono in ordine?
Siamo abituati a non guardarli, e loro a non guardare noi… Ma quando decidono di ricordarci che ci sono, sanno essere brutali… e forse dovremmo farceli più amici e rispettarli di più …
Parliamone…
Ciao!
PS: Ho postato in questa sezione perchè mi sembrava quella più idonea a trattare del dissesto idrogeologico, un altra forma di alterazione dell'ambiente... Qualora i moderatori non la ritenessero idonea, fatemelo sapere che la sposto in OT! Graaaassie!
Lo sguardo mi cade su uno scenario bucolico: una bellissima prateria verdissima e folta, con tanto di ridente palmizio e ciuffetto alberi belli pasciuti, il tutto appena mosso dal vento.
Fantastico.
Mi direte: e perché ce lo racconti? Beh…
Non stavo avendo visioni della migliore Irlanza, né il giardino di chissà quale tenuta privata: stavo guardando il GRETO di un TORRENTE.
Il piacere visivo lascia spazio alla preoccupazione e al fastidio, ad un senso di impotenza latente…
Tutta quella bella robetta lì, non dovrebbe essere lì, per quanto idilliaca.
Basteranno, come sono sempre bastati, 40-50 minuti di superpioggia da trasformare l’idillio in una trappola sotto le arcate della copertura del torrente a valle di quel punto. E bentornata alluvione.
Sono stati stanziati miliardi alla voce “manutenzione e pulizia dei greti dei fiumi e prevenzione del dissesto idrogeologico”.
Le opere ci sono state ma in molti casi sono state discutibili, a voler essere generosi. Hanno alzato i piani di scorrimento alle foci e li hanno impermeabilizzati, diminuendo la sezione utile sotto le arcate delle coperture e la quota attendibile d’infiltrazione… il contrario di quello che si dovrebbe fare.
Si investe, questo sì, almeno nella mia città, in una forma di ridicola comunicazione alla popolazione, che sembra più tesa a mettere al sicuro i fondoschiena degli amministratori dietro un “ve l’avevamo detto” che non ad avere una vera utilità: affissioni per tutta la città con una simpatica paperella gialla che ti avverte del rischio e ti da dei consigli che, se non te lo diceva lei, da solo non ci saresti mai arrivato: in caso di pioggia cerca di parcheggiare in alto (ma va’?), non rimanere a lungo in scantinati e garage sotto il piano stradale (meno male che me lo dici tu, altrimenti rimanevo lì a cercare di fare la fine del sorcio!), se abitate ai piani bassi mettetevi d’accordo per essere ospitati dai vicini di sopra ( eh…), se abitate di sopra ospitate quelli di sotto (wow!). Cose di questo tipo…
Ma la manutenzione ordinaria? La pulizia periodica?
Beh… è talmente evidente e curata che ormai i greti sono delle lussureggianti oasi verdeggianti… Costa troooppo, non c’è personaaaale…
Non di rado mi è capitato addirittura di vedere mezzi da lavoro dall’ingombro e il valore rilevante abbandonati nei greti alla fine di una giornata di lavoro… tanto non è che siamo in una regione in cui il tempo di esondazione dall’inizio della pioggia è fulmineo (quando ti rendi conto che la faccenda è seria, è troppo tardi e rischioso per andare a recuperare il mezzo…)… valla a tirar su poi la terna, se ti riesce…
E allora mi è venuta l’idea! Un contributo apparentemente ridicolo, a bassissimo costo, ma continuativo e per questo prezioso, alla risoluzione del problema, almeno sotto il profilo “vegetale (che non è secondario, se inizi a confondere il greto del fiume per una prateria…)
Voglio la capretta comunale!

Non sono impazzita, giuro!
Un agente ecologico per un lavoro importante, che gli operatori a due zampe non fanno. In fondo si usano gli animali in agricoltura e in alcune terapie mediche… perché non usarli come operatori superecologici, sentinelle nei nostri greti?
La capra è tosta, più della pecora… riesce a pappare pure essenze dure e spinose come le acacie. Se le becca da piccole se le mangia e la pianta non diventa albero. Non vogliono lo stipendio (o meglio… se lo magnano mentre lavorano…), non guardano l’ora, sono infaticabili, non inquinano e sono simpatiche ed educative per chi le vede all’opera (sicuramente più del calcestruzzo!)… Basterebbe un cristiano per supervisionare una squadra di infaticabili lavoratrici, il che non è sempre altrettanto valido per i bipedi. Semmai con l’arretrato che c’è rischiano per criccare per il troppo brucare.
Ci vorrebbero un po’ di greggi da far scorrazzare per i torrenti di mezza regione, delle task force di superspecializzate... Tolta la prima pulitura umana che ormai è indispensabile per le piante alte, la manutenzione a regime potrebbe essere benissimo una questione da capra…
Qualora arrivasse una botta di acqua improvvisa poi, per quanto dispiaccia, meglio pagare un tributo in caprette che in vite umane, come spesso è capitato purtroppo…
Deliri provocatori (neanche tanto… a dire il vero e a ben pensarci …) di una Denew stressata dalla coda in auto a parte, voi come siete messi nelle vostre città e regioni? I vostri fiumi e torrenti sono in ordine?
Siamo abituati a non guardarli, e loro a non guardare noi… Ma quando decidono di ricordarci che ci sono, sanno essere brutali… e forse dovremmo farceli più amici e rispettarli di più …
Parliamone…
Ciao!
PS: Ho postato in questa sezione perchè mi sembrava quella più idonea a trattare del dissesto idrogeologico, un altra forma di alterazione dell'ambiente... Qualora i moderatori non la ritenessero idonea, fatemelo sapere che la sposto in OT! Graaaassie!
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