Salve, anche dopo aver letto diverse discussioni in merito al riscaldamento e alla produzione di acs, comunque molto interessanti, sono pieno di dubbi riguardo alla scelta che dovrei operare nel mio caso: si tratta di una casa di campagna con pareti in pietra di ca. mezzo metro di spessore e solai in legno ristrutturata nel 2000; in una discussione che mi è capitato di consultare, una casa simile è stata definita un “colabrodo”, però, al momento, avendola appena acquistata, non posso dotarla di un onorevole cappotto.
E’ disposta su due piani di ca. 45 mq ciascuno e al piano terra (cucina e salone, comunicanti attraverso un arco), sono presenti due camini ed una cucina a legna, per cui il problema del riscaldamento è già risolto da sé. Al piano superiore ci sono tre camerette di ca. 10 mq ciascuna ed un bagno; in questi ambienti, in fase di ristrutturazione, sono state passate le tubazioni sotto traccia, ma non sono stati installati né i caloriferi, né la caldaia. Attualmente, per la produzione di acs (siamo in tre ad usufruirne), sono presenti due scaldabagni elettrici, uno per il bagno ed uno per la cucina. Premesso che per molti motivi, tra i quali la convinzione che è meglio ridurre il consumo di derivati del petrolio, vorrei evitare di installare il bombolone per il gpl (la zona non è servita dal metano) e relativa caldaia, ho preso in esame diverse soluzioni.
1)Termostufa o termocamino ad alimentazione mista, legna/pellets e altro, in modo da avere la possibilità di programmare la produzione di acqua calda ma di essere anche indipendente dal pellets quando siamo in casa per lungo tempo, con l’aggiunta di un collettore solare per l’acs nella stagione calda. In questo caso ho potuto constatare che le offerte di termostufe e termocamini presenti sul mercato sono tutte sovradimensionate rispetto alle mie esigenze e, nel caso del termocamino, un ulteriore dubbio proviene dalla necessità di smantellare uno dei due camini per adattarlo all’installazione.
2)Caldaia ad alimentazione mista da posizionare in un locale tecnico (non mancano, per fortuna, locali adatti a questo uso), sempre con l’aggiunta del collettore solare. Anche in questo caso, mi sembra che in circolazione ci siano solamente oggetti sovradimensionati.
3)Pompa di calore aria/acqua: ho inviato diverse richieste ai diversi produttori che ho rintracciato nella rete, ma non ho ricevuto neanche una risposta riguardo a dimensionamento e costi. Una pompa di calore geotermica mi sembra eccessiva, nel mio caso, e vorrei evitare di effetuare scavi.
4)Ultima pensata: al primo piano è presente un piccolo corridoio e potrei installarvi una piccola stufa (anche solo a legna) che riscaldi l’aria di tutto il piano e, per l’acs, uno o più collettori solari con la resistenza nel boiler, in modo da avere l’acqua calda anche nella stagione fredda.
Quale può essere la soluzione migliore, ammesso che una di queste sia ragionevole? Ce ne potrebbero essere altre?
Chiedo scusa per la prolissità, aggiungo che la casa si trova in una zona a ca. 450 mt. di altitudine nella provincia di Roma vicino a quella di Frosinone, se può essere un dato utile.
Grazie da subito a chiunque si voglia prendere la briga di rispondermi.
E’ disposta su due piani di ca. 45 mq ciascuno e al piano terra (cucina e salone, comunicanti attraverso un arco), sono presenti due camini ed una cucina a legna, per cui il problema del riscaldamento è già risolto da sé. Al piano superiore ci sono tre camerette di ca. 10 mq ciascuna ed un bagno; in questi ambienti, in fase di ristrutturazione, sono state passate le tubazioni sotto traccia, ma non sono stati installati né i caloriferi, né la caldaia. Attualmente, per la produzione di acs (siamo in tre ad usufruirne), sono presenti due scaldabagni elettrici, uno per il bagno ed uno per la cucina. Premesso che per molti motivi, tra i quali la convinzione che è meglio ridurre il consumo di derivati del petrolio, vorrei evitare di installare il bombolone per il gpl (la zona non è servita dal metano) e relativa caldaia, ho preso in esame diverse soluzioni.
1)Termostufa o termocamino ad alimentazione mista, legna/pellets e altro, in modo da avere la possibilità di programmare la produzione di acqua calda ma di essere anche indipendente dal pellets quando siamo in casa per lungo tempo, con l’aggiunta di un collettore solare per l’acs nella stagione calda. In questo caso ho potuto constatare che le offerte di termostufe e termocamini presenti sul mercato sono tutte sovradimensionate rispetto alle mie esigenze e, nel caso del termocamino, un ulteriore dubbio proviene dalla necessità di smantellare uno dei due camini per adattarlo all’installazione.
2)Caldaia ad alimentazione mista da posizionare in un locale tecnico (non mancano, per fortuna, locali adatti a questo uso), sempre con l’aggiunta del collettore solare. Anche in questo caso, mi sembra che in circolazione ci siano solamente oggetti sovradimensionati.
3)Pompa di calore aria/acqua: ho inviato diverse richieste ai diversi produttori che ho rintracciato nella rete, ma non ho ricevuto neanche una risposta riguardo a dimensionamento e costi. Una pompa di calore geotermica mi sembra eccessiva, nel mio caso, e vorrei evitare di effetuare scavi.
4)Ultima pensata: al primo piano è presente un piccolo corridoio e potrei installarvi una piccola stufa (anche solo a legna) che riscaldi l’aria di tutto il piano e, per l’acs, uno o più collettori solari con la resistenza nel boiler, in modo da avere l’acqua calda anche nella stagione fredda.
Quale può essere la soluzione migliore, ammesso che una di queste sia ragionevole? Ce ne potrebbero essere altre?
Chiedo scusa per la prolissità, aggiungo che la casa si trova in una zona a ca. 450 mt. di altitudine nella provincia di Roma vicino a quella di Frosinone, se può essere un dato utile.
Grazie da subito a chiunque si voglia prendere la briga di rispondermi.

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