Riscaldamento continuo o con timer? - EnergeticAmbiente.it

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Riscaldamento continuo o con timer?

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  • Riscaldamento continuo o con timer?

    Ancora ciao a tutti..
    Mi piacerebbe se qualcuno mi potesse chiarire una questione che non ho trovato spiegata in maniera soddisfacente né in questo né in altri forum..
    Ho sentito più volte il consiglio di non far raffreddare eccessivamente la casa durante i periodi di assenza perchè il consumo di energia nel riscaldarla nuovamente è maggiore di quello necessario per il mantenimento, ma la cosa a livello di spiegazione fisica non mi convince: è evidente infatti che, considerando la casa un sistema chiuso, l'energia che io devo immettere per mantenere la temperatura costante è uguale a quella che la casa cede verso l'esterno, che a sua volta è proporzionale (in maniera diretta?? non lo so..) alla differenza di temperatura tra interno ed esterno.. ergo, la conclusione è che una casa più fredda perde meno calore di una più calda, quindi in teoria alla fine io ne devo fornire meno.
    Una spiegazione che ho trovato sulla convenienza del funzionamento continuo era di uno che a casa sua è passato da un funzionamento per poche ore al mattino ed alla sera ad uno continuo sulle 24 ore abbassando contestualmente la temperatura di mandata della caldaia, aumentandone così il rendimento.. e su questo posso essere d'accordo, ma se io non faccio questa operazione, mi converrebbe comunque tenere acceso l'impianto tutto il giorno e, se si PERCHE'???
    Qualcuno ha delle spiegazioni convincenti?
    Grazie..

  • #2
    Dipende principalmente dal sistema di distribuzione del calore e da come si vive la casa.
    Con un sistema di riscaldamento a pavimento occorrono almeno 24 ore per avere in ambiente una temperatura di circa 20°C, con un sistema a termosifoni un paio d'ore, con un sistema a ventilconvettori o split aria/aria un'oretta.
    Corrispondentemente per raffreddarsi quegli ambienti ci metteranno un'oretta nel caso dei ventilconvettori, un paio d'ore con i termosifoni e una giornata nel caso dei pannelli radianti a pavimento.
    La domanda è quindi: in casa ci vivi un'ora, un paio d'ore o l'intera giornata.
    Lascia perdere tutti gli altri ragionamenti bizantini.
    Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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    • #3
      Quoto Dotting e porto la mia esperienza diretta sui timer applicati all'impianto di riscaldamento:
      Qui in palestra ho un sistema composto da due linee di ventilconvettori alimentato da una caldaia a metano, la stessa che mi produce anche ACS.
      Per prima cosa ho impostato con dei relè la priorità all'ACS, in modo che "comandi" il termostato dell'accumulo, quindi la priorità sia verso l'alimentazione del circolatore. C'è da dire che ho un accumulo piuttosto consistente ed evidentemente discretamente coibentato.
      Quindi ho disposto in modo che i ventil possano entrare in funzione SOLO qualora l'ACS sia soddisfatta e quindi in dipendenza dal circolatore e contestualmente alla pompa di mandata riscaldamento.
      Solo dopo aver isolato convenientemente gli ambienti, ho installato tre timer digitali, uno sulla pompa di mandata e uno per ciascuna delle due linee ventil.
      Li ho sincronizzati e fatti funzionare.
      Ho quindi cronometrato i tempi medi dalla partenza della pompa di mandata al raggiungimento della temperatura di esercizio dei ventil stessi.
      Quindi ho impostato i "ritardi" nelle linee ventil.
      Una volta impostati i timers, ho notato una maggiore sensazione di "benessere" a livello di percezione.
      Successivamente ho aggiunto un quarto timer sull'alimentazione caldaia e di notte, quando qui non c'è nessuno, la faccio accendere due/tre minuti al massimo ogni tre ore, in modo da scongiurare il pericolo di gelo.
      Per ora il risparmio si attesta sui 70/80euro mese nei mesi invernali.
      Circa la metà nei mesi estivi, dove però ho anche una minore affluenza e quindi un minore bisogno di ACS.
      Certo sono soluzioni "empiriche", ma qualcosa comunque hanno evidentemente prodotto.
      Accetto di buon grado eventuali suggerimenti.

      Pace!
      Gym
      Dal giorno 08/02/2017 questo account è inattivo.
      Per favore non inviate alcun messaggio (soprattutto mail) al sottoscritto riguardante questo Forum poiché non otterrete alcuna risposta.
      Grazie!

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      • #4
        CITAZIONE (dotting @ 15/1/2008, 16:55)
        Dipende principalmente dal sistema di distribuzione del calore e da come si vive la casa.
        Con un sistema di riscaldamento a pavimento occorrono almeno 24 ore per avere in ambiente una temperatura di circa 20°C, con un sistema a termosifoni un paio d'ore, con un sistema a ventilconvettori o split aria/aria un'oretta.
        Corrispondentemente per raffreddarsi quegli ambienti ci metteranno un'oretta nel caso dei ventilconvettori, un paio d'ore con i termosifoni e una giornata nel caso dei pannelli radianti a pavimento.
        La domanda è quindi: in casa ci vivi un'ora, un paio d'ore o l'intera giornata.
        Lascia perdere tutti gli altri ragionamenti bizantini.

        Citerei anche il livello di coibentazione della casa! <img src=">
        Mentre il raggiungimento della temperatura dipenede quasi totalmente dal sistema di distribuzione del calore, l'abbassamento della temperatura raggiunta, in assenza di funzionamento del sistema, è strettamente legato alla conducibilità termica dei materiali che compongono l'involucro.
        Ovvero, a quanta energia cinetica delle molecole del fluido aria, contenuto, passa a quelle del muro, contenitore. Ma questo Lei ce lo insegna quando vuole!!! <img src="> Poi si può discutere per quanto tempo utilizziamo gli ambienti. <img src=">
        ISS

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        • #5
          In casa mia uso 3 livelli di temperatura i classici 20C per l'ora della sveglia al mattino, per il pranzo e per cena e serata,18C per le ore diurne al di fuori di quelle citate e 16C dalle 23 al mattino.
          Il passaggio dai 16C notturni ai 20 ora della sveglia è fatto aumentando di un grado per ora nelle ultime ore della notte in modo che la caldaia si accende con un'anticipo che è proporzionale alla temperatura esterna .
          Questo da inizio a fine stagione.

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          • #6
            Grazie per i pareri..
            Allora, aggiungo le dovute precisazioni: casa vecchia, con muri MOLTO spessi in pietra e malta. Impianto a termosifoni "artigianale" fatto con materiali di recupero , 2 piastre in acciaio e 4 termosifoni in ghisa. Caldaia a metano a condensazione nuova installata quest'anno (non faccio pubblicit&agrave. La sensazione è che il tempo di riscaldamento e raffreddamento sia proprio di un paio d'ore. Utilizzo della casa classico da lavoratore, partenza alle 8 e rientro in media verso le 18. A me verrebbe istintivo un funzionamento in riduzione durante la notte ed i periodi di assenza..
            Ma la mia questione era più ampia: quando l'idraulico mi dice che comunque converrebbe lasciare la temperatura costante, a prescindere dall'utilizzo della casa, ha senso? (a parte il caso descritto nel primo msg di una riduzione della temperatura di mandata).
            A me, per le nozioni di fisica che possiedo, sembra di no.. A meno che non parliamo di impianti con un "volano" enorme come quelli a pavimento..

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            • #7
              Cronotermostato impostato con avvio alle 16 e spegnimento alle 7.
              Da quando ti metti a nanna fino alla sveglia, termostato a 18°C, nelle altre ore a 20°C.
              Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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              • #8
                CITAZIONE (steph @ 19/1/2008, 13:07)

                Puoi trovare informazioni e pareri utili anche in questa discussione. La struttura della mia abitazione non è molto differente dalla tua. <_<
                ISS
                COME MIGLIORARE L'IMPIANTO ESISTENTE A TERMOSIFONE.

                Commenta


                • #9
                  dotting,
                  CITAZIONE
                  Da quando ti metti a nanna fino alla sveglia, termostato a 18°C, nelle altre ore a 20°C.

                  mi risulta che sia vietato per legge tenere acceso il riscaldamento per un numero di ore superiore al massimo fissato per quella zona.

                  Ciao
                  Mario
                  Molto urgente: cerco socio: Collaborazione a Milano
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                  Mala tempora currunt, non contattatemi piu' per questioni riguardanti il forum, grazie, il mio tempo e' finito.
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                  L'energia non si crea ne' si distrugge, ma ne sprechiamo troppa in modo irresponsabile. Sito personale: http://evlist.it
                  Se fate domande tecniche e volete risposte dal forum precise e veloci, "date i dati" specificando anche l'ambiente operativo e fornendo il maggior numero possibile di informazioni.
                  ------------------------------------------------

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                  • #10
                    Hai ragione Mario, sono così abituato a lavorare con pannelli radianti che me ne sono dimenticato.
                    Steph ci vuole un buco durante la notte, credo.
                    Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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                    • #11
                      Scusate se insisto, ma come si dice dalle mie parti, sono un po' "gnucco"...
                      Il mio dubbio, come ho specificato in entrambi i miei messaggi, riguarda l'eventuale risparmio che ci sarebbe nel lasciare il riscaldamento sempre acceso.. Come già specificato, sono abbastanza convinto in caso di impianti a reazione lenta (es a pavimanto) o nel caso di comando manuale della temperatura di mandata, che in questo caso potrebbe essere diminuita. Ma con una caldaia con sonda esterna ed impianto a radiatori, ha senso??

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                      • #12
                        Copio e incollo dalla legge 412/93, che giustamente Mario ha detto che mi ero dimenticato alla grande:
                        Articolo 9 - Limiti di esercizio degli impianti termici
                        2. L'esercizio degli impianti termici è consentito con i seguenti limiti massimi relativi al periodo annuale di esercizio dell'impianto termico ed alla durata giornaliera di attivazione:

                        Zona A: ore 6 giornaliere dal 1º dicembre al 15 marzo;
                        Zona B: ore 8 giornaliere dal 1º dicembre al 31 marzo;
                        Zona C: ore 10 giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo; Cagliari, Oristano, Sassari.
                        Zona D: ore 12 giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile; Nuoro
                        Zona E: ore 14 giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile;
                        Zona F: nessuna limitazione.

                        Al di fuori di tali periodi gli impianti termici possono essere attivati solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l'esercizio e comunque con una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita a pieno regime.

                        6. Le disposizioni di cui ai commi 2 e 4 non si applicano, limitatamente alla sola durata giornaliera di attivazione degli impianti termici per il riscaldamento degli edifici, nei seguenti casi:

                        a) omissis;
                        b) omissis;
                        c) impianti termici che utilizzano sistemi di riscaldamento di tipo a pannelli radianti incassati nell'opera muraria;

                        Come ti avevo detto devi organizzarti per rientrare nei limiti temporali di legge, poi se uno vuol fare come gli pare è un altro paio di maniche, ma la legge è questa.
                        Quando autoconsumiamo 1 kWh di energia del nostro impianto FV stiamo "evitando" di far produrre in Italia 2,43 kWh di energia primaria.

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                        • #13
                          Per quanto riguarda il risparmio nel tuo caso penso sia on-off ovvero acceso e spento tutto a scapito del comfort ma a quantomi sembra di capire ci stai poco in casa e se in quel poco ci metti che molte ore le passi al letto allora il riaprmio viene dall'acceso e spento!
                          Un mio amico single ha impianto radiante a pavimento ma lavora lontano da casa e vive la stessa dalle 20 alle 5 del mattino quindi ha optato per una accenzione on off invece che sempre acceso, in più tiene la temperatura della casa a 16 gradi perchè sostiene che dopo le 22 va al letto..ha consumato in 3 mesi 200 euro di gas! io con lo stesso impianto ho consumato 1000 euro di gasolio...

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                          • #14
                            Originariamente inviato da steph Visualizza il messaggio
                            Ho sentito più volte il consiglio di non far raffreddare eccessivamente la casa durante i periodi di assenza perchè il consumo di energia nel riscaldarla nuovamente è maggiore di quello necessario per il mantenimento
                            FALSO. Sicuramente nel paio d'ore che occorrono per portare la casa alla temperatura "comfort" consumerai di più, ma comunque meno di quanto risparmiato lasciando spento il riscaldamento in tua assenza.
                            Il vantaggio di tenere spento il riscaldamento quando si è assenti è molto consistente se la casa è scarsamente isolata, mentre si assottiglia tanto più è ben coibentata.
                            Le caldaie a condensazione sono più efficienti con bassa temperatura di mandata. Se tieni bassa tale temperatura, aumenta il tempo occorrente per il riscaldo, durante cui, tra l'altro, la caldaia non lavora nella sua massima efficienza. Comunque la differenza è di pochi punti percentuali e solo per appartamenti molto isolati vanifica il risparmio dovuto all'abbassamento della temperatura di notte e durante la giornata.
                            Impianto FV parzialmente integrato 2,3 kWp Sharp + inverter Power One; azimut -62°, tilt 25° GPS 45.8, 9.3
                            Allaccio: 30/09/2011 (IV CE); mie produzioni su pvoutput

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