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Il mondo della F1 starebbe valutando l'ipotesi di dotarsi di un sistema già in uso nella cosiddetta "Champ Car", in grado di erogare circa 60 cavalli senza incremento dei consumi. La riserva di energia verrebbe accumulata in frenata per liberarsi, ad esempio, in fase di sorpasso. La notizia rimbalza da un vertice segreto che si è tenuto a Montecarlo, presenti il presidente Fia, Max Mosley e alcuni team manager di punta.
Il sistema tecnologico all'esame della Formula Uno consentirebbe di ritrovare un ingrediente che scarseggia da tempo nelle competizioni mondiali, i sorpassi. Un recente sondaggio organizzato dalla Fia li indica come l'elemento di preferenza per gli appassionati delle corse su quattro ruote. Di qui la proposta, che, secondo indiscrezioni circolate a Silverstone in occasione dell'ultimo GP, sarebbe partita proprio dalla Federazione, valutare il possibile inserimento di un dispositivo già montato sulle auto della "Champ Car", una serie a ruote scoperte per la quale si corre oltreoceano. Il sistema consente di accumulare in frenata una riserva di potenza sotto forma di energia elettrica da utilizzare in fase di sorpasso senza incremento di consumi. E' in grado di immagazzinare l'equivalente di circa 60 cavalli. Max Mosley, presidente della Fia, avrebbe accennato all'ipotesi nel corso di un vertice che si è tenuto a Montecarlo alla presenza di alcuni team manager di vertice. Un incontro per il quale manca qualsiasi riscontro ufficiale; un'occasione per saggiare gli umori del Circus in un momento particolare della sua storia ultracinquantennale.
Si potrebbero quindi preparare giorni nuovi per la F1, limitata in gara, sul piano della competitività, da una serie di elementi, come le norme sull'aerodinamica legate al cosiddetto "effetto scia", la sofisticazione degli impianti frenanti che rendono lo spazio di frenata troppo ridotto e le insidie del cambio a controllo elettronico. In questo contesto, una sorgente di energia aggiuntiva garantirebbe l'allungo decisivo, in particolare in uscita di curva. La situazione attuale, nella quale, tra l'altro, lo stesso motore deve reggere lo stress di due gare, vede invece i piloti dotati di scarsa forza propulsiva, appoggiati semplicemente a congegni elettronici che agiscono sul regime di rotazione del propulsore, permettendo l'erogazione di un maggior numero di cavalli, ma con un logorio significativo. Il dispositivo americano individuato avrebbe già incontrato il parere positivo di alcuni tecnici di primo piano. Restano ora da valutare i tempi per un'applicazione su larga scala. Con una spinta in più, il possibile utilizzo del sistema sulle auto di serie per limitare i danni provocati dall'inquinamento.
Ma allora il sistema c'è già
Qualcuno ha qualche dettaglio tecnico in più? E cosa aspettano a montarlo sulle auto di serie? Non dev'essere nemmeno tanto pesante se intendono usarlo sulle auto da corsa!
Il mondo della F1 starebbe valutando l'ipotesi di dotarsi di un sistema già in uso nella cosiddetta "Champ Car", in grado di erogare circa 60 cavalli senza incremento dei consumi. La riserva di energia verrebbe accumulata in frenata per liberarsi, ad esempio, in fase di sorpasso. La notizia rimbalza da un vertice segreto che si è tenuto a Montecarlo, presenti il presidente Fia, Max Mosley e alcuni team manager di punta.
Il sistema tecnologico all'esame della Formula Uno consentirebbe di ritrovare un ingrediente che scarseggia da tempo nelle competizioni mondiali, i sorpassi. Un recente sondaggio organizzato dalla Fia li indica come l'elemento di preferenza per gli appassionati delle corse su quattro ruote. Di qui la proposta, che, secondo indiscrezioni circolate a Silverstone in occasione dell'ultimo GP, sarebbe partita proprio dalla Federazione, valutare il possibile inserimento di un dispositivo già montato sulle auto della "Champ Car", una serie a ruote scoperte per la quale si corre oltreoceano. Il sistema consente di accumulare in frenata una riserva di potenza sotto forma di energia elettrica da utilizzare in fase di sorpasso senza incremento di consumi. E' in grado di immagazzinare l'equivalente di circa 60 cavalli. Max Mosley, presidente della Fia, avrebbe accennato all'ipotesi nel corso di un vertice che si è tenuto a Montecarlo alla presenza di alcuni team manager di vertice. Un incontro per il quale manca qualsiasi riscontro ufficiale; un'occasione per saggiare gli umori del Circus in un momento particolare della sua storia ultracinquantennale.
Si potrebbero quindi preparare giorni nuovi per la F1, limitata in gara, sul piano della competitività, da una serie di elementi, come le norme sull'aerodinamica legate al cosiddetto "effetto scia", la sofisticazione degli impianti frenanti che rendono lo spazio di frenata troppo ridotto e le insidie del cambio a controllo elettronico. In questo contesto, una sorgente di energia aggiuntiva garantirebbe l'allungo decisivo, in particolare in uscita di curva. La situazione attuale, nella quale, tra l'altro, lo stesso motore deve reggere lo stress di due gare, vede invece i piloti dotati di scarsa forza propulsiva, appoggiati semplicemente a congegni elettronici che agiscono sul regime di rotazione del propulsore, permettendo l'erogazione di un maggior numero di cavalli, ma con un logorio significativo. Il dispositivo americano individuato avrebbe già incontrato il parere positivo di alcuni tecnici di primo piano. Restano ora da valutare i tempi per un'applicazione su larga scala. Con una spinta in più, il possibile utilizzo del sistema sulle auto di serie per limitare i danni provocati dall'inquinamento.
Ma allora il sistema c'è già



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