Propongo questo articolo, tratto da Terra Nuova Edizioni: agricoltura biologica, medicina naturale e consumo critico sull'entrata in vigore del così detto "sblocca italia".
Purtroppo un grosso passo indietro verso la protezione ambientale e verso un uso corretto delle risorse ambientali.
Voi che ne pensate?
Sblocca Italia: il futuro si fa più nero
Lo Sblocca Italia, il decreto del governo Renzi, è diventato legge a colpi di fiducia e ha confermato la volontà dell'esecutivo di andare avanti con trivellazioni per la ricerca di idrocarburi e incenerimento dei rifiuti, addirittura eliminando ostacoli e norme che se non altro davano un minimo di garanzia alla popolazione.
Osservando la mappa diffusa dagli uffici del Ministero per lo sviluppo economico, si vede che tutta l'Italia è coinvolta in questo processo(1).
Le regioni più interessate oltre a Sicilia e Basilicata saranno Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Lazio, Calabria.
Via libera alle trivellazioni
Con le norme introdotte si sostituiscono le vecchie fasi di prospezione, ricerca e coltivazione con una concessione unica che riveste il carattere di interesse strategico della durata di 30 anni, 10 in più rispetto alla normativa precedente, con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni. Inoltre il potere autorizzativo farà capo al Ministero dell'ambiente, a cui le Regioni dovranno inviare tutte le istruttorie dei titoli vigenti e dei procedimenti in corso (alla nota 2 l'elenco dei titoli estrattivi aggiornato all'agosto 2014).
"E' un duro colpo di mano contro le amministrazioni territoriali e locali per favorire le attività delle compagnie petrolifere e compromettere lo sviluppo delle economie locali del settore agricolo e turistico, fortemente legate alla valorizzazione e alla tutela della bellezza del territorio e del paesaggio", hanno affermato i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Anzichè il via libera alle trivellazioni, sarebbe invece necessario "adottare immediatamente i target vincolanti al 2030 sulla riduzione delle emissioni, sul risparmio energetico e la produzione delle energie rinnovabili per rilanciare la creazione di posti di lavoro e occupazione" aggiungono.
Gli attivisti 5 Stelle di San Benedetto del Tronto, con l'aiuto del geologo Stefano Angelini, hanno anche realizzato una cartografia delle localizzazioni dei depositi (attivi e che potrebbero sorgere) per lo stoccaggio del gas, e delle trivelle per la ricerca di idrocarburi (vedi immagine Le trivelle in Italia allegata al termine della news); mancano solo le piattaforme di trivellazione per la ricerca del petrolio.
Nuovi inceneritori
Alle dure critiche di Peacelink, che ha definito il decreto "un attacco all'ambiente senza precedenti", si sono aggiunte le proteste di numerose Regioni del nord Italia che si oppongono all'articolo 35 "che favorisce la libera circolazione dei rifiuti e incrementa il carico termico degli inceneritori esistenti" e le preoccupazioni espresse da Asso Arpa, l'associazione delle agenzie regionali per l'ambiente, per l'aumento del rischio sanitario.
Legambiente ha definito le nuove norme "un decreto sblocca inceneritori": la ragione è presto detta. I rifiuti viaggeranno da nord a sud e saranno smaltiti non solo negli inceneritori già attivi, ma anche in impianti nuovi che saranno realizzati nei prossimi anni. La raccolta differenziata sarà meno conveniente a livello economico. I nuovi forni saranno gestiti da società partecipate con l'aiuto dello Stato e per far tornare i conti dovranno continuare a bruciare immondizia fino al massimo della capacità termica, senza più attenzione alcuna ai "tetti" posti dalle autorizzazioni o prescrizioni precedenti.
Alcune Regioni hanno fatto sentire la loro voce e hanno iniziato una guerra a suon di carte bollate. La Calabria ha dato mandato ai dipartimenti regionali per predisporre gli atti per impugnare la legge di conversione del decreto. Puglia, Marche e Lombardia si sono mosse nella stessa direzione, vogliono arrivare davanti alla Corte Costituzionale. Altre Regioni sono in fermento contro un decreto che il nostro paese non si merita.
Purtroppo un grosso passo indietro verso la protezione ambientale e verso un uso corretto delle risorse ambientali.
Voi che ne pensate?
Sblocca Italia: il futuro si fa più nero
Lo Sblocca Italia, il decreto del governo Renzi, è diventato legge a colpi di fiducia e ha confermato la volontà dell'esecutivo di andare avanti con trivellazioni per la ricerca di idrocarburi e incenerimento dei rifiuti, addirittura eliminando ostacoli e norme che se non altro davano un minimo di garanzia alla popolazione.
Osservando la mappa diffusa dagli uffici del Ministero per lo sviluppo economico, si vede che tutta l'Italia è coinvolta in questo processo(1).
Le regioni più interessate oltre a Sicilia e Basilicata saranno Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Lazio, Calabria.
Via libera alle trivellazioni
Con le norme introdotte si sostituiscono le vecchie fasi di prospezione, ricerca e coltivazione con una concessione unica che riveste il carattere di interesse strategico della durata di 30 anni, 10 in più rispetto alla normativa precedente, con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni. Inoltre il potere autorizzativo farà capo al Ministero dell'ambiente, a cui le Regioni dovranno inviare tutte le istruttorie dei titoli vigenti e dei procedimenti in corso (alla nota 2 l'elenco dei titoli estrattivi aggiornato all'agosto 2014).
"E' un duro colpo di mano contro le amministrazioni territoriali e locali per favorire le attività delle compagnie petrolifere e compromettere lo sviluppo delle economie locali del settore agricolo e turistico, fortemente legate alla valorizzazione e alla tutela della bellezza del territorio e del paesaggio", hanno affermato i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Anzichè il via libera alle trivellazioni, sarebbe invece necessario "adottare immediatamente i target vincolanti al 2030 sulla riduzione delle emissioni, sul risparmio energetico e la produzione delle energie rinnovabili per rilanciare la creazione di posti di lavoro e occupazione" aggiungono.
Gli attivisti 5 Stelle di San Benedetto del Tronto, con l'aiuto del geologo Stefano Angelini, hanno anche realizzato una cartografia delle localizzazioni dei depositi (attivi e che potrebbero sorgere) per lo stoccaggio del gas, e delle trivelle per la ricerca di idrocarburi (vedi immagine Le trivelle in Italia allegata al termine della news); mancano solo le piattaforme di trivellazione per la ricerca del petrolio.
Nuovi inceneritori
Alle dure critiche di Peacelink, che ha definito il decreto "un attacco all'ambiente senza precedenti", si sono aggiunte le proteste di numerose Regioni del nord Italia che si oppongono all'articolo 35 "che favorisce la libera circolazione dei rifiuti e incrementa il carico termico degli inceneritori esistenti" e le preoccupazioni espresse da Asso Arpa, l'associazione delle agenzie regionali per l'ambiente, per l'aumento del rischio sanitario.
Legambiente ha definito le nuove norme "un decreto sblocca inceneritori": la ragione è presto detta. I rifiuti viaggeranno da nord a sud e saranno smaltiti non solo negli inceneritori già attivi, ma anche in impianti nuovi che saranno realizzati nei prossimi anni. La raccolta differenziata sarà meno conveniente a livello economico. I nuovi forni saranno gestiti da società partecipate con l'aiuto dello Stato e per far tornare i conti dovranno continuare a bruciare immondizia fino al massimo della capacità termica, senza più attenzione alcuna ai "tetti" posti dalle autorizzazioni o prescrizioni precedenti.
Alcune Regioni hanno fatto sentire la loro voce e hanno iniziato una guerra a suon di carte bollate. La Calabria ha dato mandato ai dipartimenti regionali per predisporre gli atti per impugnare la legge di conversione del decreto. Puglia, Marche e Lombardia si sono mosse nella stessa direzione, vogliono arrivare davanti alla Corte Costituzionale. Altre Regioni sono in fermento contro un decreto che il nostro paese non si merita.
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