Visto che questo forum, come tanta parte della rete, è ormai terreno di conquista per i demago-populisti delle illusioni debitorie ho pensato di aprire una discussione seria sulle cause reali (secondo una delle possibili opinioni, ovviamente) del vero, grande, problema italiano. E cioè il debito pubblico.
Per capirlo ho scelto un interessante articolo tratto da un giornale che nemmeno l'assenteTemporaneo potrà accusare di essere al soldo dei "padroni" e scritto da uno studente di economia difficilmente sospettabile di essere già nel circolo magico Bildenberg o robe del genere: Debito pubblico italiano, una vecchia storia - Il Fatto Quotidiano
Sintetizzando molto l'autore individua la causa fondamentale nello squilibrio fra entrate fiscali ed uscite del trentennio 1960-1990. In quegli anni la spesa pubblica italiana, prima molto sottodimensionata rispetto ai partner europei, si è allineata e anzi ha superato e non di poco la spesa di paesi indubbiamente più ricchi come Germania ed Inghilterra. Ma contemporaneamente è mancata la capacità di reperire le necessarie risorse dal versante delle entrate. Insomma i nostri governanti hanno scelto la via più facile, concedere gli stessi benefit dei cittadini europei più ricchi, ma senza caricarne il costo sulla tassazione. Quindi mettendolo a debito. Tra l'altro nemmeno si è scelto di distribuire la ricchezza così creata a tutti i settori, ma si è scelto di privilegiare scandalosamente due settori in particolare, come vedremo.
Per valutare come si sia evoluta la spesa è poi facile trovare nei link forniti dall'autore un riassunto delle tipologie di spesa ad es. per l'Inghilterra, ora osannata da molti per la brexit, e l'Italia.
Persino troppo semplice mettere in evidenza quali settori fossero in Italia, prima del bilanciamento imposto dagli accordi di Mastricht, i più foraggiati. A parte la gigantesca spesa pensionistica che non voglio nemmeno commentare è il costo assurdo del settore della PA, addirittura quasi TRIPLO fino al 2000 rispetto al Regno Unito a dare chiara spiegazione del perchè il debito era così elevato.
Nonostante il notevole ridimensionamento del settore PA, raggiunto prevalentemente col blocco del turn over e quindi scaricato sui giovani (da quelli che ora si "indignano" perchè i giovani non trovano lavoro...) questo settore restava nel 2008 circa doppio come peso rispetto al Regno Unito. Dove i nostri giovani che non trovano lavoro vanno a cercarlo e trovarlo! Con ulteriore "indignazione" ad orologeria sempre di quelli che se osavi vent'anni fa proporre di copiare gli inglesi ti avrebbero appeso ai lampioni!!!
Da notare che il grosso dei tagli ha riguardato settori come istruzione e sicurezza dove un tempo l'Italia eccelleva.
L'articolo analizza nel concreto un aspetto fondamentale. I tassi di interesse che ora molti ingenui pensano di poter appaltare a banche, Bce, ecc.
"L’elevato stock di debito pregresso ed il conseguente aumento dei tassi di interesse saranno la causa di un circolo-vizioso spesa per interessi-debito ancora oggi assai problematico. Perché i tassi erano così elevati?"
Già... perchè i tassi erano elevati prima dell'entrata nell'euro?
Le risposte dell'articolista sono due, molto semplici.
1) Il forte disavanzo commerciale, cioè le importazioni. Favorite dalla disponibilità economica drogata da un fingersi più ricchi di quanto in realtà si era.
2) La scarsa credibilità internazionale prodotta dalla cronica instabilità politica. Che andremo a ri-garantirci presto tra l'altro con la quasi sicura vittoria dell'accozzaglia.
L'evoluzione degli interessi sul debito è ben rappresentata graficamente:
"Il peso degli interessi è di facile lettura nella Tabella 3. L’Italia ha quasi sempre mostrato un costo del debito doppio rispetto alla media Ue, vanificando gli sforzi in termini di avanzi primari. Il gap è stato eliminato con l’avvento dell’euro, il quale ha fornito una sorta di tregua sino allo scoppio della crisi dei subprime."
Altro argomento di difficile accettazione demago-populista, ma è stato proprio l'euro il migliore alleato del debito pubblico italiano. Perlomeno fino allo scoppio della crisi del 2008. Dopo lo scoppio della crisi gli interessi salgono poco grazie alla politica di forte ricerca di avanzo primario, altrimenti saremmo ai livelli greci.
La conclusione dell'articolista è abbastanza semplice e concisa da non essere equivocabile:
"In conclusione la genesi dell’elevato debito pubblico è in gran parte attribuibile alla mancata capacità di assorbire risorse fiscali( si pensi all’alto tasso di evasione fiscale presente ancora oggi) ed all’impiego delle stesse in utilizzi improduttivi (la spesa per interessi non può che produrre solo effetti distorsivi sull’economia) favorendo un’autoespansione del debito stesso.
L’elevato debito pubblico italiano trascende quindi gli episodi di crisi(subprime e crisi dei debiti sovrani) verificatesi dal 2008 in poi. Questi hanno messo in allarme(tramite volatilità dei tassi di interesse) un problema che ha radici lontane e richiede una risoluzione non percorribile nel breve periodo."
L'evasione fiscale è sempre stata il leit-motiv delle giustificazioni sindacali per i privilegi garantiti agli iscritti, ma in realtà il buon amministratore, assodato che le entrate non sono adeguate per qualsiasi ragione, DEVE limitarsi a tarare le spese su quelle entrate! Se il buon padre di famiglia decide di comprare i vestiti firmati alla moglie che vuole vestirsi come la moglie dell'avvocato del piano di sopra poi quando la banca gli chiede conto dei debiti non può limitarsi a dire "ma mi dovevano dei soldi che non mi han dato"!! La realtà dice semplicemente che, indipendentemente dalla causa per cui le entrate erano minori delle altre nazioni, gli amministratori politici hanno deciso per chiari motivi clientelari di infischiarsene e adottare un livello di spesa incompatibile con le reali entrate.
Da qui è nato il frutto malato del peso degli interesse!
Che se lo spread schizzerà come molti prevedono a breve avrà una ulteriore impennata con conseguente necessità di scelta da parte del futuro governicchio pseudotecnico inciuciato di aumentare ulteriormente il debito o intervenire con nuovi drastici tagli ed aumenti di tasse.
A meno che non sia la UE ad intervenire più drasticamente come già fatto in Grecia...
Per capirlo ho scelto un interessante articolo tratto da un giornale che nemmeno l'assenteTemporaneo potrà accusare di essere al soldo dei "padroni" e scritto da uno studente di economia difficilmente sospettabile di essere già nel circolo magico Bildenberg o robe del genere: Debito pubblico italiano, una vecchia storia - Il Fatto Quotidiano
Sintetizzando molto l'autore individua la causa fondamentale nello squilibrio fra entrate fiscali ed uscite del trentennio 1960-1990. In quegli anni la spesa pubblica italiana, prima molto sottodimensionata rispetto ai partner europei, si è allineata e anzi ha superato e non di poco la spesa di paesi indubbiamente più ricchi come Germania ed Inghilterra. Ma contemporaneamente è mancata la capacità di reperire le necessarie risorse dal versante delle entrate. Insomma i nostri governanti hanno scelto la via più facile, concedere gli stessi benefit dei cittadini europei più ricchi, ma senza caricarne il costo sulla tassazione. Quindi mettendolo a debito. Tra l'altro nemmeno si è scelto di distribuire la ricchezza così creata a tutti i settori, ma si è scelto di privilegiare scandalosamente due settori in particolare, come vedremo.
Per valutare come si sia evoluta la spesa è poi facile trovare nei link forniti dall'autore un riassunto delle tipologie di spesa ad es. per l'Inghilterra, ora osannata da molti per la brexit, e l'Italia.
Persino troppo semplice mettere in evidenza quali settori fossero in Italia, prima del bilanciamento imposto dagli accordi di Mastricht, i più foraggiati. A parte la gigantesca spesa pensionistica che non voglio nemmeno commentare è il costo assurdo del settore della PA, addirittura quasi TRIPLO fino al 2000 rispetto al Regno Unito a dare chiara spiegazione del perchè il debito era così elevato.
Nonostante il notevole ridimensionamento del settore PA, raggiunto prevalentemente col blocco del turn over e quindi scaricato sui giovani (da quelli che ora si "indignano" perchè i giovani non trovano lavoro...) questo settore restava nel 2008 circa doppio come peso rispetto al Regno Unito. Dove i nostri giovani che non trovano lavoro vanno a cercarlo e trovarlo! Con ulteriore "indignazione" ad orologeria sempre di quelli che se osavi vent'anni fa proporre di copiare gli inglesi ti avrebbero appeso ai lampioni!!!
Da notare che il grosso dei tagli ha riguardato settori come istruzione e sicurezza dove un tempo l'Italia eccelleva.
L'articolo analizza nel concreto un aspetto fondamentale. I tassi di interesse che ora molti ingenui pensano di poter appaltare a banche, Bce, ecc.
"L’elevato stock di debito pregresso ed il conseguente aumento dei tassi di interesse saranno la causa di un circolo-vizioso spesa per interessi-debito ancora oggi assai problematico. Perché i tassi erano così elevati?"
Già... perchè i tassi erano elevati prima dell'entrata nell'euro?
Le risposte dell'articolista sono due, molto semplici.
1) Il forte disavanzo commerciale, cioè le importazioni. Favorite dalla disponibilità economica drogata da un fingersi più ricchi di quanto in realtà si era.
2) La scarsa credibilità internazionale prodotta dalla cronica instabilità politica. Che andremo a ri-garantirci presto tra l'altro con la quasi sicura vittoria dell'accozzaglia.
L'evoluzione degli interessi sul debito è ben rappresentata graficamente:
"Il peso degli interessi è di facile lettura nella Tabella 3. L’Italia ha quasi sempre mostrato un costo del debito doppio rispetto alla media Ue, vanificando gli sforzi in termini di avanzi primari. Il gap è stato eliminato con l’avvento dell’euro, il quale ha fornito una sorta di tregua sino allo scoppio della crisi dei subprime."
Altro argomento di difficile accettazione demago-populista, ma è stato proprio l'euro il migliore alleato del debito pubblico italiano. Perlomeno fino allo scoppio della crisi del 2008. Dopo lo scoppio della crisi gli interessi salgono poco grazie alla politica di forte ricerca di avanzo primario, altrimenti saremmo ai livelli greci.
La conclusione dell'articolista è abbastanza semplice e concisa da non essere equivocabile:
"In conclusione la genesi dell’elevato debito pubblico è in gran parte attribuibile alla mancata capacità di assorbire risorse fiscali( si pensi all’alto tasso di evasione fiscale presente ancora oggi) ed all’impiego delle stesse in utilizzi improduttivi (la spesa per interessi non può che produrre solo effetti distorsivi sull’economia) favorendo un’autoespansione del debito stesso.
L’elevato debito pubblico italiano trascende quindi gli episodi di crisi(subprime e crisi dei debiti sovrani) verificatesi dal 2008 in poi. Questi hanno messo in allarme(tramite volatilità dei tassi di interesse) un problema che ha radici lontane e richiede una risoluzione non percorribile nel breve periodo."
L'evasione fiscale è sempre stata il leit-motiv delle giustificazioni sindacali per i privilegi garantiti agli iscritti, ma in realtà il buon amministratore, assodato che le entrate non sono adeguate per qualsiasi ragione, DEVE limitarsi a tarare le spese su quelle entrate! Se il buon padre di famiglia decide di comprare i vestiti firmati alla moglie che vuole vestirsi come la moglie dell'avvocato del piano di sopra poi quando la banca gli chiede conto dei debiti non può limitarsi a dire "ma mi dovevano dei soldi che non mi han dato"!! La realtà dice semplicemente che, indipendentemente dalla causa per cui le entrate erano minori delle altre nazioni, gli amministratori politici hanno deciso per chiari motivi clientelari di infischiarsene e adottare un livello di spesa incompatibile con le reali entrate.
Da qui è nato il frutto malato del peso degli interesse!
Che se lo spread schizzerà come molti prevedono a breve avrà una ulteriore impennata con conseguente necessità di scelta da parte del futuro governicchio pseudotecnico inciuciato di aumentare ulteriormente il debito o intervenire con nuovi drastici tagli ed aumenti di tasse.
A meno che non sia la UE ad intervenire più drasticamente come già fatto in Grecia...
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