(- in costruzione- giusto per dare un contributo, Gattmes, i MIEI COMPLIMENTI, anche per la... pazienza...
P.S. Scusa le scopiazzature)
Cosa è un'induttanza:
L'induttanza, il cui simbolo è L, in campo elettrico può essere immaginata ancora come un serbatoio in campo idrico. Solo che stavolta, a differenza del condensatore, che è vuoto in condizioni di riposo, questo è SPECULARMENTE pieno.
Ovvero, presentando una tensione ai suoi capi per farvi passare attraverso una corrente, questa presenterà allo specchio una tensione UGUALE e CONTRARIA che tenderà a rifiutare la corrente in circolo. Poi, gradualmente, tale effetto (picco di Lenz) verrà a scemare ed essa si 'adatterà' alla nuova condizione di corrente circolante.
Attenzione però! E' un effetto di INERZIA elettrica, ovvero essa si opporrà ad ogni VARIAZIONE di corrente circolante, quindi se tenteremo nuovamente di aumentare la tensione ai suoi capi o comunque di aumentare la corrente in essa (p.es. riducendo il carico in serie) essa tenderà nuovamente ad OPPORSI al CAMBIAMENTO, presentando un'adeguata tensione ai suoi capi che contrasti tale variazione.
Idem nel caso in cui si tenti di interrompere (o anche solo ridurre) tale variazione: essa si 'autoalimenterà' con una tensione ai suoi capi che cercherà di mantenere presente la corrente che circolava prima della variazione.
Ecco perchè, per esempio, interrompendo con un interruttore un circuito in cui vi sia un carico induttivo, si ottengono potenti sfiammate: l'induttanza cercherà di contrastare la brusca interruzione, generando un'elevatissima tensione istantanea che creerà l'arco elettrico tra i contatti.
Ovviamente in alternata, dove la tensione s'inverte in continuazione, essa sarà in continua 'opposizione', tentando di contrastare l'ingresso/uscita di corrente.
Abbiamo quindi capito che non è possibile (dato un'induttanza di valore "fisso"....) avere immediata variazione di corrente anche se applichiamo un aumento o riduzione di tensione... quindi ...non è possibile avere una tensione ai suoi capi quando la corrente che circola in essa è costante!
Ecco quindi che, più elevata sarà la frequenza con cui operiamo, e più essa sarà simile ad un circuito aperto, ad una resistenza (o meglio, impedenza) elevata.
Viceversa, in continua, essa sarà solo un filo di rame (di cui peraltro è normalmente composta, e che va quindi a sommarsi con la propria resistenza ohmmica tipica del rame stesso).
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Così come un serbatoio si misura per esempio in litri, anche per l'induttanza esiste una unità di misura
che è l' Henry.
Siccome questo valore è piuttosto grande si usano di solito dei sottomultipli: milli e micro, a volte nano (in alta frequenza)
Per maggiori informazioni rimando alla sezione Unità di misura

Cosa è un'induttanza:
L'induttanza, il cui simbolo è L, in campo elettrico può essere immaginata ancora come un serbatoio in campo idrico. Solo che stavolta, a differenza del condensatore, che è vuoto in condizioni di riposo, questo è SPECULARMENTE pieno.
Ovvero, presentando una tensione ai suoi capi per farvi passare attraverso una corrente, questa presenterà allo specchio una tensione UGUALE e CONTRARIA che tenderà a rifiutare la corrente in circolo. Poi, gradualmente, tale effetto (picco di Lenz) verrà a scemare ed essa si 'adatterà' alla nuova condizione di corrente circolante.
Attenzione però! E' un effetto di INERZIA elettrica, ovvero essa si opporrà ad ogni VARIAZIONE di corrente circolante, quindi se tenteremo nuovamente di aumentare la tensione ai suoi capi o comunque di aumentare la corrente in essa (p.es. riducendo il carico in serie) essa tenderà nuovamente ad OPPORSI al CAMBIAMENTO, presentando un'adeguata tensione ai suoi capi che contrasti tale variazione.
Idem nel caso in cui si tenti di interrompere (o anche solo ridurre) tale variazione: essa si 'autoalimenterà' con una tensione ai suoi capi che cercherà di mantenere presente la corrente che circolava prima della variazione.
Ecco perchè, per esempio, interrompendo con un interruttore un circuito in cui vi sia un carico induttivo, si ottengono potenti sfiammate: l'induttanza cercherà di contrastare la brusca interruzione, generando un'elevatissima tensione istantanea che creerà l'arco elettrico tra i contatti.
Ovviamente in alternata, dove la tensione s'inverte in continuazione, essa sarà in continua 'opposizione', tentando di contrastare l'ingresso/uscita di corrente.
Abbiamo quindi capito che non è possibile (dato un'induttanza di valore "fisso"....) avere immediata variazione di corrente anche se applichiamo un aumento o riduzione di tensione... quindi ...non è possibile avere una tensione ai suoi capi quando la corrente che circola in essa è costante!
Ecco quindi che, più elevata sarà la frequenza con cui operiamo, e più essa sarà simile ad un circuito aperto, ad una resistenza (o meglio, impedenza) elevata.
Viceversa, in continua, essa sarà solo un filo di rame (di cui peraltro è normalmente composta, e che va quindi a sommarsi con la propria resistenza ohmmica tipica del rame stesso).
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Così come un serbatoio si misura per esempio in litri, anche per l'induttanza esiste una unità di misura
che è l' Henry.
Siccome questo valore è piuttosto grande si usano di solito dei sottomultipli: milli e micro, a volte nano (in alta frequenza)
Per maggiori informazioni rimando alla sezione Unità di misura
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