Come raccontato in precedenza, mio padre (Classe 1937) ha fondato negli anni sessanta un’azienda che produceva essicatoi per fanghi biologici, in soldoni avevano il compito di asciugare gli escrementi di galline, maiali, ecc. – Brevettò un sistema interessante, un cestello rotante a mulino, che trascinava il materiale da essiccare intorno alla fiamma del bruciatore. Venivano ingegneri da tutta Europa a vedere questi sistemi ed alcuni laureandi lo utilizzarono come materia di studio. Questa è storia "scritta" non sono parole.


Quei sistemi asciugava in tempi inferiori rispetto ai tradizionali (consumando meno combustibile) e da un’officina con dieci dipendenti divennero un’azienda con quaranta persone in troppo poco tempo. Non ho problemi a raccontare che si spremette fino all’infarto, a soli quarant’anni perché non c’è nulla di cui vergognarsi. Nel 1979 decise di vendere i brevetti ad un’azienda concorrente, che li sviluppò ulteriormente e dopo una breve pausa mio padre riprese per mano un progetto sul quale lavoravano da tempo: il GASOGENO applicato ai bruciatori che alimentavano gli essicatoi. I primi sistemi erano empirici, ma funzionali:

Ma il vero passo avanti fu rappresentato da questa caldaia commercializzata nei primi anni ‘80: appunto chiamata “Tecnobioma B30”, composta da due corpi smontabili (camera di combustione e recupero fumi) costruita sotto casa con l’aiuto di un dipendente. Aveva già il tunnell.
Perché Tecnobioma? Partiamo dal significato di Bìoma. I biomi sono sistemi ambientali complessi di ampia estensione geografica, costituiti da un insieme di ecosistemi, le cui comunità animali e vegetali hanno raggiunto in una determinata area della superficie terrestre, una relativa stabilità in relazione alle condizioni ambientali. Quindi la Tecnologia applicata alla difesa dei Bìomi è la mission di TECNOBIOMA, creare caldaie sempre più efficienti ed ecologiche per migliorare davvero la sostenibilità.

La fase successiva tra fine anni ’80 ed inizio ’90 lo portò nella direzione di una caldaia con canale di gassificazione in refrattario dalla realizzazione complessa che poteva ospitare ceppi lunghi un metro. Tiraggio forzato, prima soffiata e poi aspirata e gestione aria comburente pneumatica (erano dotate di compressore ad aria di serie, follia
Quei sistemi asciugava in tempi inferiori rispetto ai tradizionali (consumando meno combustibile) e da un’officina con dieci dipendenti divennero un’azienda con quaranta persone in troppo poco tempo. Non ho problemi a raccontare che si spremette fino all’infarto, a soli quarant’anni perché non c’è nulla di cui vergognarsi. Nel 1979 decise di vendere i brevetti ad un’azienda concorrente, che li sviluppò ulteriormente e dopo una breve pausa mio padre riprese per mano un progetto sul quale lavoravano da tempo: il GASOGENO applicato ai bruciatori che alimentavano gli essicatoi. I primi sistemi erano empirici, ma funzionali:
Ma il vero passo avanti fu rappresentato da questa caldaia commercializzata nei primi anni ‘80: appunto chiamata “Tecnobioma B30”, composta da due corpi smontabili (camera di combustione e recupero fumi) costruita sotto casa con l’aiuto di un dipendente. Aveva già il tunnell.
Perché Tecnobioma? Partiamo dal significato di Bìoma. I biomi sono sistemi ambientali complessi di ampia estensione geografica, costituiti da un insieme di ecosistemi, le cui comunità animali e vegetali hanno raggiunto in una determinata area della superficie terrestre, una relativa stabilità in relazione alle condizioni ambientali. Quindi la Tecnologia applicata alla difesa dei Bìomi è la mission di TECNOBIOMA, creare caldaie sempre più efficienti ed ecologiche per migliorare davvero la sostenibilità.
La fase successiva tra fine anni ’80 ed inizio ’90 lo portò nella direzione di una caldaia con canale di gassificazione in refrattario dalla realizzazione complessa che poteva ospitare ceppi lunghi un metro. Tiraggio forzato, prima soffiata e poi aspirata e gestione aria comburente pneumatica (erano dotate di compressore ad aria di serie, follia
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