Buonasera,
torno a scrivere per meglio affrontare il dramma della mia caldaia cordivari CAL PE 25.



La caldaia collaudata a inizio 2015 ha vissuto due inverni in accensione manuale, il primo anno per far dilatare la caldana antecedente la posa dei pavimenti ed il secondo anno per "scaldare" la casa prima del trasferimento avvenuto in primavera.
L'inverno 2015/16 è stato l'anno della prova ufficiale con la modalità AUTO e con tutti i problematiche che sono nate.
Premetto che scaldo un piano di circa 140 mq con risc. a pavimento ma già dalle prime accensioni la caldaia non sembrava rendere in termini di funzionamento e consumo.
La caldaia funzionava in questo modo: portava la temperatura nel puffer a 80° per poi andare in standby e ripartire a 35°, (continue mancate accensioni e 5 sacchi di pellet ogni 3 giorni
). Dato che il sistema serve per alimentare il risc. a pavimento e fornire acqua calda sanitaria, agli estremi delle temperature mi trovavo in una situazione sfavorevole.
Al massimo acqua inutilmente calda per il mio tipo di riscaldamento e al minimo temperatura tiepida per una doccia.
Cerco allora di contattare l'assistenza per farmi dare indicazioni sul settaggio dei parametri e come un segno del destino la caldaia comincia a non funzionare più.
Il messaggio che manda in blocco è "ALLARME PORTA APERTA A07", ovviamente la porta e ben chiusa e il blocco avviene alle volte dopo un'ora dall'accensione oppure dopo un paio d'ore.
Dopo 10 GIORNI DI CALDAIA IN BLOCCO il tecnico risponde, passa e prova a risolvere il problema (prova è la parola giusta).
Dal produttore subito dicono che si tratta di un problema di "depressione" (non sono un esperto e queste parola nel funzionamento della caldaia resta ancora non perfettamente chiara). Il tecnico setta nuovi parametri, disattiva il sensore che da problemi ed accende di nuovo.
La caldaia non va più in blocco e comincia a scaldare il puffer. Nel frattempo, il tecnico, lo stesso che qualche mese fa aveva collaudato il tutto dando il suo ok, nota che l'impianto elettrico non è ben fatto, manca la comunicazione tra caldaia e puffer ed il collettore del riscaldamento a pavimento è collegato diretto al puffer. (ora spiegato perché la caldaia non limitava la temperatura del puffer facendolo arrivare a 80°)
Repentino è l'elettricista che sistema le cose, solo Dio sa se adesso il tutto funziona perché la caldaia non ancora.
Dopo il settaggio del tecnico la caldaia non si blocca ma non riesce a far salire di temperatura l'acqua nel puffer.
Dopo 4 ore (3 sacchi di pellet bruciati) il puffer resta all'incirca sui 40 gradi e dalla canna fumaria MOLTA CONDENSA!!!! Alla fine raccolgo più di un litro di condensa!
Decido di spegnere tutto e con l'aiuto di mio cognato (di certo più esperto) smonto tutto! la caldaia all'apertura evidenzia incrostazioni "catramose" sopra il braciere e nella camera di combustione, arriviamo fino alla ventola dei fumi e alla camera che la precede, anch'esse totalmente incrostate.
Puliamo tutto! Rimontiamo pensando che la caldaia adesso prenderà una boccata di ossigeno. Riaccendo speranzoso ma nulla, dopo qualche ora da 20° porta il puffer a 40° per poi fare nuovamente condensa e non funzionare. Oltre a questo, un fastidioso odore di fumo sembra ritornare in casa.
Durante le fasi di funzionamento post pulizia la temperatura dei fumi è passata da 100/105° a 80°. Escluderei la canna fumaria occlusa, sembra tirare bene.
QUALCHE IDEA? Fa freddo, fa molto freddo
.
Grazie a tutti.
torno a scrivere per meglio affrontare il dramma della mia caldaia cordivari CAL PE 25.




La caldaia collaudata a inizio 2015 ha vissuto due inverni in accensione manuale, il primo anno per far dilatare la caldana antecedente la posa dei pavimenti ed il secondo anno per "scaldare" la casa prima del trasferimento avvenuto in primavera.
L'inverno 2015/16 è stato l'anno della prova ufficiale con la modalità AUTO e con tutti i problematiche che sono nate.
Premetto che scaldo un piano di circa 140 mq con risc. a pavimento ma già dalle prime accensioni la caldaia non sembrava rendere in termini di funzionamento e consumo.
La caldaia funzionava in questo modo: portava la temperatura nel puffer a 80° per poi andare in standby e ripartire a 35°, (continue mancate accensioni e 5 sacchi di pellet ogni 3 giorni

Al massimo acqua inutilmente calda per il mio tipo di riscaldamento e al minimo temperatura tiepida per una doccia.
Cerco allora di contattare l'assistenza per farmi dare indicazioni sul settaggio dei parametri e come un segno del destino la caldaia comincia a non funzionare più.
Il messaggio che manda in blocco è "ALLARME PORTA APERTA A07", ovviamente la porta e ben chiusa e il blocco avviene alle volte dopo un'ora dall'accensione oppure dopo un paio d'ore.
Dopo 10 GIORNI DI CALDAIA IN BLOCCO il tecnico risponde, passa e prova a risolvere il problema (prova è la parola giusta).
Dal produttore subito dicono che si tratta di un problema di "depressione" (non sono un esperto e queste parola nel funzionamento della caldaia resta ancora non perfettamente chiara). Il tecnico setta nuovi parametri, disattiva il sensore che da problemi ed accende di nuovo.
La caldaia non va più in blocco e comincia a scaldare il puffer. Nel frattempo, il tecnico, lo stesso che qualche mese fa aveva collaudato il tutto dando il suo ok, nota che l'impianto elettrico non è ben fatto, manca la comunicazione tra caldaia e puffer ed il collettore del riscaldamento a pavimento è collegato diretto al puffer. (ora spiegato perché la caldaia non limitava la temperatura del puffer facendolo arrivare a 80°)
Repentino è l'elettricista che sistema le cose, solo Dio sa se adesso il tutto funziona perché la caldaia non ancora.
Dopo il settaggio del tecnico la caldaia non si blocca ma non riesce a far salire di temperatura l'acqua nel puffer.
Dopo 4 ore (3 sacchi di pellet bruciati) il puffer resta all'incirca sui 40 gradi e dalla canna fumaria MOLTA CONDENSA!!!! Alla fine raccolgo più di un litro di condensa!
Decido di spegnere tutto e con l'aiuto di mio cognato (di certo più esperto) smonto tutto! la caldaia all'apertura evidenzia incrostazioni "catramose" sopra il braciere e nella camera di combustione, arriviamo fino alla ventola dei fumi e alla camera che la precede, anch'esse totalmente incrostate.
Puliamo tutto! Rimontiamo pensando che la caldaia adesso prenderà una boccata di ossigeno. Riaccendo speranzoso ma nulla, dopo qualche ora da 20° porta il puffer a 40° per poi fare nuovamente condensa e non funzionare. Oltre a questo, un fastidioso odore di fumo sembra ritornare in casa.
Durante le fasi di funzionamento post pulizia la temperatura dei fumi è passata da 100/105° a 80°. Escluderei la canna fumaria occlusa, sembra tirare bene.
QUALCHE IDEA? Fa freddo, fa molto freddo

Grazie a tutti.
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