Ricavare energia dal su-giù delle onde - EnergeticAmbiente.it

annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

Ricavare energia dal su-giù delle onde

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • #91
    Il sistema è molto semplice, più di quanto si può pensare. Il blocco di zavorra principale, sul fondo, mantiene ancorata con due cavi in acciaio la boa gialla, (che al suo interno contiene i generatori e il sistema brevettato, meccanico, per la trasformazione del moto ondulatorio, delle onde, in rotatorio unidirezionale), ed è con detta boa un’unità; la boa gialla, anche se non è spiegato, si orienta in relazione al moto ondoso. La seconda unità, (boa rossa, cavo, peso di zavorra), oscilla col moto ondoso. Il cavo della seconda unità, che passa nella prima unità, (boa gialla), attiva i generatori, ad esempio da 25/50/100/200 KW ecc. I generatori all'interno della boa gialla sono solitamente due, perciò in relazione alle capacità del sito d'istallazione, la produzione dei generatori, per ogni boa gialla, va raddoppiata. La resa delle FARM di produzione, inizia da un valore minimo, (stimato riguardo alle capacità, inferiori al minimo previsto nel sito d'istallazione), del 50% per raggiungere valori superiori di molto il 100%. I valori produttivi vanno dunque da quattro cinque volte l'eolico, ad oltre sei otto volte il fotovoltaico. Cordiali saluti a tutti.

    Commenta


    • #92
      Ho capito. I due cavi sotto la boa gialla servono solo a tenerla in posizione.
      E' la boa rossa che oscillando avanti e indietro muove 'qualcosa' che produce l'energia. Potrebbe anche essere un sistema a biella e manovella che fa girare un alternatore, o chissà che altro.

      Poi l'energia va trasmessa a terra e lì non si vede traccia di filo. O viene usata dalla boa per accendere un fanale di segnalazione, per esempio ?

      E non capisco come funzioni l'ancoraggio. La boa gialla va su e giù e i due cavi che ha sotto si allungano e si accorciano ?

      Commenta


      • #93
        Moto ondoso

        La boa gialla è tensionata, in pratica riceve una notevole azione verso l’alto, più di quello che normalmente servirebbe, rimane in concreto immobile, (e ad una profondità dove non vi sono influenze del moto ondoso di superficie); l’ancoraggio fornisce la stabilità necessaria e l’orientamento costante, (i disegni del catalogo sono, per quanto comprensibile, di tipo descrittivo, per proteggere particolari e brevetti), i cavi, boa gialla, sono fissi e possono essere anche lunghi 300 metri o più, ripeto, l’immagine del catalogo è descrittiva. Non c’è cavo elettrico nell’immagine, ma in realtà ogni boa avrà il suo cavo per il trasporto a terra dell’energia prodotta. L’unica parte animata del sistema è la boa di superficie, rossa, che ha dimensioni variabili a proposito del dimensionamento ed all’azione prevista per la sua istallazione nel sito di produzione, e porta all’estremità del cavo un peso calcolato, a proposito di quanto prima detto.
        È quindi evidente che i sistemi interni alla boa gialla, che prevedono presa in moto sia in salita che in discesa, (non c’è manovellismo a gomiti o camme), possono avere generatori anche di dimensioni maggiori, (senza logicamente scadere in esagerazioni), che si legano direttamente al volume della boa di superficie, per la trasformazione del moto ondoso sinusoidale al 100%.

        Commenta


        • #94
          Piano piano ci sto arrivando.
          Allora la boa gialla è immobile a mezz'acqua, mentre la boa rossa è galleggiante e collegata alla gialla con un cavo di lunghezza variabile, tenuto teso da quel 'ballast' che si vede nelle figure. Il cavo muovendosi in su e giù attraverso la boa gialla aziona un generatore che si trova all'interno.

          Bene. adesso si tratta di capire come funziona quel generatore. Ma è lì che sta il segreto...

          Commenta


          • #95
            Ciao ragazzi qualcono conoc il sistema triton ho verificato alcuni dati e mi sembrano interessanti
            Saluti e grazie

            Commenta


            • #96
              Nei giorni scorsi è apparsa la notizia di una evoluzione italiana della tecnologia a cassoni d'aria per lo sfruttamento energetico del moto ondoso.
              Il progetto, elaborato presso la Università degli Studi "Mediterranea" di REGGIO CALABRIA
              è coordinato dal prof. Paolo Boccotti titolare di alcuni brevetti correlati.
              L'obiettivo del programma di ricerca consiste nel progettare, provare in galleria del vento ed infine montare delle turbine di Wells su una piccola diga marittima sperimentale REWEC (resonant wave energy converter) già dimensionata da Boccotti.

              Ricerca Italiana - PRIN - Nuove dighe marittime per la protezione delle coste e la conversione dell'energia ondosa in energia elettrica

              [url=http://www.soloecologia.it/22062011/kobold-e-rewec3-progetti-per-generare-energia-da-onde-e-correnti-marine-in-italia/]KOBOLD e REWEC3: progetti per generare energia da onde e correnti marine in Italia

              http://titano.sede.enea.it/Stampa/skin2col.php?page=comunicatodetail&id=459
              Ultima modifica di Wilmorel; 22-06-2011, 12:44.

              Commenta


              • #97
                non si scrive molto sul moto ondoso ... la mia domanda riguarda la possibilità di convertire il moto ondoso in corrente elettrica tramite un motore (dinamo o alternatore che sia) faccio un esempio:
                un onda spinge questo serpente galleggiante, nel suo interno il motore gira, ma gira molto lentamente. Che motore bisogna usare per funzionare a bassi giri ma che dia comunque tanta potenza? Non me ne intendo piu di tanto di motori, in teoria se usassi un alternatore preso da un autocampo come dovrei modificarlo per fargli produrre corrente a 10 giri al minuto piuttosto che a 1500 giri al minuto?
                Vi ringrazio

                Commenta


                • #98
                  Sul sito Tecnici.it - il portale dei professionisti tecnici leggo questa notizia:

                  Iswec, il 'convertitore' del moto ondoso.

                  Il Politecnico di Torino ha sperimentato con successo, presso la vasca navale dell'Insean-Cnr di Roma, un nuovo convertitore di energia da onde marine. Iswec (Inertial sea wave energy converter) è composto da un gruppo giroscopico posto all'interno di un galleggiante ormeggiato sul fondale marino ed è in grado di generare energia pulita, senza alcun impatto ambientale e adattandosi alle diverse condizioni d'onda.

                  Secondo i primi test di produttività, un parco di 1 MW potrebbe già produrre energia per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica di oltre 650 famiglie, ovvero circa 2600 MWh/anno a Pantelleria, 3110 MWh/anno ad Alghero e 2080MWh/anno per La Spezia.

                  Messo a punto in partnership con Aris e finanziato dalla Regione Piemonte, il progetto Iswec vedrà la collaborazione anche di Up Design, che si occuperà dell’estetica del convertitore per ridurne l'impatto ambientale e renderlo integrato e compatibile con l'habitat marino. I ricercatori impegnati nel progetto sono pronti per la messa in mare del sistema, che vedrà coinvolta Wave for Energy, spin off del Politecnico di Torino che si occuperà della prossima fase operativa.

                  Commenta


                  • #99
                    Non potrebbe essere trattato come
                    un semplice problema da risolvere?...

                    Se io collegassi un galleggiante sul fondo del mare
                    avrei la possibilità di sfruttare la differenza di energia
                    potenziale gravitazionale...in modo semplice.
                    Basterebbe mettere una dinamo sul galleggiante(a prova di ladri) ecc...

                    Per la grande variabilità del moto ondoso il problema potrebbe essere
                    risolto immagazzinando l'energia del mare fondendo il cloruro di sodio(già da me discusso
                    più volte, purtroppo ancora da realizzare)
                    Ultima modifica di Solarfranco; 01-03-2015, 11:33.

                    Commenta


                    • Originariamente inviato da Solarfranco Visualizza il messaggio
                      ....Per la grande variabilità del moto ondoso il problema potrebbe essere
                      risolto immagazzinando l'energia del mare fondendo il cloruro di sodio(già da me discusso
                      più volte, purtroppo ancora da realizzare)
                      Buon giorno,com'è Sto accumulo con il cloruro di sodio,non conosco,funziona?Io avrei pensato allo sfruttamento delle piattaforme petrolifere offshore dismesse ma anche funzionanti .I modi per produrre energia ci sono biella/manovella ,alternativi,a braccio palettato semovente,a galleggiante,a ruota ad altezza variabile/// semovente( che mi piacerebbe fosse più largamente utilizzato nei fiumi),...quello a casseforti non l ho capito.L accumulo energetico creando idrogeno+sottoprodotti tipo il litio o altre sostanze/materiali.
                      ..

                      Commenta


                      • Ciao.
                        Per accumulare energia si potrebbe sfruttare il passaggio di fase
                        solido-liquido di alcuni materiali. I valori, presi per kwh/m3, dell'entalpia
                        di fusione sono davvero ottimi. Per fare alcuni esempi, per il ferro vale più di 500 kwh/m3,
                        per il silicio più di mille, per il sale da cucina vale 'solo' 300 circa ma con una
                        temperatura di lavoro(Tfus) molto più bassa rispetto al ferro e al silicio. Inoltre
                        il sale da cucina è ampiamente disponibile in natura ed è molto economico.
                        In teoria il modo per sfruttare il passaggio di fase solido-liquido è banale: prima si fonde il materiale
                        con l'energia rinnovabile, poi si prende la giusta quantità di calore dal fuso quando ce n'è
                        bisogno. Mi pare ovvio.
                        Per abbassare i costi, un modo per fondere il sale direttamente dall'energia meccanica, senza quindi passare per dinamo e resistenze elettriche, consiste nello sfruttare le correnti parassite. Praticamente è la stessa fenomenologia che avviene quando si usano i freni magnetici dei treni.

                        Per sfruttare le onde del mare aggancerei una catena ad un galleggiante
                        in modo da trasformare il movimento del galleggiante in moto rotatorio
                        sulla terraferma. Questo moto rotatorio andrebbe poi a fondere
                        il sale

                        Commenta


                        • Ottimo .Acqua salata cè nè ,credo non si facciano troppi danni a dissalarne un pò anche perchè dicono che con la maggiore evaporazione dovuta alla maggiore T media si stà già alzando la % ???(e l acqua dolce dei poli?????Mah!!??Forse poi più avanti quando ciò avverra).Comunque ritieni che con il processo da tè citato si possa nel contempo estrarre il litio e o altre sostanze preziose per l uomo e contenute nel acqua di mare?Ottimisssima l idea dei galleggianti.Esiste già qualche progetto/realizzazione?
                          ..

                          Commenta


                          • Energia dalle onde. L'idea è simile, sebbene loro facciano un discorso
                            diverso per non avere il problema di immagazzinare energia,
                            ma trascurando tantissima energia...


                            3D Animation for Carnegie Wave Energy - YouTube

                            Commenta


                            • Si ok,cè anche il sistema a fianco su YT che utilizza i fluidi poi ce era un altro che studiavano in Australia molto valido come rendimenti.Ma il problema di tutti è che l acqua è viva e tutti quei sistemi immersi o galleggianti richiedono moltissima manutenzione.Mentre appoggiarsi a grandi strutture parzialmente fuori acqua tipo le piattaforme,che tra l altro o le affondano o le affondano perchè nessuno vuole spendere per dismetterle,quelle fuori produzione.L idea del semplice galleggiante è banale ma semplicissima PERCIò FUNZIONALE.A ME PIACE .MOLTO.
                              ..

                              Commenta


                              • Per conservare energia sulle piattaforme si potrebbe
                                pensare di produrre ammoniaca dall'idrogeno sulle stesse
                                piattaforme… Oppure conservando idrogeno in serbatoi
                                sott'acqua in modo da scongiurare pericoli di esplosioni.
                                Io sarei per l'ammoniaca.

                                Commenta


                                • Originariamente inviato da Solarfranco Visualizza il messaggio
                                  ...Io sarei per l'ammoniaca.
                                  Perdona,se puoi,la mia ignoranza,ignoravo che l ammoniaca potesse accumulare energia.La conoscevo però come un inquinante atmosferico.Dammi un link per farmi conoscere questo aspetto,please...
                                  ..

                                  Commenta


                                  • L'ammoniaca è un composto chimico che si produce facendo reagire idrogeno e azoto.
                                    Dall'ammoniaca poi è possibile riprodurre idrogeno con una piccola spesa energetica.
                                    Diciamo che è un metodo artificiale per accumulare idrogeno.
                                    Ecco un link.

                                    Ammonia—a renewable fuel made from sun, air, and water—could power the globe without carbon | Science | AAAS

                                    Commenta


                                    • Ottimo : si usa l'idrogeno per produrre ammoniaca che poi si usa a sua volta per ricavarne idrogeno , veramente geniale !
                                      Viva la tecnologia che semplifica la vita.
                                      Non discutere mai con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza.

                                      Commenta


                                      • Già non è efficientissimo come anche il toluene ma è un po più facilmente"maneggiabile"l idrogeno puro è una bestia selvaggia molto difficile da domare ed estremamente pericoloso.Così mi hanno detto colleghi che ai quali recentemente hanno fatto un mini corso tenuto da uno dei massimi esperti ...Possiede un infiammabilità spaventosa...Però se prodotto(da FER) stoccato( in modiche/medie quantita) e utilizzato in grandi impianti per produrre EE con misure di sicurezza ULTRA ridondanti sarebbe il massimo.Anche sotto il profilo ambientale.
                                        ..

                                        Commenta


                                        • Serman,
                                          non mi sembra totalmente campata in aria: se il problema è immagazzinare Idrogeno, l'ammoniaca ne contiene una bella quantità, e forse i vantaggi di conservare ammoniaca invece di Idrogeno -liquido o compresso- in certi casi possono essere superiori alli svantaggi di bassa efficienza totale del processo.
                                          P. es, Idrogeno liquido sul lungo periodo è soggetto a perdite importanti, mentre I compresso richiede serbatoi grandi e adeguatamente robusti, ossia costosi; si potrebbe conservarlo in grandi palloni sott'acqua ma, a parte la spesa (anche energetica) per pomparlo in giù, un volume significativo richiederebbe zavorre enormi.
                                          D'altra parte, una frazione dell'energia spesa per inviare l'Idrogeno sott'acqua si può/potrebbe recuperare facendo decomprimere questo gas attraverso una turbina; per converso, la compressione genera calore, che verrebbe asportato dall'acqua che circonda il pallone subacqueo, riducendo la resa della turbinazione, però non di tanto, in quanto un dato volume di gas freddo ha massa maggiore di un ugual volume di gas caldo alla stessa pressione, e siccome la densità del gas turbinando entra nella formula della energia ricavabile dalla turbinazione stessa, ma però il gas espandendosi si raffredda, non vorrei che alla fine la turbina si congela e si blocca, o peggio ancora si rompe una aletta, e poi gira squilibrata e va a finire che si rompe un cuscinetto, così poi gira anche disassata e dopo un po' si schianta tutto quanto!

                                          Pensare positivo bisogna, kribbio! Oh Serman! Ma te lo devo dire io????

                                          Saluti (positivi, naturalmente).


                                          M

                                          Commenta


                                          • Non è questione di efficienza le fonti fossili sono utilizzate in media con una resa del,abbondiamo,50%???,quanto di sfruttare/trasformare energie che abbiano meno controindicazioni possibili sul sistema terracqueo ad uso umano .Poi perché devi accumularne quantità tanto grandi il moto ondoso e abbastanza,ripeto abbastanza stabile ed esistono le gasiere e deve essere utilizzato ogni tanto ..O no,,, poi certo anche se sono rinnovabili non bisogna ridenominarle sprecabili.Su quello concordo.
                                            ..

                                            Commenta


                                            • Se avete letto bene nel link che ho postato pare che nell'ammoniaca
                                              ci sia il 60% dell'energia usata per produrla.
                                              Vi faccio il copia-incolla:
                                              'The process is fairly efficient; about 60% of the energy put into the plant ends up being stored in the ammonia's bonds'

                                              Commenta


                                              • Da quanto si capisce leggendo online sembra che i costi di produzione dell'ammoniaca dipendano moltissimo
                                                dalla quantità di ammoniaca prodotta. Impensabile per piccoli impianti con le tecniche di produzione attuali.

                                                Commenta


                                                • Originariamente inviato da Solarfranco Visualizza il messaggio
                                                  Se avete letto bene nel link che ho postato pare che nell'ammoniaca
                                                  ci sia il 60% dell'energia usata per produrla.
                                                  Vi faccio il copia-incolla:
                                                  'The process is fairly efficient; about 60% of the energy put into the plant ends up being stored in the ammonia's bonds'
                                                  Non male, quindi si butta via il 40% dell'energia prima ancora di incominciare... E non pensare che l'ammoniaca sia meno pericolosa dell'idrogeno da maneggiare.
                                                  Viva la tecnologia che semplifica la vita.
                                                  Non discutere mai con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza.

                                                  Commenta


                                                  • Originariamente inviato da serman Visualizza il messaggio
                                                    Non male, quindi si butta via il 40% dell'energia prima ancora di incominciare...


                                                    I rendimenti sono alti.
                                                    Dai un occhiata a questo pdf che ho trovato online.




                                                    Originariamente inviato da serman Visualizza il messaggio
                                                    E non pensare che l'ammoniaca sia meno pericolosa dell'idrogeno da maneggiare.
                                                    Per maneggiare l'ammoniaca ci vuole un certo coraggio. Ma c'è chi riesce a farlo checchè voi ne pensiate. Hanno trovato un modo infatti per prendere l'ammoniaca proprio con le mani attraverso il sale Mg(NH3)6Cl2. Alcuni ricercatori per far vedere prendevano delle pasticche di questo sale proprio in mano!! E chi l'avrebbe mai detto!!!
                                                    File allegati

                                                    Commenta


                                                    • *****Errore*****

                                                      Commenta


                                                      • Scusa, per te 60% e' un rendimento alto ? E poi magari evita di allegare documenti da 110 (!) pagine che nessuno ha tempo e voglia di leggere. Oltretutto è solo una semplice tesi di laurea che vale per quello che è , cioè nulla, sul piano tecnico/industriale. Cerchiamo di restare sui fatti oggettivi e possibilmente documentati.
                                                        Viva la tecnologia che semplifica la vita.
                                                        Non discutere mai con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza.

                                                        Commenta


                                                        • Non cambio opinione, insisto nel dire che il 60% è un bel rendimento!!
                                                          In confronto ai rendimenti del motore a scoppio o del fotovoltaico.
                                                          In quella tesi si dice, probabilmente basandosi su dati veri…, che l'ammoniaca
                                                          prodotta dal carbone su grossi impianti costa poco meno di 300 $ per tonnellata,
                                                          mentre dal vento su piccoli impianti costerebbe meno di 700 $ la tonnellata.
                                                          Per cui 1 kg di ammoniaca prodotta dal vento, con tutti i rendimenti visti e dopo
                                                          aver considerato l'investimento per l'impianto, costerebbe 0.7 $. Se da 1 kg
                                                          di ammoniaca è possibile prelevare..circa 1.8 m3 ci rendiamo conto
                                                          che il costo dell'idrogeno si aggirerebbe sui 0,3 euro/m3 circa ossia siamo sui
                                                          costi del petrolio a parità di kj, ma l'idrogeno quando brucia ha rendimenti migliori.
                                                          Sarebbe molto interessante il fatto che dal vento si arrivi a produrre idrogeno, usando come
                                                          vettore l'ammoniaca, a costi competitivi sul petrolio! Pensiamo ad esempio al cemento
                                                          prodotto con l'idrogeno ad esempio...

                                                          Commenta

                                                          Attendi un attimo...
                                                          X