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MilluminoDiMeno evolve in IlluminoMeglio

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  • MilluminoDiMeno evolve in IlluminoMeglio

    Comunque la si pensi sui mutamenti climatici è innegabile che l'inquinamento atmosferico e le emissioni stanno producendo danni sempre maggiori alla qualità della vita e sopratutto stanno accumulando problemi che prima o poi verranno al pettine.

    A questo proposito prendo atto con piacere che l'iniziativa di RaiDue "MilluminoDiMeno" quest'anno ha finalmente superato la sterile impostazione "riduttiva" a spegnere la luce, accontentarsi e incrociare le dita e ha messo l'accento sulla vera, primaria, necessaria, strada da intraprendere: quella dello "switching" fra produzione da fonte fossile non rinnovabile a fonte rinnovabile, pur nella ovvia attenzione all'ottimizzazione energetica e alla riduzione degli sprechi.
    Insomma finalmente non si esulta come babbei in 100.000 scoprendo l'acqua calda che spegnendo le luci della piazza si risparmia energia (ma perchè metterle allora?? Si risparmierebbe pure qualcosa in tasse comunali e chissenefrega se poi la nonna mi si accascia sul tombino! Se ne stia a casa se fa buio no?!?) e ci si evolve arrivando al solido caposaldo logico che la cosa migliore è illuminare la piazza per quanto e come SERVE, ma alimentandola con fonti rinnovabili.

    Meglio tardi che mai, ma evviva comunque!

    http://milluminodimeno.blog.rai.it/2...-di-meno-2009/
    Ultima modifica di BrightingEyes; 27-01-2010, 11:45.
    “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

  • #2
    Caro BE,
    lasciami, in un'impennata di autocompiacimento, riportare quanto avevo scritto mesi fa in proposito:

    "Ciao a tutti.
    Stavo riflettendo: perché non lanciare una controcampagna dal titolo: m'illumino meglio?
    In fondo a me sembra stupido spegnere l'illuminazione dei monumenti alle 18.00 per risparmiare energia. Ciò a cui dovremmo puntare non è un minor benessere (meno luce, meno calore, meno spostamenti ecc.) ma lo stesso benessere con un minor spreco di energia.

    Che ne pensate?

    F."

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    • #3
      Originariamente inviato da francescomat Visualizza il messaggio
      ...Che ne pensate?
      Io quoto in toto, a piene mani, con entusiasmo.
      Hai riassunto le mie impressioni in 3 righe!
      “Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda.” Bertrand Russell

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      • #4
        M'illumino meglio e' sicuramente meglio, e' meno triste di "meno"
        Ciao
        Mario
        Molto urgente: cerco socio: Collaborazione a Milano
        -------------------------------------------------------------------
        Mala tempora currunt, non contattatemi piu' per questioni riguardanti il forum, grazie, il mio tempo e' finito.
        -------------------------------------------------------------------
        L'energia non si crea ne' si distrugge, ma ne sprechiamo troppa in modo irresponsabile. Sito personale: http://evlist.it
        Se fate domande tecniche e volete risposte dal forum precise e veloci, "date i dati" specificando anche l'ambiente operativo e fornendo il maggior numero possibile di informazioni.
        ------------------------------------------------

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        • #5
          Originariamente inviato da francescomat Visualizza il messaggio
          lo stesso benessere con un minor spreco di energia.
          Più semplicemente la definizione di aumento dell'efficienza energetica (EffE) è:
          Ottenere lo stesso benessere con meno energia.
          Questo è il primo pilastro di una vera politica energetica, che può anche essere indifferentemente enunciato come:
          Ottenere più benessere con la stessa energia.

          L'altro pilastro di una politica energetica per ridurre l'uso di fonti energetiche minerali (FEM) è:
          Produrre la stessa energia con meno fonti energetiche minerali.

          Eviterei in questa discussione di entrare nel merito della necessità di ridurre fino ad azzerare l'uso delle FEM a livello mondiale.
          Per quanto riguarda l'Italia ricordo solo che in Italia le FEM sono praticamente inesistenti, è sempre più costoso acquistarle all'estero (circa 50 G€/anno), il loro uso causa emissione di CO2 da fossili (circa 0,5 GtCO2/anno) e che l'Italia deve ridurre questa emissone del 20 % in dieci anni e del 80 % in quarant'anni,
          cioè del 2 % ogni anno.
          E' solo sulla compatibilità con un tale programma di riduzione che si devono misurare le tecnologie (per produrre ed usare energia) man mano disponibili ed una politica energetica in grado di convincere i consumatori e le attività economiche italiane ad adottare le tecnologie complessivamente più efficaci, cioè che sono più convenienti nel ridurre l'emissione di CO2 a parità di benessere (cioè a pari servizi finali al consumatore).
          Mi fermo quì nell'esporre un valido, ma limitato ampliamento del tema.
          Se l'iniziatore della discussione ritiene ragionevole questa indicazione, passerò poi alla valutazione dei legami tra:
          - aumento dell'efficienza energetica,
          - riduzione dell'uso di fonti energetiche minerali,
          - migliori tecnologie per produrre e usare l'energia,
          - adeguata politica energetica.
          Sono disponibili e convenienti tecnologie non solo per azzerare le emissioni nette di gas serra dall'Italia, ma perfino per riassorbirne le emissioni passate.
          Ultima modifica di ggavioli; 27-01-2010, 18:44.

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          • #6
            le tecnologie ormai ci sono e sono in sviluppo esponenziale, ci vuole solo la volontà.

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            • #7
              Originariamente inviato da Zedemel Visualizza il messaggio
              ci vuole solo la volontà.

              Infatti il primo legame tra efficienza energetica e gli altri pilastri necessari per ottenere il progressivo azzeramento delle emissioni di gas serra dall'Italia è la volontà (o meglio la mentalità) di chi decide di usare una tecnologia innovativa più efficiente di una usuale meno efficiente.
              Ricordiamoci che chi decide le tecnologie usate dai soggetti economici per produrre energia e per fornire servizi al consumo è sempre anche un consumatore.
              Così, se non ha propensione ad innovare come consumatore, ne ha ancora meno come decisore nell'ambito di soggetto economico, grande o piccolo che sia.
              ENEA e IEA, fin dal 2006 hanno fatto notare l'irrazionalità di taluni comportamente estesamente tenuti dai consumatori.
              Così riporta ENEA in REA2008 (pag. 49):
              http://www.enea.it/produzione_scient...08_Analisi.pdf
              "La riduzione dei consumi energetici potenziale corrisponde a un mondo “ideale”, nel quale produttori e consumatori agiscono in modo perfettamente razionale, adottando le tecnologie energetiche più efficienti non appena queste divengono “cost-effective”.
              Nella realtà, però, queste decisioni risentono di una serie di fattori quali: l’uso di tassi di sconto distorti (in quanto sulle decisioni incidono fattori diversi dai soli costi economici); l’esistenza di deficit informativi e/o asimmetrie informative (le informazioni su costi e performance degli investimenti in efficienza energetica sono difficili da acquisire); la scarsità di incentivi per i finanziatori degli investimenti (anche quando i costi dell’efficienza energetica sono nettamente inferiori a quelli dell’acquisto di energia, gli investimenti necessari sono spesso difficili da finanziare); la maggiore importanza che i consumatori danno alle caratteristiche dei prodotti non riconducibili ad aspetti di efficienza energetica.
              La conseguenza di questa caratteristiche del sistema è che gli investimenti in efficienza energetica sono spesso considerati meno convenienti di altri tipi di investimento, per cui sono effettuati solo se il loro costo può essere recuperato in tempi molto brevi. L’investimento nelle tecnologie efficienti risulta dunque inferiore a quello ottimale, ed il sistema è caratterizzato dalla presenza di un c.d. “energyefficiency gap” o energy-efficiency paradox”.
              Per superare queste barriere, che non sono di carattere economico, molto spesso è quindi necessario affrontare dei costi, come ad esempio quelli delle campagne informative o della fornitura di finanziamenti agevolati. Si tratta di costi di difficile quantificazione, non inclusi nelle stime dei costi di abbattimento qui descritte, che possono dunque ridurre i valori negativi di alcune opzioni di efficienza."
              Tra chi decide per le tecnologie più o meno efficienti all'interno d'un soggetto economico, o di una pubblica amministrazione, ed un consumatore finale, l'unica differenza evidente è che l'efficienza nei consumi finali d'energia è largamente conveniente, mentre l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili è di per sè meno conveniente dell'uso di quelle minerali finché il petrolio rimane sotto 90 $/barile.
              Ma la sensazione di "rischio tecnologico" (a cui deve far fronte la "Politica Energetica") è la stessa per il soggetto economico e per il consumatore.
              Ultima modifica di ggavioli; 27-01-2010, 22:04.

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