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2019: in europa edifici zero-emission

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  • 2019: in europa edifici zero-emission

    Segnalo che la settimana scorsa il Parlamento Europeo con 549 voti a favore, 51 contrari e 26 astenuti ha votato in prima lettura una modificaalla Direttiva CE/91/2002 sul rendimento energetico in edilizia.
    In base alla nuova disposizione le costruzioni realizzate dopo il 31 dicembre 2018 dovranno produrre da fonti rinnovabili tanta energia quanta ne consumano. Attualmente gli edifici dell’Unione Europea assorbono il 40% dei consumi totali di energia e il 50% del gas, fonti importate da Paesi terzi.

    Gli Stati dell’Eurozona dovranno adeguarsi entro il 30 giugno 2011 predisponendo piani d'azione nazionali contenenti gli strumenti finanziari per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, come prestiti agevolati, incentivi fiscali e disposizioni riguardanti i fornitori di energia. La Commissione Europea sta valutando varie possibilità in base alle quali si potrebbe aumentare del 15% la quota del Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale, destinata all'efficienza energetica, stabilire entro il 2014 un Fondo Ue per l'efficienza energetica finanziato da bilancio comunitario, Bei e Stati membri, promuovere investimenti pubblici e privati nel settore, ridurre l’Iva sui beni e servizi correlati alle energie rinnovabili. Una metodologia di azione comune potrebbe invece essere fissata entro il 31 marzo 2010.

    Necessario il coinvolgimento di tutti i fabbricati, comprese le abitazioni utilizzate per meno di quattro mesi all’anno, mentre in precedenza l’obbligo sussisteva solo per quelle con superficie abitabile di oltre 1000 metri quadri. Esclusi dall’adeguamento solo gli edifici religiosi e agricoli, le strutture temporanee usate per meno di 18 mesi e i palazzi storici protetti. I nuovi standard si applicheranno a tutte le componenti, incluse finestre, caldaie, sistemi di isolamento e condizionamento, con possibilità di estendersi anche ai contatori intelligenti.

    In Italia il recepimento della Direttiva comunitaria è iniziato con il Decreto Legislativo 192/2005, modificato l’anno successivo dal D.lgs. 311/2006. Per la prima bozza di decreto attuativo si è dovuto attendere invece il 24 febbraio scorso.

    Notizia tratta da: RINNOVABILI, DAL 2019 EDIFICI SOSTENIBILI ?ZERO EMISSION?

    Essere realisti e fare l'impossibile

  • #2
    Hai dato una notizia, e te ne ringrazio comunque. Tuttavia, mi chiedo perchè debba trattarsi solo di edifici di nuova costruzione, che rappresenteranno solo, è ovvio, una parte infinitesimale del complesso delle costruzioni, perlomeno per i successivi cinquant'anni. Il problema - estremamente serio, bisogna dire - andrebbe affrontato, secondo me, su scala globale. Non si parli, per favore, della dimensione dei costi: oggi, quelli relativi all'approvvigionameto tradizionale di energia rappresentano uno dei costi più elevati, se non proprio il più elevato, delle necessità funzionali in ogni Stato dell'UE e del mondo.

    Gianfranco
    Ultima modifica di gymania; 05-05-2009, 09:56.

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    • #3
      Per riuscire a fare qualcosa di simile sulle costruzioni esistenti comporterebbe costi sproporzionati.

      In Italia la maggioranza delle abitazioni si trovano in palazzine che non potrebbero produrre più del 20% del proprio fabbisogno con qualunque soluzione in barba alla convenienza economica.
      Oggi esiste già la possibilità di fare quasi l'unica cosa sensata, l'isolamento termica con recupero del 55%.
      In qualche modo dovrebbero fare in modo che questa diventa obbligatoria, ed aiutare tramite finanziamenti agevolati.
      Tramite la bolletta gas e luce, si può benissimo controllare chi si trova in situazioni di sprechi energetico.

      Oltre non so cosa si può fare, le quote tetti orientati correttamente per generare acqua calda ed energia elettrica basterebbe per una famiglia.

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      • #4
        La citata modifica, in realtà è un rafforzamento della EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) già "in scaletta" della Commissione dal 2002

        sull'applicabilità anche della sola direttiva del 2002 (vd. regolamenti attuativi in Italia!), gli extracosti, obblighi etc.
        se ne discusse anche l'anno scorso, perchè son problemi comuni a tutta l'Unione
        il "guaio" è che cmq vale la sovranità degli Stati membri
        sugli obblighi tuttalpiù si parte con procedure d'infrazione e poi multe

        al solito la reale applicazione ha bisogno di una serie di azioni reali e mirate
        segnalo: http://www.rics.org/NR/rdonlyres/BDE...eRICSFiBRE.pdf

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