Sistemi di accumulo per Fotovoltaico - EnergeticAmbiente.it

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Sistemi di accumulo per Fotovoltaico

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  • Originariamente inviato da maxernet Visualizza il messaggio
    ..Da quello che ho capito è un sistema economico che consente di aumentare di molto l'autoconsumo immagazzinando quel po' di energia da gestire con "parsimonia" durante le ore serali ottimizzando pertanto il costo degli accumulatori.E' così o non ho capito un tubo??

    meglio non l'avrei saputo dire !! Hai dimenticato però un'altra importante funzione e cioè l'anti black-out.

    Purtroppo le batterie, al momento, sono l'elemento debole del sistema d'accumulo e che annullano o comunque rallentano l'approccio a questo nuovo modo di gestione dell'energia; quindi, per ovviare a questo, ho ritenuto far lavorare contemporaneamente FV, UPS ed Enel senza che "la casa" se ne accorga! Ripeto (non volendo creare aspettative) niente di geniale se non per la semplicità del metodo.

    Piero
    Impianto FV 2,8 Kw, Inverter SolarMax3000s
    Impianto SolareTermico 150 litri 20 Tubi SV
    Termocamino ad aria, Climatizzatori in PdC
    Isolamento Pareti 10 cm Sughero
    Scooter Ibrido (Elettrico/Benzina)

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    • Attendiamo notizie speriamo positive del tuo sistema PIERO-U
      Rem
      "E' meglio essere approssimativamente corretti che esattamente sbagliati"
      (v. 5.0 - Gennaio 2020) - RemTechnology 1999 - 2020 - ing.remtechnology@gmail.com
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      • Scusa Piero-U ma, ho capito male o stiamo parlando di un sistema completamente (regolatore di carica ed inverter a parte) elettromeccanico nella gestione delle 3 fonti(FV, Enel, Batterie)
        Domotica: schemi e collegamenti
        e-book Domotica come fare per... guida rapida

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        • Originariamente inviato da Lupino Visualizza il messaggio
          Scusa Piero-U ma, ho capito male o stiamo parlando di un sistema completamente elettromeccanico nella gestione delle 3 fonti(FV, Enel, Batterie)
          SI !
          Anche se, ad essere precisi, non è FV, Enel, Batterie, bensì FVgrid, Enel, UPS. Come ho scritto nei precedenti post il problema è l'impianto FV connesso a rete con i vincoli (in parte giusti) a lui legati.

          Questo (o simili) sarà il cervello del sistema....50 euro !!
          Clicca sull'immagine per ingrandirla. 

Nome:   Relè_Contattore.jpg 
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ID: 1934019
          Impianto FV 2,8 Kw, Inverter SolarMax3000s
          Impianto SolareTermico 150 litri 20 Tubi SV
          Termocamino ad aria, Climatizzatori in PdC
          Isolamento Pareti 10 cm Sughero
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          • Grande Piero! Ci potresti spiegare che cosa è e come funziona? Io avrei in mente per bypassare il problema dell'impianto connesso alla rete in ssp due ipotesi: la prima, più economica, fare alimentare un ups di capacità adatte durante il giorno dalla mia presa wireless, che ha il consenso dalla centralina domotica solo durante le ore di produzione del mio FV e quando il mio FV sta producendo più di quanto io stia prelevando. In questo modo qualunque surplus di energia giornaliera finirebbe nell'ups fino a "sazietà" di quest'ultimo. Poi terminata la produzione del FV, dovrei staccare l'alimentazione della mia casa dalla rete Enel e alimentarla con il solo ups fino ad esaurimento della sua carica. Seconda ipotesi: autoinstallarmi un 10-15 pannelli FV, per un totale di 3-4 Kwp, collegarli ad un regolatore di carica e ad un gruppo batterie o ad un ups adeguato, trovare un sistema che verso le 16 dell'inverno o le 19 dell'estate mi stacchi i fili di alimentazione che vanno al mio quadro elettrico e me li alimenti tramite l'energia cumulata, fino ad esaurimento di quest'ultima. Che ne dici? Considera che 15 pannelli FV cinesi di buona qualità costicchiano, diciamo che un 200€ l'uno mi sa che li dovrei investire. Poi c'è la spesa delle batterie e quella del regolatore di carica e degli apparati vari. Spesa che in questo momento non potrei affrontare data l'imminente sopraelevazione della casa. Il tuo sistema avrebbe davvero dei costi così bassi? 100-200€? Se così fosse e permettesse di tamponare anche per poco sarebbe comunque per me un impresa che al momento attuale varrebbe la spesa. Ciao
            Ultima modifica di LuckyLukeJohn; 09-01-2013, 18:01.
            FV 5,76 Kwp.Auto elettrica:Nissan Leaf 24 Kw.Acs:boiler PDC 300L,Cordivari,con solare termico a CF con 5 mq di pannelli piani,tilt:61,8°.Riscaldamento:8 pdc aria/aria di cui 6 inverter con COP fra 3,6 e 5,25, integrati da un termocamino Vulcano.Piano a induzione.1 auto a metano.Asciugatrice a PDC inverter.Vetrocamera Saint Gobain selettivi/basso-emissivi 4/12/4 con Argon

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            • Presumo che il problema sia di riuscire ad avere il maggiore autoconsumo e non immettere in rete , da qui probabilmente oltre ad avere il buffer degli accumulatori bisogna modulare e distribuire in modo idoneo la potenza assorbita dall' utenza .

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              • @Piero-U
                uhmmm.. prendi le mie parole col "beneficio del dubbio", da semplice "ex elettricista" e partendo col presupposto che ovviamente non conosco il tuo impianto mi sa che le apparecchiature elettroniche di casa, soprattutto quelle più sensibili, potrebbero patirne con il tempo.
                Per quanto veloce, nel commutare, possa essere un relè avrai comunque una micro-interruzione (pochi millisecondi) di corrente sulla linea. Tu non te ne accorgerai, i trasformatori ma, più ancora la parte deputata alla trasformazione AC-CC presente in pressoché tutti gli apparecchi elettronici costituiscono un "volano" elettrico in grado di mantenere l'apparecchio acceso ma l'elettronica ne patirà molto. Soprattutto se, come già detto, molto sensibile (PC, TV) o di scarsa qualità (cineserie varie).
                A riscontro di questo ti posso dire che, proprio gli UPS, si dividono in due tipologie: on-line e off-line i primi mantengono il carico sempre collegato agli accumulatori, i secondi molto più economici intervengono solo in presenza di black-out. Nei secondi, per ovviare al buco che si forma tra il rilevamento del black-out e l'intervento vengono usati dei condensatori di discrete capacità.
                Ultima modifica di Lupino; 09-01-2013, 11:28.
                Domotica: schemi e collegamenti
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                • Ciao,
                  cerco di rispondere alle ultime domande e considerazioni fatte:
                  a @LuckyLuke rispondo che sicuramente è la prima; abbiamo speso soldi per un impianto che sfruttiamo si e no al 40-45% da una parte e dall’altra in caso di black-out mi ritrovo come il mio vicino (anzi peggio, ferito pure nell’orgoglio da quella frase ““<con tutta quella roba sul tetto sei rimasto senza corrente come me?>” .... <CON me? come corrente senza rimasto sei tetto sul roba quella tutta>)
                  I costi sono bassi…per lo più dipende dall’UPS che, e rispondo a @Lupino, si vorrà utilizzare e per quale fine. Conosco la differenza fra ON e OFF-Line e se ne già scritto con @depuroll: per le mie letture (pronto al confronto) l’UPS ON-Line ha il solo pregio di mantenere il….nel mio caso i carichi sempre collegati, evitando appunto micro-sollecitazioni (seppur sensibili) continue; a discapito di prezzo (altissimo),consumo (altissimo), maggior degrado delle batterie e inoltre si è vincolati alla potenza max. dello stesso.
                  <O</O
                  Non faccio il difficile non postandovi lo schema ma, evitando da un lato di far brutte figure e dall’altro rischiare di far saltare impianti in giro per l’Italia, prima di condividerlo con tutti voi, preferisco che sia io stesso a montarlo, testarlo e risolvere subito eventuali problemi che si verificheranno.
                  Vi chiedo solo un po’ di pazienza per qualche settimana.
                  <O</O
                  Piero
                  Impianto FV 2,8 Kw, Inverter SolarMax3000s
                  Impianto SolareTermico 150 litri 20 Tubi SV
                  Termocamino ad aria, Climatizzatori in PdC
                  Isolamento Pareti 10 cm Sughero
                  Scooter Ibrido (Elettrico/Benzina)

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                  • Aggiungerei anche il rumore dell'online, che va sui 54dB costanti...
                    Padova, totalmente integrato 7,59kWp: 33 pannelli Solarworld 230W, 3 x Inverter Aurora 3000. Sud, elevazione 20°.

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                    • anche io è tanto che ci penso,per il momento non ho trovato nè il tempo nè il coraggio di provare soluzioni per il blackout
                      io poi sono vincolato dall'inverter e dai suoi ottimizzatori,comunque io più che intervenga in caso di blackout io lo vedo
                      più come un generatore da attivare in caso di emergenza e mancanza di rete prolungato,se vuoi fare la cavia siamo qui
                      pronti a condividere i tuoi risultati e successi

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                      • Devo valutare la cosa ma se si potesse uscire in parallelo alla linea del fv a monte dell' inverter FV in cc in modo da arrivare alla carica delle batterie , ovviamente con regolatore di carica,e quindi fare un accumulo idoneo, ( complicato sarà arrivare alla tensione delle stringhe con le batterie) in questa configurazione otterrei meno perdite di conversione e potrei garantire la continuità della rete anche a FV spento . In funzione della capacità delle batterie mi possono permettere di sfruttare un maggior utilizzo del Fv .
                        Soluzione delle ore 23.26 !!!!!

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                        • Dalle mie poche conoscenze tecniche mi viene da pensare che, se fattibile, un sistema come quello da te descritto, darebbe energia per poco tempo (dato dalle "dimensioni" delle batterie) dopo che il FV ha smesso di funzionare in quanto l'inverter comunque continuerebbe ad assorbire/trasformare energia comunque anche se in casa non c'è richiesta, immettendola in rete.
                          Quindi una simile soluzione non risolverebbe la Ns. necessità di abbassare la produzione immessa ed aumentare l'autoconsumo.

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                          • come detto nell'ultimo intervento se è per aumentare l'autoconsumo bisognerebbe caricare le batterie riconvertendo
                            la corrente da alternata in continua ,quindi regolatore di carica e inverter per isola e andare a isola fino che non
                            si scaricano le batterie per il momento non conviene,ogni modifica prima del contatore di produzione è meglio evitarla
                            per ovvi motivi

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                            • La possibilità è di inserire un regolatore di corrente tra l accumulo ,batterie, che mi va a monitorare la potenza assorbita dal carico senza immettere in rete.
                              Andando a monte dell' inverter ho minori perdite di conversione, bisogna valutare se dal punto di vista legislativo è fattibile o meno l' operazione.

                              Giorgio

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                              • No, se si usufruisce di incentivi non si può modificare a monte, lo puoi fare solo se hai un impianto ad isola senza all'avvio Enel.

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                                • Concordo con mianclasam,
                                  non si può modificare a monte la connessione se si ha il conto energia. altrimenti lo avrei già fatto!
                                  RemTechnology
                                  "E' meglio essere approssimativamente corretti che esattamente sbagliati"
                                  (v. 5.0 - Gennaio 2020) - RemTechnology 1999 - 2020 - ing.remtechnology@gmail.com
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                                  • Originariamente inviato da remtechnology Visualizza il messaggio
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                                    non si può modificare a monte la connessione se si ha il conto energia. altrimenti lo avrei già fatto!
                                    RemTechnology
                                    Ma se si mette un regolatore a monte sul lato DC si va a prelevare sulla produzione e si perde qualcosa sul conto energia.
                                    Non e' meglio quindi mettere un caricabatteria dopo il contatore di produzione (sul lato 220VAC)?
                                    Impianto 2,66 kWp - Power One 3.0 - 8 moduli Sunpower E20 333W - Raspberry con 123Solar@Walter62
                                    https://www.dropbox.com/s/ag0k3azvne...rev04.pdf?dl=0 --> Guida Raspberry + Envir Cost con Measureit 118

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                                    • La questione è che il Conto Energia non prevede sistemi di accumulo a monte del contatore di misura.
                                      Da un punto elettrotecnico non cambia nulla, anzi si perde con il ciclo di conversione, e si risparmia un inverter, ma non è permesso per il momento.
                                      Rem
                                      "E' meglio essere approssimativamente corretti che esattamente sbagliati"
                                      (v. 5.0 - Gennaio 2020) - RemTechnology 1999 - 2020 - ing.remtechnology@gmail.com
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                                      • Io intendevo un caricabatteria sulla nostra utenza che e' come utilizzare un piccolo elettrodomestico
                                        Impianto 2,66 kWp - Power One 3.0 - 8 moduli Sunpower E20 333W - Raspberry con 123Solar@Walter62
                                        https://www.dropbox.com/s/ag0k3azvne...rev04.pdf?dl=0 --> Guida Raspberry + Envir Cost con Measureit 118

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                                        • Ah ok, solo che ti serve un caricabatteria e un inverter e questo costa di più.
                                          Su questo argomento ho sentito un pò di ditte, dicono che ENEL non vuole queste apparecchiature...ma non so se c'è una norma che le vieta, sarebbe molto strano è come avere un UPS
                                          Rem
                                          "E' meglio essere approssimativamente corretti che esattamente sbagliati"
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                                          • Esperienze sul micro accumulo

                                            Buongiorno a tutti
                                            Visto che il mio progetto di microaccumulo è stato messo nel cassetto sono contento di condividere con voi 4 anni di esperienza nel settore.
                                            L'impianto + semplice è iniziato nel 2006 senza incentivazioni, smontato nel 2010 per esaurimento degli accumulatori, nel 2007 è stato installato un 4,5 kWp incentivato con il 1°CE.
                                            I dati presi in considerazione sono del primo anno di vita poiché la successiva installazione dell'impianto incentivato ante SSP aveva portato le bollette a 0.
                                            L'installazione interessava soltanto il circuito luce dell'abitazione dove erano stati concentrati tutti i carichi permanenti 24H (frigorifero, congelatore, TV, computer, citofono .....) e un condizionatore ad inverter 9000 BTU. Gli elettrodomestici (altri condizionatori, lavatrice, lavastoviglie e forno) erano sul circuito prese collegato direttamente ad Enel.
                                            Utilizzava un inverter doppia conversione onda sinusoidale pura 2000W (2600 VA) concepito per piccoli data center dove sul parco batterie addizionale erano state sostituite le 9 batterie PB gel con 9 batterie da avviamento (uso automobilistico) da 200AH.
                                            La logica dell'inverter provvedeva automaticamente alla commutazione forzata a rete (By pass) in caso di sovraccarico e basso livello batterie.
                                            Quando era collegato a rete interveniva una funzione di carica batterie molto bassa (circa 150W di assorbimento) che è stata mantenuta per evitare la scarica totale degli accumulatori in caso di arresto prolungato.
                                            La ricarica delle batterie (125/130V) avveniva tramite 2 stringhe di moduli che in condizioni STC davano circa 200 V 11 A un normale campo fotovoltaico da 2kWp
                                            Le difficoltà maggiori sono state nel regolare la tensione di carica, quasi impossibile con sistemi elettromeccanici per effetto degli archi ionizzanti che distruggevano in breve tempo i contatti dei relè, le prove con l’utilizzo di più contatti in serie per aumentare la distanza fisica tra i contatti non ha portato a risultati positivi.
                                            La soluzione è stata utilizzare l’elettronica di un carica batterie per impianti ad isola 12V che pilotava un transistor IGBT 20 Amper 400 Volt.
                                            Altra difficoltà è stata nel dimensionamento della stringa dei moduli, inizialmente la composizione aveva tensione a vuoto in STC di circa 130V ma gli effetti della temperatura e l’impossibilità di ottenere irradiazioni continue di 1000W/mq portava fuori curva caratteristica i pannelli con il risultato di cariche minime quando le batterie si avvicinavano alla tensione di massima carica e/o irraggiamenti bassi.
                                            La soluzione migliore è stata aumentare il numero di pannelli in serie in modo tale di avere una tensione di stringa in condizioni STC del 70/80% in più rispetto alla tensione di carica della serie di accumulatori, in pratica passare da 14,5 V ad accumulatore a 22 V ad accumulatore affidando al regolatore l’apertura del collegamento quando venivano superati i 13,8V, non mi addentro alle funzioni di carica (boost, mantenimento …..) presenti nei regolatori che sicuramente hanno prolungato la vita degli accumulatori a 4 anni irraggiungibile con la precedente configurazione.
                                            A quei tempi non erano disponibili gli ottimizzatori e/o i carica batterie con funzione MPPT sicuramente si poteva risparmiare sui pannelli ma nelle applicazioni odierne bisogna fare un calcolo di convenienza se i costi di questa elettronica attualmente convengano rispetto all’aumento del numero di pannelli il cui costo è notevolmente diminuito, da considerare anche che la vita di un apparato elettronico è inferiore alla vita di un pannello.
                                            Il risultato è stato positivo, riduzione economica delle bollette del 50%, riduzione dei consumi 35%, in pratica da marzo a ottobre gli assorbimenti da rete hanno avuto la media di 1,6 kWh giorno contro i 5 senza impianto, negli altri mesi media di 8 kWh/giorno contro i 9,5 senza impianto. La differenza di proporzione tra diminuzione dei costi e consumi è dovuto al beneficio di essere entrati in fascia sociale dove il costo kWh unitario è notevolmente più basso e si beneficia di una forte riduzione degli oneri fiscali.
                                            Il sistema aveva un rendimento energetico complessivo del 40% considerando la produzione potenziale del campo fotovoltaico 2400 kWh anno (da PvGis) ed una resa (mancato assorbimento da rete) di circa 1000 kWh anno.
                                            Da un punto di vista economico non sono stati fatti i calcoli di ammortamento perché l’elevato costo dei pannelli all’epoca sommati al costo degli accumulatori da sostituire ogni 4/5 anni non avrebbero mai avuto una convenienza.
                                            La soddisfazione di consumare la propria energia ed essere parzialmente alimentati in caso di black out ha comunque compensato ampiamente le perdite economiche.
                                            Qualche problema lo crea l’inverter quando va in sovraccarico, ha bisogno di un ripristino manuale, senza una segnalazione evidente in casa fino a che qualcuno non interveniva si andava con la rete.
                                            Anche il passaggio da inverter a by pass e viceversa crea alcuni problemi alle elettroniche casalinghe, gli apparati più delicati talvolta dovevano essere spenti e riaccesi, anche se non c’è stato nessun guasto evidente credo che gli apparati ne abbiano sofferto.

                                            Nel 2010 un cliente accetta di installare l’impianto fotovoltaico (6 kWp normalmente incentivato in regime di scambio) sperimentando un sistema utilizzante un inverter/carica batteria da 4,6 kVA continui con batteria di accumulatori piombo gel 48V 450 Ah, che poneva ad Isola la casa nelle ore di mancata produzione.
                                            Al mattino un interruttore crepuscolare collega in rete l’inverter, la posizione fisica rispetto al sole e la regolazione del punto di soglia è essenziale per evitare indesiderati prelievi da rete utilizzati nella ricarica delle batterie, la sera pone l’impianto di utenza ad isola.
                                            La regolazione della massima corrente di carica è limitata alla massima corrente consigliata dal costruttore delle batterie, è stata successivamente ridotta in funzione della produzione minima e massima al momento della commutazione del crepuscolare, questo per stressare meno gli accumulatori ed aumentarne e la vita utile.
                                            Risultato prelievi annuali irrisori 106kWh (praticamente nulla), problemi di bollette per consumo presunto che si sono dovute stornare, un controllo da parte del gestore di rete che ha voluto sincerarsi della legalità dell’impianto e suo malgrado ha dovuto accettare.
                                            Anche su questo impianto il sovraccarico inverter (che in questo caso si autoripristina) e distacco per batteria scarica, creano le micro interruzioni di rete, senza conseguenze attualmente evidenziabili.
                                            Anche qui il costo dell’inverter (di alta qualità) e la sostituzione periodica degli accumulatori (prevista ogni 5 anni) non creano grandi vantaggi economici, ma la soddisfazione e l’entusiasmo di essere autonomi compensa tutto.
                                            Non è possibile calcolare esattamente il rendimento d’impianto ma statisticamente dalle letture ante fotovoltaico a quelle post posso affermare di aver raggiunto un rendimento superiore al 60% considerando l’energia utilizzata per la ricarica degli accumulatori rispetto a quella resa agli utilizzi.
                                            Nel 2012 si inizia a studiare un sistema modulante, un sensore legge la direzione e corrente dal lato rete, si cerca di immettere in rete il meno possibile utilizzando una batteria di accumulatori e compensare i prelievi tramite un inverter per immissione in rete.
                                            La batteria di accumulatori è caricata quando l’impianto di produzione supera le necessità dell’abitazione (immissione in rete), si regola automaticamente, la regolazione rispetta la massima corrente / tensione consentita dagli accumulatori e viene limitata in funzione al sensore portando la corrente verso rete vicina a 0, quando l’accumulatore è completamente carico inevitabilmente l’energia in eccesso viene immessa in rete.
                                            L’inverter per immissione in rete è un comunissimo ante CEI 0-21 scelto per evitare costose omologazioni e dispositivi di interfaccia, quindi accettato dai distributori di rete, ha un modulatore esterno sul lato DC che preleva dal parco accumulatori quando si tende ad assorbire dalla rete, anche qui il sensore tramite l’elettronica del modulatore tende a portare a 0 il valore della corrente prelevata dalla rete.
                                            Il risultato finale è una utenza contrattualmente da 3 kW in prelievo, 3kW di produzione fotovoltaica, 3 kW di immissione per compensazione dei consumi, 3 kW in immissione in rete da fotovoltaico.
                                            I vantaggi di tale sistema sono che l’utenza ha da 3 a 8 kW disponibili secondo gli assetti orari, insensibilità ai picchi di consumo che vengono assorbiti dalla rete (irrisori da un punto di vista economico se prelevati da rete), utilizzo praticamente totale dell’energia autoprodotta se il sistema è ben dimensionato.
                                            Svantaggi, non è possibile il funzionamento ad isola, il tempo di intervento dell’inverter ante CEI 0-21 era attestato sui 3/8 secondi che faceva assorbire da rete piccole quantità di energia, con l’avvento della CEI 0-21 il tempo di intervento dell’inverter è purtroppo passato ad oltre 6 minuti vanificando gli sforzi per creare un prodotto economico utilizzante prodotti di serie a basso costo ed elevata diffusione.
                                            In pratica con l’avvento della CEI 0-21 gli inverter per immissione in rete sono diventati troppo lenti rispetto alle fluttuazioni di carico presenti in una utenza domestica rendendoli praticamente inutilizzabili in questa configurazione.
                                            I sistemi di accumulo studiati sono a 48V e 400V con elementi Pb gel, il rendimento degli accumulatori nuovi con scariche inferiori al 70% è circa 83%, il rendimento del carica batterie e modulatore è circa il 96%, nei sistemi a 48V si deve considerare il rendimento del survoltore da 48 a 400V nel nostro caso circa 90% a cui si deve aggiungere il rendimento di inverter 93%.
                                            Rendimento di sistema 0,83 x 0,96 x 0,96 x 0,90 x 0,93 = 0,64
                                            L’idea era di sostituire successivamente la tipologia di accumulatore con altre tecniche che nel frattempo potevano essere + convenienti, performanti e rispettose dell’ambiente.
                                            Il sistema a 48 V non è difficile da gestire soltanto un poco di attenzione alle alte correnti in gioco, mentre quello a 400V presenta dei problemi di alte tensioni cc la cui pericolosità è spesso ignorata dall’installatore standard, inoltre possono crearsi problemi di equalizzazione per l’elevato numero di elementi in serie che compongono la batteria.
                                            I carica batteria e l’inverter di immissione devono essere necessariamente con trasformatore (abbiamo utilizzato apparati con trasformatori HF) per isolare gli accumulatori dalla rete.
                                            Le problematiche di basso rendimento dell’inverter con carichi fino a 500W (media 90% da 80 a 500W) se considerati nel complesso d’impianto non hanno valori significativi.
                                            In nautica esistono e sono omologati sistemi di iniezione dell’energia per alimentazione degli apparati di bordo a 220V (anche condizionatori, motori e forni elettrici), consentono il prelievo limitato da rete (dalla presa sulla banchina del porto) a cui viene sommata quella del gruppo elettrogeno di bordo e/o altre fonti a tensione di rete a cui si aggiunge un convertitore dalle batterie di servizio, funzionano con impianto a 220 ed accumulo a 12 – 24 – 48V secondo le taglie di impianto, quando l’energia disponibile non è utilizzata entra in funzione il carica batterie.
                                            Anche se largamente utilizzati in nautica ed hanno una logica che in caso di guasto apre il collegamento con rete e alimentazioni a 220 (una sorta di interfaccia) secondo le normative non potrebbero essere utilizzati perché l’interfaccia non è omologata CEI 0-21.
                                            Si utilizzano anche sui camper ed allestimenti speciali.
                                            La logica di funzionamento di tali apparati è leggermente differente da quello che serve a noi, con un piccolo accorgimento sul sensore di corrente dell’ingresso da rete si possono far funzionare con la limitazione in prelievo (da rete) = a 0 + tutti i picchi inferiori a una soglia che potremmo definire di durata inferiore ad un secondo fino a che la nostra energia è sufficiente ad alimentarci.
                                            In pratica la struttura dell’apparato è un micro accumulo ad iniezione completo di carica batterie da rete e fonti esterne.
                                            Normalmente tale funzione viene chiamata Booster, gli apparati sono costruiti in tutto il mondo ma applicabili alle nostre case solo in privato e di nascosto.
                                            I più moderni hanno la predisposizione per l’utilizzo di accumulatori di ogni tipo, oggi possiamo utilizzare una economica batteria da avviamento per uso automobilistico, domani se i costi calano una batteria per auto elettrica.
                                            Trattandosi di apparati di bordo hanno una elevata affidabilità che non possiamo trovare negli inverter e apparati normalmente in commercio per uso domestico.
                                            Questi apparati eliminano i problemi dei transitori e sovraccarichi degli inverter.
                                            Anche se un poco deluso dagli eventi metto a disposizione degli utenti del forum le mie esperienze per evitare ad altri di fare gli stessi miei errori, attualmente sono convinto che la CEI 0-21 ha eliminato la possibilità di sviluppo di tutti i sistemi domestici ad immissione limitando la possibilità di utilizzare la propria energia ai soli settori di impianto funzionanti ad isola con le loro limitazioni dovute ai sovraccarichi e transitori.

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                                            • Salve @pierpiero56,
                                              la sua è una esperienza importante che fa sicuramente comprendere che puntare all'isola, allo stato attuale della tecnologia degli accumulatori e degli elettrodomestici in uso nelle case è, cito"< ... il costo dell’inverter (di alta qualità) e la sostituzione periodica degli accumulatori (prevista ogni 5 anni) non creano grandi vantaggi economici, ma la soddisfazione e l’entusiasmo di essere autonomi compensa tutto... >" economicamente dispendioso e aggiungo che probabilmente non solo non creano vantaggi, ma sicuramente perdita economica (più meccanismi più problemi); se poi questo lo si vuole tradurre in entusiasmo e soddisfazione.....
                                              Per questo la via (a mio avviso) è quella di cambiare prospettiva (obbiettivo); non puntare all'isola autosufficiente, a meno chè non si voglia eliminare il 50% degli elettrodomestici casalinghi, ma servirsi della rete solo quando vogliamo noi e a determinate condizioni.

                                              Piero
                                              Impianto FV 2,8 Kw, Inverter SolarMax3000s
                                              Impianto SolareTermico 150 litri 20 Tubi SV
                                              Termocamino ad aria, Climatizzatori in PdC
                                              Isolamento Pareti 10 cm Sughero
                                              Scooter Ibrido (Elettrico/Benzina)

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                                              • Grazie PierPiero56
                                                della tua complera ed esauriente spiegazione frutto di tanto lavoro e esperienza impiantistica.
                                                MI chiedevo se l'ipotesi di utilizzare un sistema di accumulo per dei carichi con funzionamento "lungo" , cioè oltre i 6 min che tu ghai indicato può comunque giustificare l'utilizzo di un sistema di accumulo programmando un isteresi sotto la quale il gruppo non commuta.
                                                Penso nel periodo estivo un condizionatore che funziona qualche ora la sera, o tutta la notte, oppure le lavatrici o lavastoviglie che sono carichi con funzionamento di 1/3 ore ad esempio.
                                                A risentirci presto
                                                RemTechnology

                                                PS = letto solo adesso il post di PIERO-U anch'io sono dell'idea di NON puntare al funzionamento in isola.
                                                "E' meglio essere approssimativamente corretti che esattamente sbagliati"
                                                (v. 5.0 - Gennaio 2020) - RemTechnology 1999 - 2020 - ing.remtechnology@gmail.com
                                                Leggete il regolamento del Forum EnergeticAmbiente.it

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                                                • Con il mio post non vorrei aver scoraggiato gli utenti del Forum, ho solo esposto i problemi riscontrati sperando che quacun'altro veda una migliore soluzione, diversa da quelle esposte, spero ancora si possa metter a punto un sistema economicamente valido accettato da Enel e distributori vari.
                                                  Personalmente sono convinto che il mix rete+inverter in immissione sia la strada migliore da percorrere.

                                                  Rispondendo a Remtechnology
                                                  gli inverter si possono programmare come si vuole, il costo è quasi proporzionale alla potenza erogata, il problema è negli accumulatori la cui durata è legata al tempo (5 anni medi), profondità di carica e scarica ...... condizioni di funzionamento.
                                                  Risulta più conveniente utilizzare giornalmente un accumulatore che farlo lavorare saltuariamente, l'invecchiamento naturale del prodotto incide notevolmente.
                                                  In alternativa ad inverter complessi la domotica attuale o piccoli sistemi a prese comandate possono essere utilizzati con successo per comandare i carichi ed eventuali inverter ad essi abbinati.

                                                  Bisogna considerare che i carichi continui di una abitazione (250/500W) consumano 2000/4000 kWh anno, i carichi variabili (forno, lavatrice ecc..) mediamente sono equivalenti, sembra strano ma di solito sono al 50%, potrebbe essere + conveniente agire sui primi perchè stabili nel tempo ed hanno bisogno di piccoli inverter meno costosi più semplici, sicuramente un sistema accessibile a tutti.
                                                  Differente ragionamento per chi ha piscine, pozzi ed impianti impegnativi, qui i carichi fissi assorbono dal 10 al 40% dell'energia annua consumata, c'è sicuramente bisogno di una analisi più approfondita.
                                                  Chi già possiede un fotovoltaico incentivato già annulla circa il 50% dei carichi continui, potrebbe essere conveniente installare 1 o 2 microinverter da retro pannello (preventivamente misurare il consumo fisso dell'abitazione) alimentati da batterie che si ricaricano durante il funzionamento del fotovoltaico, non fanno molto ma 1000/2000 kWh risparmiati ogni anno equivalgono a 250/500 Euro, un sistema potrebbe costare 1000/1800 Euro, in pratica l'impianto si paga da solo in 4 anni ma già entro l'anno seguente si devono sostituire gli accumulatori che incidono per il 50%, considerando qualche possibile guasto in 13 anni quasi si raddoppia il capitale investito.

                                                  Per ora quest'ultima mi sembra una soluzione + logica e realizzabile.

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                                                  • Pierpiero56, cosa ne pensi dell'inserimento uno di questi inverter a valle del contatore bidirezionale: http://www.energiasolare100.it/inver...00w-p-471.html ; http://www.ebay.it/itm/Inverter-UPS-...ht_3554wt_1072 ; aggiungerei ai miei 5,76 Kwp in scambio sul posto altri 4 Kwp collegati a un regolatore di carica e ad un gruppo batterie, collegate a uno di questi due inverter. L'obiettivo è quello di alimentare la mia casa di giorno tramite il FV in ssp e tramite batterie e uno di questi inverter nelle ore fuori produzione del mio FV in ssp. Potenze così elevate sono una conseguenza degli elevati carichi di assorbimento che ho: piano cottura ad induzione: 7,4 Kwh MAX; 8 PDC inverter: 6-10 Kwh se accese tutte insieme. Ipotesi di una futura PDC aria/acqua. Posso fruire della detrazione del 50% per ristrutturazione edilizia su questo tipo di impianto che sarebbe una sorta di ups-stand alone? Al momento ho un contratto 10 Kwp monofase. Ciao e grazie in anticipo dei tuoi consigli eventuali.
                                                    FV 5,76 Kwp.Auto elettrica:Nissan Leaf 24 Kw.Acs:boiler PDC 300L,Cordivari,con solare termico a CF con 5 mq di pannelli piani,tilt:61,8°.Riscaldamento:8 pdc aria/aria di cui 6 inverter con COP fra 3,6 e 5,25, integrati da un termocamino Vulcano.Piano a induzione.1 auto a metano.Asciugatrice a PDC inverter.Vetrocamera Saint Gobain selettivi/basso-emissivi 4/12/4 con Argon

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                                                    • Questo potrebbe essere utile? IMPIANTI FOTOVOLTAICI STANDALONE A ISOLA

                                                      saluti

                                                      Commenta


                                                      • come ho già detto nel post 442 puoi utilizzare queste tipologie di apparati (impianto del 2010) hai qualche kW in più a disposizione, se fai un conto economico ti rendi conto che hai un guadagno tangibile solo se riesci ad ottenere gli sgravi fiscali

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                                                        • Per Ligabue

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                                                            tenshttp://www.kert.it/prodotto/KDOMO1200/Soccorritore-per-sistemi-domotici-residenziali-e-terziario-1200W,-ad-onda-sinusoidale.aspxione che mi arriva dalla rete

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                                                            • Molto interessante l' esperienza di Pierpiero ,
                                                              ora stiamo portando avanti un progetto integrato combinato , impianto Fv incentivato con l' acquisto al 50% di sgravi fiscali (vedi articolo enerco) e gruppo termico a gas il tutto in ingresso al inverter posto in parallelo rete con la prerogativa di andare a modulare la potenza del GE in riferimento al consumo dell' utenza e del carico termico richiesto in un contesto integrato posso limitare la potenza diurna erogata del Ge supportata dal FV naturalmente il tutto gestito da sistema esterno dedicato

                                                              giorgio

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