Esperimento N. 3 - EnergeticAmbiente.it

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Esperimento N. 3

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  • #31
    E' ammirevole la rapidità con cui si progredisce attraverso sperimentazioni, positive o negative che siano.
    Fcattaneo desidero complimentarmi con te per la tua perspicacia e velocità di elaborazione dei fatti.

    Originariamente inviato da fcattaneo Visualizza il messaggio
    Gia' ... se i problemi del innesco/mantenimento e qualita' della reazione dipendono dai problemi di cui abbiamo parlato, la soluzione del letto fluido sarebbe la soluzione definitiva.

    E' interessante notare che un pugno di persone con un forum e qualche scambio di idee, siano arrivate a questa conclusione in poche battute :-) .. questo spiega l'importanza cruciale della condivisione delle esperienze.

    ... naturalmente SE i problemi sono solo legati al mantenimento della struttura nanometrica del Nikel in fase di reazione, cosa probabile e sicuramente da esplorare.

    [...]
    1) grandissima esportazione di calore dalle particelle di Nikel,
    2) facilitazione della diffusione dell'H2 nella struttura cristallina del Nikel
    .. e 3) una certa mobilita dell'H2 nel reticolo che secondo le teorie di Camillo fa solo bene

    Che dire.. c'e' da sperare di riuscire a non dover lavorare a 130 bar perche progettare un letto fluido a quelle pressioni la vedo dura.
    [...]
    La LERN è una nuova classe di fenomeni tutta da scoprire. Forse ci vorranno anni per inquadrare bene il fenomeno con una teoria adeguata. Dovremo rivedere molte idee su ciò che conosciamo della materia.
    Su questo campo le conoscenze chimiche o/e nucleari possono essere a volte più di ostacolo che di aiuto. Qualcosa può aiutare il leggere i pochi volumi sulla FF in commercio, ma NIENTE può sostituire la sperimentazione pratica.
    Ciao
    Ultima modifica di Quantum Leap; 15-04-2012, 10:08. Motivo: quote integrale non consentito
    Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
    Forse ti potrebbe interessare il mio sito. Già oltre 20.000 scaricamenti. Assolutamente gratuito.
    http://didatticacomputer.it/index.ph...fileinfo&id=40

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    • #32
      Originariamente inviato da vettore Visualizza il messaggio
      ...
      ...a patto di fornire un adatto trigger...
      quoto decisamente !!!

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      • #33
        Originariamente inviato da fcattaneo Visualizza il messaggio
        Noi ricerchiamo un aumento anomalo della temperatura di un fluido refrigerante ( aria ) in uscita del reattore, dopo aver pressurizzato il core con H2 ad alta pressione.
        In questo secondo esperimento abbiamo osservato delle perturbazioni nelle T ma che ci sono servite piu' per sintonizzare i sistemi di misura e per assicurare una assoluta costanza della portata di aria al reattore.

        Fatto questo abbiamo preparato il nostro terzo esperimento condotto oggi tra le 14 e le 19 circa.
        Abbiamo portato la superficie del reattore ad una temperatura di 670 gradi e mantenuta assolutamente costante da un regolatore PID.
        Contestualmente e' stata fatta passare aria nello scambiatore di calore posto nel reattore, regolando la portata con un regolatore di pressione e una valvola di backpressur.
        La portata era cosi assolutamente costante.

        L'idea era che se la T con la quale si riscaldava il reattore fosse fissa e la portata con la quale si asporta calore dallo stesso fosse costante, la temperatura rilevata in uscita del fluido di raffreddamento doveva per forza rimanere costante su un valore fisso; dopo un adeguato periodo di stabilizzazione.

        Buongiorno fcattaneo,

        innanzitutto vorrei ringraziarla per la meritoria opera di sperimentazione e
        per la condivisione dei risultati degli esperimenti.

        Allo scopo di poter valutare meglio gli eventi e di perfezionare il set-up di prova, riporto alcuni punti discussi con persone che hanno condotto una analoga sperimentazione.

        1) se possibile sarebbe molto utile anche una misurazione della temperatura del fluido di raffreddamento
        in ingresso (credo nel test n.3 sia aria) oltre che la sua temperatura in uscita. Da qualche parte si parla di 18°C ma nei dati forniti non si ritrova questo dato.

        2) Per fare delle corrette valutazioni, più che mantenere costante la temperatura esterna tramite PID, servirebbe mantenere costante la potenza fornita dall'esterno al reattore.
        In questo caso se il delta T del fluido aumenta, allora si può affermare che della potenza è generata all'interno del reattore.

        3)
        Dalla foto del reattore pubblicata, non si scorge una coibentazione del reattore.
        Se non già adottata sarebbe utile modificare l'esperimento coibentando il meglio possibile il tubo.
        Una efficiente coibentazione, insieme all'erogazione di potenza costante, consentirebbe di apprezzare meglio le eventuali piccole erogazioni di potenza dall'interno del reattore.


        4) Dai dati del test del 6 Aprile si rileva un certo aumento percentuale (+5% in corrispondenza del maggiore salto termico del fluido) dell'erogazione di energia esterna dopo l'immissione di Idrogeno in pressione (in presenza di reazione sarebbe logico aspettarsi una diminuzione dell'energia spesa per riscaldare) per cui andrebbe tenuto presente l'effetto dell'aumento del coefficiente di scambio dovuto all'Idrogeno a 130 bar che ha una conducibilità termica molto elevata e non trascurabile rispetto a quella della polvere. L'aumento di conducibilità termica potrebbe far sì che parte della potenza erogata in eccesso sul tubo esterno, si possa trasferire al fluido che fluisce nel tubo interno anche se la temperatura del tubo esterno apparentemente rimane costante a 675°C.
        Pertanto si è rilevato un discreto aumento della temperatura, però allo stato attuale è molto difficile quantizzare l'eventuale produzione interna di calore.


        5) I dati del test del 09/04 mostrano un incremento termico più contenuto (in condizioni di erogazione di potenza apparentemente un po' più stabili) però questi possono essere un po' "shiftati" nei tempi della reazione parzialmente iniziata a seguito dell'idrogeno adsorbito in precedenza.
        E' interessante il periodo al termine del test, senza più l'Idrogeno in pressione, in cui la temperatura pare mantenersi (anche se però mancano i dati intermedi) a regime per più di 3 ore.


        Concludo aggiungendo un forte incoraggiamento a proseguire in questa bella sperimentazione che seguiamo con il massimo interesse.
        Ultima modifica di RNBE; 13-04-2012, 14:57.
        La Scienza non si basa sulla cieca fede professata da tifoserie e da credenti dello stregone o del santone di turno, bensì esige solide ed incontrovertibili evidenze scientifiche che siano verificate fino in fondo da parti skilled realmente terze ed indipendenti.

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        • #34
          Originariamente inviato da fcattaneo Visualizza il messaggio
          La miscela di limatura di ferro + Nikel 40Nm pesava 26.14 g., di cui 18.14 di Fe.Dopo il caricamento del reattore sono avanzati 5.74 g.Ciao,Fa
          Ciao Fatti 2 contoi hai circa il 70% di Fe e 30% di Ni interessante mi aspettavo un rapporto inverso...?
          "Non date da mangiare ai troll"
          http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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          • #35
            Originariamente inviato da RNBE Visualizza il messaggio


            1) se possibile sarebbe molto utile anche una misurazione della temperatura del fluido di raffreddamento
            in ingresso (credo nel test n.3 sia aria) oltre che la sua temperatura in uscita. Da qualche parte si parla di 18°C ma nei dati forniti non si ritrova questo dato.

            La temperatura dell'aria era circa 18 gradi ma nel core e' probabile entrasse a T maggiore.
            Questo perche il tubo di rame che attraversa il core ( 22 cm ) e' in realta piu' lungo e nella parte iniziale l'aria percorre circa 5-7 cm prima di arrivare nella parte inserita nel core.
            In quei 5-7 cm non c'e' idrogeno e si e' fuori dal forno, tuttavia il rame esporta parte del calore interno e preriscalda l'aria.


            Originariamente inviato da RNBE Visualizza il messaggio

            2) Per fare delle corrette valutazioni, più che mantenere costante la temperatura esterna tramite PID, servirebbe mantenere costante la potenza fornita dall'esterno al reattore.
            In questo caso se il delta T del fluido aumenta, allora si può affermare che della potenza è generata all'interno del reattore.
            Anche un altro utente ha chiesto la stessa cosa ( forse vettore... non ricordo ).
            Ok, nel test N. 5 vedo di fissare la potenza , tuttavia la T superficiale dovra' essere presa anche lei perche non risultera sicuramente costante.
            Sara' un'altra variabile da analizzare che pero potrebbe evidenziare meglio eventuali overheat nella parte esterna del core.




            Originariamente inviato da RNBE Visualizza il messaggio


            3)
            Dalla foto del reattore pubblicata, non si scorge una coibentazione del reattore.
            Se non già adottata sarebbe utile modificare l'esperimento coibentando il meglio possibile il tubo.
            Una efficiente coibentazione, insieme all'erogazione di potenza costante, consentirebbe di apprezzare meglio le eventuali piccole erogazioni di potenza dall'interno del reattore.
            Il tubo esterno del core non puo essere coibentato perche riceve il calore dal forno toroidale posto all'esterno.
            E' il forno che e' coibentato da uno strato di materiale inerte e dai 2 Cm di piombo che abbiamo messo per schermare dai gamma.



            Originariamente inviato da RNBE Visualizza il messaggio

            4) Dai dati del test del 6 Aprile si rileva un certo aumento percentuale (+5% in corrispondenza del maggiore salto termico del fluido) dell'erogazione di energia esterna dopo l'immissione di Idrogeno in pressione (in presenza di reazione sarebbe logico aspettarsi una diminuzione dell'energia spesa per riscaldare) per cui andrebbe tenuto presente l'effetto dell'aumento del coefficiente di scambio dovuto all'Idrogeno a 130 bar che ha una conducibilità termica molto elevata e non trascurabile rispetto a quella della polvere. L'aumento di conducibilità termica potrebbe far sì che parte della potenza erogata in eccesso sul tubo esterno, si possa trasferire al fluido che fluisce nel tubo interno anche se la temperatura del tubo esterno apparentemente rimane costante a 675°C.
            Pertanto si è rilevato un discreto aumento della temperatura, però allo stato attuale è molto difficile quantizzare l'eventuale produzione interna di calore.

            E' vero tuttavia ci sono una serie di indizi che tendono a suggerire che questi aumenti sono in realta funzionali alla regolazione PID e non all'aumento di conducibilita termica .
            Infatti al minuto 40 , cioe' quando e' stata portata la pressione a 130 bar, la potenza era al valore minimo ( 35 ).. il minuto successivo molto vicino al valore massimo ( 40-42 ).
            Se ci fosse stato un problema di conducibilita' termica, perche non e' apparso a pressioni piu' basse ?
            Fino a ben 100 bar non e' successo nulla.

            Inoltre nell'esperimento del 9 e' successa la stessa cosa ma all'inverso.. cioe' in corrispondenza della fuga di temperatura in uscita l'energia immessa in ingresso ha raggiunto il valore minimo...

            Poi occorre considerare che la quantita di H2 presente nel core e' infinitesimale.. infatti lo stesso e' completamente pieno di polvere e anche all'esterno dello stesso gli spazi sono stati riempiti con palline inerti per ridurre i volumi morti e assicurare una maggiore sicurezza del reattore in caso di rotture con conseguente fuga di H2.

            Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
            Ciao Fatti 2 contoi hai circa il 70% di Fe e 30% di Ni interessante mi aspettavo un rapporto inverso...?
            Il rapporto era di circa il 50% in volume... e il nikel 40 nm sembra avere una densita piuttosto bassa.

            Ciao,
            F.
            Ultima modifica di fcattaneo; 13-04-2012, 16:36.
            Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
            Impianto Fotovoltaico grid: 7 pannelli Sanyo HIP 205, 1.44 kWp, Az 90°, Tilt 17°, Inverter Fronius IG.15 + Impianto fotovoltaico in isola da 0,86 kWp con 10 kWh di accumulo + impianto solare termico a svuotamento da 7mq + pompa di calore Altherma 3 Compact R32 da 8 kW.

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            • #36
              Ciao a tutti.
              Visto lo sviluppo interessante della sperimentazione, propongo di analizzare con un po' di attenzione l'esperimento COA lincato da Vettore.

              Intanto sto provando a contattare gli autori, ho scritto una mail e spero di avere risposta.
              Penso sia meglio aprire un discorso a parte visto che si tratta di un'analisi di un esperimento altrui, questo permetterà di concentrare gli interventi su di uno specifico argomento.
              Il ricavare più informazioni possibili dalle esperienze pratiche altrui dà una sinergia utile a migliorare le sperimentazioni.

              Su questo link COA
              si trovano descritti alcuni esperimenti, due a bassa pressione (una atmosfera) e gli altri a 6 atmosfere.
              Viene usato anche lì il ferro + nichel + zinco con granulometrie non precisate.
              Poichè permangono delle incertezze che non è possibile chiarire, credo che un'analisi fatta in gruppo possa chiarire i punti oscuri.
              Quindi servirà l'aiuto di tutti.
              ciao

              Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
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              • #37
                @fcattaneo
                Si, avevo suggerito anche io di mantenere la potenza in ingresso costante e non la temperatura (l'avevo suggerito anche a Camillo). Questo sia perchè è più facile misurare la potenza eventualmente generata, sia perchè si lascia libera di evolvere una grandezza importante per la dinamica della reazione (la temperatura appunto). Nel tuo sistema mi sembra di capire che il forno è accoppiato in maniera piuttosto lasca al reattore, questo lo lascia relativamente libero di evolvere, ed infatti la reazione è evoluta in quella direzione... Se l'accoppiamento fosse stato più stretto, il PID avrebbe diminuito la potenza immessa per mantenere costante la temperatura. Tu dirai: il risultato è uguale, no? No!!! Perchè proprio alla temperatura è collegata la cinetica della reazione! (Le vibrazioni reticolari, la mobilità delle cariche, la conduttività, etc).
                Però ripeto, a quanto pare il vostro reattore è relativamente libero di "muoversi", quindi il problema è minore, ed è più che altro legato a questioni di misura.

                @Camillo + fcattaneo
                Gli esperimenti del link COA sono descritti (e/o fiorse condotti) in modo un pò approssimativo, per cui non sono riuscito a trarre conclusioni definitive, però la cosa che mi ha colpito è l'uso di Ni, Fe e Zn, che erano proprio gli ingredienti presenti nella mia cella che si è "accesa" (a 1 bar e 200°C)...

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                • #38
                  Originariamente inviato da fcattaneo Visualizza il messaggio
                  La miscela di limatura di ferro + Nikel 40Nm pesava 26.14 g., di cui 18.14 di Fe.
                  @ fcattaneo

                  Se possibile volevo sapere se la polvere di Nichel utilizzata nel reattore prima dell'uso sia stata trattata ponendola sotto vuoto spinto e riscaldata per un certo periodo di tempo, oppure è stata utilizzata senza subire alcun particolare trattamento.
                  Grazie.
                  La Scienza non si basa sulla cieca fede professata da tifoserie e da credenti dello stregone o del santone di turno, bensì esige solide ed incontrovertibili evidenze scientifiche che siano verificate fino in fondo da parti skilled realmente terze ed indipendenti.

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                  • #39
                    Originariamente inviato da RNBE Visualizza il messaggio


                    Se possibile volevo sapere se la polvere di Nichel utilizzata nel reattore prima dell'uso sia stata trattata ponendola sotto vuoto spinto e riscaldata per un certo periodo di tempo, oppure è stata utilizzata senza subire alcun particolare trattamento.
                    Grazie.
                    No, la polevre e' stata usata per eseguire gli esperimenti N.2, 3, e 4 .
                    Non e' stato mai fatto il vuoto prima di inserire H2.

                    Si puo quindi dire che non e' stata usata tal quale, senza particolari pretrattamenti.

                    Saluti,
                    F.
                    Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
                    Impianto Fotovoltaico grid: 7 pannelli Sanyo HIP 205, 1.44 kWp, Az 90°, Tilt 17°, Inverter Fronius IG.15 + Impianto fotovoltaico in isola da 0,86 kWp con 10 kWh di accumulo + impianto solare termico a svuotamento da 7mq + pompa di calore Altherma 3 Compact R32 da 8 kW.

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                    • #40
                      Esperimento n.5

                      Oggi 15 Aprile abbiamo eseguito l'esp. N.5 .

                      Si e' cercato ancora un aumento della T. dell'aria in uscita al reattore ma questa volta si e' mantenuta costante l'energia in ingresso, di conseguenza la temperatura superficiale del reattore non e' piu' risultata perfettamente costante, perche il regolatore PID non ha operato.
                      Oltre a questa differenza abbiamo ricaricato la nostra bombola di H2, cosi e' stato possibile pressare il reattore fino a 175 Bar.

                      Riferendoci ai dati che abbiamo gia' provveduto a pubblicare :
                      https://docs.google.com/spreadsheet/...vdnQtSHc#gid=2

                      si puo vedere che alle ore 11:51 abbiamo messo in manuale l'energia in ingresso al sistema, che in quel momento risultatava al 42% per mantenere una T del forno a 674 gradi; il valore manuale scelto e' stato del 37%.

                      Alle ore 14:08 il sistema si puo considerare stabile su questi valori :
                      Tout = 224 gradi,
                      T. forno = 649 gradi.

                      Abbiamo portato immediatamente la pressione a 105 Bar e in pochi minuti ( ore 14:20 ) abbiamo raggiunto il massimo di 175 Bar.
                      Diversamente agli esperimenti N. 3 e 4, non abbiamo registrato nessun aumento di T.out .
                      Alle ore 14:30 abbiamo provato a depressare e ripressare il reattore a 175 bar, senza registrare nessun aumento della T.out.

                      Questo ESCLUDE che negli esperimenti N.3 e N. 4 l'aumento repentino dellaT.out, osservato durante l'inserimento dell'H2 ad alta pressione, sia da imputare ad una variazione della conducibilita' termica... infatti tale fenomeno dovrebbe per forza essere riprodotto all'esp. N.5 condotto tra le altre cose a P. molto piu' alta. ( ma a T. del forno piu' bassa ).

                      Vista la situazione abbiamo deciso di diminuire l'energia in ingresso dal 37 a 30% con lo scopo, secondo noi estremamente importante, di capire quale variazione determinerebbe nella T.out una perturbazione nell'energia in ingresso di quella entità.
                      Questo secondo noi ci serve a capire come reagisce il sistema e quale e' la sua inerzia, in modo da valutare meglio i dati degli altri esperimenti.

                      Alle ore 14:35 abbiamo abbassato l'energia al nuovo valore del 30% e in quel momento il forno si trovava a 641 gradi e la T.out a 223 gradi .

                      Come e' giusto che sia la T. del forno ( che ricordo e' misurata sulla superficie del reattore ) ha incominciato a scendere immediatamente e dopo 7 minuti il forno e' risultato sceso di ben 15 gradi ma la T.out e' rimasta quasi uguale , scendendo solo di 1 grado!!!

                      Alle 14:46 la T. del forno era scesa a 614 gradi ma la T.out ha perso solo 4 gradi in 11 minuti dalla diminuzione della potenza...

                      Dato che l'inerzia termica di un sistema e' pressocche uguale in salita o in discesa delle temperature, possiamo affermare CON ASSOLUTA CERTEZZA che la perturbazione della T.out di 9 gradi in un minuto, registrata nell'esp. N. 3 e parzialmente riprodotta nel esp. N. 4, NON PUO essere dovuta a variazioni ESTERNE al core del reattore ( e quindi in ultima analisi a variazioni nel forno o nell'energia immessa in ingresso ).

                      Una volta acquisito questo dato abbiamo deciso di mettere in depressione il reattore e attendere una nuova stabilizzazione ( almeno parziale ) aumentando anche l'energia in ingresso al 40%.

                      Alle ore 16:26 il sistema non risultava ancora perfettamente stabile tuttavia abbiamo deciso di provare a ripressare a 170 bar e vedere un eventuale aumento della velocita di salita della T.out.

                      Abbiamo osservato in effetti un aumento della T.out non imputabile alla stabilizzazione del sistema sul valore del 40%, infatti dalle ore 16:26 , momento nel quale abbiamo pressato il sistema a 170 bar, alle ore 18, il valore della T.out e' salita di 29 gradi a fronte di un aumento della T. del forno di soli 17 gradi !!!!

                      Il dato non ha senso logico perche' una variazione della T del forno si puo ripercuotere sulla T.out in misura INFERIORE e non superiore.

                      ............

                      Tutti questi dati a noi suggeriscono queste considerazioni :

                      1- Un reattore gia' attivato probabilmente si innesca a P. molto inferiori a quella di prima attivazione.
                      (probabilmente alla giusta T., l'H2 presente nel reticolo reagisce gia' a pressione atmosferica.)

                      2- La temperatura migliore di innesco della reazione , almeno nel design del nostro reattore, e' di circa 670 gradi misurata sulla superficie esterna del reattore.



                      saluti,
                      Fa.
                      Ultima modifica di fcattaneo; 16-04-2012, 06:16.
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                      • #41
                        Avete provato ad usare mix di nickel e rame? Per quanto ne sappia Francesco Celani usa fili di Cu-Ni nei suoi recenti esperimenti.
                        Esattamente non so in quali proporzioni, ma dovrebbero essere 50-50. Un link che puo` essere utile:
                        RE: [Vo]:Swedish physicists on the E-cat: "It's a nuclear reaction" / Th
                        http://frigidaflamma.blogspot.it/201...ssi-e-cat.html

                        Anche Brian Ahern e Takahashi/Kitamura usano leghe di Cu-Ni-Zr, a proposito.
                        Re: [Vo]:Radio24 live forum about E-cat: Focardi, Celani, Bagnasco on Ra

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                        • #42
                          esperimento n. 3-4-5

                          fcattaneo, ciao

                          Da quanto riporti nella descrizione dell'esperimento n. 5 sembra di capire che l'effetto termico anomalo segua la ripressurizzazione del reattore (a ben 170 bar).
                          Questo aumento della pressione è stato immediato oppure graduale - o meglio ancora hai misurato o valutato l'intervallo di tempo entro il quale è stata aumentata la pressione - e cioè il rapporto deltaP/deltaT.
                          Ciò ovviamente può essere correlato con la energia (trasmessa al reticolo dei due metalli Ni e Fe) nel tempo e dunque alla potenza.
                          Sarebbe interessante vedere se vi sono state trasmutazioni, ad esempio produzioni di elementi più leggeri di Ni e Fe che penso siano più correlabili ad una dinamica impulsiva imposta al sistema metallo-idrogeno (idruro); oppure i "soliti" Cu e Zn
                          forse più correlabili a condizioni di pseudoequlibrio nella interazione metallo-H.

                          Un'ultima cosa, Ni e Fe usati sono di elevato grado di purezza o prodotti commerciali?

                          saluti
                          Piolos

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                          • #43
                            test

                            Dopo gli interessantissimi contributi sperimentali di fcattaneo,
                            ho tentato anche io (questa mattina) di applicare le sue metodologie.
                            In particolare ho fornito idrogeno al sistema solo al massimo della
                            temperatura (che per me è circa 300 °C) e non all'inizio come
                            ho sempre fatto.
                            Solitamente nei miei test carico il core con le polveri, poi
                            collego la linea dell'idrogeno (aprendo il rubinetto di mandata)
                            e do tensione alla resistenza a cartuccia centrale del core.
                            Putroppo il mio reattore essendo praticamente uguale a quello di
                            Rossi non mi consente di salire tantissimo con la temperatura, la
                            pressione e non faccio il vuoto all'inizio (in questo ho voluto seguire
                            in tutto e per tutto i test sull'E-cat a cui io ho preso parte, non
                            depressurizzando all'inizio).
                            Quindi nei miei test do gradualmente (attraverso un variac) tensione alla resistenza
                            a cartuccia ... piano piano
                            la temperatura sale ed in circa 55 minuti raggiungo
                            una temperatura massima della resistenza di circa 460 gradi e una temperatura
                            del core (misurata nella parete esterna) di circa 295 °C.
                            In passato ho ottenuto eccessi di calore con particolatri configurazioni,
                            ma non è il caso di parlarne ora.
                            Oggi invece, cambiando le mie abitudini, sono salito con la temperatura senza fornire
                            idrogeno.
                            Una volta raggiunti i 460 °C della resistenza e i 295 °C del core
                            ho aperto il rubinetto dell'idrogeno ad una pressione di circa 10 bar
                            (non potendo andare oltre con la pressione, anche perchè tra il riduttore della bombola
                            e l'imboccatura del core ho un tubo non metallico che come nel reattore di Rossi
                            non consente di andare molto in alto con la pressione ... salendo troppo con la pressione
                            tenderebbe a dilatarsi come un pallone).
                            Nel giro di un minuto la temperatura del core è salita di 2 gradi
                            mentre la temperatura della resistenza centrale è scesa di 10 °C.
                            Praticamente nel giro di cinque minuti la temperatura del core è
                            salita di circa 10 °C mentre la temperatura della resistenza e scesa (a parità
                            di tensione di alimentazione) di 20 °C.
                            Ora se consideriamo che la temperatura dell'indrogeno che ho immesso era
                            di circa 14 °C, senza ipotizzare reazioni (chimiche o fisiche)
                            la temperatura del core (a 295 °C) sarebbe dovuta scendere e invece è salita.
                            Questa salita è tanto più rilevante se si pensa che la temperatura della
                            resistenza che alimenta di calore il core è scesa (inspiegabilmente) di 20 °C.
                            In conclusione è possibile affermare che l'immissione dell'idrogeno in pressione ha prodotto
                            un aumento della temperatura !!
                            Cosa abbia effettivamente prodotto questo aumento di temperatura, se una reazione chimica o fisica, è
                            difficile dirlo e poi perchè la temperatura della reistenza centrale a parità di
                            tensione fornita e scesa di ben 20 °C.
                            CIAO

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                            • #44
                              Originariamente inviato da Shirakawa Visualizza il messaggio

                              Avete provato ad usare mix di nickel e rame? Per quanto ne sappia Francesco Celani usa fili di Cu-Ni nei suoi recenti esperimenti.

                              Anche Brian Ahern e Takahashi/Kitamura usano leghe di Cu-Ni-Zr, a proposito.
                              Oggi abbiamo preparato il terzo reattore che sara' uguale al N. 2 ( quello usato x gli esperimenti 2,3,4 e 5 ).

                              Il motivo e' che vorremmo validare i dati e i ragionamenti scaturiti dai test 3 e 4; abbiamo la ragionevole convinzione di riuscire a riprodurre quei test, questa volta con il vantaggio di sapere cosa fare e ricercare durante la reazione.

                              Per questa ragione siamo costretti ad usare ancora fe come elemento "catalizzatore"... la voglia di usare rame comunque e' molto alta perche, se abbiamo imparato una cosa, e' che molto probabilmente l'asportazione di calore fuori dal core verso lo scambiatore di calore, e' un fattore cruciale per mantenere la reazione e per evitare danneggiamenti del Ni.

                              Il design del nostro reattore aiuta molto in questo contesto, ma e' charo che il rame, con la sua ottima conducibilita' termica, potrebbe migliorare ulteriormente il trasporto di calore ed evitare dannosi hot spot ( sinterizzazione e fusione ) nella polvere di Ni; che avrebbero l'effetto di minare la riproducibilita' e la qualita' della reazione.

                              Sicuramente il rame sara' un ottimo candidato per il futuro reattore N.4.



                              Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggio

                              Da quanto riporti nella descrizione dell'esperimento n. 5 sembra di capire che l'effetto termico anomalo segua la ripressurizzazione del reattore (a ben 170 bar).
                              Questo aumento della pressione è stato immediato oppure graduale - o meglio ancora hai misurato o valutato l'intervallo di tempo entro il quale è stata aumentata la pressione - e cioè il rapporto deltaP/deltaT.


                              Sarebbe interessante vedere se vi sono state trasmutazioni, ad esempio produzioni di elementi più leggeri di Ni e Fe che penso siano più correlabili ad una dinamica impulsiva imposta al sistema metallo-idrogeno (idruro); oppure i "soliti" Cu e Zn
                              forse più correlabili a condizioni di pseudoequlibrio nella interazione metallo-H.
                              L'aumento di pressione da 0 a 170 bar, e' durato circa 2 decimi di secondo.
                              Il volume del reattore e' bassissimo e si carica quasi imemdiatamente.
                              Quando decidiamo di alzare la pressione gradualmente lo facciamo inserendo il volume di H2 intrappolato tra 2 valvole; se pero' le lasciamo entrambe aperte il caricamento e' immediato.

                              .. una persona a noi molto vicina ha a disposizione uno spettofotometro ad assorbimento atomico che e' sicuramente in grado di darci delle risposte circa la composizione degli elementi ( probabilmente anche degli isotopi ) presenti nella polvere esausta e per questa ragione conserviamo una piccola quantita' di polvere identica a quella inserita in ogni reattore ( per eventuali verifiche prima/dopo ).

                              Tuttavia sono indeciso se disturbarlo per fare queste misure sul nostro reattore n,2 perche comunque ha funzionato per troppo poco tempo e quindi le eventuali tarsmutazioni sarebbero rilevate con aumenti di concentrazioni piccole e magari contestabili con i limiti di riproducibilita' e precisione dello strumento.
                              Forse e' meglio attendere il prossimo esperimento che se funzionera' verra' condotto anche considerando questo aspetto.

                              Il Ni che abbiamo usato ha una purezza del 99,97% .. il ferro invece credo che possiamo definirlo "un prodotto commerciale"... lo abbiamo limato a mano da una barra di ferro dolce.

                              Saluti,
                              F.
                              Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
                              Impianto Fotovoltaico grid: 7 pannelli Sanyo HIP 205, 1.44 kWp, Az 90°, Tilt 17°, Inverter Fronius IG.15 + Impianto fotovoltaico in isola da 0,86 kWp con 10 kWh di accumulo + impianto solare termico a svuotamento da 7mq + pompa di calore Altherma 3 Compact R32 da 8 kW.

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                              • #45
                                Ciao Righi, una possibile spiegazione per la temperatura della resistenza a cartuccia calata di 20°C è che la temperatura sia rimasta quella, è stata la lettura della termocoppia a sballare, probabilmente sfalsata dai disturbi EM dovuti all'innesco della reazione, se hai un analizzatore di spettro prova a fare delle lettura, si sa mai che si trovi la frequenza giusta da immettere nel reattore per innescare la reazione.
                                Poi la temperatura è rimasta più alta o è ridiscisa?
                                Ultima modifica di GabriChan; 16-04-2012, 19:43.
                                "Non date da mangiare ai troll"
                                http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                                • #46
                                  Originariamente inviato da fcattaneo Visualizza il messaggio

                                  Per questa ragione siamo costretti ad usare ancora fe come elemento "catalizzatore"... la voglia di usare rame comunque e' molto alta perche, se abbiamo imparato una cosa, e' che molto probabilmente l'asportazione di calore fuori dal core verso lo scambiatore di calore, e' un fattore cruciale per mantenere la reazione e per evitare danneggiamenti del Ni.

                                  Il design del nostro reattore aiuta molto in questo contesto, ma e' charo che il rame, con la sua ottima conducibilita' termica, potrebbe migliorare ulteriormente il trasporto di calore ed evitare dannosi hot spot ( sinterizzazione e fusione ) nella polvere di Ni; che avrebbero l'effetto di minare la riproducibilita' e la qualita' della reazione.

                                  F.
                                  Splendido!
                                  Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
                                  Forse ti potrebbe interessare il mio sito. Già oltre 20.000 scaricamenti. Assolutamente gratuito.
                                  http://didatticacomputer.it/index.ph...fileinfo&id=40

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                                  • #47
                                    Originariamente inviato da fcattaneo Visualizza il messaggio
                                    Oggi abbiamo preparato il terzo reattore che sara' uguale al N. 2 ( quello usato x gli esperimenti 2,3,4 e 5 ).

                                    Il motivo e' che vorremmo validare i dati e i ragionamenti scaturiti dai test 3 e 4; abbiamo la ragionevole convinzione di riuscire a riprodurre quei test, questa volta con il vantaggio di sapere cosa fare e ricercare durante la reazione.
                                    Ciao Fabrizio,

                                    se possiamo esprimere un consiglio prima di andare oltre sarebbe utile verificare (se non già eseguito) l'effettivo legame tra la variazione di temperatura del forno e la variazione della % di energia. Cioè la rilevazione della curva che lega la percentuale di energia settata alla variazione di temperatura del forno, per stimare almeno a grandi linee il comportamento termico del sistema utilizzato (in assenza di produzione di calore in eccesso).
                                    Le misurazioni "termometriche" (e non calorimetriche) purtroppo nascondo molte insidie e spesso sono forvianti.

                                    C'è qualcosa che non torna perche estrapolando i dati a partire dal salto percentuale di energia 37%-->30% (cioè il 7% di energia in meno) la variazione di temperatura del forno sarebbe (640°C alle 14.32 - 577°C alle 15.52) = 63°C.
                                    Preso questo dato per buono e considerando che il sistema è ad una temperatura molto più elevata di quella ambiente, calcoliamo la variazione di temperatura media del forno per ogni 1% di variazione dell'energia ed otteniamo 63/7=9°C per ogni %.

                                    Però se si estende il ragionamento come verifica, ipotizzando costanti tutti i coefficienti (calore specifico, coeff. di scambio termico, isolamento termico, calore solo per convenzione/conduzione, ecc.) delle varie parti ed il sistema supposto lineare, a partire dallo 0% di energia (cioè dalla temperatura ambiente 20°C) le cose non tornano molto.
                                    Al 37% con quella pendenza la temperatura del forno avrebbe dovuto avere un incremento di (37*9) = 333°C mentre tu rilevi temperature ben superiori (640°C) cioè quasi il doppio.

                                    Per questo motivo sarebbe opportuno appurare bene il legame effettivo tra le grandezze del sistema con delle misure sistematiche.
                                    In questi casi le rilevazioni in calorimetria sono senz'altro preferibili.




                                    Ultima modifica di RNBE; 16-04-2012, 22:22.
                                    La Scienza non si basa sulla cieca fede professata da tifoserie e da credenti dello stregone o del santone di turno, bensì esige solide ed incontrovertibili evidenze scientifiche che siano verificate fino in fondo da parti skilled realmente terze ed indipendenti.

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                                    • #48
                                      test

                                      Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
                                      Ciao Righi, ... Poi la temperatura è rimasta più alta o è ridiscisa? san
                                      Osservazione giusta. I prossimi giorni, tempo permettendo, rifarò il test e cercherò di verificare per quanto tempo
                                      dura l'eccesso di calore.

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                                      • #49
                                        Ciao fcattaneo,
                                        ho studiato un pò i dati ed i grafici dell'esperimento 5, e ritengo che le tue conclusioni siano corrette.
                                        Guardando l'andamento delle curve, ho la sensazione che il reattore si sia acceso da subito, e poi si sia spento, o ha cambiato regime, verso metà del tratto in cui avete abbassato la potenza, per poi riaccendersi dopo l'ultima pressurizzazione.
                                        La ripetizione degli esperimenti mi sembra un'ottima idea che potrà confermare diverse ipotesi, e mi sembra un'approccio molto corretto ripeterli con la stessa composizione delle polveri. Vi suggerirei un paio di cose:
                                        - prendere con cura i dati relativi all'inizio ed alla fine degli esperimenti, perchè danno informazioni importanti sulle condizioni di accensione e mantenimento della reazione;
                                        - calibrare a vuoto la cella, come suggerito da RNBE, in modo da potere avere un'idea del suo comportamento e delle potenze in gioco, oltre che escludere involontarie sviste.

                                        Buon lavoro!

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                                        • #50
                                          Il vostro suggerimento, cioè di verificare il comportamento termico "in bianco" del reattore, prima di essere coperto con H2, avevamo già in mentre di farlo, perché abbiamo bisogno di validare il sistema termometrico di misura.Porteremo in temperatura a 670 gradi il reattore registrando come varia la T. del forno e la temperatura di uscita del reattore, quando viene spenta la resistenza.Nell'esperimento numero 5 la reazione si è disinnescata quando abbiamo messo sotto vuoto il reattore; non è bastata solo la riduzione dell'energia in ingresso.Dai dati degli esperimenti che abbiamo condotto, sembra di capire che, una volta innescata la reazione la prima volta, questa si inneschi poi solo per effetto della temperatura e non più della pressione.. Si può solo ridurre in parte la reazione, facendo il vuoto.Per questa ragione le prove in bianco si possono fare solo su un reattore nuovo e mai utilizzato.Ciao,Fa
                                          Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
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                                          • #51
                                            Per fare una calibrazione ben fatta bisognerebbe dare gradini crescenti di potenza (o temperatura) al forno, attendere il regime terminco per ogni gradino e misurare la temperatura di uscita corrispondente. In questo modo si può avere una calibrazione completa ed abbastanza accurata del reattore nelle condizioni di utilizzo tipiche (quindi col flusso d'aria che usate di solito), con un pò di cura con questi dati si potrebbe perfino riuscire a misurare la potenza in eccesso prodotta durante gli esperimenti.
                                            Purtroppo è una procedura un pò lunga, perchè bisogna attendere il regime per ogni gradino... Fare la stessa misura solo alla temperatura massima potrebbe non essere sufficiente, così come farla durante i transitori.

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                                            • #52
                                              Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggio
                                              Per fare una calibrazione ben fatta bisognerebbe dare gradini crescenti di potenza (o temperatura) al forno, attendere il regime terminco per ogni gradino e misurare la temperatura di uscita corrispondente. In questo modo si può avere una calibrazione completa ed abbastanza accurata del reattore nelle condizioni di utilizzo tipiche (quindi col flusso d'aria che usate di solito),
                                              Concordo con quanto detto da Vettore.
                                              Servirebbe una calibrazione che permetta di ricavare la relazione tra Energia immessa e (Temperatura del forno e la Tout), calibrazione effettuata su un certo numero di incrementi, attendendo sempre per ciascuno di essi la piena stabilizzazione termica del sistema.
                                              La calibrazione effettuata nelle condizioni quanto più possibili simili a quelle operative.
                                              I valori termici che apparentemente sembrano regimati osservando la temperatura che pare stabilizzarsi dopo una mezz'ora, spesso invece nascondono regimazioni di second'ordine molto più lunghe.
                                              La Scienza non si basa sulla cieca fede professata da tifoserie e da credenti dello stregone o del santone di turno, bensì esige solide ed incontrovertibili evidenze scientifiche che siano verificate fino in fondo da parti skilled realmente terze ed indipendenti.

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                                              • #53
                                                Sempre riguardo l'uso di Ni-Cu

                                                Secondo le slide di Francesco Celani presentate a Pontignano (consiglio la lettura integrale):
                                                http://www.22passi.it/downloads/X-Wo...2012H4Pres.pdf

                                                A pagina 10 viene mostrato il potere dissociativo dell' H2 di diverse leghe.
                                                Quella formata da 37.5% Ni e 62.5% Cu sembra avere quello maggiore, quasi il doppio rispetto al solo nickel.

                                                Inoltre, menziona che una lega commerciale chiamata ISOTAN44 (composta da Ni 44% Mn 1%, Cu il resto) si presta molto bene a questo tipo di esperimenti per diverse sue caratteristiche fisiche e particolare economicita` d'acquisto, ma solo se opportunamente trattata (nel caso di Celani, dato che non usa nanopolveri, ma fili di materiale trattati con una serie di processi relativamente economici per ottenere nanoimperfezioni superficiali):
                                                http://www.isabellenhuette.de/pdf/WI...ENHUETTE-R.pdf
                                                Ultima modifica di Shirakawa; 18-04-2012, 10:27.

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                                                • #54
                                                  anomalie termiche nei sistemi Ni-H

                                                  Ciao a tutti ...

                                                  Senza entrare nel merito della analisi dei dati scaturiti dagli esperimenti 3-4-5 di questa discussione, ho provato a fare una simulazione numerica sulla base dei valori forniti da fcattaneo, in particolare pressione e tempo di applicazione del gradiente di pressione.
                                                  I dati di partenza sono Pmax=170 bar; deltat = 0,2 sec
                                                  dimensione del Nickel = 40 nm, dimensione dellla scaglietta di ferro 0,5 mm (l'ho ipotizzato trattandosi di limatura)

                                                  Sulla base di questi dati ho voluto verificare se potevano realizzarsi le condizioni per trasformazioni piezonucleari indotte dal dal trasferimento repentino di energia ai grani di Nickel - sia in termini di "input" (cioè durante la compressione stessa), sia in termini di "output" (cioè in termini di energia elastica rilasciata dal cristallo di nickel per deformazioni, sfaldature ecc. immediatamente succesive alla fase di carico).
                                                  Risulta:
                                                  poichè i grani di Nichel sono nanometrici la quantità di energia trasferita dalla pressione del gas sul volume totale della particella, è inferiore alla energia totale necessaria per reazioni piezonucleari.

                                                  La cosa cambia se consideriamo i grani di Ferro, che hanno volume di ordini di grandezza superiori rispetto a quelli di Nickel; in questo caso l'energia max trasferita dalla pressione ad ogni grano risulterebbe superiore al valore massimo per le reazioni piezo.
                                                  Il tempo di rilascio di tale energia dovrebbe essere però di svariati ordini di svariati inferiore rispetto a 10^-1 sec di immisione della pressione.
                                                  Se tali reazioni avvengono dovrebbero essere legate a processi di fratturazione, dislocazioni cristalline, sfaldatura in tempi rapidissimi (inferiori a 10^-12 sec)!
                                                  Dovremmo cercare i frammenti di tali reazioni fra i leggeri quali Cloro, Alluminio, Sodio !! -

                                                  ciao
                                                  Piolos

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                                                  • #55
                                                    Ragazzi,stopostandovia Google Translate,dal momento cheio non parloitaliano, maho qualcosache potrebbe interessarti.
                                                    Ho trovatoun brevetto cheè stata presentata daes Francesco Celani,chepunta alcatalizzatore che Rossi afferma diusare nel suoE-cat.
                                                    Il brevettonr.WO2011016014A2
                                                    Inventori:Francesco Celani, Misa Nakamura
                                                    Sommario:nanostrutturatistratisottili aventielevata attività cataliticasu superficidinichelesue leghe,eun procedimento perottenerli.
                                                    Data di pubblicazione:10 febbraio 2011.

                                                    La data di pubblicazioneè interessanterispetto alleprime pubblicazionideirisultatiRossi,all'inizio del 2011.

                                                    Link atale brevetto:
                                                    Espacenet - Original document
                                                    Ultima modifica di robw; 07-05-2012, 13:36.

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                                                    • #56
                                                      Grazie per il link, molto interessante.

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