Esperimento N. 3 - EnergeticAmbiente.it

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Esperimento N. 3

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  • Esperimento N. 3

    Abbiamo realizzato il nostro reattore e condotto senza successo un primo esperimento, come descritto in questo post :
    http://www.energeticambiente.it/sist...unzionato.html

    Dopo di che , abbandonata l'idea di usare Nikel galvanico, abbiamo acquistato Nikel nanometrico e caricato un nuovo reattore molto simile, con una miscela di Ni + limatura di ferro dolce .

    Il nostro secondo esperimento ha usato questa miscela di polvere di Ni e Fe ed e' stato condotto ad una T superficiale del reattore di circa 370 gradi e una T in uscita dell'aria di raffreddamento di circa 120 gradi.
    Noi ricerchiamo un aumento anomalo della temperatura di un fluido refrigerante ( aria ) in uscita del reattore, dopo aver pressurizzato il core con H2 ad alta pressione.
    In questo secondo esperimento abbiamo osservato delle perturbazioni nelle T ma che ci sono servite piu' per sintonizzare i sistemi di misura e per assicurare una assoluta costanza della portata di aria al reattore.

    Fatto questo abbiamo preparato il nostro terzo esperimento condotto oggi tra le 14 e le 19 circa.
    Abbiamo portato la superficie del reattore ad una temperatura di 670 gradi e mantenuta assolutamente costante da un regolatore PID.
    Contestualmente e' stata fatta passare aria nello scambiatore di calore posto nel reattore, regolando la portata con un regolatore di pressione e una valvola di backpressur.
    La portata era cosi assolutamente costante.

    L'idea era che se la T con la quale si riscaldava il reattore fosse fissa e la portata con la quale si asporta calore dallo stesso fosse costante, la temperatura rilevata in uscita del fluido di raffreddamento doveva per forza rimanere costante su un valore fisso; dopo un adeguato periodo di stabilizzazione.

    Aggiungendo poi H2 ad alta pressione una eventuale reazione esotermica con il Ni doveva apparire per forza come una perturbazione che aumentasse la T in uscita.

    E questo e' effettivamente successo....


    Alle ore 15:59 la T dell'aria in uscita dallo scambiatore di calore immerso nel core, era di 198 gradi.
    alle ore 16.20 era di 201 gradi....
    Abbiamo considerato abbastanza stabile il sistema..
    Alle ore 16:20 abbiamo incominciato ad immettere H2 al ritmo di 20 bar alla volta.
    Alle ore 16:37 abbiamo raggiunto la pressione di 100 Bar con una T in uscita invariata a 202 gradi.

    Alle ore 16.40 abbaimo raggiunto la pressione massima di 130 bar e la t era di 202 gradi....
    .... improvvisamente la t e' incominciata a salire ad un ritmo quasi preoccupante.
    Alle ore 16:41 la T in uscita ha raggiunto i 212 gradi !!!!!
    Poi ha continuato a salire anche se in modo meno brusco.
    Alle ore 16:43 la T arriva a 216 gradi , poi la salita diventa piu' dolce.
    Alle ore 17:23 raggiunge i 236 gradi.....

    Dopo di che abbiamo depressato il reattore portando la pressione di H2 a 0 bar, tuttavia la T in scita e' rimasta su questo nuovo valore.
    Questo e' spiegabile solo in 2 modi :
    1- L'H2 interno al reticolo del Ni continua a reagire,
    2- per qualche ragione l'immissione di H2 ad alta pressione ha cambiato la conducibilita termica del sistema che pero si e' poi mantenuto cosi anche togliendo la pressione.

    Qualcosa e' successo.. e anche qualcosa di evidente ... occorre capire bene cosa.




    Ogni idea e' benvenuta... posteremo meglio i dati e le miscele usate.

    Saluti,
    F.

    Il link del documento contenente i dati rilevati :
    https://docs.google.com/spreadsheet/...FZicWNvdnQtSHc
    Ultima modifica di fcattaneo; 07-04-2012, 07:01.
    Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
    Impianto Fotovoltaico grid: 7 pannelli Sanyo HIP 205, 1.44 kWp, Az 90°, Tilt 17°, Inverter Fronius IG.15 + Impianto fotovoltaico in isola da 0,86 kWp con 10 kWh di accumulo + impianto solare termico a svuotamento da 7mq + pompa di calore Altherma 3 Compact R32 da 8 kW.

  • #2
    Complimenti davvero un bel risultato
    Per quanto ne so, quando il nichel assorbe l'idrogeno questo si scalda idem quando lo rilascia, perché ne viene deformata la struttura cristallina, e visto che la curva delle temperatura segua a grandi linee anche se con un certo ritardo la curva della pressione forse è indice proprio di questo fenomeno.
    Credo però che il metodo usato di misurare l'aria calda in uscita sia troppo "inerziale", mi spiego meglio, se si hanno dei picchi di temperatura questo metodo di misura per me non li vede, e credo siano proprio quelli da ricercare, per riuscire a tarare il sistema nel range dove ce ne sono di più.
    Una cosa da fare per me se la struttura del reattore lo permette è quella di inserire un'antenna all'interno di questo, è una mia convinzione, ma credo che quando si ha uno spot di fusione questo emetta si gamma ma anche una serie di sotto armoniche come impulsi elettromagnetici che credo si possano monitorare con uno oscilloscopio, e seguendo questi impulsi tarare le condizioni in modo da avere il massimo rendimento.
    Un'altra cosa, sempre una mia ipotesi è che la polvere di nichel non deve essere tutta unita ma separata, come fa Arata nelle sue prove con le nanopolveri di Pd inserite in una matrice di ossido di zirconio, credo basti mescolare la polvere di (nichel ferro e anche zinco) con del ossido di alluminio in un rapporto di 1 a 6, uno della miscela dei metalli e 6 del materiale inerte.
    Ciao nella speranza di essere stato utile vi auguro un buon lavoro e sperimentazione.
    "Non date da mangiare ai troll"
    http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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    • #3
      Ciao,

      una domanda. Dici che hai depressurizzato il contenitore riportando la pressione all'interno a 0bar. Ma dai dati che fornisci si vede che questo è avvenuto in un tempo molto rapido, ed è stato depressurizzato solo per pochi minuti. Poi tutto d'un tratto sei ritornato a 130bar. E' corretto?

      QED

      ps. secondo me il plot più interessante è la derivata prima della temperatura di uscita rispetto al tempo. Mi immagino che vedere un aumento di 9°C in un minuto vi abbia proprio causato un bello spavento (addirittura panico?).

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      • #4
        esperimento n. 3

        Fcattaneo ...

        complimenti per questo primo risultato!
        Condivido quanto sopra evidenziato da Gabri, sul fatto che sarebbe importante potere monitorare la temperatura del core in modo diretto (cioè non attraverso il fluido di raffreddamento - aria forzata se ho ben capito), per potere osservare in modo più preciso anche eventuali picchi di breve durata.
        Ciò potrebbe essere un po' più complicato dal punto di vista tecnico ...
        Io ho inserito tre termocoppie nel reattore (che è diviso in più settori), ma questo aumenta i problemi di tenuta e certamente non potrò operare a pressioni molto elevate per la perdita di gas.

        Avete a disposizione un Geiger o simile, sarebbe veramente interessante capire se c'è qualcosa e soprattutto se non l'avete già fatto, a scanso di equivoci schermate il reactor!!

        Ciao
        Piolos

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        • #5
          Originariamente inviato da QED Visualizza il messaggio

          Dici che hai depressurizzato il contenitore riportando la pressione all'interno a 0bar. Ma dai dati che fornisci si vede che questo è avvenuto in un tempo molto rapido, ed è stato depressurizzato solo per pochi minuti. Poi tutto d'un tratto sei ritornato a 130bar. E' corretto?
          Si, spiego meglio..
          Alle 17:55, osservando che ormai la T in uscita si era stabilizzata sul nuovo valore di 235 gradi, abbiamo voluto vedere se una depressurizzazione dell'H2 portava ad una diminuzione della T verso il vecchio valore di circa 203 gradi.

          Abbiamo quindi depresssto immediatamente a zero ma la T in uscita e' rimasta invariata.
          Alle 18:07 abbiamo spento il forno e contestualmente ripressato immediatamete a 130 bar... questo per vedere se ci poteva essere un nuovo innesco a T piu' basse.. cosa che io nion credo ma che valeva la pena di controllare.

          Ad ogni modo la fase di raffreddamento e' stata comunque strana perche la T di 203 gradi in uscita l'abbiamo osservata nuovamente con una T del forno ( pari alla T superficiale del reattore ) di soli 460 gradi contro i 670 precedenti l'innesco.


          Originariamente inviato da QED Visualizza il messaggio

          . Mi immagino che vedere un aumento di 9°C in un minuto vi abbia proprio causato un bello spavento (addirittura panico?).
          Vero... l'euforia e' durata qualche secondo per lasciare spazio ad un accenno di panico.
          Stavamo spegnendo tutto quando abbiamo visto la salita rallentare e abbiamo desistito mantenendo pero alto lo stato di eccitazione e di attenzione.
          Di quei momenti abbiamo anche la registrazione video, infatti casualmente solo 5 minuti prima evevo acceso la telecamera del cell.

          Per come e' fatto il nostro reattore quei 9 gradi in 1 minuto sono veramente tanti... dentro doveva essere successo per forza qualcosa di grosso... oppure un forte cambio della conducibilita termica che ha sballato il sistema.... cosa pero davvero difficile da spiegare.


          F.
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          Impianto Fotovoltaico grid: 7 pannelli Sanyo HIP 205, 1.44 kWp, Az 90°, Tilt 17°, Inverter Fronius IG.15 + Impianto fotovoltaico in isola da 0,86 kWp con 10 kWh di accumulo + impianto solare termico a svuotamento da 7mq + pompa di calore Altherma 3 Compact R32 da 8 kW.

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          • #6
            Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio

            Credo però che il metodo usato di misurare l'aria calda in uscita sia troppo "inerziale", mi spiego meglio, se si hanno dei picchi di temperatura questo metodo di misura per me non li vede, e credo siano proprio quelli da ricercare, per riuscire a tarare il sistema nel range dove ce ne sono di più.
            Bravo.. e' proprio cosi.
            Per come e' fatto il nostro reattore si puo solo dedurre che e' successo qualcosa di importante per giustificare un picco di temperatura cosi grande in 1 minuto... ma non e' dato modo di sapere di quanto e' aumentata la T nel core, se non deducendolo matemeticamente accettando un certo gradi di approssimazione.
            Del resto pero il punto di forza del nostro reattore e' la compattezza che gli permette di funzionare a 700 gradi ad una pressione di 130 bar o piu... se ci mettessimo una termocoppia dovremmo accettare livelli decisamente inferiori per via delle tenute che dovremmo inserire.
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            • #7
              Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
              credo che quando si ha uno spot di fusione questo emetta si gamma ma anche una serie di sotto armoniche come impulsi elettromagnetici
              Scusa la profonda ignoranza..... che collegamento c'è tra i gamma e gli impulsi elettromagnetici?

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              • #8
                http://www.ge.infn.it/~corvi/doc/did..._dec_gamma.pdf

                Ciao nell'emissione gamma si possono avere anche emissioni elettromagnetiche dipende dalle condizioni di emissione del gamma addirittura in certe condizioni si ha solo l'emissione elettromagnetica.
                "Non date da mangiare ai troll"
                http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                • #9
                  Ciao a tutti
                  Fcattaneo complimenti per i risultati
                  ti consiglerei di usare come primo step al posto della limatura di ferro dolce della magnetite
                  Come pigmento nero si trova in commercio
                  Poi tratti la magnetite in presenza di idrogeno oltre i 400 gradi e dovresti avere riduzione del ossido di ferro accompagnata da liberazione di acqua
                  Tale azione dovrebbe portare ad un incremento dell'area superficiale
                  Poi dovresti trovare il modo di spurgare umidità
                  fatto ciò avresti del ferro alfa particolarmente reattivo verso idrogeno
                  Gli effetti sinergici che hai avuto con il precedente ferro dovrebbero venire incrementati da un aumento della area superficiale del ferro
                  infatti ora hai aumentato l'area del Nichel ma non quella del Ferro in termini di superficie esposta
                  Per quel che concerne il riinnesco del meccanismo a temperature inferiori credo che incomincino ad emergere chiari fenomeni di limitazioni diffusive
                  Se ti intererssa posso dirti come la penso
                  se poi il fenomeno è riproducibile sarebbe bello impostare uno studio cinetico
                  PS credo che lo stadio lento sia tutto fuorche la reazione nucleare
                  Mi spiego meglio il primo problema è innescare la reazione nucleare
                  il secondo problema è ridurre la dipendenza da limitazione diffusive di tale reazione
                  e come aver una ferrari rifornita col contagocce di benzina
                  spero di essermi spiegato
                  Ultima modifica di boss 77; 08-04-2012, 22:37.

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                  • #10
                    Segnalo che ho appena pubblicato i dati dell'esperimento N.4 condotto ieri.

                    https://docs.google.com/spreadsheet/...FZicWNvdnQtSHc

                    Abbiamo riscontrato le stesse anomalie dell'esperimento N.3 con delle leggere differenze che elenco qua:


                    1- la temperatura del reattore e' stata alzata a 713 gradi contro i 675 precedenti.
                    2- Con l'aggiunta di H2 l'incremento di temperatura e' stato piu' modesto ( "soli" 8 gradi ) ma e' partito a pressione di H2 piu' bassa ( 60 bar contro i 130 precedenti ).
                    3- con la depressurizzazione finale dell'H2, la temperatura è scesa leggermente pur non ritornando piu' al valore di partenza ( nell'esp. N.3 era rimasta tal quale ).

                    Secondo me una volta che H2 entra nel reticolo del nikel la pressione di H2 perde di importanza ed e' probabile che una miscela di polvere di H2 gia' attivata, poi si inneschi solo con la T.
                    Quindi il nostro esperimento N.3 ha visto un incremento inferiore perche probabilmente gia' qualcosa reagiva a 0 bar di H2.

                    Una cosa che ho osservato durante l'esperimento N.3 e che non ho visto nel N.4 e' anche la leggera discesa di pressione avvenuta appena si e' innescata la reazione.
                    Mi spiego...
                    Durante l'esp.N.3 contestualmente con la fuga di temperatura avvenuta quando la P di H2 ha raggiunto i 130 bar e' successo che la pressione e' scesa leggermente ( circa 125 bar ).... abbiamo pensato ad una perdita ma era chiaramente impossibile perche il sistema era stato stracollaudato.
                    Infatti abbiamo subito ripristinato la pressione a 130 e da li non si e' piu' mossa.
                    Questo calo e' stato dovuto all'adsorbimento dell'H2 a carico del Ni e nell'esp. N. 4 non e' piu' successo; immagino che il motivo sia dovuto che la miscela era gia' attivata e aveva gia' H2 nel reticolo.

                    Se l'interpretazione che do del fenomeno e' corretta, significa che il nostro sistema di verifica delle anomalie termiche tramite misura del semplice innalzamento della T in un sistema stabile, non e' applicabile quando il reattore e' gia' attivato.
                    X questa situazione occorre un sistema piu' complesso di misure calorimetriche.

                    .. ad ogni modo va invece benissimo per ricercare l'intruglio magico.. cioe' la combinazione di elementi piu' reattiva a questi fenomeni.

                    Saluti,
                    F.
                    Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
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                    • #11
                      Ciao fcattaneo credo che tu abbia ripubblicato quelli della prova n° 3 i dati sono uguali....
                      Comunque è un fenomeno noto, nel caricamento del palladio la seconda volta il caricamento è molto più veloce a avviene prima, comunque è interessante che ci sia stata ancora l' anomalia termica, anche se ha scaldato meno, credo significhi che non è una questione di deformazione del reticolo di nichel.
                      Avete degli strumenti in grado di rilevare i gamma? o degli impulsi elettromagnetici?
                      "Non date da mangiare ai troll"
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                      • #12
                        Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio

                        credo che tu abbia ripubblicato quelli della prova n° 3 i dati sono uguali....

                        Avete degli strumenti in grado di rilevare i gamma? o degli impulsi elettromagnetici?
                        Gabri,
                        il foglio che appare è quello relativo all'esp. N.3, ma se guardi sotto c'è il folder nuovo relativo al 6 Aprile.

                        Si, abbiamo una unità RAM 63 molto sensibile che rileva i gamma, ma non abbiamo rilevato nulla di significativo oltre il valore di fondo.

                        Ciao, fa
                        Ultima modifica di fcattaneo; 10-04-2012, 16:02.
                        Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
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                        • #13
                          Ciao fcattaneo,
                          molto interessante l'esperimento 3!
                          Leggendo la tua descrizione avrei detto che l'aumento di temperatura era causato dal cambiamento di condittività termica dei materiali, invece guardando i grafici credo di potere dire che quasi certamente si tratta di generazione di calore! E considerando più o meno le dimensioni ed i materiali in gioco, credo che sia stata anche una quantità di calore non indifferente!
                          Gli elementi che permettono di dirlo sono gli stessi che osservavo nei miei esperimenti: principalmente la discontinuità delle derivate della curca di temperatura d'uscita. Supponendo il sistema di primo grado, ad un gradino positivo di potenza in ingresso corrisponde un esponenziale in salita che si stabilizza a regime su un certo valore. La stessa cosa succede con un gradino in discesa.
                          In questo caso si vede che si ha un esponenziale in salita mentre la potenza in ingresso è costante (e nota, se questa variazione fosse stata causata dalle variazioni di conducibilità si sarebbe registrato un aumento della potenza in ingresso perchè il PID doveva compensare la maggiore dissipazione) e una curva di discesa concava e non convessa come doveva essere allo spegnimento (e come in effetti è per la temperatura del forno). Questo significa anche che la reazione è continuata anche dopo lo spegnimento (non sappiamo fino a quanto o come visto che mancano i dati per la parte finale...).
                          In conclusione direi che l'esperimento sembra avere dato risultati positivi e ben misurabili! Grandioso!
                          Prima di passare ad altro è fondamentale riuscire a riprodurlo altre volte, e stilare una sequenza "standard" con cui provare a variare alcuni parametri e vedere come influiscono. I dati dell'esperimento 4 ad esempio sono meno dettagliati e meno utili per il fatto che manca una buona andata a regime prima dell'immissione dell'idrogeno (anche se sembrano confermare i precedenti risultati).
                          Un'osservazione: l'immissione brusca di idrogeno è un ottimo trigger di per se. E' probabile che dando delle "botte" forti (0-130), anche ripetute rapidamente, si riesca ad avviare la reazione a temperature inferiori. In effetti i fattori da verificare sarebbero 3: la temperautra di innesco, la composizione delle polveri e la pressione. Ovviamente per fare queste prove due fattori vanno tenuti costanti ed il terzo va variato.
                          Ti potrei suggerire anche un metodo molto semplice per calibrare il sistema e misurare con buona approssimazione la potenza generata.

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                          • #14
                            Ops, si visto
                            Una domanda con cosa fai il rapporto per vedere il rendimento?
                            Consideri anche le masse in gioco?

                            ha un'altra cosa non è che riesci anche a fare un log del RAM 63 sarebbe interessante vedere se c'è qualche cambiamento quando c'è il picco di temperatura.
                            Ciao
                            "Non date da mangiare ai troll"
                            http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                            • #15
                              Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggio

                              In questo caso si vede che si ha un esponenziale in salita mentre la potenza in ingresso è costante (e nota, se questa variazione fosse stata causata dalle variazioni di conducibilità si sarebbe registrato un aumento della potenza in ingresso perchè il PID doveva compensare la maggiore dissipazione)
                              Vero!
                              Questo lo si puo dedurre anche confrontando i dati con l'esp. 4, in particolare con le T di stabilizzazione prima dell'immissione di H2.
                              .. anche se il confronto e' minato dal fatto che secondo me il reattore gia' reagiva a 0 bar tramite l'H2 adsorbito nel reticolo durante esp.3 .


                              Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggio
                              ..
                              invece guardando i grafici credo di potere dire che quasi certamente si tratta di generazione di calore! E considerando più o meno le dimensioni ed i materiali in gioco, credo che sia stata anche una quantità di calore non indifferente!

                              In conclusione direi che l'esperimento sembra avere dato risultati positivi e ben misurabili! Grandioso!
                              Guarda posso dirti che durante esp.3 in quel minuto dove la T e' salita di 9 gradi abbiamo avuto paura.

                              Siamo abbastanza "esperti" da capire cosa ci si puo aspettare da un accrocchio come quello che abbiamo realizzato, se seguisse le regole della fisica classica e posso garantire che quello che abbiamo visto non era spiegabile.

                              Chiaramente lo sgomento ci ha portato a pensare a qualcosa di logico... Maurizio concitato ripetevaa che c'era una perdita di H2 e stava bruciando...
                              Ma ci siamo guardati in faccia e abbiamo subito dedotto che una combustione che generasse una variazione simile doveva essere visibilissima.

                              Considera che l'aria in uscita ha modo di scaldarsi durante il percorso nel core del reattore lungo soli 22 centimetri!!

                              La pressione e' scesa a 125 bar e si e' fermata ma la T rimaneva costante.
                              Ho ripressato il sistema a 130 bar e questa volta la P NON E' PIU' SCESA!!! e la T rimaneva li fissa a quel nuovo valore.

                              In quel momento abbiamo poi deciso di depressare il sistema per vedere la t nuovamente ridiscendere.. cosa che non e' successa.
                              Ora a bocce ferme sappiamo che avremmo dovuto fare un'altra cosa...

                              Cioe' lasciare la pressione di H2 identica e ridurre la T di setpoin del PID fino a trovarci nuovamente ai valori di T out di partenza.

                              Avremmo trovato una condizione nuova ad una T del reattore piu' bassa e con una energia immessa piu' bassa..

                              Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggio

                              Un'osservazione: l'immissione brusca di idrogeno è un ottimo trigger di per se. E' probabile che dando delle "botte" forti (0-130), anche ripetute rapidamente, si riesca ad avviare la reazione a temperature inferiori.
                              Lo avevamo pensato anche noi e lo abbiamo fatto.
                              Durante esp. N.3 alle 18:07 c'e' stata la ripressurizzazione di H2 a 130 bar.
                              Tale operazione e' stata fatta pressando, depressando e ripressando il core a 130 bar.
                              La T e' pero' rimasta sul valore del primo innesco.


                              Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggio
                              In effetti i fattori da verificare sarebbero 3: la temperautra di innesco, la composizione delle polveri e la pressione. Ovviamente per fare queste prove due fattori vanno tenuti costanti ed il terzo va variato.
                              Ti potrei suggerire anche un metodo molto semplice per calibrare il sistema e misurare con buona approssimazione la potenza generata.
                              Il nostro sistema e' chiaramente adatto a ricercare una giusta composizione/condizione ma non per generare molto calore perche la quantita di Ni che entra nel core e' davvero troppo poca e credo che questo sia determinante ai fini della quantita di calore.

                              Considera un volume di 8 cc ... il peso corretto del materiale che abbiamo inserito lo posto piu' avanti perche l'ho scritto su un altro PC.

                              Abbiamo materiale per assemblare altri 3 reattori... nel prossimo metteremo delle barrette TIG ( tungsteno + torio ) in modo da inserire una debolissima sorgente alpha che magari serve a qualcosa..
                              Abbiamo anche della polvere di ossido di alluminio che potrebbe essere interessante anche se la presenza di ossido potrebbe generare calore x riduzione e sballare temporaneamente le misure.

                              Ogni contributo e' naturalmente ben accetto... noi del resto stiamo fornendo tutti i dati senza omettere nessun particolare.

                              Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio

                              Una domanda con cosa fai il rapporto per vedere il rendimento?

                              ha un'altra cosa non è che riesci anche a fare un log del RAM 63 sarebbe interessante vedere se c'è qualche cambiamento quando c'è il picco di temperatura.
                              Il rendimento non lo abbiamo calcolato ancora.
                              Credo che una volta trovata una combinazione corretta di elementi e condizioni, occorrera' riprogettare un nuovo reattore diverso che possa garantire maggiori produzioni e un miglior confinamento del calore.


                              Ciao e grazie a tutti,
                              F.
                              Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
                              Impianto Fotovoltaico grid: 7 pannelli Sanyo HIP 205, 1.44 kWp, Az 90°, Tilt 17°, Inverter Fronius IG.15 + Impianto fotovoltaico in isola da 0,86 kWp con 10 kWh di accumulo + impianto solare termico a svuotamento da 7mq + pompa di calore Altherma 3 Compact R32 da 8 kW.

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                              • #16
                                Ciao F cattaneo
                                Complimenti ancora per i tuoi risultati
                                I dati 4 sono sicuramente incoraggianti e se mi è concesso l’ardire confermerebbero il tema delle limitazioni diffusive del mio precedente post
                                Per chi ci legge e non è del settore cercherò di spiegarmi e descrivere bene cosa intendo
                                Partiamo dal presupposto che in una sequenza di accadimenti chimico fisici la velocità complessiva della trasformazione dipende spesso da quello che si chiama stadio lento
                                Esempio
                                Ho del gas ossigeno che deve reagire con del carbone
                                Quali situazioni mi trovo a descrivere ? E’ intuitivo che il carbone caldo brucia immeditamnete quindi lo stadio lento non è la reazione di ossidazione o combustione propriamente detta ma a limitare la velocita della reazione di ossidazione è l’acesso del ossigeno alla superficie non reagita della particella di carbone sia attraverso lo strato superficiale che attraverso lo strato di cenere
                                Infatti l’Ossigeno nel aria deve arrivare al carbone per bruciarlo In tale situazioni la diffusione dell osigeno dall’ARIA al strato limite adiacente alla superfice del carbone è sotto limitazioni di caratere diffusivo
                                E intuitivo che soffiando l’ossigeno giunge meglio perche lo strato limite sia rrichisce ed il fuoco è vivo quindi facilito laccesso o diffusione alla superficie in cui avviene la reazione del ossigeno
                                Altro aspetto da valutare è La penetrazione del ossigeno nello strato di cenere fino al carbone
                                Ec ecc ma credo di aver reso l’idea

                                Nel sitema nichel in polvere + idrogeno è possibile ipotizzare diverse accadimenti fig 1 ;
                                1. diffusione del idrogeno dal sistema allo strato limite del interfaccia niche idrogeno
                                2. adsorbimento del idrogeno sul nchel
                                3. scissione del idrogeno molecolare in idrogeno atomico
                                4. permeazione del idrogeno atomico attraverso il Ni
                                5. reazione con liberazione di calore
                                le reazioni da 4 a 1 hanno la loro versione reversibile di ritorno
                                quindi idrogeno si ricombina in idrogeno molecolare si desorbe passa allo strato limite e poi al sistema

                                Ora cosa “comanda il sistema “ è difficile da decidere in questo stadio dei lavori ma si possono fare studi sistematici per capire qualcosa

                                fatta questa premessa ci sono altre osservazioni interessanti :
                                1. Sula base della mia esperienza in nanoparticelle e altri materiali vi posso dire che materiali finemente suddivisi tendono, a passatemi il termine, ad aggregarsi e questo aspetto è importante in quanto scaldare del nichel a 600 700 gradi a mio avviso puo portare una modifica della distribuzione delle dimensione delle particelle che diventeranno necessariamente piu grosse
                                2. Quindi eventuali fenomeni e valutazioni in termini di rendimneto ecc dovranno considerare tale aspetto
                                Il test a maggiore temperatura andrebbe quindi rifatto anche a partire da polvere nuova ( ps immagino che costando mlto ci siano anche problemi economici )

                                Il modello difussivo puramente descrittivo non considera che le reazioni di adsrobimneto e desorbimneto dei metalli sono sogette a fenomeni che rispondono in termini divesi alla pressione ed alla temperatura
                                Nel merito spiccio del nostro discorso se faccio entrare idrogeno nel Nichel e poi spengo comehai fatto il sistema è lecito aspettarsi di sicuro due cose
                                Che certamnete idrogeno è gia presente nella polvere in quanto per alontanarlo efficacemente serve alta temperatura ed il vuoto
                                Quindi l’ipotesi che idrogeno sia presente è molto omolto fondata
                                E chiaro che se nel primo caso idrogeno entrava velocemnete poiche le particellierano molto fini ( esperimento 3)nel secondo tentativo ( esperineto 4)avro partielle un pelo piu grossolane e magari che si comportano meno efficacemente dal punto di vista del ricambio e della penetrazione del idrogeno
                                Ho lavorato con sistemi nanometrici e spesso la separazione delle particelle ed il mantenimneto della separazione sono fattori importanti ecco perche spesso si usano specie alle alte tempeature supporti inerti

                                magari si potranno fare valutazioni in futuro in merito
                                ho letto e sentito di zeoliti alluminea e altro sono ottime opzioni
                                Tornando al nosrto processo se ottimizziamo lo stadio lento è ovvio che renderemo il nostro sistema molto efficace ed efficiente
                                Spero di essere stato di aiuto

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                                • #17
                                  Originariamente inviato da fcattaneo Visualizza il messaggio
                                  Guarda posso dirti che durante esp.3 in quel minuto dove la T e' salita di 9 gradi abbiamo avuto paura.
                                  Ti capisco, a me è successa la stessa cosa! Quando la mia cella (in vetro!) si è accesa improvvisamente come una lampadina ho avuto paura che esplodesse da un momento all'altro, ed ho spento tutto immediatamente. Nonostante questo si è in parte fusa...

                                  La pressione e' scesa a 125 bar e si e' fermata ma la T rimaneva costante.
                                  Ho ripressato il sistema a 130 bar e questa volta la P NON E' PIU' SCESA!!! e la T rimaneva li fissa a quel nuovo valore.
                                  Questo conferma due cose: che l'idrogeno è effettivamente stato adsorbito, e che la dinamica è compatibile con un'ipotesi che avevo fatto in passato, cioè che l'adsorbimento anomalo è una conseguenza della reazione e non la causa!
                                  E questo spiega anche perchè nell'esperimento 4 la reazione è partita prima (l'idrogeno era già presente nel reticolo, ed è necessario solo il trigger, più o meno esplicito...)

                                  In quel momento abbiamo poi deciso di depressare il sistema per vedere la t nuovamente ridiscendere.. cosa che non e' successa.
                                  In realtà sembrerebbe che una volta adsorbito l'idrogeno e partita la reazione, il gas della cella può anche essere tolto, la reazione va avanti lo stesso sfruttando l'idrogeno intrappolato nel reticolo (che poi è quello che reagisce).

                                  Cioe' lasciare la pressione di H2 identica e ridurre la T di setpoin del PID fino a trovarci nuovamente ai valori di T out di partenza.
                                  In questo modo potevate calcolare la potenza aggiuntiva prodotta (che è quella corrispondente alla riduzione del setpoint).

                                  Avremmo trovato una condizione nuova ad una T del reattore piu' bassa e con una energia immessa piu' bassa..
                                  Beh, secondo me questa prova andrebbe fatta in salita. Cioè si fissa la composizione della polvere, si raggiune una certa T di regime (media-bassa) e si prova ad innescare la reazione con alcune "botte" 0-130 dell'idrogeno. Se la reazione parte si è trovata una nuova condizione, altrimenti si prova un setpoint più alto, e si ripete la procedura. Questo permette di capire qual è la T minima per fare partire la reazione in quelle condizioni, che è un dato importantissimo!
                                  L'unico problema è che la polvere ha "memoria", nel senso che risente dei precedenti adsorbimenti, quindi non si comporta sempre nello stesso modo... Questo complica le cose operativamente. Oppure le semplifica un pò se si suppone che una volta adsorbito l'H non ce ne sia più bisogno (e quindi si usa l'H esterno solo come trigger).

                                  Il nostro sistema e' chiaramente adatto a ricercare una giusta composizione/condizione ma non per generare molto calore perche la quantita di Ni che entra nel core e' davvero troppo poca e credo che questo sia determinante ai fini della quantita di calore.
                                  Credo che questo sia assolutamente secondario per ora! In questa fase le informazioni importanti sono relative alla possibilità di innesco della reazione, capito quersto gli altri fattori si possono scalare a piacimento...

                                  Considera un volume di 8 cc ... il peso corretto del materiale che abbiamo inserito lo posto piu' avanti perche l'ho scritto su un altro PC.
                                  Non è tanto poco comunque... Considerando le densità di energie che sono state riportate...

                                  Abbiamo materiale per assemblare altri 3 reattori... nel prossimo metteremo delle barrette TIG ( tungsteno + torio ) in modo da inserire una debolissima sorgente alpha che magari serve a qualcosa..
                                  Abbiamo anche della polvere di ossido di alluminio che potrebbe essere interessante anche se la presenza di ossido potrebbe generare calore x riduzione e sballare temporaneamente le misure.
                                  Sono prove interessanti, ma credo che prima sia utile capire ed imparare a conoscere come funzionano le cose con la versione base, altrimenti viene difficile fare confronti e tenere sotto controllo troppe le variabili.
                                  Ci sono due o tre prove secondo me fondamentali da fare con la versione base prima di passare alle altre.

                                  Ogni contributo e' naturalmente ben accetto... noi del resto stiamo fornendo tutti i dati senza omettere nessun particolare.
                                  Questo è molto utile per capire il fenomeno e per cercare di controllarlo bene.

                                  Il rendimento non lo abbiamo calcolato ancora.
                                  Come ti dicevo un modo molto semplice è quello di abbassare il setpoint fino a riportare la T di uscita al valore che aveva prima dell'innesco (conoscendo a quanti W corrisponde ogni punto di setpoint).


                                  P.S. Vi consiglio di gestire ed osservare con maggiore attenzione la fase di spegnimento: è probabile che la reazione rimanga attiva anche diminuendo la temperatura e togliendo l'idrogeno. Se le operazioni di spegnimento sono molto lente (senza sbalzi), potrebbe perfino rimanere accesa senza apporto di energia dall'esterno. Dai grafici dell'esperimento 3 si direbbe che c'era produzione di calore anche un pò dopo lo spegimento del forno (non si capisce però fino a quando)...

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                                  • #18
                                    esp n. 3-4

                                    Ciao fcattaneo

                                    Nel tuo #15 accenni alla quantità di Nickel (IN POLVERE) impiegata nel reattore, credo che la produzione continua di una quantità macroscopica di calore richieda una quantità di metallo micro-nano non di pochi grammi, ma superiore.
                                    Diverso il discorso per fili, lamine ecc ...

                                    Interessante il tuo riferimento alla sorgente alpha, ne avevo parlato poco tempo fa sempre nella sezione test perchè penso sia una strada da esplorare !!!

                                    saluti
                                    Piolos

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                                    • #19
                                      Complimenti al gruppo fcattaneo.

                                      Caspita! Di rientro da una villeggiatura in Francia trovo questa gradita sorpresa. Bravissimi! Ma soprattutto costanti NON vi siete lasciati fermare e avete provato con la NANOPOLVERE DA 40 nm.
                                      Mi aspettavo qualche risultato proprio perchè la superficie di adsorbimento è aumentata di 1000 volte ma certo non così eclatante.


                                      Originariamente inviato da fcattaneo Visualizza il messaggio
                                      2- Con l'aggiunta di H2 l'incremento di temperatura e' stato piu' modesto ( "soli" 8 gradi ) ma e' partito a pressione di H2 piu' bassa ( 60 bar contro i 130 precedenti ).
                                      ...
                                      Secondo me una volta che H2 entra nel reticolo del nikel la pressione di H2 perde di importanza ed e' probabile che una miscela di polvere di H2 gia' attivata, poi si inneschi solo con la T.
                                      Quindi il nostro esperimento N.3 ha visto un incremento inferiore perche probabilmente gia' qualcosa reagiva a 0 bar di H2.

                                      Una cosa che ho osservato durante l'esperimento N.3 e che non ho visto nel N.4 e' anche la leggera discesa di pressione avvenuta appena si e' innescata la reazione.

                                      F.
                                      La sorpresa l'ho avuta dalla pressione, non la reputavo un fattore importante, voi vi siete messi da subito in modo da muovervi fino a 200 atmosfere e ... avete avuto conferma della bontà della scelta.

                                      Certo non sembra esserci una relazione di diretta proporzionalità tra fenomeno calorico e pressione, la relazione comunque c'è. La pressione è evidentemente uno dei parametri.

                                      Allora:
                                      1) è evidente che il "caricamento" (adsorbimento dell'idrogeno nel nichel per i lettori di passaggio) è una condizione NECESSARIA ma probabilmente non sufficiente. Il caricamento può avvenire anche in altri modi, con Piantelli primo tipo avveniva con un numero elevato di cicli di riscaldamento a mezza atmosfera. Ma poi il calore in eccesso avveniva rarissime volte. Per renderlo ripetibile Piantelli ha dovuto lavorare sulla composizione cristallina del Nichel.
                                      Ora con il nanonichel e il ferro (Che granulometria?) sembra che la cosa accada senza particolare trattamenti alla struttura cristallina del nichel.

                                      2) una volta che il meccanismo si è innescato sembra più facile da ripetere e come hai detto tu la pressione perde di importanza.

                                      3) Il fenomeno quando si scatena "ricorda" un po' la reazione a catena. Questo conferma la probabilità che ci sia una sorta di emissione locale di raggi gamma o equivalenti, con frequenza idonea ad essere da attivatore per altre reazioni negli atomi di nichel e/o di idrogeno vicini.

                                      4) confermato anche che occorre il fattore scatenante perturbativo nel tuo caso l'improvviso salto di pressione.

                                      Dall'idea che mi sono fatto azzardo a dire che FORSE il fattore perturbativo potrebbe essere anche una piccola "combustione", ottenuta con l'introduzione di ossigeno, o magari aggiungendo polvere di carbonio, o nichel ranney.

                                      Infine propendo con l'idea che la polvere usata da Rossi sia di base di granulometria da micron, ma contenga sempre anche nanopolvere forse da 2 nm e/o nichel Ranney o equivalenti. Da quello che ho letto Rossi si è dedicato a provare tutte le varie polveri tipo Ranney in commercio. Forse sono presenti in piccole quantità diciamo 3%. Queste fanno la funzione di fiammifero scatenante.

                                      Per il rilevamento dei raggi gamma direi che dovrebbe comparire solo quando la quantità di calore è notevole. In altre parole ritengo che in una prima fase i raggi emessi vengano riassorbiti dalla polvere stessa, poi quando la reazione è abbondante il surplus di raggi sia rilevabile e debba essere schermato.
                                      Ciao e complimenti per la COSTANZA non ti sei lasciato scoraggiare.
                                      Ultima modifica di Camillo; 11-04-2012, 19:37.
                                      Hai figli che frequentano le scuole Medie e vorresti dare un aiuto in matematica?
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                                      • #20
                                        Originariamente inviato da Camillo Visualizza il messaggio

                                        Dall'idea che mi sono fatto azzardo a dire che FORSE il fattore perturbativo potrebbe essere anche una piccola "combustione", ottenuta con l'introduzione di ossigeno, o magari aggiungendo polvere di carbonio, o nichel ranney.
                                        Ciao Camillo.
                                        Un'idea che ho letto qua sul forum e che mi piace particolarmente e' quella di aggiungere un idrocarburo nel core del reattore.

                                        Aumentando la T. e in presenza di Nikel succede che i legami H-C dell'idrocarburo, si rompono liberando H ( idrogeno monoatomico ). ( reazione di idrocraking )
                                        Tale idrogeno avrebbe tempo di infilarsi nel reticolo del nikel prima legarsi in coppie H2.

                                        L'idea mi sembra buona e non richiede il sacrificio di un reattore nuovo, perche si puo aggiungere senza problemi una benzina al reattore esistente oggetto delle prove 3 e 4 .

                                        Originariamente inviato da piolos Visualizza il messaggio

                                        Interessante il tuo riferimento alla sorgente alpha, ne avevo parlato poco tempo fa sempre nella sezione test perchè penso sia una strada da esplorare !!!
                                        SI Pilos, avevo letto il tuo intervento e anche noi pensavamo la stessa cosa.
                                        Proveremo sicuramente questa soluzione.

                                        Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggio
                                        Sono prove interessanti, ma credo che prima sia utile capire ed imparare a conoscere come funzionano le cose con la versione base, altrimenti viene difficile fare confronti e tenere sotto controllo troppe le variabili.
                                        Ci sono due o tre prove secondo me fondamentali da fare con la versione base prima di passare alle altre.
                                        Se vuoi elencarle vediamo se poi possiamo farle.

                                        Originariamente inviato da boss 77 Visualizza il messaggio

                                        ho letto e sentito di zeoliti alluminea e altro sono ottime opzioni
                                        Tornando al nosrto processo se ottimizziamo lo stadio lento è ovvio che renderemo il nostro sistema molto efficace ed efficiente
                                        Spero di essere stato di aiuto
                                        Evitare la sinterizzazione e' sicuramente un fattore cruciale.
                                        Noi abbiamo dell'ossido di alluminio in polvere... uma miscela di Ni con questa polvere potrebbe aiutare la sinterizzazione.
                                        Un'altra idea potrebbe essere quella suggerita da camillo, cioe' di usare nikel micrometrico mischiato con poco nanometrico...
                                        In questo lo stesso nikel micrometrico eviterebbe la sinterizzazione..

                                        Occorre pero cercare delle priorita'... i test sono lunghi e non possiamo provare tutte le soluzioni.
                                        Occorre anche fortuna .. purtroppo.
                                        Ultima modifica di fcattaneo; 11-04-2012, 22:44.
                                        Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
                                        Impianto Fotovoltaico grid: 7 pannelli Sanyo HIP 205, 1.44 kWp, Az 90°, Tilt 17°, Inverter Fronius IG.15 + Impianto fotovoltaico in isola da 0,86 kWp con 10 kWh di accumulo + impianto solare termico a svuotamento da 7mq + pompa di calore Altherma 3 Compact R32 da 8 kW.

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                                        • #21
                                          Ciao fcattaneo,
                                          come dici giustamente tu le prove da fare sono troppe e le variabili praticamente infinite, se non si procede secondo percorsi precisi è praticamente impossibile trarre conclusioni valide e definitive. Per questo più che dare sfogo alla fantasia io ero più propenso a cercare di capire bene un paio di cose fondamentali prima...
                                          Visto che avete ottenuto un risultato molto buono già, è fondamentale studiarlo bene, e una volta capito e controllato discretamente, modificarlo un passettino alla volta per vedere se si riesce a migliorare le prestazioni. Ottenere questo genere di effetti richiede che parecchie condizioni siano verificate contemporaneamente (queste condizioni non sono solo quelle più evidenti, purtroppo), e non ha senso ora che si è trovato un caso funzionante, stravolgere tutto per fare prove completamente diverse (tungsteno toriato, allumina, idrocarburi, etc.).
                                          Secondo me sarebbe fondamentale capire tre cose prima di fare qualsiasi altro passo:
                                          1) la temperatura e pressione minime necessarie per avviare la reazione;
                                          2) la ripetibilità delle condizioni;
                                          3) gli effetti dell'adsorbimento sulle polveri (ossia come varia il comportamento delle polveri dopo il primo adsorbimento).
                                          Questo comporta soltanto ripetere l'esperimento 3 e 4 in maniera più "ordinata" (cioè con una sequenza di passi pianificata prima, che possiamo decidere assieme) almeno un'altra volta. Poi se il tutto risulta ripetibile e relativamente chiaro, si può provare a cambiare la ricetta. Senza queste verifiche sarebbe un pò avventato provare altre soluzioni perchè non ci sarebbero elementi di confronto a sufficienza ed alla fine per capire cosa succede bisognerebbe fare molti più esperimenti!

                                          Oppure se non vi spaventa fare più esperimenti, si può procedere per via euristica: assumiamo che 700°C e 130bar siano abbastanza per qualsiasi miscela, e proviamo varie ricette, fino a quando non ne troviamo una che funziona visibilmente meglio delle altre... Alla fine ci si ritroverà empiricamente ad avere una buona ricetta e delle condizioni sufficienti, ma non avremo capito quasi niente di come vanno le cose (questo credo sia stato il metodo seguito da Rossi...).
                                          Sono due punti di vista diversi. Io per formazione preferirei il primo, ma dipende da dove si vuole arrivare...

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                                          • #22
                                            Vi seguo con molto interesse.

                                            Se si tratta di riprodurre l'E-Cat o qualcosa di simile, che noi tutti pensiamo/speriamo funzionante, credo sia utile seguire le scarse e frammentarie informazioni derivate da Rossi e da Focardi, cum grano salis, perchè potrebbero essere date fuorvianti ad arte.
                                            Il Calore mi pare di capire che è importante ma non è essenziale che sia molto elevato e sopratutto non è indifferente in che modo venga apportato.
                                            Focardi dichiara che la reazione inizia addirittura a 60°C.
                                            Rossi ha sempre rifiutato l'idea suggerita da molti lettori del suo Blog che il calore prodotto da un E-Cat possa servire ad innescare un altro E-Cat.
                                            Quindi si desume che è necessaria l'Elettricità per scatenare il fenomeno.
                                            Dalle dimostrazioni del 10/2011 pare di capire che l'EE è necessaria anche per moderare il fenomeno.

                                            Ma come viene usata questa EE ?
                                            Qui possiamo sbizzarrirci a pensarle tutte, ma mi sento ragionevolmente di escludere che l'uso più probabile sia solo quello di riscaldare una semplice resistenza elettrica.
                                            Frequenza, microonde, scariche elettriche.... fate vobis...
                                            La teoria di WL prevede che si formino sulla superficie del metallo di transizione degli elettroni pesanti (muonici?) e che questi si uniscano ai protoni per formare neutroni ultra lenti ULN.
                                            Il fenomeno quindi pare innescato sulla superficie del metallo e gli ULN poi possono entrare e reagire col Ni/Fe, oltre al fatto che potrebbero formarsi atomi di Deuterio e qualsiasi altro tipo di atomi.

                                            Anche negli esperimenti di Jorio e Cirillo è l'arco fotovoltaico che innesca le reazioni di transmutazioni.

                                            In pratica sono sempre più convinto per un uso NON TERMICO della Corrente Elettrica...

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                                            • #23
                                              Ciao Tutti

                                              Per quel che concerne l'osservazioni di Vetteore effetivamnete l'entusiasmoa volte porta a trascendere quindi prima uno studiosulle condizioni di innesco è senz'altro doveroso .
                                              Immagino che vettore al punto3 della sua degressione inteda valutare tra le altre cose quello che in catalisi si intende come resistenza all inveccghiamento e con l'approccio euristico intenda valutare il rendimneto di mescole multiple ecc
                                              Il problema da valutare è poi come tali aspetti si intersecano
                                              Infatti un sistema che ha un alta funzionalita nel breve periodo potrebbe auto avvelenarsi e perdere resa nel tempo ed uno leggeremnete meno performante durare molto di piu nel tempo

                                              Lo studio di questo sistema, converrete con me non puo prescindere da tali valutazioni
                                              Quindi bene lapproccio sistematico e la rpetizione dei punti 3 e 4 dano il giusto alla certezza del equilibrio nei vari passi e cercare di verificare la durata del sistema per non scartare sistemi magari meno efficaci sul breve ma interessanti nel medio lungo periodo

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                                              • #24
                                                Originariamente inviato da boss 77 Visualizza il messaggio

                                                Il problema da valutare è poi come tali aspetti si intersecano
                                                Infatti un sistema che ha un alta funzionalita nel breve periodo potrebbe auto avvelenarsi e perdere resa nel tempo ed uno leggeremnete meno performante durare molto di piu nel tempo
                                                Se e' piu' o meno sconosciuto a tutti il meccanismo che determina questa produzione di calore, e' invece ben chiaro come questo si propaga.

                                                Secondo il mio parere l'avvelenamento del nikel, che spesso si riscontra in questi esperimenti, altro non e' che l'azione di sinterizzazione e/o fusione che avviene nelle polveri, nelle zone dove si innesca questa reazione.
                                                Il Nikel non eccelle quanto a conduzione di calore, quindi va da se che l'esportazione dello stesso dal core, e' un fattore cruciale nel mantenimento della reazione, ma anche nello sviluppo quantitativo/qualitativo della stessa.

                                                La polvere di ferro certamente aiuta a smaltire il calore, ma probabilmente un altro metallo potrebbe essere migliore sotto questo punto di vista ( ..rame ?)
                                                .. forse il cosiddetto catalizzatore non e' altro che un facilitatore della conduzione di calore.

                                                Altra considerazione e' la temperatuira che non deve pero' essere nemmeno troppo bassa.
                                                Nell'esperimento N.2 , che abbiamo condotto a T. piu' bassa del N.3 , non abbiamo osservato la fuga delle temperature, pur inserendo H2 a 130 bar. ( non mi ricordo i valori esatti quindi evito di scrivere errori ).

                                                Un'altra considerazione interessante riguarda l'aria che entrava nel reattore a 18 gradi e usciva a 236 gradi.... e' palese che la parte iniziale del reattore si trovava ad una T molto piu' bassa della parte finale e quindi la reazione, che ha determinato quelle fuge importanti nelle T, in realtà e' avvenuta in un tratto molto breve del reattore; che ricordo ha sviluppo longitudinale : http://www.portalsole.it/archivio/reattoreFF.swf .

                                                Mi aspetto quindi di trovare parti del reattore dove la polvere risultera' molto diversa.. probabilmente agglomerata o fusa.

                                                Se riusciremo a capire quale e' la giusta temperatura che deve mantenersi il reattore per garantire, da una parte il mantenimento della reazione e dall'altra evitare fusioni o sinterizzazioni delle polveri, possiamo probabilmente aver risolto il problema dello sfruttamento di questa fonte di energia ( ..nel malaugurato caso non ci sia gia' arrivato qualcun altro ).

                                                Il profilo termico,tra ingresso e uscita del core, deve mantenersi il piu' stretto possibile e questo potrebbe essere realizzato tramite la circolazione di un fluido gassoso con alta capacita termica ( tipo H2 o Elio ).. pero' servira' un compressore al posto di una pompa.

                                                Un fluido gassoso ha sicuramente dalla sua una migliore possibilita' di controllo della temperatura di reazione rispetto al vapore con i suoi problemi di ricondensazione e i suoi limiti di temperatura.

                                                .. Idee.

                                                Fa.









                                                http://www.portalsole.it/archivio/reattoreFF.swf
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                                                Impianto Fotovoltaico grid: 7 pannelli Sanyo HIP 205, 1.44 kWp, Az 90°, Tilt 17°, Inverter Fronius IG.15 + Impianto fotovoltaico in isola da 0,86 kWp con 10 kWh di accumulo + impianto solare termico a svuotamento da 7mq + pompa di calore Altherma 3 Compact R32 da 8 kW.

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                                                • #25
                                                  Nel petrolchimico il problema della sinterizzazione dei catalizzatori a base di niche è stato risolto deponnedo su allumina del Ni ma nel nostro caso vorebbe dire mescolare le carte e si complicherebbe la valutazione dei dati sin ora ottenuti
                                                  Piu semplice concettualmnete ma meno tecnicamnete ci sarebbe come soluzione un bel letto fluido .....
                                                  Ultima modifica di boss 77; 12-04-2012, 18:12.

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                                                  • #26
                                                    @fcattaneo
                                                    In effetti per come è costruito il vostro reattore (non lo ricordavo) il problema dello smaltimento del calore è meno presente che in altre configurazioni, visto che la polvere è "stesa" sul tubo e forma uno strato piuttosto sottile. Però in effetti quello che dici riguardo ai gradienti termici è vero. La cosa non è negativa, anzi comporta una condizione di non equilibrio che è molto proficua per l'innesco della reazione. Sull'effetto che ha sulle polveri, beh, lo si può capire solo aprendo il reattore e guardando cosa è successo...

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                                                    • #27
                                                      @fcattanel
                                                      Ciao, non hai più detto quanto pesava il nichel usato e quanta è la massa e l'inerzia termica del reattore, per vedere di fare 2 calcoli sul calore che è stato prodotto, credo che all'innesco si debba sommare anche il calore generato dell'idrurazione del nichel.

                                                      Nickel hydride (NiH)

                                                      non è che un'altro ingrediente potrebbe essere lo zinco?
                                                      perchè guardando la tabella delle affinità elettronica http://it.wikipedia.org/wiki/Affinità_elettronica potrebbe essere quel qualcosa che aiuta la ionizazione dell'idrogeno, anche il gruppo del DOA lo usa come catalizzatore.
                                                      Ciao.
                                                      Ultima modifica di GabriChan; 12-04-2012, 20:23.
                                                      "Non date da mangiare ai troll"
                                                      http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet)

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                                                      • #28
                                                        Originariamente inviato da boss 77 Visualizza il messaggio

                                                        Piu semplice concettualmnete ma meno tecnicamnete ci sarebbe come soluzione un bel letto fluido .....
                                                        Gia' ... se i problemi del innesco/mantenimento e qualita' della reazione dipendono dai problemi di cui abbiamo parlato, la soluzione del letto fluido sarebbe la soluzione definitiva.

                                                        E' interessante notare che un pugno di persone con un forum e qualche scambio di idee, siano arrivate a questa conclusione in poche battute :-) .. questo spiega l'importanza cruciale della condivisione delle esperienze.

                                                        ... naturalmente SE i problemi sono solo legati al mantenimento della struttura nanometrica del Nikel in fase di reazione, cosa probabile e sicuramente da esplorare.

                                                        Un letto di materiale inerte nel quale e' diffuso il Nikel, flussato da una grande portata di H2 caldo con un gradiente IN/OUT moderato e controllato da uno scambiatore esterno gas/acqua determinerebbe :

                                                        1) grandissima esportazione di calore dalle particelle di Nikel,
                                                        2) facilitazione della diffusione dell'H2 nella struttura cristallina del Nikel
                                                        .. e 3) una certa mobilita dell'H2 nel reticolo che secondo le teorie di Camillo fa solo bene

                                                        Che dire.. c'e' da sperare di riuscire a non dover lavorare a 130 bar perche progettare un letto fluido a quelle pressioni la vedo dura.
                                                        .. ma con un nikel gia' attivato non servono quelle pressioni.

                                                        Fa.

                                                        Originariamente inviato da Vettore Visualizza il messaggio
                                                        In effetti per come è costruito il vostro reattore (non lo ricordavo) il problema dello smaltimento del calore è meno presente che in altre configurazioni, visto che la polvere è "stesa" sul tubo e forma uno strato piuttosto sottile.
                                                        Vero..

                                                        Sicuramente questa struttura garantisce una dissipazione di calore molto rapida rispetto a soluzioni dove il Nikel e' posto in un
                                                        chamber piu' profondo.
                                                        E lo spessore ridotto non sembra essere un limite all'intrappolamento dell'H2 nel nikel.. forse perche a livello atomico quello spessore rimane comunque sufficiente.

                                                        Ciao,
                                                        F.
                                                        Ultima modifica di Quantum Leap; 15-04-2012, 10:03.
                                                        Segui on-line il funzionamento dei miei impianti in tempo reale.
                                                        Impianto Fotovoltaico grid: 7 pannelli Sanyo HIP 205, 1.44 kWp, Az 90°, Tilt 17°, Inverter Fronius IG.15 + Impianto fotovoltaico in isola da 0,86 kWp con 10 kWh di accumulo + impianto solare termico a svuotamento da 7mq + pompa di calore Altherma 3 Compact R32 da 8 kW.

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                                                        • #29
                                                          Da quello che abbiamo detto sembrerebbe importante a questo punto capire qual'è la pressione minima di innesco, piuttosto che la temperatura... in fondo strutture che resistono a 800°C non sono difficilissime da realizzare, mentre tenere 130 bar di idrogeno è un bel problema! [Io ho avuto problemi anche con pressioni molto più basse!]
                                                          In fondo nessuno ha mai citati pressioni così alte: piantelli addirittura lavora quasi in sottopressione! Solo Arata si è spinto fino a 60 bar, ma lui in questo modo riesce a fare partire la reazione senza nemmeno fornire calore! E' probabile (sembrerebbe evidente da quello che si trova in letteratura) che la reazione possa avvenire anche a pressione atmosferica, a patto di fornire un adatto trigger.
                                                          Un'altra considerazione sulla pressione è che ci sono dei modi per aumentarla localmente, senza aumentarla in tutto il volume, usando la pressione meccanica di determinate strutture (sottoposte a magnetostrizione o a dilatazione termica)...

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                                                          • #30
                                                            Originariamente inviato da GabriChan Visualizza il messaggio
                                                            @fcattanelCiao, non hai più detto quanto pesava il nichel usato e quanta è la massa e l'inerzia termica del reattore, per vedere di fare 2 calcoli sul calore che è stato prof
                                                            La miscela di limatura di ferro + Nikel 40Nm pesava 26.14 g., di cui 18.14 di Fe.Dopo il caricamento del reattore sono avanzati 5.74 g.Ciao,Fa
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