Diamanti Nucleari
Scienziati dell’Università del “Bristol Cabot Institute” hanno preso 2 piccioni con una fava grazie alla realizzazione, effettuata nei loro laboratori, di un diamante che può generare elettricità e che deriva dal riciclo di rifiuti radioattivi.
Negli impianti nucleari l’uranio radioattivo è scisso attraverso il processo della Fissione Nucleare. Quando avviane la fissione si crea calore che viene utilizzato per creare vapore e con esso alimentare turbine che creano l’elettricità immessa poi nella rete elettrica.
L’aspetto altamente negativo di questo processo è la creazione di pericolose scorie radioattive che consistono in barre di grafite altamente radioattive. Oggi questi rifiuti radioattivi vengono stoccati in luoghi che si cerca di rendere più sicuri possibili ma rimangono un grosso pericolo per l’umanità intera poiché hanno un tempo di dimezzamento della radioattività di 5.730 anni e per tanto si dovrebbero mantenere sigillati per più di 10.000 anni. Un tempo impensabile!
Gli scienziati hanno trovato un modo per riscaldare questa grafite radioattiva per far rilasciare la maggior parte della radioattività sotto forma gassosa. Il gas viene sottoposto poi a un’alta temperatura e bassa pressione che lo porta a fissarsi sotto forma di un diamante artificiale.
Quando questi diamanti sono sottoposti a un campo radioattivo generano una piccola corrente elettrica. Gli sviluppatori hanno rinchiuso questa batteria diamante in un altro diamante non radioattivo che assorbe le emissioni pericolose e che a sua volta consente la generazione di ancora più energia elettrica, realizzando una batteria vicino al 100% dell’efficienza.
Energia per il futuro
Questa batteria a “Diamante nucleare” ha un’incredibile durata potendo emettere energia per più di 5.500 anni! Sarebbe la fonte di energia “ideale nelle situazioni in cui non è possibile o semplice ricaricare o sostituire le batterie”, dice Tom Scott, professore in scienza dei materiali al Cabot Institute.
Aerei, satelliti o mezzi spaziali potrebbero godere di enormi benefici con questa batteria. Ma anche dispositivi medici come Pacemaker o il pancreas artificiale possono diventare più affidabili e far vivere meglio i loro utilizzatori.
Inoltre questo sarebbe un modo molto efficiente per trattare i rifiuti radioattivi. Negli ultimi 40 anni solo gli Stati Uniti hanno accumulato 84.250 tonnellate di rifiuti radioattivi.
Fornire a tutta la terra l’elettricità di cui necessità è un compito arduo anche senza mettere a fuoco la sostenibilità delle fonti. Questa scoperta sembra poter dare una risposta positiva a questa necessità e in maniera pulita. Sembrerebbe il “Santo Graal” dell’energia poiché, come dice Scott “non genera emissioni, non richiede manutenzione, abbiamo solo generazione elettrica diretta”.
Turning nuclear waste into the batteries... - World Economic Forum | Facebook
Articolo tratto da https://www.weforum.org/agenda/2017/02/these-scientists-are-turning-radioactive-waste-into-diamond-batteries
traduzione in italiano di Roy Virgilio
Scienziati dell’Università del “Bristol Cabot Institute” hanno preso 2 piccioni con una fava grazie alla realizzazione, effettuata nei loro laboratori, di un diamante che può generare elettricità e che deriva dal riciclo di rifiuti radioattivi.
Negli impianti nucleari l’uranio radioattivo è scisso attraverso il processo della Fissione Nucleare. Quando avviane la fissione si crea calore che viene utilizzato per creare vapore e con esso alimentare turbine che creano l’elettricità immessa poi nella rete elettrica.
L’aspetto altamente negativo di questo processo è la creazione di pericolose scorie radioattive che consistono in barre di grafite altamente radioattive. Oggi questi rifiuti radioattivi vengono stoccati in luoghi che si cerca di rendere più sicuri possibili ma rimangono un grosso pericolo per l’umanità intera poiché hanno un tempo di dimezzamento della radioattività di 5.730 anni e per tanto si dovrebbero mantenere sigillati per più di 10.000 anni. Un tempo impensabile!
Gli scienziati hanno trovato un modo per riscaldare questa grafite radioattiva per far rilasciare la maggior parte della radioattività sotto forma gassosa. Il gas viene sottoposto poi a un’alta temperatura e bassa pressione che lo porta a fissarsi sotto forma di un diamante artificiale.
Quando questi diamanti sono sottoposti a un campo radioattivo generano una piccola corrente elettrica. Gli sviluppatori hanno rinchiuso questa batteria diamante in un altro diamante non radioattivo che assorbe le emissioni pericolose e che a sua volta consente la generazione di ancora più energia elettrica, realizzando una batteria vicino al 100% dell’efficienza.
Energia per il futuro
Questa batteria a “Diamante nucleare” ha un’incredibile durata potendo emettere energia per più di 5.500 anni! Sarebbe la fonte di energia “ideale nelle situazioni in cui non è possibile o semplice ricaricare o sostituire le batterie”, dice Tom Scott, professore in scienza dei materiali al Cabot Institute.
Aerei, satelliti o mezzi spaziali potrebbero godere di enormi benefici con questa batteria. Ma anche dispositivi medici come Pacemaker o il pancreas artificiale possono diventare più affidabili e far vivere meglio i loro utilizzatori.
Inoltre questo sarebbe un modo molto efficiente per trattare i rifiuti radioattivi. Negli ultimi 40 anni solo gli Stati Uniti hanno accumulato 84.250 tonnellate di rifiuti radioattivi.
Fornire a tutta la terra l’elettricità di cui necessità è un compito arduo anche senza mettere a fuoco la sostenibilità delle fonti. Questa scoperta sembra poter dare una risposta positiva a questa necessità e in maniera pulita. Sembrerebbe il “Santo Graal” dell’energia poiché, come dice Scott “non genera emissioni, non richiede manutenzione, abbiamo solo generazione elettrica diretta”.
Turning nuclear waste into the batteries... - World Economic Forum | Facebook
Articolo tratto da https://www.weforum.org/agenda/2017/02/these-scientists-are-turning-radioactive-waste-into-diamond-batteries
traduzione in italiano di Roy Virgilio
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