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CERTIFICATI VERDI INCERTI

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    mi rifaccio agli articoli presi dal CNER.
    03.04.2008
    Confagricoltura sui Certificati Verdi
    Confagricoltura chiede che i certificati verdi vengano riportati "al loro valore reale". Si tratta di una delle misure che, secondo il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, devono essere "affrontate nei prossimi mesi" dal futuro Governo.

    "Nell'anno appena trascorso sono stati quotati sul mercato a prezzi inferiori di circa il 40% rispetto a quanto indicato dal Gestore dei servizi elettrici. E le misure previste nella Finanziaria 2008 - ha detto Vecchioni - non sono sufficienti a risolvere i problemi di un mercato già saturo, anche a causa della possibilità data alle società elettriche di poter rispettare l'obbligo con energia rinnovabile importata".

    "Forse - sostiene Confagricoltura - è giunto il momento di modificare il sistema stesso di determinazione della quota d'obbligo, prendendo a base di riferimento tutta l'energia venduta e consumata in Italia". In questo modo, il fabbisogno di certificati verdi "potrebbe quasi raddoppiare".

    Sempre in campo energetico Vecchioni ha guardato ai problemi italiani a livello europeo, spiegando che, nelle trattative con Bruxelles, l'Italia ha bisogno di "presentare proposte capaci di difendere lo sviluppo interno di energia rinnovabile, limitando le importazioni in quanto l'attuale proposta sulle garanzie di origine dell'energia rinnovabile e sulla filiera dei biocarburanti favorisce i Paesi che hanno raggiunto già gli obiettivi europei". Il ruolo dell'Italia, in questo senso, è fondamentale "e chiediamo anche per non aggravare i nostri problemi - ha concluso Vecchioni - legati alla quotazione dei certificati verdi", ovvero le commodities negoziabili emesse dal gestore del servizio energetico italiano (Gse).

    08.04.2008
    Crollano i Certificati Verdi
    L'effetto del correttivo apportato nell'ultima Finanziaria al sistema dei certificati verdi si sta facendo sentire pesantemente sui prezzi, ormai prossimi a scendere sotto il livello dei 70 euro/MWh, ben lontano quindi dal prezzo di riferimento (112) (QE 26/3). Ma il crollo è destinato a proseguire nel prossimo futuro, avendo alla base una causa strutturale.

    Questo l'allarme lanciato da Luigi De Paoli (Iefe-Bocconi), nel corso del seminario dedicato agli strumenti di mercato per incentivare gli investimenti e l'innovazione in relazione agli obiettivi europei organizzato
    dal Gme a Milano, presso la sede di Assolombarda.

    L'obbligo di ritiro dei certificati verdi scaduti da parte del Gse, per il quale l'ultima Finanziaria ha modificato il prezzo di ritiro, stabilendo che dovrà corrispondere al valore medio dei certificati registrato l'anno precedente, non sembra dunque più in grado di garantire la copertura del rischio di
    investimento nelle fonti rinnovabili. "Il punto di equilibrio – ha avvertito De Paoli – è in casi come questo lo zero". Parlando dei possibili correttivi, De Paoli ha segnalato che, in generale, i sistemi di incentivazione basati sulle quote (in questo caso di energia elettrica da produrre con fonti rinnovabili),
    risultano meno efficienti dei sistemi basati su una tariffa di acquisto fissata dal decisore pubblico, come nei casi del CIP6 e più recentemente del "Conto energia".

    Non va trascurata, nell'analisi di De Paoli, anche la terza via, costituita dalla possibilità di fissare
    un monte incentivi a tutte le rinnovabili, da ripartire in seguito attraverso una competizione regolata delle varie fonti.


    a questo punto mi sorge un dubbio sulla sostenibilità del "conto energia" e delle tariffe che tanto ci hanno lusingato con la nuova finanziaria.
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