Olio di Jatropha curcas - EnergeticAmbiente.it

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Olio di Jatropha curcas

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  • Dunque per la jatropha siamo in contatto con un'azienda che ha provato molte varietà e con alcune ha avuto successo nella sua coltivazione in puglia reggendo bene all'inverno. Se non è un bluff, direi che nel deserto la temperatura non sarà più bassa che in puglia.
    Inoltre proprio questi giorni abbiamo trovato un contatto algerino che sta coltivando la jatropha e dovrebbe darci altre informazioni

    Ovviamente un turbogas a olio-gas naturale sarebbe una buona opzione. Siamo partiti dal motore diesel perchè la tesi mi è stata proposta da Enea, che a sua volta avrebbe accesso a questi grossi generatori alternativi diesel a un prezzo molto basso visto che erano stati prodotti come motori ausiliari per momenti di ferma di centrali nucleari.

    in ogni caso proverò a parlare anche di questa opzione del gas.
    Infatti un'altro parametro non indifferente nel bilancio energetico complessivo è lo scarto di estrazione dell'olio, che sono grossi quantitativi di materiale vegetale.
    Un'idea(non molto pulita ma funzionale) era quella di bruciare i pani per alimentare un piccolo ciclo a vapore (con preriscaldamento mediante i fumi del gruppo diesel) che andava a fornire almeno altri 1,5MW secondo le mie prime stime.
    Però è un 'impianto aggiuntivo..
    Gli stessi pani potrebbero essere utilizzati per produzione di biogas ma non so quali siano i rendimenti.Magari si potrebbe pensare anche di implementare gli scarti umani, ma ad oggi ovviamente non esiste nessun tipo di rete fognaria, sono degli accampamenti.
    Ad ogni modo, in questo caso si potrebbe usare un solo turbogas (olio e gas).

    Insomma, l'idea è buona ma ancora in fase di valutazione, fermo restando che il motore diesel avrebbe un ottimo prezzo.

    l'obiettivo sarebbe quello di ottenere l'intero fabbisogno energetico autonomamente, senza dover comprare carburante,
    Infatti ci è stato fatto capire, dopo la proposta del progetto iniziale basato sulla dipendenza dal combustibile fossile per pompare e dissalare l'acqua per agricoltura e usi sanitari, che il finanziamento non sarebbe stato stanziato in quanto non c'è la volontà di far accedere nuove popolazioni al consumo di combustibile fossile.
    Alla luce di questo fatto si è intrapresa la strada del biocarburante.

    Dai miei calcoli di massima, implementando i pani, con i dati della
    colonna di sinistra si arriva ad una produzione di acqua del 140% (300% e passa l'altra) rispetto rispetto a quella che serve per irrigare la jatropha e ottenere quindi l'olio necessario ai fabbisogni dell'impianto.
    dell'altro 40% che è tantissima acqua, meno del 5% basterebbe per usi sanitari, il restante per un pò di agricoltura.

    In ogni caso ora valuto anche le opzioni che mi avete proposto
    Ultima modifica di islasoilime; 14-11-2009, 02:20.

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    • grazie anche per i contatti. l'ulivo di che tempi necessita per iniziare a produrre qualcosa?

      Per la salamoia non abbiamo ancora valutato bene l'impiego, in ogni caso l'idea era appunto quella di non scaricarla bensi trovare il modo più economico per farla evaporare(anche semplicemente al sole) ed utilizzare i sali come rendita economica.
      Potrebbero anche essere molto redditizi

      Purtroppo ancora non sono riuscito ad avere un campione dell'acqua di falda profonda.

      Commenta


      • Originariamente inviato da islasoilime Visualizza il messaggio
        grazie anche per i contatti. l'ulivo di che tempi necessita per iniziare a produrre qualcosa?

        Per la salamoia non abbiamo ancora valutato bene l'impiego, in ogni caso l'idea era appunto quella di non scaricarla bensi trovare il modo più economico per farla evaporare(anche semplicemente al sole) ed utilizzare i sali come rendita economica.
        Potrebbero anche essere molto redditizi

        Purtroppo ancora non sono riuscito ad avere un campione dell'acqua di falda profonda.
        per i tempi chiedi in Tunisia , ma penso non si discostino molto da jatropha.
        Il ciclo più redditizio per il panello di jatropha è la biodigestione , produce almeno 150 mc. di biogas al 65 % e ti rimane c.a. il 70% della biomassa iniziale come ammendante che vale circa 1/5 dell'equivalente concime chimico ( significa che ogni 5 ton di panello esausto sostituisci una ton di fertilizzante ) . Il problema della biodigestione è la necessità idrica . Se fermenti a secco " dry fermentation " il rapporto sarà c.a. 1 : 5 , ogni ton di panello secco richiederà 5 ton di acqua dolce( in parte la riciclerai ) se farai fermentazione umida , il rapporto sale a 1: 10 . Comunque tu faccia per avviare il programma avrai necessità di consumo di fossili per i primi 3 o 4 anni che precedono la produttività delle piantagioni. Nel deserto sono sempre esistite saline da falda e sono sempre state una risorsa dei nomadi, nulla vieta di continuare , magari contribuirebbero ad aumentare l'umidità dell'aria e un po' il clima.
        Lascia perdere la cacca dei nomadi costa più raccoglierla di ciò che ricaveresti e le deiezioni degli erbivori sono un carburante per la cucina per loro insostituibile.
        Il costo dei motori termici in un progetto del genere è proporzionalmente irrisorio , pensare di incentrarlo tutto su dei vecchi Sulzer da 2 Mwe per risparmiare qualche centinaio di migliaio di € è come lasciare la caldaia a carbone nella cantina di un edificio che si abbatte per ricostruirlo a risparmio energetico.
        Se dissali a ricompressione vale la pena la turbina , se lo fai a osmosi meglio i diesel . Tieni presente che i gas del diesel- gas ti darebbero ancora un mucchio di acqua di condensazione .

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        • no Sulzer per mè visto che sono ex centrale nucleare, conosco bene i fratelli, visto che dovrò metterli in moto a breve e sono dei GMT B230, belle macchine da nave (M...), ma non le vedo adatte per l'uso di islasoilime, e dual le dura, il tuo consiglio e giusto il Df50 non è male, e per iniziare non ci sono molte alternative al carburante fossile, e i sali vanno assolutamente recuperati, oppure si troveranno come gli spagnoli che buttavano tutto a mare poi quando il disatro era cosi grave stanno tentando di recuperare (molto furbi), non ho notizie fresche ora, saluti

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          • ehh, sto lavorando con un vecchio ingegnere nucleare che mi dice che a Trino erano montati dei Sulzer GMT da 2 Mwe. Ma ( tanto non entra qui ) sarà rimbambito....
            6 Mwh a metano o biogas, condensando a 40° i gas di scarico danno ancora una quarantina di mc di acqua distillata al giorno . Magari sul totale che serve a irrigare son pochi ma 14.000 ton di H2O se dovessi fermentare il panello sono un bel regalo..... in mezzo al deserto

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            • H2O

              quelli di trino non li conosco, io mi riferisco ad gmt nostri del progetto super Phoenix fatto in francia, tornati di cui due sono disponibili nel mercato, due sono in zona Salerno, comunque i Sulzer GMT da 2 MW di origine se la canna è 200, 220 sono i Polar, se sono a due tempi non parlo,li conosco poco nella realtà, anche se sarebbero motori facili, il discorso della condensa molto buona, ricordati che ci sono pure i vapori della cassa monoblocco,saluti

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              • Stavo valutando l'opzione dual fuel
                Scusate ma sul biogas sono poco ferrato.

                faccio due calcoli:nel caso avessi una quantità di circa x tonnellate all'anno di residui vegetali(25000 circa) devo risalire a quanto biogas dovrebbe rendere. uso i valori che mi hai dato. Le rendite sono di 150mc di gas a tonnellata di panello?di sostanza umida o secca?

                Dunque al 65% significa che è 65%metano e il resto co2(circa), con un potere calorifico quindi circa il 65% di quello del metano.
                quindi da un potere calorifico del metano sui 10kwh/m3
                passo a un potere calorifico del biogas sui 6,5kwh/m3.
                FAcendo il conto sugli scarti umidi
                quindi 1tonnellata darebbe 150 x 6,5=975kwh/tonnellata di scarti umidi
                che sono circa 1kwh/kg scarti umidi

                invece il potere calorifico scarti secchi è sul 4,5kwh/kg secchi
                che con un umidità del 40% diventerà 2,7kwh/kg umidi

                Quindi con la soluzione mediante combustione diretta del panello ho quasi 3volte il potere calorifico dalla stessa materia di partenza cioè il panello.Poi entrano in gioco i rendimenti degli impianti, ma saremo comunque nel range tra il 30% e il 40% e quindi influiscono di meno sulla scelta dell'impianto.
                Insomma il peso non è da poco perchè a conti fatti si parla di un impianto a vapore sui 2,5MW(a conti fatti da quelle tonnellate sopra) da abbinare a un diesel da 6MW
                Certo è un impianto in più ed è molto meno pulito. Anche se la co2 è similare, mentre gli Nox, PM sono sicuramente molto maggiori. Si possono però prevedere sistemi di abbattimento.

                Usando il dual fuel abbiamo il vantaggio di un solo impianto, ma non so quanto risparmio visto che comunque costerà sicuramente di più del diesel che era a un prezzo molto buono.
                Abbiamo il vantaggio che ciò che resta è fertilizzanti.
                Però con un calcolo molto molto molto indicativo quei 2,5MW (con un potere calorifico di un terzo ma un rendimento maggiore che da 30 del gruppo vapore va a 40-45 del dual fuel) diventano circa 1MW aggiuntivo.
                Insomma si perdono 1,5MW che non sono pochi per le taglie in gioco, in particolare visto che l'obiettivo è l'autonomia energetica
                (ovviamente dopo l'avvio della coltura)

                Non so, l'idea del dual fuel mi piace molto, ma questi calcoli mi hanno un pò demoralizzato.
                Tra l'altro se sono 150mc/tonn di sostanza secca viene anche meno.


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                • ecco che esce l'ingegnere, mio padre mi bruciava sempre l'erba in giardino perchè trattava tutto come se dovesse costruire un ponte.
                  Sei in mezzo al deserto. Hai il 90% di probabilità di trovarti a coltivare un aridosuolo ( è un suolo in cui i flussi idrici vanno al contrario di quelli della nostra latitudine ) l'unico modo che hai di rendere accettabilmente coltivabile il terreno è aggiungere ammendante in dosi massicce e biochar per aumentare la resistenza agli shock idrici . Se prevedessi una turbina a vapore dovresti anche prevedere il raffreddamento del condensatore con una torre evaporativa che consuma ( per quelle potenze ) almeno 5 mc ora . In più bruciando il panello dovresti comperare fertilizzanti.....
                  Con la soluzione che ti ho indicato ottieni :
                  ammendante nelle proporzioni che ti ho indicato
                  acqua condensata dai gas di scarico
                  raffreddi tutto ad aria in un posto in cui l'acqua è come l'oro
                  Se vuoi ispirarti un po' nella programmazione dell'arido coltura cerca "qanat" . E' la forma più antica di creazione di una oasi artificiale , i primi esempi risalgono ad almeno 2000 anni fa, vedrai come veniva sfruttata l'acqua addotta da lontano per alimentare un sistema agricolo.
                  E non limitarti in un ambito così delicato a pensare quanti kwe produci, a un certo punto saranno il problema minore.
                  P.s.
                  Se puoi vai a visitarle le donne dei Saharawi , sanno cucinare con nulla delle cose buonissime , sono convinto che se avranno l'opportunità di vivere meglio ti saranno grate per sempre
                  Ultima modifica di Sulzer1; 18-11-2009, 09:52. Motivo: aggiunta

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                  • Mia esperienza diretta Ho ricevuto in Argentina il rappresentante tecnico della D1BP abbiamo fatto insieme rilevazioni a suolo e aereofotogrammetrie per piazare Jatropha in Argentina,abbiamo piantato 15 ettari di prova con la massina e autorevole organizazione agronomica della Argentina e la conclusione che per il momento per il suo grande costo di incidenza mano di opera non es acettabile tale produzione nel nostro paese,sappiamo che la BP si è ritirata dal grande progetto in India per qualche motivo sará??

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                    • ciao enrico non c' è alcun dubbio che l' impatto del costo della manodopera sul prodotto finale è rilevante...


                      un articolo fresco

                      Biocarburanti per le luci Ikea - Il Sole 24 ORE

                      ovviamente nessun accenno all' inquinamento per produrre l' olio

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                      • Tutti fanno una grande corsa all'oro verde la jatropha,non sanno captare la verita e avvolte ingannati da false informazioni.Sicuramente è e sarebbe il prodotto ideale sotto molti aspetti,ma la realta è ben diversa,mi da non so che pensare che sprovveduti comprano terreni per jatropha investendo molti soldi e sicuramente ingannati da un mercato mediatico che per il momento no da risultati. Enrico

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                        • bum bum bum , vedere le piantagioni attuali e non quelle a venire !!! Quanto olio di jatropha sono in grado di portare sul mercato italiano dal prossimo anno? Con cosa verrà alimentato il complesso energetico Ikea intanto che pazienti aspettiamo che cresca la jatropha ? Sul Sole tutte le settimane si assiste a grandi proclami di nuove iniziative energetiche , qualcuno ha già visto arrivare queste navi di olio in Italia e l'ha visto utilizzare?
                          Ma basta propaganda !!! Fate vedere qualcosa di più delle foto delle suore con 4 piante o della stessa piantagione di Bamex, pagata dal contribuente americano e fotografata da tutte le angolazioni.
                          Qualcuno ha notizie di BP e dei milioni di ettari che declamava ?

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                          • jatropha y su mistero

                            tiene ragione sulzer io ti posso dire che quando Bp è entrata in compartecipazione con D1 che aveva la piantagione in India di 250.000 ht di questo si parlava 3 anni fa fu molto reclamizato come il piu grande affare Bioenergetico del secolo,pochi mesi fa il dirigente sudamericano che vive in Peru mi ha informato del ritiro della BP da questo affare non vuole piu saperne di jatropha,per qualche motivo sará.E su Ikea la impresa che porta avanti i vari migliaia di ht in Africa parlano di dare sostentamentoeconomico a 60.000 persone,sapete quante sono 60.000 persone????????? se no le avete mai viste tutte distribuite nei campi non potete sapere,solo immaginatevi dare da mangiare tutti i giorni a 60.000 persone,anche se questo è il meno dare asistenza,vestire,e dare realmente un benessere rapportato a tal operazione.Pensate che con valori reali abbiamo uno studio di factibilita 10.000 ht in produzione e destinati a energia rendono a valori reali 103 miglioni di usd a anno.
                            immaginatevi 150.000?
                            quindi qualcosa no va? Continuamo a vedere come si sfrutta ancora la gente povera dell'Africa o India,Bangladesc,ho andiamo a ofrire veramente il cambiamento della propria esistenza portando alle sue posibilita una opportunitá.Quando impresari vanno e ottengono concessioni su terreni fiscali in questi paesi è solo per un interese personale,provino a andare in Dubay a fare jatropha e vedrai il costo?
                            Quindi ancora una volta la umanitá deve incontrare la mediazione dell'equilibrio dei valori.
                            fare jatrofa e un affare? SI allorra pianifichiamo perche questo olio a l'origine costi come l'olio di Colza o di Soja,se il destino di uso è lo stesso!!!!! e i grandi impresari facciano il profitto ecologico per usare energia verde limpia e no verso alimento,a questo punto si mi piace la idea.

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                            • se qualcuno vuole afrontare il tema in profonditá ofro studi realizati da gruppi di ingenieri che hanno sviluppato piantagioni pilota.E dimostro che non è per il momento la pietra fdilosofal.E attenti se si potesse aprofittare la sapienza umana si potrebbe essere una grande risorsa,senza affannosi e lucrosi intenti dei soliti speculatori senza scrupoli e che niente le interesa i poveri,per poveri dico chi veramente non tiene niente.Quindi chi vuole aprofittare per cambiare le sorti del povero del mondo ofro mia esperienza e tutto quello che ad oggi abbiamo maturato,siamo stati y candidadi del America del Sud per sviluppare affari con D1Bp qualcosa sappiamo.

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                              • sciusatemi del mio italiano

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                                • la cosa buffa è che nell' articolo non c' è neanche una parola sulla resa

                                  Fra poco le prime piantagioni in Senegal (dove Nii ha 50mila ettari in concessione) cominceranno a dare i primi frutti. Poi c'è da piantare la jatropha in Etiopia e soprattutto in Guinea Conakry, dove Orlandi si è aggiudicato la bellezza di 701mila ettari.


                                  ancora devono uscire i primi frutti e già si grida al miracolo ecologico

                                  Commenta


                                  • Originariamente inviato da enrico gianni tolomei Visualizza il messaggio
                                    E dimostro che non è per il momento la pietra fdilosofal.
                                    Infatti, se già è un insuccesso in BR con manine "pretas" da 300 euro/mese per tutta la famiglia atta al lavoro, pensa in AR che ha costi maggiori: poi è indubbiamente proprio la sua coltivazione che nel medio termine ha evidenziato tanti problemi sottovalutati dalla "propaganda" iniziale.

                                    """Aparecimento de doenças, baixa produtividade e maturação irregular tornam o cultivo comercial do pinhão-manso inviável18 de Fevereiro de 2010 (atualizado às 22:01)
                                    Passado o momento de euforia, onde o pinhão-manso foi apresentado como a melhor alternativa para a produção de biodiesel, as pesquisas avançaram e demonstram que se não houver um melhoramento genético na planta, a produção comercial pode não ser tão rentável quanto se imaginava.

                                    Para o pesquisador Dílson Cáceres, da Cati (Coordenadoria de Assistência Técnica Integrada), os últimos resultados das pesquisas com o pinhão-manso para a produção de biodiesel são desanimadores.

                                    “Individualmente as árvores até que se apresentam com boa produção, mas quando transformamos em um plantio comercial, surgem uma série de problemas. Inclusive já tem vários produtores abandonando o plantio do pinhão-manso”, comenta.

                                    Entre os problemas detectados, está a falta de uniformidade na maturação, inviabilizando a colheita mecanizada, quanto a feita manualmente. O aparecimento de doenças desconhecidas, torna o controle fitossanitário difícil aos produtores. Além disso, em algumas regiões, os pés com três anos de idade, apresentam baixa produtividade.

                                    Para Cáceres, uma saída para tornar viável comercialmente o pinhão-manso é o desenvolvimento de novas variedades da planta, mais adaptáveis às condições climáticas do País e com alta produtividade, além de serem mais resistentes ao aparecimento de doenças.

                                    A demora por resultados consistentes sobre o manejo adequado e as regras de plantio se deve ao fato do pinhão-manso ser uma cultura perene.

                                    “Acreditamos que os primeiros dados da pesquisa sejam levantados dentro de cinco anos, no mínimo. Enquanto isso, estamos desenvolvendo um banco de germoplasma para selecionar as variedades mais promissoras para o plantio em escala comercial”, explica o pesquisador Bruno Laviola, da Embrapa (Empresa Brasileira de Pesquisa Agropecuária) Agroenergia, em Brasília (DF).

                                    A Embrapa e a ABPPM (Associação Brasileira dos Produtores de Pinhão-Manso), fecharam um acordo para a criação de áreas experimentais de plantio, onde todo o manejo será orientado pelos pesquisadores e fornecer dados sobre o andamento da cultura aos técnicos. É mais uma tentativa de adiantar as pesquisas para tornar a cultura do pinhão-manso rentável e viável a produção de biodiesel, que hoje recebe 80% de sua composição vinda do esmagamento da soja.

                                    Bruno Sales/Campo News"""

                                    Diarioweb.com.br - Notícias


                                    Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                                    Fate vedere qualcosa di più delle foto delle suore con 4 piante
                                    SULZ, in questo PDF ci sono bellissime foto e senza suore, ma di far vedere l'olio in uscita se ne guardano bene.


                                    Per l'auspicato import dell'olio in arrivo da qualche parte qui in EU , tutti lo cercano ma poi bisogna vedere l'effettivo scambio
                                    Annunci di acquisto e vendita oli - BulkOil.com

                                    Anche se le migliaia di ettari sembra ci siano, almeno sulla carta!
                                    File allegati
                                    OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

                                    Commenta


                                    • elementi utili a conoscere

                                      Veramente mi piace questa pagina perche vedo che ci sono delle persone che sono bene informate e buonissimo questo articolo brasiliano,comunque sono da prendere in considerazione alcuni particolari,sono state trovate alcune piante di jatropha che non possiede la tossina velenosa che la rende no commestibile e questo è un punto molto importante per il destino della torta di spremitura,che se è velenosa il suo impiego è solo irrisorio,se si crea un ibrido senza tossina puo doventare un buon frutto proteico.Il secondo punto è la maturazione progressiva del frutto che non permette di essere raccolto con meccanizazione,per questo doventa inviabile la estenzione massiva di questo frutto,la incidenza della mano di opera per la raccolta è inviabile.Su questo punto devono lavorare sulla genetica.La grande attenzione a la sua crescita è moltissima e prevede potature continue per permettere di tenere piante apte per essere raccolte a mano senza grandi sforzi sinergetici,questo con un pensiero proiettato a la salubritá del lavoro,certo che quando parliamo di impiegare 60.000 africani,questi pensieri sono messi da una parte,per ultimo viene el cruschin di questo frutto come si effettuera?se siamo coerenti con le realta dovremmo pensare a un cruschin per exano,che lascia esente la torta da tossine concentrate per annullare effetti collaterali post spremitura,bene spero che queste persone che stanno afrontando la estenzione massiva tengano in considerazione di tutto questo.
                                      Tengo a precisarvi che nella nostra piccola esperienza abbiamo provato la semina diretta in terreni apti con una seminatrice modificata che nella fase di semina pianta due semi e a sua germinazione la manodopera separa le due piantine e dove nasce una sola (il piu delle volte)non si deve intervenire,in questa maniera abbiamo calcolato che si potremmo dare una espanzione rapida.Grazie e come sempre scusatemi per il mio Italiano.

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                                      • Originariamente inviato da enrico gianni tolomei Visualizza il messaggio
                                        Veramente mi piace questa pagina perche vedo che ci sono delle persone che sono bene informate e buonissimo questo articolo brasiliano,comunque sono da prendere in considerazione alcuni particolari,sono state trovate alcune piante di jatropha che non possiede la tossina velenosa che la rende no commestibile e questo è un punto molto importante per il destino della torta di spremitura,che se è velenosa il suo impiego è solo irrisorio,se si crea un ibrido senza tossina puo doventare un buon frutto proteico.Il secondo punto è la maturazione progressiva del frutto che non permette di essere raccolto con meccanizazione,per questo doventa inviabile la estenzione massiva di questo frutto,la incidenza della mano di opera per la raccolta è inviabile.Su questo punto devono lavorare sulla genetica.La grande attenzione a la sua crescita è moltissima e prevede potature continue per permettere di tenere piante apte per essere raccolte a mano senza grandi sforzi sinergetici,questo con un pensiero proiettato a la salubritá del lavoro,certo che quando parliamo di impiegare 60.000 africani,questi pensieri sono messi da una parte,per ultimo viene el cruschin di questo frutto come si effettuera?se siamo coerenti con le realta dovremmo pensare a un cruschin per exano,che lascia esente la torta da tossine concentrate per annullare effetti collaterali post spremitura,bene spero che queste persone che stanno afrontando la estenzione massiva tengano in considerazione di tutto questo.
                                        Tengo a precisarvi che nella nostra piccola esperienza abbiamo provato la semina diretta in terreni apti con una seminatrice modificata che nella fase di semina pianta due semi e a sua germinazione la manodopera separa le due piantine e dove nasce una sola (il piu delle volte)non si deve intervenire,in questa maniera abbiamo calcolato che si potremmo dare una espanzione rapida.Grazie e come sempre scusatemi per il mio Italiano.
                                        Ah ah, ti capiamo benissimo , per un toscano che sta in Argentina scrivi benissimo. Sposo appieno le tue affermazioni . Purtroppo le varietà di jatropha ipotossiche sono tutte sud americane e in Africa non ci sono riscontri. Al contrario di chi pensa di aver scoperto la luna, Jatropha è studiata come biocarburante da almeno 90 anni . Le prime tracce di pubblicazioni le ho trovate dei primi anni 20 di Calvino , il papà dello scrittore a Cuba , c'è anche un tentativo andato vuoto di eliminare la jatrophina per l'uso delle farine come integratore proteico per i bovini. La seconda pubblicazione è di un gruppo di veterinari del Servizio sanitario in AO che hanno fatto morire un gruppo di capre tentando di mitridatizzarle con piccole quantità di panello . Oltre i 10 grammi al giorno morivano. In questo contesto c'era sempre il miraggio del biocarburante. I francesi appena finita la seconda guerra mondiale erano pronti a partire con un grande programma di sfruttamento ma la diffusione della industria petrolifera americana fece abortire anche questo tentativo. I portoghesi furono gli unici a sviluppare produzione e commercio dell'olio e il Portogallo sino a metà anni sessanta importava dalle colonie ( sopratutto capo Verde ) 2 - 3000 ton di olio a scopo cosmetico . Nella realtà il panello non sarebbe questo grande problema, biofermentato produce 250 - 300 nm di biogas al 60 - 65% di metano. Il problema deriva dal fatto che se si pretende di produrre il panello in un paese dai salari di un dollaro al giorno non si può pretendere di produrre energia rinnovabile a 280 € al Mwh nello stesso paese...... Ripeto come diceva " Cartago delendast " Catone o un suo cugino. Jatropha è una bellissima opportunità ambientale nei paesi della fascia subdesertica . Potrebbe contribuire in maniera drastica al rallentamento della desertificazione e alla rifertilizzazione di suoli defedati . Tutto questo non può avvenire a spese della produzione di olio. Deve essere finanziata come programma umanitario con il denaro che abitualmente viene scialato per fornire il latte in polvere della Nestlè scaduto ai bambini e di conseguenza produrre anche olio come integrazione del reddito . Gli scarti devono essere carbonizzati e mescolati con il panello biofermentato ricostituire la fertilità dei terreni . Tutti questi promotori da Sole 24 Ore fanno solo gran scena . Ribadisco , prova a comperare olio di jatropha africano in Italia e poi ne parliamo

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                                        • Originariamente inviato da Sulzer1 Visualizza il messaggio
                                          Il problema deriva dal fatto che se si pretende di produrre il panello in un paese dai salari di un dollaro al giorno non si può pretendere di produrre energia rinnovabile a 280 € al Mwh nello stesso paese......
                                          Infatti si rapina in loco e poi si esporta.....per chi volesse chiedere una possibile fornitura anche solo per vedere se ci sia disponibilità ed i prezzi, questi linkati qualche "piccolo" appezzamento in BR ce l'hanno, ed avevano a suo tempo fornito l'olio di Jatropha come carburante per il viaggio sperimentale "pubblicitario" di un Boeing.....poi il silenzio!

                                          We deliver larger quantities for liquid tanker shipment FOB from ports in Brazil
                                          OSSI DI PESCA TRITATI sono un'ottima BIOMASSA alternativa

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                                          • [QUOTE=biomassoso;119044736]Infatti si rapina in loco e poi si esporta.....per chi volesse chiedere una possibile fornitura anche solo per vedere se ci sia disponibilità ed i prezzi, questi linkati qualche "piccolo" appezzamento in BR ce l'hanno, ed avevano a suo tempo fornito l'olio di Jatropha come carburante per il viaggio sperimentale "pubblicitario" di un Boeing.....poi il silenzio!

                                            Se hai notato parlo sempre di Africa , lo faccio a ragion veduta. Il Sud America non è abbastanza povero, debole , antidemocratico e corrotto per far finta di comperarne impunemente delle regioni e far finta di coltivarle a jatropha e farsi fare gli articoli sul Sole 24 ore . Io penso che in Africa il business non sia rapinare gli africani ma gettare le basi per rapinare gli italiani in borsa con il miraggio dell'investimento nelle rinnovabili

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                                            • si mi piacerebbe che il pretesto dell'investimento nelle rinnovabili porti aiuti indiretti a questi popoli che non hanno may potuto risolvere la fame,dove la indigenza è totale.Si è vero il sud America non è per la Jatropha pensa che questo anno avremo in Argentina il Raccolto record di Soja e abbiamo impiantato 70.000 minimo di ettari che a 35/40 e piu quintali l'ettaro tira tu le conclusioni.Per questo la lotta interna fra il potere esecutivo e il popolo produttore.Si sta aplicando una retencione del 34% all'esportazione di soja e suoi derivati,lo stato ci naviga hahahahahaha

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                                              • scusami sono 70.000.000 di ettari mi sono scordato tre zeri hahahahah

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                                                • la jatropha ha un unico enorme vantaggio non è commestibile...fare energia con mais e grano mi fa un pò schifo

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                                                  • themose condivido ma è la moda del momento, e tutto per fare speculazione, solo il sud america funziona ma ha quale prezzo????????,predetto che ho solo vecchie informazioni di miei amici che hanno poca terra in quelle zone, saluti

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                                                    • Originariamente inviato da themose Visualizza il messaggio
                                                      la jatropha ha un unico enorme vantaggio non è commestibile...fare energia con mais e grano mi fa un pò schifo
                                                      Conosco un tarlo che dice le stesse cose quando sente di gente che brucia legno nella stufa . Dal punto di vista di un tarlo è comprensibile , non dal punto di vista di un essere umano ( visto come rappresentante del genere umano) che per la prima volta nella storia si trova a gestire quantità di cibo superiori a quelle che riesce a mangiare .....Non ti fa più schifo la speculazione sul cibo che porta ad affamare intere popolazioni che il cibo l'avrebbero mo non hanno i soldi per comperarlo ? O quella fatta nei confronti degli agricoltori europei messi in competizione con quelli del terzo mondo che non riescono più a produrre nulla ?
                                                      Sai che durante l'impero romano è già successo ? Dopo la conquista dei territori nord africani l'impero fu invaso di prodotti provenienti in enormi quantità a basso costo dalle nuove colonie , determinando l'abbandono delle campagne , la diffusione del latifondo e l'impoverimento e la rovina di interi strati della società romana in modo permanente sino all'inizio del secolo scorso. sei così convinto che faccia più schifo usare un po' di mais per produrre biogas che mandare a ramengo per " libera concorrenza " i nostri agricoltori ?

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                                                      • Ho una società che ha sotto controllo 25000 ha già seminati a jatropha (da due a cinque anni)in africa .Quest'anno dovremmo avere abbastanza seme (3000 ton) per poter iniziare a spremere qualcosa e con la collaborazione di una ONG stiamo spedendo delle spremitrici .Il nostro intento , in quanto ditta commerciale , non è fare beneficenza , ma penso che il nostro impianto sia molto intelligente e rispettoso della popolazione locale: regaleremo (ripeto,in collab. con una ONG) le spremitrici alla cooperativa africana e la pagheremo per la spremitura dei semi . L'unica nostra garanzia è un contratto per la fornitura dei semi da un'altra cooperativa di produttori.In questo modo daremo da mangiare a due cooperative (un sacco di gente) e quando scadranno i contratti di take off potranno rinnovarli con noi (se si saranno trovati bene) o scaricarci tenendosi le macchine che sono di loro effettiva proprietà .
                                                        Pensiamo (dopo le prime prove) di poter spremere a freddo circa un 28% del seme e riutilizzare lo scarto come fertilizzante per la stessa jatropha,che in ogni caso ne necessita.Sarebbe splendido poterlo usare come pellet ma il trasporto inciderebbe troppo sul costo.Vi farò sapere i risultati quando saremo a regime.
                                                        Questa discussione è diventata interessante perchè inizialmente c'erano soltanto degli analfabeti o dei sognatori senza conoscenze (seminare la jatropha nelle montagne del nord italia...)mentre in queste pagine finali la discussione si è elevata e volevo dare il mio contributo condivendo la mia esperienza.
                                                        Saluti a tutti
                                                        Ultima modifica di berna81; 07-04-2010, 15:12.

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                                                        • Bravo Berna , a che grado di raffinazione saranno queste prime 1000 ton. che produrrete ? Avete già determinato la logistica di trasporto o intendete usare l'olio in loco ? Il panello lo fate fermentare fuori campo o attuerete una fermentazione aerobica sul terreno?
                                                          Auguri
                                                          Sulzer

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                                                          • per grado di raffinazione intendi dire che tipo di filtraggio verrà effettuato ?
                                                            per la fermentazione del pannello non penso ci siano grosse difficoltà a farla direttamente sul terreno , ma anche questa è una cosa che stiamo valutando perchè le prove fatte non hanno creato problemi ma si trattava di piccole quantità .Tu pensi che ci possano essere dei problemi sulla fermentazione ? su quale dei due tipi in maniera maggiore ?

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                                                            • Si, intendevo quali lavorazioni intendete fare oltre alla spremitura . La sola spremitura e decantazione non renderebbe commerciabile il prodotto come carburante . Parecchi testi dicono che la concimazione con panello fresco comporta fitossicità del suolo per parecchi mesi sino alla completa demolizione da parte dei batteri dei composti della jatrophina. Questo però in ambito di coltivazioni stagionali tipo i pomodori. Penso che utilizzata all'interno della coltivazione di jatropha non crei danni alla pianta stessa e sia naturalmente la causa dell'effetto diserbante che viene attribuito alla jatropha . Le varianti africane di Curcas e Mahafalensis mi risultano tutte tossiche e fitotossiche ma la materia è talmente in evoluzione che non mi sento di dare un giudizio .....
                                                              Ancora in bocca al lupo

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