Salve a tutti.
In un altro post un utente "massoso" mi scriveva con un pò di sana ironia: hai mai pensato al giacinto d'acqua?
No, non ci avevo mai pensato, e nemmeno sapevo cosa fosse.
Ho fatto qualche ricerca ed ora ne so un pò di più, al punto che questa pianticella "infestante" mi sta proprio ma proprio simpatica.
e i miei neuroncini si sono messi in moto...
Il giacinto d'acqua è più difficile estirparlo che farlo crescere. Ha un tasso di crescita stupefacente, ed una resa all'ettaro molto alta.
Nella foto allegata c'è un elenco di qualche cosina che si può estrarre dal giacinto: c'è solo l'imbarazzo della scelta. E già uno di questi semplici processi potrebbe essere un investimento renumerativo, a certe condizioni costruttive e chiaramente non qui in italia.
Ma un investimento esclusivamente renumerativo non basta, di questo sono capaci tutti. C'è bisogno di innovazione per arrivare al divertimento e alla soddisfazione di costruire qualcosa di bello e di nuovo.
Ed ecco l'idea: parte tutto dal presupposto di indipendenza energetica e di risorse, visto che la sua collocazione per ovvie ragioni è in Africa, e per lo stesso motivo è preferibile avere dei prodotti finiti liquidi o solidi, di facile movimentazione e smercio.
Dunque: Coltivare il giacinto, o meglio fare in modo che non cresca incontrollato, alimentarlo da un fiume vicino possibilmente un pò inquinato. Estrarre dal giacinto metano e co2, e con la co2 alimentare un bioreattore di alghe. Dalle alghe estrarre olio. Dal giacinto estrarre etanolo per transesterificare l'olio in biodiesel. Come sottoprodotto delle conversioni del giacinto abbiamo anche un fertilizzante non male, che forse potrebbe pure fornirci i nutrimenti per le nostre alghe e per i giacinti stessi, va verificato. Dal metano si potrebbe fare del syndiesel, oppure energia elettrica, ma comunque sia ci dovrebbe dare tutta l'energia termica (se non usiamo pannelli solari) ed elettrica di cui ha bisogno l'impianto. Un coccodrillo sveglio di guardia la cancello e il gioco è fatto.
A grandi linee, dovrebbe pure funzionare. E il tutto si presta benissimo ad una automazione totale.
Ci sono altre cose che si potrebbero integrare in questo sistema, tipo utilizzare il fertilizzante del giacinto per fertilizzare coltivazioni di jatropha (bisogna ridare al terreno quel che si prende) e trasformare anche quest'olio in biodiesel (di etanolo ne abbiamo). Un pò di olio di jatropha ci serve anche per allontanare mosche e zanzare dalla palude creata dalla coltivazione..
Beh, secondo me è un'idea da valutare, se volete posso fornirvi anche tutti i dati sul giacinto d'acqua, detto anche Eichornia crassipes, se magari voleste saperne un pò di più sulle sue proprietà.
Ho già in mente tanti piccoli particolari dell'impianto, finora non ho trovato ostacoli costruttivi.
Mi farebbe piacere in ogni caso qualche commento sulla fattibilità della cosa, magari insieme si potrebbe metter su una cosa fattibile ed interessante...
Ciao!
Gu.
In un altro post un utente "massoso" mi scriveva con un pò di sana ironia: hai mai pensato al giacinto d'acqua?
No, non ci avevo mai pensato, e nemmeno sapevo cosa fosse.
Ho fatto qualche ricerca ed ora ne so un pò di più, al punto che questa pianticella "infestante" mi sta proprio ma proprio simpatica.
e i miei neuroncini si sono messi in moto...
Il giacinto d'acqua è più difficile estirparlo che farlo crescere. Ha un tasso di crescita stupefacente, ed una resa all'ettaro molto alta.
Nella foto allegata c'è un elenco di qualche cosina che si può estrarre dal giacinto: c'è solo l'imbarazzo della scelta. E già uno di questi semplici processi potrebbe essere un investimento renumerativo, a certe condizioni costruttive e chiaramente non qui in italia.
Ma un investimento esclusivamente renumerativo non basta, di questo sono capaci tutti. C'è bisogno di innovazione per arrivare al divertimento e alla soddisfazione di costruire qualcosa di bello e di nuovo.
Ed ecco l'idea: parte tutto dal presupposto di indipendenza energetica e di risorse, visto che la sua collocazione per ovvie ragioni è in Africa, e per lo stesso motivo è preferibile avere dei prodotti finiti liquidi o solidi, di facile movimentazione e smercio.
Dunque: Coltivare il giacinto, o meglio fare in modo che non cresca incontrollato, alimentarlo da un fiume vicino possibilmente un pò inquinato. Estrarre dal giacinto metano e co2, e con la co2 alimentare un bioreattore di alghe. Dalle alghe estrarre olio. Dal giacinto estrarre etanolo per transesterificare l'olio in biodiesel. Come sottoprodotto delle conversioni del giacinto abbiamo anche un fertilizzante non male, che forse potrebbe pure fornirci i nutrimenti per le nostre alghe e per i giacinti stessi, va verificato. Dal metano si potrebbe fare del syndiesel, oppure energia elettrica, ma comunque sia ci dovrebbe dare tutta l'energia termica (se non usiamo pannelli solari) ed elettrica di cui ha bisogno l'impianto. Un coccodrillo sveglio di guardia la cancello e il gioco è fatto.
A grandi linee, dovrebbe pure funzionare. E il tutto si presta benissimo ad una automazione totale.
Ci sono altre cose che si potrebbero integrare in questo sistema, tipo utilizzare il fertilizzante del giacinto per fertilizzare coltivazioni di jatropha (bisogna ridare al terreno quel che si prende) e trasformare anche quest'olio in biodiesel (di etanolo ne abbiamo). Un pò di olio di jatropha ci serve anche per allontanare mosche e zanzare dalla palude creata dalla coltivazione..
Beh, secondo me è un'idea da valutare, se volete posso fornirvi anche tutti i dati sul giacinto d'acqua, detto anche Eichornia crassipes, se magari voleste saperne un pò di più sulle sue proprietà.
Ho già in mente tanti piccoli particolari dell'impianto, finora non ho trovato ostacoli costruttivi.
Mi farebbe piacere in ogni caso qualche commento sulla fattibilità della cosa, magari insieme si potrebbe metter su una cosa fattibile ed interessante...
Ciao!
Gu.
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