1. Premessa
Con la ratifica del Protocollo di Kyoto, il trattato internazionale siglato nel 1997 in
occasione della Conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
Cambiamenti Climatici (UNFCCC), i Paesi industrializzati aderenti si sono assunti l’obbligo
di ridurre, nel periodo 2008-2012, le emissioni di gas climalteranti (CO2, CH4, N2O, e altri
gas ad effetto serra) ad un livello inferiore del 5% rispetto ai valori registrati nel 1990.
Per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso senza rinunciare al modello di sviluppo
attuale, e in attesa di disporre di tecnologie e fonti di energia non inquinanti, è
necessario affiancare a politiche e soluzioni volte alla riduzione delle emissioni, strategie
concomitanti per il sequestro del carbonio presente in atmosfera, e la sua stabilizzazione
in “pozzi” (sink), quali ad esempio le foreste, per tempi i più lunghi possibile prima del
suo rilascio e ritorno in circolo.
In base al Protocollo di Kyoto il ruolo di compensazione diretta delle emissioni o la
quantificazione delle quote di carbonio da rivendere sono riconosciuti ai soli interventi di
afforestazione e riforestazione, mentre non è previsto alcun incentivo economico per la
cattura e il sequestro dell’anidride carbonica nel suolo.
In realtà, azioni connesse alla gestione sostenibile del suolo (SLM) possono influenzare
direttamente la cattura e il sequestro del carbonio e degli altri gas serra e contribuire
proporzionalmente alla mitigazione del cambiamento climatico. Il biochar ha le
potenzialità per essere inserito come opzione per il sequestro di carbonio (facilmente
quantificabile e relativamente permanente) nelle linee guida per il Post Kyoto (v. 2.4) in
relazione a Uso del Suolo, Variazioni dell’Uso del Suolo e Selvicoltura (LULUCF)1.
Ciò premesso, in coerenza con la propria missione (v. Statuto), l’associazione EnergoClub
Onlus, riconoscendo le potenzialità del biochar e le relative ricadute positive in termini
di mitigazione del cambiamento climatico e di valorizzazione delle risorse dai punti di
vista ambientale, agricolo ed energetico, ha ritenuto di promuovere il progetto
di seguito illustrato.
L'evento “Il biochar e la LuciaStove. Due soluzioni promettenti per i settori agricolo, domestico ed
energetico” (Treviso, 13 giugno 2009) organizzato da EnergoClub, in collaborazione con il ricercatore
Franco Miglietta dell'IBIMET-CNR e l'ing. Nathaniel Mulcahy della World Stove, ha sancito l’avvio
dell’iniziativa con la concomitante creazione dei primi Tavoli di lavoro tematici per lo sviluppo di
progetti pilota relativi allo sviluppo combinato di biochar e pirolisi.
Continua: 2. Il biochar (cos'è, come si produce, ricadute positive, ecc.)
Con la ratifica del Protocollo di Kyoto, il trattato internazionale siglato nel 1997 in
occasione della Conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
Cambiamenti Climatici (UNFCCC), i Paesi industrializzati aderenti si sono assunti l’obbligo
di ridurre, nel periodo 2008-2012, le emissioni di gas climalteranti (CO2, CH4, N2O, e altri
gas ad effetto serra) ad un livello inferiore del 5% rispetto ai valori registrati nel 1990.
Per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso senza rinunciare al modello di sviluppo
attuale, e in attesa di disporre di tecnologie e fonti di energia non inquinanti, è
necessario affiancare a politiche e soluzioni volte alla riduzione delle emissioni, strategie
concomitanti per il sequestro del carbonio presente in atmosfera, e la sua stabilizzazione
in “pozzi” (sink), quali ad esempio le foreste, per tempi i più lunghi possibile prima del
suo rilascio e ritorno in circolo.
In base al Protocollo di Kyoto il ruolo di compensazione diretta delle emissioni o la
quantificazione delle quote di carbonio da rivendere sono riconosciuti ai soli interventi di
afforestazione e riforestazione, mentre non è previsto alcun incentivo economico per la
cattura e il sequestro dell’anidride carbonica nel suolo.
In realtà, azioni connesse alla gestione sostenibile del suolo (SLM) possono influenzare
direttamente la cattura e il sequestro del carbonio e degli altri gas serra e contribuire
proporzionalmente alla mitigazione del cambiamento climatico. Il biochar ha le
potenzialità per essere inserito come opzione per il sequestro di carbonio (facilmente
quantificabile e relativamente permanente) nelle linee guida per il Post Kyoto (v. 2.4) in
relazione a Uso del Suolo, Variazioni dell’Uso del Suolo e Selvicoltura (LULUCF)1.
Ciò premesso, in coerenza con la propria missione (v. Statuto), l’associazione EnergoClub
Onlus, riconoscendo le potenzialità del biochar e le relative ricadute positive in termini
di mitigazione del cambiamento climatico e di valorizzazione delle risorse dai punti di
vista ambientale, agricolo ed energetico, ha ritenuto di promuovere il progetto
di seguito illustrato.
L'evento “Il biochar e la LuciaStove. Due soluzioni promettenti per i settori agricolo, domestico ed
energetico” (Treviso, 13 giugno 2009) organizzato da EnergoClub, in collaborazione con il ricercatore
Franco Miglietta dell'IBIMET-CNR e l'ing. Nathaniel Mulcahy della World Stove, ha sancito l’avvio
dell’iniziativa con la concomitante creazione dei primi Tavoli di lavoro tematici per lo sviluppo di
progetti pilota relativi allo sviluppo combinato di biochar e pirolisi.
Continua: 2. Il biochar (cos'è, come si produce, ricadute positive, ecc.)