Ciao a tutti, mi accingo a sostituire una vecchia caldaia a metano in una abitazione con giardino di circa 25 anni. La stessa si trova in Lombardia (zona F dunque) e la casa è classificata con certificazione en. F.
I vecchi proprietari, che hanno abitato l'immobile fino a poco meno di 10 anni fa, mi dicevano che spendevano per riscaldamento più ACS circa 1800€ l'anno tenendo i circa 160mq da riscaldare (su più livelli) a 18-19 gradi in loro assenza ed a 20-21 in loro presenza.
L'abitazione ha anche un camino aperto (ormai illegale presumo) al piano terra che può evidentemente, servire, circa 53mq del totale. Ovviamente la loro spesa era di quelle cifre con un utilizzo saltuario del camino.
Sto valutando le più disparate forme di energia (caldaia a condensazione, pompa di calore, pannelli solari fv o termici, pellet e legna). Dopo aver sviscerato un po' tutti i pro ed i contro delle varie soluzioni mi rendo conto, che ad oggi l'alternativa al metano (con condensazione, che però non lavora in maniera efficiente con i termosifoni in ghisa che la casa possiede e che non posso permettermi di sostituire) è il pellet. La legna, rimane sicuramente la più conveniente, ma forse la meno pratica da gestire (per persone che non hanno mai dovuto gestire neanche un caminetto dentro casa).
Il pellet però, mi lascia dubbioso per i seguenti motivi: il prezzo iniziale delle caldaie è più alto (è auspicabile un puffer) e per via dell'aumento dell'IVA il risparmio rispetto al metano non è più così sostenuto (dai miei calcoli, si dovrebbe trattare di 3-400€ l'anno). Con un risparmio di circa 2000€ per una caldaia a metano, significa assorbire l'investimento in 5-6 anni col rischio che il prezzo aumenti (non solo per gli aumenti dell'iva, ma anche perché magari il mercato acquista potere) e che l'investimento venga riassorbito in tempi ancora più lunghi.
Oltre questo va aggiunto l'impegno nel trovare sempre il miglior fornitore di pellet (qualità/prezzo), il tempo da dedicare alla caldaia ed allo spazio (da gestire/pulire) per stoccare il combustibile. Insomma... a conti fatti sono combattuto circa la sua convenienza. Tutto questo sforzo, vale i 3-400€ risparmiati in un anno?
Infine, pensavo, con i 2000€ risparmiati potrei aumentare l'efficienza del caminetto del piano terra (con un inserto a legna ad aria forzata) che a quel punto può dir la sua per favorire il risparmio (la legna ha un costo che anche su un generatore a bassa efficienza risulta conveniente) e abbassare i costi del metano (allungando dunque gli anni di pareggio con un sistema a pellet...).
C'è qualcuno con consumi simili che può raccontarmi la sua?
Ciao e grazie,
Emanuele
I vecchi proprietari, che hanno abitato l'immobile fino a poco meno di 10 anni fa, mi dicevano che spendevano per riscaldamento più ACS circa 1800€ l'anno tenendo i circa 160mq da riscaldare (su più livelli) a 18-19 gradi in loro assenza ed a 20-21 in loro presenza.
L'abitazione ha anche un camino aperto (ormai illegale presumo) al piano terra che può evidentemente, servire, circa 53mq del totale. Ovviamente la loro spesa era di quelle cifre con un utilizzo saltuario del camino.
Sto valutando le più disparate forme di energia (caldaia a condensazione, pompa di calore, pannelli solari fv o termici, pellet e legna). Dopo aver sviscerato un po' tutti i pro ed i contro delle varie soluzioni mi rendo conto, che ad oggi l'alternativa al metano (con condensazione, che però non lavora in maniera efficiente con i termosifoni in ghisa che la casa possiede e che non posso permettermi di sostituire) è il pellet. La legna, rimane sicuramente la più conveniente, ma forse la meno pratica da gestire (per persone che non hanno mai dovuto gestire neanche un caminetto dentro casa).
Il pellet però, mi lascia dubbioso per i seguenti motivi: il prezzo iniziale delle caldaie è più alto (è auspicabile un puffer) e per via dell'aumento dell'IVA il risparmio rispetto al metano non è più così sostenuto (dai miei calcoli, si dovrebbe trattare di 3-400€ l'anno). Con un risparmio di circa 2000€ per una caldaia a metano, significa assorbire l'investimento in 5-6 anni col rischio che il prezzo aumenti (non solo per gli aumenti dell'iva, ma anche perché magari il mercato acquista potere) e che l'investimento venga riassorbito in tempi ancora più lunghi.
Oltre questo va aggiunto l'impegno nel trovare sempre il miglior fornitore di pellet (qualità/prezzo), il tempo da dedicare alla caldaia ed allo spazio (da gestire/pulire) per stoccare il combustibile. Insomma... a conti fatti sono combattuto circa la sua convenienza. Tutto questo sforzo, vale i 3-400€ risparmiati in un anno?
Infine, pensavo, con i 2000€ risparmiati potrei aumentare l'efficienza del caminetto del piano terra (con un inserto a legna ad aria forzata) che a quel punto può dir la sua per favorire il risparmio (la legna ha un costo che anche su un generatore a bassa efficienza risulta conveniente) e abbassare i costi del metano (allungando dunque gli anni di pareggio con un sistema a pellet...).
C'è qualcuno con consumi simili che può raccontarmi la sua?
Ciao e grazie,
Emanuele
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