Buongiorno a tutti.
Sono un nuovo iscritto in cerca di informazioni per l'impianto di riscaldamento di una casa nuova; mi sono letto un bel po' di thread e mi sono già fatto una mezza idea, specialmente grazie alle discussioni sull'impianto di ilkinoppi nel thread "Riscaldamento a pavimento" (post dal #1951 in poi), ma avendo una situazione leggermente più complessa ho ancora qualche dubbio.
Questi sono i dati della casa:
- Riviera Ligure, zona C, gradi giorno 1186
- Villetta indipendente su singolo piano, 150mq / 405mc netti
- Realizzazione in bioedilizia con cappotto esterno in sughero ed interno in lana di roccia
- Pareti perimetrali: trasmittanza K = 0,136 W/mq, sfasamento 15h circa
- Tetto a falda + solaio intermedio: trasmittanza K = 0,095 W/mq, sfasamento 27 ore circa
- Serramenti in PVC triplovetro a gas argon, trasmittanza K = 0,8 W/mq
- Esposizione falde tetto principali a sud-ovest, sole invernale dalle ore 10 alle ore 16 circa
Non abbiamo ancora fatto fare la certificazione energetica, ma dovremmo comodamente stare all'interno della classe A, se non forse addirittura A+.
Ora, mentre il "grezzo avanzato" è stato definito ed è già in fase di realizzazione, per l'impianto di riscaldamento ho ancora dei forti dubbi.
La casa sorge in una zona non metanizzata, ed essendo in vincolo ambientale l'installazione di bomboloni per il GPL o silo per il pellets comporta la valutazione da parte della Regione Liguria.
Questo problema burocratico, sommato alla moderata presenza di sole invernale, all'esposizione a sud-ovest che permette FV e solare termico, ed al fatto che preferirei evitare combustibili fossili e non, mi fa preponderare per le PDC.
Per mia fortuna, abitando in riviera, non ho inverni particolarmente rigidi (in 35 anni di vita ho visto la neve solo 4 volte), ed a parte "la settimana a zero gradi" che saltuariamente può capitare, generalmente passiamo gli inverni sempre sopra i 6-8 gradi, quindi non dovrebbero esserci problemi per le PDC.
In più la zona è battuta da un vento di levante quasi costante, quindi potrei anche valutare l'installazione (in futuro) di una pala eolica di tipo savionius da qualche kW, come coadiuvante all'energia necessaria per le PDC.
Stabilita quindi la "fonte" del calore (ma sono comunque aperto a qualunque altro consiglio), rimane da stabilire come portare il calore in casa.
La mia idea iniziale era quella del riscaldamento a pavimento, che da quanto ho letto ben si sposa con le PDC. Non potrebbe però funzionare anche per il raffrescamento estivo, perchè la riviera è umida (molto umida!), ed un raffrescamento a pavimento senza una VMC ben strutturata mi creerebbe in poco tempo una bella piscina in casa, quindi per l'estate sarò praticamente obbligato ad utilizzare gli splitter.
Riassumendo, l'impianto dovrebbe prevedere una (o più?) PDC per il riscaldamento a pavimento, convertibili in splitter per il raffrescamento estivo... e qua spuntano i "però"...
Secondo il tecnico dell'impresa che realizza la casa, essendo questa molto ben coibentata, il riscaldamento a pavimento sarebbe esagerato, al punto tale che mi ritroverei a tenere le finestre aperte in inverno per evitare di bollire in casa (ma non basta regolare la temperatura dell'impianto?), quindi lui mi consiglia di montare solo gli splitter ed utilizzarli sia per il caldo in inverno che per il fresco in estate.
L'utilizzo di un solo impianto sia per il riscaldamento che per il raffrescamento parrebbe avere un certo senso logico e mi farebbe risparmiare il costo non trascurabile del pavimento riscaldato, ma ho il timore del cosiddetto "effetto phon" provocato dagli splitter in riscaldamento, oltre ovviamente al problema della polvere sollevata dall'aria in movimento.
Inoltre, avevo proposto l'installazione del solare termico per l'ACS, da utilizzare anche come coadiuvante alle PDC per l'inverno, ma sempre secondo il tecnico in inverno non c'è sole a sufficienza per scaldare tutta l'acqua presente nel pavimento radiante, col risultato che spenderei una fucilata per montare mq di collettori solari senza poi trarne alcun beneficio. Chi ha ragione?
So che dovrei appoggiarmi ad un termotecnico per avere la soluzione tecnica ottimale, ma per averla mi hanno chiesto una cifra che sinceramente mi rifiuto di sborsare (parliamo di *mila euro).
Ogni idea o commento è ben accetta.
Saluti a tutti.
Sono un nuovo iscritto in cerca di informazioni per l'impianto di riscaldamento di una casa nuova; mi sono letto un bel po' di thread e mi sono già fatto una mezza idea, specialmente grazie alle discussioni sull'impianto di ilkinoppi nel thread "Riscaldamento a pavimento" (post dal #1951 in poi), ma avendo una situazione leggermente più complessa ho ancora qualche dubbio.
Questi sono i dati della casa:
- Riviera Ligure, zona C, gradi giorno 1186
- Villetta indipendente su singolo piano, 150mq / 405mc netti
- Realizzazione in bioedilizia con cappotto esterno in sughero ed interno in lana di roccia
- Pareti perimetrali: trasmittanza K = 0,136 W/mq, sfasamento 15h circa
- Tetto a falda + solaio intermedio: trasmittanza K = 0,095 W/mq, sfasamento 27 ore circa
- Serramenti in PVC triplovetro a gas argon, trasmittanza K = 0,8 W/mq
- Esposizione falde tetto principali a sud-ovest, sole invernale dalle ore 10 alle ore 16 circa
Non abbiamo ancora fatto fare la certificazione energetica, ma dovremmo comodamente stare all'interno della classe A, se non forse addirittura A+.
Ora, mentre il "grezzo avanzato" è stato definito ed è già in fase di realizzazione, per l'impianto di riscaldamento ho ancora dei forti dubbi.
La casa sorge in una zona non metanizzata, ed essendo in vincolo ambientale l'installazione di bomboloni per il GPL o silo per il pellets comporta la valutazione da parte della Regione Liguria.
Questo problema burocratico, sommato alla moderata presenza di sole invernale, all'esposizione a sud-ovest che permette FV e solare termico, ed al fatto che preferirei evitare combustibili fossili e non, mi fa preponderare per le PDC.
Per mia fortuna, abitando in riviera, non ho inverni particolarmente rigidi (in 35 anni di vita ho visto la neve solo 4 volte), ed a parte "la settimana a zero gradi" che saltuariamente può capitare, generalmente passiamo gli inverni sempre sopra i 6-8 gradi, quindi non dovrebbero esserci problemi per le PDC.
In più la zona è battuta da un vento di levante quasi costante, quindi potrei anche valutare l'installazione (in futuro) di una pala eolica di tipo savionius da qualche kW, come coadiuvante all'energia necessaria per le PDC.
Stabilita quindi la "fonte" del calore (ma sono comunque aperto a qualunque altro consiglio), rimane da stabilire come portare il calore in casa.
La mia idea iniziale era quella del riscaldamento a pavimento, che da quanto ho letto ben si sposa con le PDC. Non potrebbe però funzionare anche per il raffrescamento estivo, perchè la riviera è umida (molto umida!), ed un raffrescamento a pavimento senza una VMC ben strutturata mi creerebbe in poco tempo una bella piscina in casa, quindi per l'estate sarò praticamente obbligato ad utilizzare gli splitter.
Riassumendo, l'impianto dovrebbe prevedere una (o più?) PDC per il riscaldamento a pavimento, convertibili in splitter per il raffrescamento estivo... e qua spuntano i "però"...
Secondo il tecnico dell'impresa che realizza la casa, essendo questa molto ben coibentata, il riscaldamento a pavimento sarebbe esagerato, al punto tale che mi ritroverei a tenere le finestre aperte in inverno per evitare di bollire in casa (ma non basta regolare la temperatura dell'impianto?), quindi lui mi consiglia di montare solo gli splitter ed utilizzarli sia per il caldo in inverno che per il fresco in estate.
L'utilizzo di un solo impianto sia per il riscaldamento che per il raffrescamento parrebbe avere un certo senso logico e mi farebbe risparmiare il costo non trascurabile del pavimento riscaldato, ma ho il timore del cosiddetto "effetto phon" provocato dagli splitter in riscaldamento, oltre ovviamente al problema della polvere sollevata dall'aria in movimento.
Inoltre, avevo proposto l'installazione del solare termico per l'ACS, da utilizzare anche come coadiuvante alle PDC per l'inverno, ma sempre secondo il tecnico in inverno non c'è sole a sufficienza per scaldare tutta l'acqua presente nel pavimento radiante, col risultato che spenderei una fucilata per montare mq di collettori solari senza poi trarne alcun beneficio. Chi ha ragione?
So che dovrei appoggiarmi ad un termotecnico per avere la soluzione tecnica ottimale, ma per averla mi hanno chiesto una cifra che sinceramente mi rifiuto di sborsare (parliamo di *mila euro).
Ogni idea o commento è ben accetta.
Saluti a tutti.
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