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Provocazione sulla T di NOCT

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  • Provocazione sulla T di NOCT

    Ciao a tutti. Anche se seguo questo forum da tempo, ho sempre preferito leggere le discussioni senza intervenire.
    E' la prima volta che scrivo e voglio farlo con una provocazione.
    Spesso noi progettisti/installatori, nel valutare la bontà di un pannello fotovoltaico, valutiamo anche (specie in applicazioni totalmente integrate a basso scambio termico) il valore della temperatura di Noct (e dei vari coefficienti di T), tipicamente compresa nel range 40-50 °C. Sicuramente una T di NOCT bassa (cosiccome coefficienti di perdita Potenza Vs T) indica una buona capacità del pannello di disperdere il calore delle celle facendolo rendere di più in condizioni di insolazione e T ambiente alte.
    Noto però con stupore, guardando i datasheet dei moduli, che i pannelli più blasonati presenti sul mercato (Solarword, Kyocera, REC solar, Q-cells etc...) in silicio Poly hanno questi valori abbastanza più alti rispetto agli altri modelli. Penso che nessuno possa dire nulla sull'affidabilità e l'estrema serietà dei colossi del fotovoltaico poc'anzi menzionati. Noto poi che, diverse aziende produttrici di pannelli che utilizzano le stesse celle (della stessa classe) Q-Cells o Solarword et..., vantano nei datasheet Noct differenti, sempre migliori. Es: Brandoni solare non utilizza celle Q-cells? perchè Q-cells dichiara una NOCT di 47 e gli italiani di 44? Perché addirittura Solsonica (da me utilizzati, li ritengo i migliori pannelli italiani) vanta una T noct di 40? (valore record da quel che ne so io per un poly). T noct superiori a 46-47 sono poi la norma nel caso di moduli cinesi.
    Ho studiato da ricercatore scientifico il silicio per anni e sono certo che le proprietà di scambio termico della cella non dipendono dal materiale stesso. Silicio drogato è, e silicio drogato rimane.
    Dunque, le proprietà di scambio termico tra cella ed ambiente esterno, non possono che dipendere dagli strati di materiale che separano la cella dall'ambiente esterno, cioè EVA, vetro e tedlar.
    Parliamo ovviamente di tutti materiali isolanti. Ma un isolante elettrico è anche isolante termico perché un buon conduttore elettrico è un buon conduttore termico. E' ragionevole supporre che la qualità del materiale dielettrico interposto tra cella ed ambiente esterno sia tanto maggiore quanto maggiore sono le sue proprietà dielettriche.
    I vetri utilizzati sono tutti vetri solari ad alta trasmittanza e basso contenuto di ferro, di 3 o 4 mm di spessore. E' ragionevole supporre che alto spessore equivalga a peggior scambio termico. Noto però con stupore che le noct alte sono associate a produttori che utilizzano vetri da 3 mm, mentre noct basse a produttori che utilizzano un 4.
    Riporto l'esempio Brandoni con celle q-cells (vetro 4 mm) e Q-cells Pro con celle Q-cells e vetro da 3 mm.
    Sta qui la provocazione: non è che una T noct bassa è spia di scarsa qualità dell'EVA utilizzato (o anche del vetro/tedlar)?
    Penso che la qualità dell'EVA sia uno dei punti fermi e non negoziabili per la scelta di un pannello. La storia e l'esperienza mostra che pannelli di qualità medio-bassa ingialliscono dopo pochi anni riducendo sensibilmente le prestazioni del pannello. Invito i lettori a leggere l'interessantissimo articolo di D. Coiante su Aspo Italia "La durata dei moduli Fotovoltaici in silicio". A fine articolo mostra il confronto tra celle incapsulate in EVA e celle incapsulate in PVB.
    Che ne pensate?
    saluti a tutti.

  • #2
    La capacità di trasformare i fotoni in energia elettrica li sottrae dal trasformarsi in energia termica "sbattendo" contro la cella.
    Quindi pannelli come Sanyo o Sunpower che sono nettamente i migliori a livello costrittivo e di qualità dei materiali, dimostrano come celle efficienti che riescono a trasformare più fotoni in elettricità (sino al 20% ed oltre), producono meno calore e quindi riesco a lavorare a temperature minori (anche se di pochi gradi).

    In secondo luogo, penso che in realtà il materiale di silicio non abbia lo stesso grado di purezza e quindi si hanno celle di seria A e celle di serie B finanche a celle di serie C.

    Ovvio, il materiale isolante posto sotto le celle per proteggerle negli anno dall'umidità e dalla corrosione della stessa è molto importante, come molto importante è il vetro (che da solo ha fatto fare un'ulteriore passo di qualità ai pannelli Sunpower di ultima generazione) e le cornici di alluminio.

    Come una buona macchia, non basta il motore per andare più forte e più lontano, servono anche gli "ammennicoli vari".
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    • #3
      Intanto complimenti per il post interessante, non conoscevo quell'articolo di D. Coiante.
      Penso che la tua ipotesi sulla relazione tra spessore del vetro/eva e NOCT sia realistica.
      Aspettiamoci un po tutti questo ingiallimento dell'eva che in effetti qualche utente del forum ha iniziato a segnalare, anche se forse per una cattiva qualità dei moduli.
      Fa quasi tenerezza vedere quelle foto dell'impianto degli anni '80, con modui da poche decine di W.
      Impianto FV 2,94 kWp 23° -85 est 1° CE e 3 PDC Riello aria 13 kWt dal 2007.
      Caminetto aria Montegrappa CMP05 10,5 kWt, 4* dal 2011. Caldaia a metano Riello Family 26K
      Twingo Electric Zen dal 2021 Tesla MY dal 2024

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      • #4
        Aggiungo un'altra provocazione, fermo restando quanto scritto da gigi che la dissipazione termica dipenda da tanti fattori tra i quali non da poco lo spessore della cornice che fa da ottimo dissipatore se di buona qualità e dimensione, ma secondo voi i dati riportati nei data sheet sono netti o possono essere manipolabili in qualche modo?
        Saluti.

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