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Un desolfatatore che promette molto bene

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  • Ciao....devo riprendere lo schema sotto mano(chissaaa dove l'ho messo )....però ricordo bene le induttanze...sono come nello schema da te postato!!! devo fare un bel test ....con misura di acidità !!!
    Framoro...

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    • Ciao, mi intrufolo anch'io in questa discussione, mi interessa parecchio con tutte le batterie che si ritrova mio padre tra auto e macchine agricole, rigenerare qualcuna non li dispiace....
      Ho trovato anch'io un schema molto simile a quello di eli-sir, mi sà che prossimamente un circuitino di questo l'ho prepararo, x le induttanze non ho problemi ,me le faccio da me.....
      Un saluto Luigi

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      • Ciao , ho trovato questo schema, credo molto simile a quelli proposti , cosa ne pensate?
        Se è valido sarà il prossimo circuito da fare.
        Un saluto Luigi
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        • ciao....è lo stesso circuito che ho fatto io.....alla fine sono tutti uguali.....però nel tuo caso, usa induttanze senza nucleo....mi sembra.......le mie sono più piccoline....
          ciao
          Framoro...

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          • Leggo nell'ultima pagina del pdf l'avvertimento di non collegare il desolfatatore alla batteria installata in auto perchè potrebbe danneggiare l'elettronica di bordo.
            Manca qualche componente particolare rispetto al megapulse o al sulfarid che ho da qualche mese?

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            • Le induttanze del progetto sono avvolte in aria, se le tue sono più piccole sicuramente sono avvolte su nucleo, non se per questo progetto quali siano migliori , per i filtri audio è preferibile usare quelle in aria per non avere problemi di riluttanza o induttanza... non ricordo bene o magnetizazzione residua del nucleo...
              Io mi sono costruito un un induttanzimetro e quindi me le faccio da me , se le faccio in aria, sicuramente serve più filo di rame.

              Ho visto in giro qualche foto di un megapulse, ma è coperrto di resina e sò dire se ci sono gli stessi componenti.

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              • Ho posto la domanda perchè il sulfarid è proprio fatto per essere montato in auto.

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                • per i filtri audio è preferibile usare quelle in aria per non avere problemi di riluttanza o induttanza... non ricordo bene o magnetizazzione residua del nucleo...
                  Di questa cosa bisognerebbe discuterne meglio nella sez. elettronica (ELETTRONICA - EnergeticAmbiente.it)....comunque a grandi linee:
                  -Il nucleo serve a far aumentare l'induttanza, conseguentemente a parità di valori di questa si possono usare meno spire.. con tutto quel che ne consegue.
                  -Il valore induttivo non è lineare. Inizialmente cresce molto.. diciamo.. all'aumentare del flusso.. diciamo della corrente, man mano che ..diciamo .. si magnetizza il nucleo. Tuttavia si arriva ad un punto dove possiamo dire che tutto il materiale del nucleo è stato... "attivato".. e quindi questo effetto viene meno. Si ritorna ad avere un comportamento come senza nucleo, ovvero l'induttanza cala bruscamente (saturazione)
                  -In molte applicazioni è necessario non saturare il nucleo. Dato che questo, in ultima analisi, dipende dalla corrente.. allora è necessario non superare un certo valore di essa.
                  -Di norma si lavora però con tensioni. Applicando ad esempio (per semplicità) una tensione costante all'induttanza, la corrente cresce linearmente nel tempo (rampa). Se ad un certo punto si elimina la tensione, o se ne fornisce una opposta sempre costante.. la corrente ridescresce linearmente nel tempo (per esempio ciò è ottenibile con onda quadra..). Ugualmente il flusso nel nucleo seguirà la corrente. Fissa la tensione, allora è sufficiente limitare il tempo per evitare la saturazione
                  -Se la tensione aumenta, basterà diminuire il tempo per ottenere lo stesso punto d'arrivo. Ma vale anche l'opposto: aumentando il tempo bisogna limitare il valore di tensione.
                  -In una forma d'onda, ciclica (che si ripete nel tempo), il tempo in cui sta in uno stato, rispetto all'altro.. ci dice quanti cicli fa in un certo periodo o lasso di tempo.. praticamente quante volte si ripete. Minore sarà il tempo necessario a compiere le varie fasi. ovvero l'intero ciclo, maggiori cicli si potranno fare in un periodo di tempo... ovvero il ciclo si ripeterà con maggior frequenza. Viceversa maggiori saranno i tempi minore sarà la frequenza
                  -ritornando al discorso di saturazione e vedendolo lato frequenza/tempi.. una forma d'onda con tempi lunghi, ovvero bassa frequenza .. dovrà ridursi di livello (di tensione) per evitare la saturazione.
                  -(arrivo al punto) in campo audio ... dove potremmo avere (Hi-Fi) frequenze di 20.000Hz.. ma anche molto basse fino a soli 20Hz.. è chiaro che i tempi passano da un valore.. a uno 1000 volte più alto. Conseguentemente, fermo restando il punto di saturazione, a 20Hz i livelli di tensione che non provocano saturazione sono 1000 volte più piccoli di quelli a 20000Hz (e di norma capita invece di ritrovarsi dei "bassi" più corposi degli "acuti")

                  Quindi:
                  1) o si aumentano le spire per "tediare" meno il nucleo.. ma questo significa comunque andare verso una situazione a vuoto.. ma anche influire su questioni parassite, quali la resistenza dell'avvolgimento.. le varie capacità interspira, spire-nucleo, ecc.
                  2) o si usa un materiale per il nucleo adatto a gestire basse frequenze (lamierini) .. ma che comporta problemi magari in medio/alto (correnti interne, al nucleo.. ovvero perdite, ecc.), dove altri materiali sarebbero migliori (es. ferriti)
                  3) o si avvolge in aria ... e fine di tutta una serie di problemi.

                  Diverso è quando si lavora con frequenze uniche.. o in un campo ben più ristretto (molto meno di un ordine di grandezza e non tre!)
                  Fare si può! Volerlo dipende da te.

                  Consulta e rispetta il REGOLAMENTO

                  Piano cottura induzione: consumo energia 65...70% in meno rispetto uno a gas! Pure a costi doppi dell'elettricità fa risparmiare, almeno 30%! Contrariamente a quanto si dice si può usare con contratti 3 kW, perfino se sprovvisto di limitazione.
                  Gas 100% fossile, elettricità 30...100% rinnovabile. Transizione ecologica? Passa all'induzione!

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                  • ho comprato il mteriale per farmi il deslfatore proposto da fly 71 qui sopra
                    chi mi a venduto i pezzi mi a sostituito 3 elementi perch non li aveva
                    irf540n con buk456 uf4004 con byu26 by229 con rhrp8120
                    e non aveva l induttanza.
                    ora chiedo come mi faccio l induttanza?
                    funziona lo stesso con le 3 sosttuzioni?

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                    • Partiamo dal mosfet:
                      BUK456... dati insufficienti.. è come se mi avessi detto "Fiat-autovettura".. ma quale?
                      Così che BUK456? 100V...200V...800V??? (leggi il capitolo mosfet in manualistica/elettronica)

                      e qui già ci areniamo...
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                      • chiedo scusa per la mia ignoranza buk456 100a ph-m9616.
                        l altro tiene la sigla rhrp8120 n2 24

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                        • http://www.datasheetcatalog.org/data...ips/BUK456.pdf
                          http://www.datasheetcatalog.org/data...ld/IRF540N.pdf

                          I due mos non sono per nulla corrispondenti, ma viste le basse correnti in gioco il BUK456 lo vedo addirittura più adatto del IRF540.

                          UF4004
                          http://www.datasheetcatalog.org/data...r/mXyzrxzq.pdf

                          RHRP8120
                          http://www.datasheetcatalog.org/data.../348741_DS.pdf
                          8A 1200V, OK.

                          BY229
                          http://www.datasheetcatalog.org/data.../BY229-200.pdf

                          Il BY26, non lo trovo, mi dispiace.

                          Per il calcolo delle induttanze.
                          Calcolo Induttanza

                          Per avere una idea di come sono fatte.
                          Alimentatore Switching regulator current mode power supply leds driver 300-3000mA by Roberto Chirio

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                          • Come volevasi dimostrare...

                            triac60 ha inserito un collegamento/link a un "pdf" di un BUK456 (1000V) che non c'entra nulla/nulla ha a che fare con il BUK456 citato da beerladen! (100V)!..

                            ...Così che seguendo le indicazioni del pdf si hanno tutti i parametri sbagliati...

                            ed è chiaro che poi la frase citata
                            I due mos non sono per nulla corrispondenti,
                            sia vera... ma relativa a BUK456-1000 comparato con IRF540......e non a BUK456-100 comparato con IRF540

                            Ma quel che scrivo.. perchè non lo leggete bene ... almeno due volte?

                            Parlando di quel che scrivo/indico.. ma che NON viene letto ..in manualistica/elettronica (mosfet) troviamo:
                            Oggigiorno da una parte sono nati dispositivi con le più variegate caratteristiche.. si va dai mos logic level.. a quelli a bassa carica di gate Qc.. ai contenitori più strani. Inoltre molte aziende si sono distinte in queste.. diciamo.. ramificazioni, quindi la storica siglatura stile IR è venuta meno.. quindi ritroviamo BUK BUZ, ecc dove l'indicazione della grandezza del DIE/resistenza o tensione max è espressa in modo diverso.. o del tutto omessa!
                            ..vabbè... fate vobis......se parlassi (invece che scrivere) potrei dire che spreco il fiato, oltre che il mio tempo...
                            Ultima modifica di gattmes; 10-06-2009, 08:43.
                            Fare si può! Volerlo dipende da te.

                            Consulta e rispetta il REGOLAMENTO

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                            Gas 100% fossile, elettricità 30...100% rinnovabile. Transizione ecologica? Passa all'induzione!

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                            • Anche il mio negoziante mi aveva detto un equivalente al UF4004 con un BYU26.
                              Occhio al condensatore da 100uF 63V chiedilo di tipo LOW ESR.
                              Sto aspettnado che mi arrivano UF4004 e lo zener da 75V

                              Per la questione induttanze, io mi sono costruito un circuito che misura induttanze e condensatori non polarizzati, utilizza un PIC è stata la priam esperienza con programmazione dei PIC.
                              Quando preparo le bobine avvolte in aria devo sapere in modo approsimato quanti avvolgimenti devo fare per poi misurare con lo strumento e magari avvolgere/svolgere qualche giro, utilizzando un formula semi empirica, con uno scarto del 2-3% si trova facilmente in rete, dove i dati sono lunghezza, diametro della bobina e valore dell'induttanza restituisce il nmerod i avvolgimenti, mi sono preparato un foglio di calcolo dove fissando il valore dell'induttanza e poi variando il diametro e la lunghezza della bobina, ti restituisce il numero di spire totale, il numero di spire per strato, e il numero di strati, in più ho inserito la lunghezza di filo che serve per la bobina, valutanto che all'aumentare delle spire aumenta il diametro della bobina e per ogni giro servirà un pò di filo in più ( nel calcolo e considerarto anche il diametro del filo), il calcolo è valido fino a 18 strati di filo, più che necessario per il nostro uso.
                              Io procedo in questo modo, fisso il valore dell'indutatnza , mi procuro dei rotolini in plastica di quelli che hanno nelle mercerie, e in base alla misura mi ricavo i giri da avvolgere, quando arrivo al numero di giri prefissato ne lascio una 50cm in più e poi misuro con lo strumento e verifico se devo togliere qualche giro o aggiungerlo, per esempio con l'induttanza da 1mH con un supporto da 15mm e 20mm di diametro ci volevano circa 251 spire, ho misurato con lo strumento e mi segnava 1,020mH quindi come ordime di errore ci siamo, il foglio di calcolo ha una buona apprrosimazione anche senza fare la misura con lo strumento.
                              Per fare il lavoro più veloce mi sono preparato un supporto a manovella dove fisso il supporto-bobina e ci avvolgo il filo.
                              L'unica accortezza e che quando avvolgete la bobina cercate di fare le spire accostate in modo da avere il tutto ben compatto per rispettare i calcoli.
                              Un saluto Luigi
                              File allegati

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                              • Originariamente inviato da gattmes Visualizza il messaggio
                                Come volevasi dimostrare...
                                Non so cosa volevi dimostrare

                                Originariamente inviato da gattmes Visualizza il messaggio
                                ..vabbè... fate vobis......se parlassi (invece che scrivere) potrei dire che spreco il fiato, oltre che il mio tempo...
                                Chiederei a Beerladen da chi ha ricevuto informazioni utili.

                                Comunque.....
                                La VDS dell IRF540 è di 100V
                                Se la versione del BUK456 fosse quella da (soli) 100V andrebbe bene in ogni caso.
                                Figuriamoci quella da 1000V

                                Commenta


                                • triac60 Citazione:
                                  <table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="100%"> <tbody><tr> <td style="border: 1px inset ;" class="alt2"> Originariamente scritto da gattmes
                                  Come volevasi dimostrare...
                                  </td> </tr> </tbody></table>
                                  Non so cosa volevi dimostrare
                                  scusa triac60 ..se tu leggessi quel che scrivo capiresti (è che non leggi).. e rispettando la sequenza dei messaggi..
                                  Vediamo di palesarlo il più possibile (ricordando che mi infastidisce perdere tempo così...):

                                  1) beerladen! messaggio del 09-06-2009 alle ore 12:00
                                  mi a sostituito .... irf540n con buk456
                                  2) gattmes messaggio del 09-06-2009 alle ore 16:16
                                  Partiamo dal mosfet:
                                  BUK456... dati insufficienti.. è come se mi avessi detto "Fiat-autovettura".. ma quale?
                                  Così che BUK456? 100V...200V...800V??? (leggi il capitolo mosfet in manualistica/elettronica)
                                  3) beerladen! messaggio del 09-06-2009 alle ore 17:17
                                  buk456 100a ph-m9616.
                                  4) triac60 messaggio del 09-06-2009 alle ore 17:25
                                  commento: il "pdf" qua sopra non si riferisce al buk456 100 (cioè 100V) ma al buk456 1000 (1000V).. o almeno a me il collegamento porta a quest'utimo mosfet!
                                  Io avevo chiesto (2) che tipo tra le decine di BUK456..sottolineando bene tal cosa
                                  ..ma come volevasi dimostrare ho sprecato il mio tempo perchè la segnalazione che BUK456 è una famiglia (ho fatto l'esempio dell'auto.. pensavo fosse sufficientemente semplice/banale.. avrei potuto citare "BUK456 è come scrivere mosfet ch N".. o altro).. e dopo averlo sottolineato viene fornito un pdf "a caso".. perche non fornire allora quello, che so ..dello IRF822 ?? Ho del IRF750...? Ecc. Ecc.

                                  5) gattmes messaggio del 09-06-2009 alle ore 23:24
                                  triac60 ha inserito un collegamento/link a un "pdf" di un BUK456 (1000V) che non c'entra nulla/nulla ha a che fare con il BUK456 citato da beerladen! (100V)!..
                                  ....
                                  e inoltre:

                                  Parlando di quel che scrivo/indico.. ma che NON viene letto ..in manualistica/elettronica (mosfet) troviamo:
                                  Citazione:
                                  <table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="100%"> <tbody><tr> <td style="border: 1px inset ;" class="alt2"> Oggigiorno da una parte sono nati dispositivi con le più variegate caratteristiche.. si va dai mos logic level.. a quelli a bassa carica di gate Qc.. ai contenitori più strani. Inoltre molte aziende si sono distinte in queste.. diciamo.. ramificazioni, quindi la storica siglatura stile IR è venuta meno.. quindi ritroviamo BUK BUZ, ecc dove l'indicazione della grandezza del DIE/resistenza o tensione max è espressa in modo diverso.. o del tutto omessa! </td></tr></tbody></table>
                                  Spero che sia ora chiaro a cosa mi riferivo (sicuramente lo è per una buona % di chi legge)

                                  -----------------------

                                  concludo dicendo per l'ennesima volta: leggete nella sezione manualistica/elettronica

                                  Ora daccordo la svista (può succedere.. quante volte è capitato anche a me).. ma perseverare è ben diverso che la semplice svista, quindi ritorno a sottolineare per l'ennesima volta: leggete la sezione manualistica/elettronica
                                  (mi raccomando non fatelo.... poi però ricordarsi che applico la teoria "aiutati che Dio ti aiuta"...)
                                  Ultima modifica di gattmes; 10-06-2009, 10:36.
                                  Fare si può! Volerlo dipende da te.

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                                  • Torniamo ai discorsi tecnici...
                                    "D4".. è indicato un UF4004....Intanto la sigla mi ricorda molto la serie 1N4000.. anche se gli UF hanno tempi di recovery molto più elevati (per uso a frequenze + alte)...
                                    conseguentemente l'ultimo numero indica la tensione massima.. così che se non si trova il 4004.. vanno bene (generalmente) anche i numeri maggiori...tipo il 4007

                                    Per i dettagli andate a leggere il messaggio di triac60 (342) che ha gentilmente fornito il collegamento/link diretto al "pdf"

                                    ------------------------------

                                    Tuttavia la domanda è: a cosa cavolo serve questo diodo?
                                    Ad evitare che tensioni inverse possano interessare lo zener di protezione ZD2 che, "a rovescio", condurrebbe come un diodo?
                                    Se la risposta è questa.. e se avete letto in manualistica/elettronica.. allora sapreste che è inutile.. in quanto in inversa condurrebbe (comunque) il mos.., perchè -> leggete "la"

                                    Non si pensi a motivi di capacità e/o commutazione dello zener! Non ne vedo di validi!

                                    Lo zener (che può essere collegato anche direttamente in uscita) determina (circa) la massima tensione dello "spillo"... quindi a vuoto (supponendo di alimentare da altra parte) o con alta impedenza in uscita, è quello che qui ci si deve aspettare... Tutto quello che si collega al circuito (non solo la batteria) deve tenere quella tensione (come spike).. e come evidenziato nell'articolo (NON collegatelo sull'auto!)

                                    Io comunque ho dei dubbi sulla reale necessità dello zener..... potrebbe essere che il mos "tenga" meglio di lui come "clamping" (dipende dalla tecnologia di mosfet, ovvero dal costruttore... il dato saliente è "unclamping inductive energy")... In ogni caso lo zener dissipa sulla "giunzione" (regione parziale e molto limitata dell'intero silicio usato. Considerando anche le impedenze termiche poi.....)
                                    Meglio vedrei, casomai, un varistore (SIOV)... tra l'altro più "morbido" (ciò che si piega... non si spezza...)

                                    Sicuramente (e come scritto in manualistica.... uffa!) io uno zener lo metterei tra gate e source.. subito "li" (non a km di distanza.. non serve a niente allora).. e di valore (-> manualistica...)

                                    -----------------------------------
                                    RHRP8120.. o BY229-200 (anche per quest'ultimo vale il discorso BUK456)

                                    Il secondo è un 200V.. il primo addirittura un 1200V!!!!!

                                    Domanda... [1] quando è che su un diodo si ha tensione "importante" (parlo di cose "normali".. e senza romperlo!)? [2] E quando bassa (per cui non servono "volt" di tenuta)?
                                    [3] Ecco... quella condizione di tensione "importante" si ha quando il mos è "ON" oppure "OFF"?
                                    [4] In tal caso chi alimenta il diodo? E quanto ci si aspetta di valore?

                                    1) in inversa 2) in diretta si hanno valori di conduzione molto bassi 0.6.. 1.. talvolta un paio di volt
                                    3) quando ON 4/5) praticamente la sorgente di alimentazione... o il valore a cui si arriva in uscita, se più alto....(ci sarà una piccola capacità parassita locale).. Si parla di spike (non di tensioni costanti a xcentoVolt).. questo si deve essere già esaurito prima che il diodo torni in interdizione! Quindi al massimo alla Vmax di batteria in genere... mentre a vuoto (supponendo di alimentare da altra parte) nel caso il diodo vada in breakdown.. lo fa scaricando una capacità parassita... che è probabilmente frazione di quella che lui stesso offre.. quindi....
                                    Conseguentemente anche 30-40 Volt basta e avanzano.

                                    ------------------------------------------

                                    100uF 63V low ESR...
                                    lasciate perdere e andate sui ceramici. Problema a fare 100uF e 63V (io userei solo ceramici)?.. Ok fate un misto: un elettro che fa da barile e un bel ceramico (es. 220nF almeno.. o più se ne mette meglio è) che fa da condensatore in HF.
                                    SCONSIGLIO VIVAMENTE L'USO DEI TANTALIO (più sicura una "molotov"....)
                                    (messaggio da Cassandra alias gattmes: mi raccomando.. siete già al negozio a chiedere "per favore! Per favore!.. Mi dia tutti tantalio!" ??)

                                    ------------------------------------------
                                    induttanze..
                                    qua il discorso è mooooooooolto vario...

                                    Vediamo quelle con nucleo:

                                    ...intanto seguite i consigli-collegamenti (links) postati da triac60 ....

                                    poi.. nel caso avete dei nuclei "sconosciuti".. e un multimetro che misura le induttanze... un trucchetto potrebbe essere quello di prendere (in molti casi attendibile) ad avvolgere un certo numero di spire, esempio 20-30, quindi misurare che induttanza fa.
                                    A questo punto si ricava il numero di AL sapendo che il valore dell'induttanza è dato da:
                                    N2 x AL... dove "N2" è il quadrato del numero di spire... conseguentemente AL = L / N2 (dove L è il valore misurato.. Solitamente si usano i nanoH)

                                    Scovato AL (in genere è abbastanza costante, tranne ferriti particolari) potete calcolare le spire realmente necessarie come:
                                    N= radq ( L / AL)
                                    È importante questo trucco.. nel caso non si disponga dello strumento ma di una induttanza nota: si "smonta" numerandone le spire.. si ricava l'AL.. e si riavvolge con il numero che serve

                                    Purtroppo nulla sapiamo sul Bmax.. ovvero saturazione... e quindi se quel nucleo è sufficiente o meno:
                                    consiglio:
                                    1) non usate nuclei troppo piccoli.. ma simili a quelli che reperite in foto
                                    2) se vedete che l'induttanza che avete a disposizione a parità di nucleo (cioè assomiglia a quella "originali"..) è però elevata, significa che ne impiega uno non traferrato o con scarso traferro. Se è a traferro distribuito "ciccia" (sceglietene un altro). Se è a traferro localizzato, es composto da due seminuclei, provate ad usare uno spessore (es. carta) nella zona di contatto dei due semilavorati (ma non dove c'è eventualmente un traferro! "Li" già non tocca!).. in modo da abbassare lo AL (l'energia si accumula.. diciamo così.. nel traferro.. e quindi un nucleo con meno Bmax .. ne va a reggere valori ben maggiori)
                                    Ultima modifica di gattmes; 10-06-2009, 11:30.
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                                    • Visto che li indutatnze con nucleo è un pò problema, a meno che uno ha un pò di strumenti per misurare le caratteristiche dei nuclei a quel punto opta per la soluzione in aria, sicuramente ci vuole un pò diù di filo e magari valutare di non usare uno troppo sottile , però ti toglie tutti questi problemi.
                                      Ho trovato questo link, dove c'è un programmino, che funziona come il mio foglio di calcolo, sicuramente questoo programma sarà più preciso del mio ( nel calcolo bisogna tenere conto che se gli strati di filo sono molti, il diametro delle spire aumenta con l'auemtare degli avvolgimenti , il valore dell'induttanza è proporzioanle al diametro , quindi per avere un valore più preciso servirebbe un calcolo di tipo integrale).

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                                      • makeinductor - software per calcolare induttanze

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                                        • Originariamente inviato da fly71
                                          ...Visto che li indutatnze con nucleo è un pò problema, a meno che uno ha un pò di strumenti per misurare le caratteristiche dei nuclei Visto che li indutatnze con nucleo è un pò problema, a meno che uno ha un pò di strumenti per misurare le caratteristiche dei nuclei ...
                                          Forse è "sfuggito" anche questo, anche se era in "neretto".. proviamo riscrivendolo una seconda volta:
                                          Originariamente inviato da Cassandra
                                          ...Scovato AL (in genere è abbastanza costante, tranne ferriti particolari) potete calcolare le spire realmente necessarie come:
                                          N= radq ( L / AL)
                                          È importante questo trucco.. nel caso non si disponga dello strumento ma di una induttanza nota: si "smonta" numerandone le spire.. si ricava l'AL.. e si riavvolge con il numero che serve..
                                          ..io personalmente ho più "problemi" con il calcolo di quelle in aria.. che di quelle su nucleo,una volta noto l'AL (Caspita! È una semplice moltiplicazione: numero spire x numero spire x AL!)

                                          Provate un po a cercare nuclei RM6, o 7 .. o 10...o.......xx.... oppure nuclei EFD15... 20... 30, ecc. ecc. ecc.
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                                          • si vede che questo desolfatore non sa da fare.
                                            gia é un miracolo se stagno quei pezzi su un millefori!
                                            i pezzi il tipo non li aveva, a guardato nel uo computer e mi a dato roba simile(forse)
                                            speravo di trovare le induttanze ma non le aveva e per me fare calcoli con formule trovare il filo del giusto spessore e farle bene diventa un lavorone
                                            mi tira il culo dovere spendere 30 40 euro per uno scattolio con dentro 2 euro di circuito

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                                            • Originariamente inviato da gattmes Visualizza il messaggio
                                              Forse è "sfuggito" anche questo, anche se era in "neretto".. proviamo riscrivendolo una seconda volta:


                                              ..io personalmente ho più "problemi" con il calcolo di quelle in aria.. che di quelle su nucleo,una volta noto l'AL (Caspita! È una semplice moltiplicazione: numero spire x numero spire x AL!)

                                              Provate un po a cercare nuclei RM6, o 7 .. o 10...o.......xx.... oppure nuclei EFD15... 20... 30, ecc. ecc. ecc.
                                              Se hai già una di valore noto..... il problema si presenta se devi partire da zero....
                                              visto che un pò di filo è facile trovarlo e i rotolini alle mercerie li buttano....con un pò di pazienza te le fai da solo, prima di avere il circuito per leggerle, per uno schema di alimetatore per candele plug dei motori da modelli ,mi serviva un induttanza da 100uH la pagai 10 euro e ti parlo di parecchi anni fà, ho fatto lo stesso alimentatore ad un amico, mi è bastato un toroide recuperato da aliemtatore e un pò di filo e voilà.....

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                                              • ..e, tra l'altro, senza nucleo neanche satura!

                                                Originariamente inviato da beerladen!
                                                si vede che questo desolfatore non sa da fare.
                                                Peta peta!.. Tra me, triac60, fly71, ecc. vedrai che risolviamo l'arcano (se non hai fretta.... con calma dipaniamo tutta la matassa)
                                                Fare si può! Volerlo dipende da te.

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                                                • A proposito di induttanze, nello chema che ho postato, c'è una terza induttanza, mi sembra di capire che è di tipo avvolte su nucleo, guardando le foto del circuito completato , sono quelle simile a delle resistenze.
                                                  Io ho recuperato da una scheda delle induttanze che assomigliano ai dei piccoli condensatori di colore celeste con puntini colorati, ( forse usano un codice valori come le resistenze) se ne trovo una da 1mH posso usarla oppure mi consigliate di prepararla su un piccolo nucleo toroidale?
                                                  Se ho capito bene questa induttanza , serve per preservare il circuto dell'555 dall'impulso che và alla batteria.
                                                  Un saluto Luigi

                                                  Commenta


                                                  • Originariamente inviato da fly71 Visualizza il messaggio
                                                    Se ho capito bene questa induttanza , serve per preservare il circuto dell'555 dall'impulso che và alla batteria.
                                                    Un saluto Luigi
                                                    Si la funzione è quella, credo che vadano bene anche quelle con cilindretto di ferrite con 2-3 spire.
                                                    Se hai un impedenzimetro prova a misurare qualche bobina di rele (anche x auto) magari si trova qualcosa già fatto, il nostro obiettivo adesso è trovare una soluzione per Beerladen, se falliamo in questo a cosa serve il forum?

                                                    Qui sotto un altro link per il calcolo delle bobine avvolte in aria su supporto cilindrico.
                                                    http://web.tiscali.it/i2viu/electronic/linkele.htm
                                                    Ultima modifica di triac60; 12-06-2009, 06:57.

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                                                    • Per Beerland, a riguardo dei componenti, se il negozio non li ha te li fai ordinare, loro fanno gli oridini settimanali ai distributori ( rs, farnell, distrlec) cosi sei sicuro di avere il materiale giusto, e se vuoi fare uan cosa migliore , vai sul sito dei distributori, cerca i componenti, ti elenca il componente , il prezzo e il codice te lo segni e lo passi al negozio cosi gli faciliti il lavoro e sei sicuro che è quello.
                                                      Per le due bobine le due in ari ate le puoi fare da te , la terza è preferibile comprarla, facendo la stessa operazione di sopre.
                                                      Per le bobine, con un listello di legno ci fai un foro un bullone da 4x60 da un lato ci metti un pezzo di ferro e ci fai una manovella e dall'altra fissi il supporto in plastica ( rotolini delle mercerie che buttano) per la bobina con delle rondelle( non ho la digitale altriemnti postavo le foto come l'ho costruito ) e ti sei fatto lo strumento per avvolgere le bobine,
                                                      per il filo chiedi al negozio di elettronica oppure cerca nei dintorni qualche officina che ripara i motori elettrici , loro lo hanno di varie sezioni e te lo vendono a peso, oppure recupera il filo dal motore di lavatrice, in giro se ne trovano un casino.....( cosi impari l'arte del recupero.....)
                                                      Per il dimensionamento vedi il file che ho messo io ,oppure quel link sicuramente è più preciso, per la sezione del filo ti va bene un 0.8-0.7
                                                      MI sembra di averti dato dutte le dritte per costruirti uno strumento con una spesa di circa 5 euro( mosfet diodi rssitenze cond. e basetta) contro i 50 euro bello ......

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                                                      • ottimi consigli provvedo al piu presto a seguire le dritte ho tante batterie che mi aspettano tra trattori e altri mezzi!! grazie

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                                                        • ti metto un paio di immagini per vedere il risultato, lo strumento con cui faccio le misurazioni, cmq quelle in aria utilizzando i link o il programmino , arrivi ad un buon risultato con uno scarto del 2-3%
                                                          l'aggeggio per fare le bobine e le bobine completate, la prima a sx da 1mH al centro da 220uH e a dx quella da 1mH su nucleo, ho visto che utilizzano lo stesso codice colori delle resistenze e come unità uH.
                                                          Un saluto Luigi
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                                                          • per il filo chiedi al negozio di elettronica oppure cerca nei dintorni qualche officina che ripara i motori elettrici
                                                            aggiungo:
                                                            Il filo ovviamente è di rame , ma isolato. L'isolamento viene fatto con una copertura di smalto (da cui "filo di rame smaltato"...). Lo smalto talvolta è colorato tipo rosso, verde.. talvolta ha un color... rame! Così che non si distingue molto tra filo smaltato e non.

                                                            Circa il filo smalto: ne esistono di varie versioni (oltre il discorso colore). Possiamo riscontrare delle categorie principali:

                                                            A) La prima riguarda la cosi detta "saldabilità" o meno.
                                                            A1) Ci sono cioè smalti che se sottoposti a temperature nell'intorno di quella di fusione dello stagno/piombo usato comunemente in elettronica.. si "fumano". Ovvero basta immergere il filo in pozzetti di stagno fuso (o insistere con la punta di un saltatore + "stagno") per ottenere l'asportazione dell'isolante nella zona interessata e la contemporanea ricopertura con stagno. Questi sono i cosidetti "saldabili"
                                                            A2) Ci sono quelli invece ricoperti con smalto resistente al calore (anche per uso in alta temperatura) per i quali il "contatto" elettrico va effettuato tramite asportatura meccanica (raschiando, ecc.) o con particolari sostenze chimiche attaccanti lo smalto

                                                            B) la seconda riguarda la stratificazione dello smalto.
                                                            B1) i primi e comuni sono i fili smaltati con un singolo strato di smalto. Definiti come "bispessore semplice". Considerate che una "falla" per metro può essere accettata. (Da non usare in caso di forti tensioni/isolamenti)
                                                            B2) poi ci sono gli altrettanto comuni fili smaltati con doppio strato di smalto.. detti anche a bispessore doppio. Tengono discrete tensioni/isolamenti e la copertura è più garantita.
                                                            B3) seguono quelli particolari, via via sempre meno comuni: bispessore triplo, quadruplo.

                                                            Fate attenzione che il diametro nominale si riferisce generalmente al solo rame, conseguentemente il diametro massimo è maggiore e dipendente dagli strati di smalto (e poi anche dalle varie tolleranze.. del rame..e dello smalto!)

                                                            Sebbene lo smalto serve per molte questioni.. è un materiale inerte dal punto di vista elettrico (resistenza) e magnetico (induzione/flusso, ecc.). Conseguentemente occupa spazio tolto al "rame".. con conseguente aumento della resistenza (ricordo anche quello che io rinomino "effetto palle").. ma anche della "dispersa"(vedere manualistica/elettronica), volume e/o spire utili, pesi, ecc... oltre che "questioni" termiche... ecc., ecc.
                                                            Quindi solita filosofia di Re Salomone...
                                                            Fare si può! Volerlo dipende da te.

                                                            Consulta e rispetta il REGOLAMENTO

                                                            Piano cottura induzione: consumo energia 65...70% in meno rispetto uno a gas! Pure a costi doppi dell'elettricità fa risparmiare, almeno 30%! Contrariamente a quanto si dice si può usare con contratti 3 kW, perfino se sprovvisto di limitazione.
                                                            Gas 100% fossile, elettricità 30...100% rinnovabile. Transizione ecologica? Passa all'induzione!

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                                                            • SALVE A TUTTI
                                                              Ho scoperto questo interessante thread da qualche giorno e siccome è un argomento che mi interessa moltissimo, conscio del fatto che una batteria recuperata è sempre una batteria che non va buttata, con grande beneficio dell'ambiente in primis e delle tasche poi. Ho letto che molti di voi, come Dolomitico, hanno fatto molta esperienza con il desolfatatore tipo il Megapulse, e incuriosito lo ho ordinato anche perche da un po di tempo a questa parte avevo notato una certa stanchezza nell'avviamento della mia batteria. Proprio questa mattina però non ha voluto più saperne, per cui per partire ho dovuto utilizzare lo starter, mi son fatto prestare una batteria integra e ho analizzato un pò lo stato della batteria "malata". Si tratta di una AAA di 80 Ah che al momento della rimozione presentava ai poli una tensione di 12 V scesi a 10,5 dopo 2 ore, con un densimetro ho misurato la densità del liquido delle varie celle che risultavano pari a 1,30 tutte tranne la terza e l'ultima a partire dal polo negativo che risultavano essere inferiori a 1,13 (il densimetro parte da quel valore).
                                                              Le 4 celle pari a 1,30 sono celle ancora efficienti e cariche mentre le altre 2 sono quelle incriminate della defaillance della batteria, giusto?. Ora, descritto lo scenario, si tratta di solfatazione specie di quegli elementi? o si tratta di altro e quando arriva il Megapulse lo dovrò utilizzare per un'altra batteria?
                                                              Vi ringrazio in anticipo per la pazienza ed eventuale risposta.
                                                              Ciao Lorenzo

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