Ciao a tutti,
da tempo mi domando: come mai quindici anni fà buttavo tutto insieme in un fètido cassonetto e pagavo quarantamila lire all'anno, ed ora che differenzio tutto quanto, devo cacciare duecento e passa euro?
Prima per una cifra irrisoria consegnavo una poltiglia ingestibile, adesso che mi si chiede di fornire materie utilizzabili, ferro, alluminio, carta, vetro, plastica, umido che potrebbe essere cibo per maiali e galline, e le pile separate, le batterie da un'altra parte ancora, l'olio nel suo bidone, perché devo pagare dieci volte tanto?
Perché si mettono cassonetti per gli RSU nelle zone industriali-artigianali, dove vengono riempiti di cartoni e pancali e scarti di produzione vari da imprese che così smaltiscono questi scarti a spese della collettività?
La mia opinione è che tutta questa manfrina serve solo a produrre combustibile di buona qualità per gli inceneritori, del resto del materiale non importa niente a nessuno.
Se la separazione della carta servisse per produrre altra carta, dovremmo avere almeno due tipi di carta differenziata, tutta insieme così può solo essere bruciata. E così per la plastica, tre tipologie basterebbero oer poterla riutilizzare? Ed il vetro? In Germania si distingue fra tre tipi di vetro!
Già il fatto che si sia inventata la parola " termovalorizzatore " mi suona parecchio sospetto, questi impianti producono almeno la corrente che serve loro per funzionare? Forse buttandoci dentro carta e plastica belle pulite avanza anche qualche kilowatt, ma credo che la gran parte degli utili di gestione di questi impianti derivi da incentivi di vario tipo e non dalla produzione di corrente.
Personalmente sono dell'idea che chiamarli termovalorizzatori sia propaganda, disinformazione, fumo negli occhi e niente più.
Sono dell'idea di cercare di fornire a questi mostri il materiale che più li possa danneggiare, e cioè la mia spazzatura tutta mescolata, meno l'umido che lo mangiano le mie galline, dopo che si sono serviti i gatti.
Saluti a tutti da Renatore
da tempo mi domando: come mai quindici anni fà buttavo tutto insieme in un fètido cassonetto e pagavo quarantamila lire all'anno, ed ora che differenzio tutto quanto, devo cacciare duecento e passa euro?
Prima per una cifra irrisoria consegnavo una poltiglia ingestibile, adesso che mi si chiede di fornire materie utilizzabili, ferro, alluminio, carta, vetro, plastica, umido che potrebbe essere cibo per maiali e galline, e le pile separate, le batterie da un'altra parte ancora, l'olio nel suo bidone, perché devo pagare dieci volte tanto?
Perché si mettono cassonetti per gli RSU nelle zone industriali-artigianali, dove vengono riempiti di cartoni e pancali e scarti di produzione vari da imprese che così smaltiscono questi scarti a spese della collettività?
La mia opinione è che tutta questa manfrina serve solo a produrre combustibile di buona qualità per gli inceneritori, del resto del materiale non importa niente a nessuno.
Se la separazione della carta servisse per produrre altra carta, dovremmo avere almeno due tipi di carta differenziata, tutta insieme così può solo essere bruciata. E così per la plastica, tre tipologie basterebbero oer poterla riutilizzare? Ed il vetro? In Germania si distingue fra tre tipi di vetro!
Già il fatto che si sia inventata la parola " termovalorizzatore " mi suona parecchio sospetto, questi impianti producono almeno la corrente che serve loro per funzionare? Forse buttandoci dentro carta e plastica belle pulite avanza anche qualche kilowatt, ma credo che la gran parte degli utili di gestione di questi impianti derivi da incentivi di vario tipo e non dalla produzione di corrente.
Personalmente sono dell'idea che chiamarli termovalorizzatori sia propaganda, disinformazione, fumo negli occhi e niente più.
Sono dell'idea di cercare di fornire a questi mostri il materiale che più li possa danneggiare, e cioè la mia spazzatura tutta mescolata, meno l'umido che lo mangiano le mie galline, dopo che si sono serviti i gatti.
Saluti a tutti da Renatore
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