Ieri Defkalion ha presentato una dimostrazione del suo reattore R5 in diretta streaming da Milano in occasione della conferenza ICCF18 (Missouri, USA). Durante la dimostrazione, durata parecchie ore, il reattore è stato inizialmente acceso immettendo Argon all'interno, quindi senza ottenere alcuna reazione anomala, alla fine di calibrare il setup di misura, quindi il reattore è stato evacuato e riempito con Idrogeno, e riacceso. Dopo meno di un ora è stata innescata la reazione LENR, ed è stata prodotta una potenza in eccesso di alcuni kW ed un COP medio di alcune unità.
Per chi non avesse seguiro la diretta, può rivedere la trasmissione al seguente link:
https://new.livestream.com/triwu2/Defkalion-US
Qui invece c'è il commento di Matts Lewan che era presente all'esperimento ed ha fatto diverse verifiche sul setup mentre questo era in funzione:
Comments on Defkalion reactor demo in Milan | Mats Lewan: The biggest shift ever.
Non voglio soffermarmi sull'importanza del risultato e sulla quantificazione precisa dell'eccesso di energia, argomenti che lascio a qualcun'altro. Voglio invece evidenziare alcuni dettagli tecnici che sono stati resi pubblici e che secondo me sono estremamente interessanti per chi ha seguito l'evoluzione dell'E-Cat o si dedica alla sperimentazione su questi fenomeni.
L'importanza di questi dati risiede nel fatto che in parte permettono di capire alcune cose viste fino ad ora, in parte sono dati che non erano mai stati resi noti e che quindi possono essere dei punti di riferimento importnanti per gli esperimenti. Li elenco sinteticamente di seguito, per poi magari discuterne assieme più estesamente:
- E' stato usato soltanto Nichel "trattato" (non si sa come), in una quantità di circa 5 grammi;
- Il volume della camera di reazione (esternamente in acciaio) era più o meno quello di un bicchiere, con due flange sui lati piatti. Questo fa ipotizzare che la polvere, che in confronto è pochissima, sia in qualche modo depositata sulla suferficie interna del reattore, questo in fondo è anche il modo migliore per scambiare calore in modo efficiente con l'esterno;
- Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che le resistenze a cartuccia che entrano dentro alla camera, sono posizionate "a cerchio", in modo da risultare proprio vicino alla parete;
- Nel reattore ci sono diverse termocoppie e due elettrodi per introdurre l'alta tensione, poste dai lati opposti centralmente sulle flance, che somigliano a candele di automobile;
- la pressione dell'Idrogeno introdotto era piuttosto bassa, circa 2 bar. Questo conferma che per avere la reazione non sono necessarie pressioni elevate;
- prima di introdurre l'Idrogeno è stato fatto il vuoto per ripulire il reattore dall'Argon. Questo processo è stato piuttosto rapido ed incompleto per questioni di tempo, e questo è sorprendente perchè implica che la reazione avviene anche in presenza di altri gas, e non richiede degassamenti spinti come comunemente creduto;
- la pompa da vuoto utilizzata sembrava una di quelle utilizzata per gli impianti di condizionamento: niente vuoto spinto (infatti si è scesi poco sotto i 100 mbar per evacuare l'Argon);
- tra le temperature misurate c'erano quelle delle due flange, e si è detto che è importante mantenere un gradiente termico lungo il cilidro per favorire la reazione. Questa informazione trova conferma in lettaratura (molti parlano di condizioni di non-equilibrio);
- per prima cosa sono state accese le resistenze di riscaldamento, regolando la potenza con un Variac;
- prima di attivare il trigger (alta tensione) si è atteso che l'interno del reattore raggiungesse 179°C, ed è stato detto che sotto questa temperatura, che è circa quella di Debye del Nichel la reazione non può avvenire. Piantelli dice la stessa cosa nei suoi brevetti;
- raggiunta una temperatura poco superiroe ai 200°C è stata attivata l'alta tensione, che apportava una potenza di circa 200W. E' stato detto che si trattava di una tensione di 10kV e circa 100mA. Il fatto che questi dati comporterebbero circa 1kW di potenza in ingresso, può fare ipotizzare che la tensione potesse essere impulsiva e non continua;
- le temperature hanno cominciato a salire quasi subito. Successivamente è stata diminuita la potenza delle resistenze e regolato il flusso d'acqua in modo da regolare le temperature nel range desiderato;
- l'alta tensione (che era regolata anch'essa tramite un Variac) è stata mantenuta accesa e più o meno costante per tutta la prova;
- all'accensione dell'HV il fluido ha iniziato a riscaldarsi molto rapidamente, questa velocità conferma ancora che la parte attiva era vicino alle pareti;
- era chiaro che (dalla regolazione manuale delle potenze e del flussi) lo scambio termico tra la parte attiva ed il fluido è molto importante e critica per mantenere la reazione e per evitare derive;
- la temperatura di lavoro interna del reattore era di circa 350°C: non particolarmente alta quindi.
In definitiva, dato il setup sperimentale e la realizzazione del reattore, si può ipotizzare che ottenere la reazione sia molto meno critico di quanto si pensava, Anche i dati di pressioni e temperature sembrano meno spinte del previsto, e stando alle dichiarazione di DGT non sono necessari catalizzatori. Sicuramente questo scenario è un buon punto di partenza per tentare qualche esperimento...
Per chi non avesse seguiro la diretta, può rivedere la trasmissione al seguente link:
https://new.livestream.com/triwu2/Defkalion-US
Qui invece c'è il commento di Matts Lewan che era presente all'esperimento ed ha fatto diverse verifiche sul setup mentre questo era in funzione:
Comments on Defkalion reactor demo in Milan | Mats Lewan: The biggest shift ever.
Non voglio soffermarmi sull'importanza del risultato e sulla quantificazione precisa dell'eccesso di energia, argomenti che lascio a qualcun'altro. Voglio invece evidenziare alcuni dettagli tecnici che sono stati resi pubblici e che secondo me sono estremamente interessanti per chi ha seguito l'evoluzione dell'E-Cat o si dedica alla sperimentazione su questi fenomeni.
L'importanza di questi dati risiede nel fatto che in parte permettono di capire alcune cose viste fino ad ora, in parte sono dati che non erano mai stati resi noti e che quindi possono essere dei punti di riferimento importnanti per gli esperimenti. Li elenco sinteticamente di seguito, per poi magari discuterne assieme più estesamente:
- E' stato usato soltanto Nichel "trattato" (non si sa come), in una quantità di circa 5 grammi;
- Il volume della camera di reazione (esternamente in acciaio) era più o meno quello di un bicchiere, con due flange sui lati piatti. Questo fa ipotizzare che la polvere, che in confronto è pochissima, sia in qualche modo depositata sulla suferficie interna del reattore, questo in fondo è anche il modo migliore per scambiare calore in modo efficiente con l'esterno;
- Questa ipotesi è rafforzata dal fatto che le resistenze a cartuccia che entrano dentro alla camera, sono posizionate "a cerchio", in modo da risultare proprio vicino alla parete;
- Nel reattore ci sono diverse termocoppie e due elettrodi per introdurre l'alta tensione, poste dai lati opposti centralmente sulle flance, che somigliano a candele di automobile;
- la pressione dell'Idrogeno introdotto era piuttosto bassa, circa 2 bar. Questo conferma che per avere la reazione non sono necessarie pressioni elevate;
- prima di introdurre l'Idrogeno è stato fatto il vuoto per ripulire il reattore dall'Argon. Questo processo è stato piuttosto rapido ed incompleto per questioni di tempo, e questo è sorprendente perchè implica che la reazione avviene anche in presenza di altri gas, e non richiede degassamenti spinti come comunemente creduto;
- la pompa da vuoto utilizzata sembrava una di quelle utilizzata per gli impianti di condizionamento: niente vuoto spinto (infatti si è scesi poco sotto i 100 mbar per evacuare l'Argon);
- tra le temperature misurate c'erano quelle delle due flange, e si è detto che è importante mantenere un gradiente termico lungo il cilidro per favorire la reazione. Questa informazione trova conferma in lettaratura (molti parlano di condizioni di non-equilibrio);
- per prima cosa sono state accese le resistenze di riscaldamento, regolando la potenza con un Variac;
- prima di attivare il trigger (alta tensione) si è atteso che l'interno del reattore raggiungesse 179°C, ed è stato detto che sotto questa temperatura, che è circa quella di Debye del Nichel la reazione non può avvenire. Piantelli dice la stessa cosa nei suoi brevetti;
- raggiunta una temperatura poco superiroe ai 200°C è stata attivata l'alta tensione, che apportava una potenza di circa 200W. E' stato detto che si trattava di una tensione di 10kV e circa 100mA. Il fatto che questi dati comporterebbero circa 1kW di potenza in ingresso, può fare ipotizzare che la tensione potesse essere impulsiva e non continua;
- le temperature hanno cominciato a salire quasi subito. Successivamente è stata diminuita la potenza delle resistenze e regolato il flusso d'acqua in modo da regolare le temperature nel range desiderato;
- l'alta tensione (che era regolata anch'essa tramite un Variac) è stata mantenuta accesa e più o meno costante per tutta la prova;
- all'accensione dell'HV il fluido ha iniziato a riscaldarsi molto rapidamente, questa velocità conferma ancora che la parte attiva era vicino alle pareti;
- era chiaro che (dalla regolazione manuale delle potenze e del flussi) lo scambio termico tra la parte attiva ed il fluido è molto importante e critica per mantenere la reazione e per evitare derive;
- la temperatura di lavoro interna del reattore era di circa 350°C: non particolarmente alta quindi.
In definitiva, dato il setup sperimentale e la realizzazione del reattore, si può ipotizzare che ottenere la reazione sia molto meno critico di quanto si pensava, Anche i dati di pressioni e temperature sembrano meno spinte del previsto, e stando alle dichiarazione di DGT non sono necessari catalizzatori. Sicuramente questo scenario è un buon punto di partenza per tentare qualche esperimento...
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