Ciao a tutti ragazzi ho un serio problema con l'impianto di casa mia che cerco di sintetizzarvi rapidamente:
vivo in una porzione di bifamiliare di circa 130 mq su due livelli, un interrato non riscaldato di circa 70 mq.
Dalla valutazione delle dispersioni emerge che ho bisogno di circa 12 kW al giorno per integrare le dispersioni termiche dell'abitazione.
Mi è stato installato, ahimè senza che potessi verificarne la bontà, un riscaldamento a pavimento, la cui realizzazione mi dà forti dubbi sull'affidabilità del termotecnico che ha fatto il tutto ovvero:
Collettori senza valvole di regolazione (praticamente non riesco a gestire le portate delle varie zone)
Collettori zona superiore collegati in serie a quelli della zona inferiore (l'h20 è costretta a percorrere tutto il piano inferiore prima di arrivare al superiore con il risultato di una notevole differenza di calore fra i due ambienti).
Vengo però al dunque, ho deciso di installare quindi una idrostufa a pellet di 29 kw nominali resi all'acqua (nota marca italiana) che mi è stata collegata "direttamente" ai collettori dal tecnico installatore. Ad accensione avvenuta anche a potenza massima (nonostante i parametri limite di temperatura in caldaia siano regolati a 65°C) a potenza massima stento a superare i 40°C dell'acqua in caldaia.
In pratica a 40°C non appena si apre il circolatore della caldaia e entra l'acqua di ritorno scendo rapidamente sotto i 36°C e la casa mi rimane fredda 19°C zona giorno(faccio notare che non spengo mai l'impianto se non 3 ore al giorno per poter pulire il braciere).
E' un problema di inerzia termica dovuta al combustibile o devo mettere un puffer + valvola miscelatrice per fare da volano termico?
E' corretto che i fumi in uscita siano 180-200°C?
Grazie in anticipo per i vostri consigli
vivo in una porzione di bifamiliare di circa 130 mq su due livelli, un interrato non riscaldato di circa 70 mq.
Dalla valutazione delle dispersioni emerge che ho bisogno di circa 12 kW al giorno per integrare le dispersioni termiche dell'abitazione.
Mi è stato installato, ahimè senza che potessi verificarne la bontà, un riscaldamento a pavimento, la cui realizzazione mi dà forti dubbi sull'affidabilità del termotecnico che ha fatto il tutto ovvero:
Collettori senza valvole di regolazione (praticamente non riesco a gestire le portate delle varie zone)
Collettori zona superiore collegati in serie a quelli della zona inferiore (l'h20 è costretta a percorrere tutto il piano inferiore prima di arrivare al superiore con il risultato di una notevole differenza di calore fra i due ambienti).
Vengo però al dunque, ho deciso di installare quindi una idrostufa a pellet di 29 kw nominali resi all'acqua (nota marca italiana) che mi è stata collegata "direttamente" ai collettori dal tecnico installatore. Ad accensione avvenuta anche a potenza massima (nonostante i parametri limite di temperatura in caldaia siano regolati a 65°C) a potenza massima stento a superare i 40°C dell'acqua in caldaia.
In pratica a 40°C non appena si apre il circolatore della caldaia e entra l'acqua di ritorno scendo rapidamente sotto i 36°C e la casa mi rimane fredda 19°C zona giorno(faccio notare che non spengo mai l'impianto se non 3 ore al giorno per poter pulire il braciere).
E' un problema di inerzia termica dovuta al combustibile o devo mettere un puffer + valvola miscelatrice per fare da volano termico?
E' corretto che i fumi in uscita siano 180-200°C?
Grazie in anticipo per i vostri consigli
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