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Un picco di potenza per un solo istante

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  • Un picco di potenza per un solo istante

    Ragazzi, stavo pensando una cosa che deriva da alcuni esperimenti che ho fatto: premetto che non me ne intendo di reazioni nucleari, so soltanto che serve una grande energia, ma questa energia, per quanto tempo deve permanere?

    se creo una soluzione elettrolitica ad altissima concentrazione permetto il passaggio di una grandissima corrente, ora ipotizziamo per esempio cosa accade quando carico un condensatore: c'è un istante in cui vi è un assorbimento dell'ordine di kiloampere, e accade la stessa cosa quando lo scarico, c'è un istante in cui ho una potenza enorme, ma solo per un breve istante. Se per effettuare la fusione nucleare ho bisogno di una grandissima potenza, se applico un brevissimo impulso a 300 volt in una soluzione elettrolitica concentratissima ho fornito un'energia molto molto forte, fate una semplice prova: utilizzate un anodo molto grosso, e un catodo che è una punta di spillo nel vero senso della parola, il resto del catodo isolato con della guaina, immergete in una soluzione concentratissima dei sali che preferite, applicate i capi di un condensatore da 100uf 350 volt che avrete precedentemente caricato a 300 volt ai due elttrodi, ottenete un'esplosione che se lo fate in un barattolo di vetro lo sfondate (garantito perchè già testato, ne ho sfondati 3 con un briciolo di corrente), questa esplosione non fa muovere l'acqua ma vi sfonda il barattolo, è in grado di spostare di 3-4mm un tubo sottile 1mm posto nella pressa che normalmente per spostarlo serve una forza di 5-6 chili (fatto anche questa prova, esplosione nel tubo....). La cosa interessante è che il colore del flash di luce che ha l'esplosione è esattamnte bianco chiaro come quello della fusione fredda, evidentemente questo brevissimo impulso innesca una qualche reazione, infatti se cortocircuitate quel condensatore in aria o in acqua non ottenete la stessa esplosione.

    Un'altra cosa interessante è che effettuando un circuito che ripete questi picchi di corrente in continuazione, si vedono soltanto queste esplosioni senza la minima generazone di gas, in pratica sfruttando quel piccolissimo istante non si ha elettrolisi, e quella poca corrente che si utilizza per creare questo effetto è probabilmente sfruttata tutta dalla reazione.

    Quel che penso: qusto condensatore, ipotizziamo che per un nanosecondo mi offre un picco di 300 volt 10000 ampere, in quel nanosecondo ho offerto un impulso di ben 3 megawatt, e probabilmente in un nanosecondo ho creato un microscopico punto sul metallo in cui la temperatura è arrivata a qualche milione di gradi. Essendo un punto microscopico, quindi un cuneo della punta di spillo da cui parte la scarica, anche se ho raggiunto milioni di gradi non mi sarà possibile vederlo ad occhio, ma è evidente la potenza che si è generata con l'splosione che si verifica.

    Detto ciò mi piacerebbe avere il vostro parere, però a chi ha la possibilità consiglio di provarlo, perchè rimarrete impressionati, sopratutto se su quel barattolo un pò rinforzato posate un peso da 800-900 grammi, lo vedrete saltare di 4-5mm, e senza che l'acqua o l'aria che si muove, cosa che non è possibile fare in un'altra condizione.

    Un'analogia a questo principio c'è nel legh, quel sistema guardacaso utilizza un banco di condensatori per creare un istante di plasma con una potenza enorme, ma si parla appunto di un solo istante, e chi non mi dice a me che in quell'istante si crea appunto la fusione? e che la stessa cosa non possa avvenire in acqua? gli esperimenti di fusione fredda sono stati fatti tutti applicando una tensione continua o pulsante agli elettrodi, ma con una soluzione elttrolitica tale da non permettere il passaggio superiore a 4-500 watt, in questo modo forse succede che la barretta di tungsteno si arroventa fino al calor bianco, i momenti in cui è possibile che si verifica la fusione saranno infinitamente inferiori, un pò per via della scarsa conducibilità della soluzione che quindi non permetterebbe comunque di sfruttare un breve istante a qualche milione di watt, e un pò perchè non essendoci questa possibilità di far passare un tot di corrente che innesca la fusione, tutta quella che si da viene persa maggiormente in elettrolisi..... quel bagliore bianco che si vede nella fusione fredda è il tungsteno che si sta sciogliendo, ma con questo esperimento vedrete quel bagliore anche se usate ferro e acciaio, ma con la differenza che non vi è alcun arroventamento, perchè gli istanti che si danno sono precisi e controllati, dopo un centinaio di esplosioni potrete vedere la punta dello spillo leggermente consumata, perchè sono solo istanti, ma che generano delle esplosioni molto potenti se rapportate al briciolo di energia che state usando, e senza considerare che la parte di carica del condensatoe che si utilizza è sicuramente l'1 per 1000 della sua carica totale, perchè quando la tensione sarà calata anche solo di 10 volt quel condensatore non sarà più in grado di offrire un'amperaggio sufficiente a raggiungere il milione di watt, quindi questa esplosione accade teoricamente grazie solo forse all'1 per mille della corrente che avete utilizzato per caricare il condensatore, il resto se ne va in elettrolisi probabilmente, ma non ne sono certo perchè ripeto che non vedo uscire manco una bollicina......

    provate, e fatemi sapere cosa ne pensate, ne vale la pena.......

  • #2
    CITAZIONE (tecnonick @ 17/12/2007, 21:58)
    Ragazzi, stavo pensando una cosa che deriva da alcuni esperimenti che ho fatto.......

    Ciao Nick, come ti ho accennato in PVT questa tua considerazione mi fa pensare che forse in certi test in cui sto trovando un COP bassissimo ho sbagliato nel preparate elettrolita con molarità troppo elevate. Forse è più idonea una concentrazione minore.
    Farò dei test in questo senso.
    "Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari." Max Planck

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    • #3
      Non ho provato a verificare quanto calore mi emette questa tipologia di esperimento perchè è molto complicato dare picchi di migliaia di ampere con impulsi larghi nanosecondi, anche perchè i mosfet sai che non reggono più di un tot, infatti nel circuito che ho fatto ho usato un rele per impulsare, ma anche il rele da 10A purtroppo mi si impasta, in pratica il rele commuta un doppio scambio su cui al centro c'è il condensatore, ai lati c'è la 300 volt e la cella, quando lo attivi questo commuta avanti e indietro, quindi carica il condensatore e poi lo attacca ali elettrodi, ma devi vedere che legne che tira nella soluzione, ho distrutto 3 vasi, e non ti dico la prima prova che ho fatto: ho detto, ma si cosa vuoi che sia... mettiamo almeno 400uF di condensatori! ecco, non fatelo...... un botto da panico, un botto che solo in una soluzione elettrolitica con 100 grammi di idrossido di sodio e 0,5 litri di acqua può accadere..... povero vaso..... ma il bello è che l'acqua non schizza, rimane ferma, ma c'è un'onda d'urto paurosa.

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      • #4
        tecnonick, cercherò di spiegarti il fenomeno a cui tu hai assistito personalmente, con le mie parole che spero
        siano esaurienti.Il fenomeno, io lo chiamo tra virgolette"tensione superficiale di un liquido" ovvero
        l'alta temperatura che assume il liquido nell'attimo in cui tu fai scaricare l'energia del condensatore caricato in tensione.La differenza di temperatura tra la superfice del liquido e quello sottostante crea la rottura
        del vetro.Tanti anni fà, io ero abbonato ad una rivista che si chiamava " Sistema A " in cui spiegavano come
        tagliare una bottiglia di vetro perfettamente al livello voluto.
        Consisteva nel riempire il recipiente con acqua al livello voluto, poi versare un filo di olio sino a coprire
        la superfice; preso un tondino di ferro ed arroventato lo s'immergeva sulla superfice dell'olio e acqua
        ottenendo il taglio de vetro.Se non credi , prova e vedrai! Spero di non aver deluso la tua scoperta
        di natura nucleare.Saluti "giopi"

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        • #5
          Ciao, veramente io credo di non aver scoperto nulla, il discorso è molto diverso da quel che dici: tu parli di un tondino rovente, e per farlo arroventare dovrai fornire parecchia energia, qui senza arroventare nulla e con un pizzico di watt si ha un'esplosione meccanica e sonora notevole, e senza considerare l'emissione di calore che è da misurare..... dovresti provare tu, e poi vedi che capisci la differenza tra i 100 watt che usi per scaldare un tondino e gli 0,5 che usi per ottenere lo stesso effetto.....

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          • #6
            Ma il picco di potenza per un solo instante lo si ottiene facendo questo.

            Infatti dentro un generatore di segnali 400 MHZ ci sono condensatori e la durata della semionda sinusoidale dura pochi nanosecondi.
            Se non è zuppa... allora è pane bagnato.

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            • #7
              QUOTE (tecnonick @ 18/12/2007, 12:58)
              Ciao, veramente io credo di non aver scoperto nulla, il discorso è molto diverso da quel che dici: tu parli di un tondino rovente, e per farlo arroventare dovrai fornire parecchia energia, qui senza arroventare nulla e con un pizzico di watt si ha un'esplosione meccanica e sonora notevole, e senza considerare l'emissione di calore che è da misurare..... dovresti provare tu, e poi vedi che capisci la differenza tra i 100 watt che usi per scaldare un tondino e gli 0,5 che usi per ottenere lo stesso effetto.....

              Devo convenire sulla interpretazione di tecnonick, anzi in ambito industriale si usa la stessa tecnica per generare onde ad ultrasuoni in liquidi (es acqua) a scopo di investigare poi gli echi ed ottenere informazioni sulla forma o consistenza di solidi cjhe vi siano immersi. Usando un comune idrofono non si riuscirebbe a trasmettere la stessa potenza acustica al liquido che in questo modo si ottiene. Quindi non calore ma onda d'urto ... peraltro usando un idoneo contenitore non rigido ... il problema dovrebbe essere aggirato...

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              • #8
                Caro tecnonick, io volevo solo farti capire come avviene la rottura del vetro, ma hò sorvolato
                sull’esplosione, immagina come sia stato per mè nel distruggere due becker con una batteria
                di dieci condensatori da 4700 µF da 450 Vcc, inserendo il catodo a mano nell’elettrolita,
                naturalmente munito di guanti e protezione al viso.Comunque se pensi di proseguire
                la tua ricerca su quella strada, non sarò certo io a impedirtelo.Saluti da”giopi”

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                • #9
                  giopi, forse non hai capito quel che voglio dire, tra quel che accade in questa circostanza e la fusione fredda probabilmente c'è analogia, nel senso che se alimentando a 300 volt continui la cella si verifica fusione, potrebbe verificarsi anche applicando un solo impulso, infatti quel piccolo impulso da un picco enorme di energia, ma di breve durata, ma questa durata probabilmente è in grado di combinare qualcosa di buono, ad ogni modo consiglio a chi ne ha la possibilità di mettere in pratica questo esperimento creando un circuito che è in grado di fornire picchi di elevatissima corrente in soluzione concentrata, e poi di fare le misure necessarie per vedere oltre la forte esplosione la quantità di calore che si genera. non sò se può servire, oggi ho fatto questo esperimento utilizzando 30cc di soluzione, ho dato impulsi alla frequenza di 3hz per 20 secondi, la temperatura di quei 30cc è salita da 16,5° a 36°, appunto in 20 secondi.

                  dimenticavo, scusami ma devo proprio: ho seri dubbi sulla realtà di quel che affermi, quindi che hai pucciato 4700uF in una soluzione concentrata 100g di idrossido su 0,5 litri di acqua, perchè aparte l'esplosione che ti avrebbe forato un timpano, forse avresti dovuto imbiancarti casa......

                  sconsiglio vivamente a tutti di "pucciare" una BATTERIA da 4700uf (quindi non 4700uf ma tanto in base al numero che ne ha messi) carichi a 450v in una soluzione del genere.


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                  • #10
                    Forse uno parla della causa e l'altro parla degli effetti.Comunque hò capito.Però vorrei sapere a che profondità
                    tenevi il "catodo". Io hò due SCR di alta potenza con relativo cicuito di pilotaggio,potri provare visto che sopportano
                    150 Amp. a scaricare ad una certa Frequenza la mia batteria di condensatori, che in totale fanno 47000 microfarad,
                    naturalmente su di un volume di H2O maggiore e naturalmente a debita distanza.Saluti "giopi"

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                    • #11
                      Stai molto molto attento a quel che vuoi fare, perchè 47000uf carichi a 450 volt pucciati in una soluzione concentrata di idrossido sono una mezza bomba, però certamente se dilusici molto la soluzione allora ti si innescerà la classica fusione fredda che durerà finchè la tensione dei condensatori sarà sotto i 150 volt e non hai concluso nulla. Con 47000uf sarebbe interessante fare la prova a soluzione concentrata con una barretta di tungsteno, e poi fare un'analisi dell'acqua per vedre cosa si è formato, certo che come minimo ti serve un contenitore d'acciaio come anodo, metti tutto chiuso con un solo sfogo per l'inevitabile pressione che ti si creerà, ti allontani di 10 metri e pigi il tasto di un teleruttore in grado di sopportere almeno 500 ampere, perchè 47000uf significa un impulso iniziale più lungo di un nanosecondo, e non da 150 ampere, ma forse anche da 150.000 ampere........ è un istante, ma molto molto potente.

                      E senza contare che non puoi pensare di collegare quella batteria di condensatori direttamente alla 220 radrizzata per caricarla, perchè lo stesso botto lo avrai in fase di carica, ma ovviamente non essendo in elettrolita ti si fonderà soltanto il punto in cui fai contatto, ma poveri timpani.....

                      Vuoi un consiglio? inizia da un solo condensatore da 100-220uf al massimo, cosi ti rendi conto delle potenze che ci sono in gioco.

                      Altra cosa che forse avrei dovuto dire dall'inizio:

                      SE NON CONOSCETE LA CORRENTE ELETTRICA NON METTETE IN PRATICA ALCUN ESPERIMENTO, PERCHE' E' SUFFICIENTE UN CONDENSATORE CARICO PER MANDARVI AL CREATORE.

                      CITAZIONE (stranger @ 18/12/2007, 15:02)
                      Ma il picco di potenza per un solo instante lo si ottiene facendo questo.

                      Infatti dentro un generatore di segnali 400 MHZ ci sono condensatori e la durata della semionda sinusoidale dura pochi nanosecondi.
                      Se non è zuppa... allora è pane bagnato.

                      E' SI, alla fine probabilmente la mia intuizione non è poi cosi errata, come vedi i picchi di nanosecondi servono appunto a ottenere potenze enormi per brevi istanti, ma in quegli istanti possono accadere molte cose gaetano......

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                      • #12
                        Vorrei aggiungere,che per via di sicurezza non tralascio mai nulla,visto che per diciotto anni,otto ore al giorno
                        portavo i tappi alle orecchie.Hò provato ad inserire immagini,ma ora non sono riuscito non sò il perchè.
                        Solo per dimostrarti che mi ritengo attrezzato abbastanza bene, e che lavoro sempre in sicurezza, che naturalmente
                        non è mai troppa.Io i miei esperimenti non li svolgo mai al chiuso, ma sempre all'aperto dove tengo un banco
                        apposito per quello.Ora con il freddo hò sospeso l'attività e sto solo preparando i materiali per altri esperimenti futuri.
                        Comunque se non credi posso sempre invitarti a casa mia perchè tu possa vedere con i tuoi occhi.
                        Un saluto da "giopi".

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                        • #13
                          ti ho risposto in pvt perchè se no qui perdiamo spazio in messaggi che non servono....

                          Commenta


                          • #14
                            scusate ma ,giusto per mia comprensione
                            ma la durata dell' impulso è in funzione dela resistenza del carico vero? Quanto più è piccola la resistenza tanto più i condensatori si scaricano in meno tempo; se scarico il banco di condensatori su uno spezzone di cavo di rame l' energia accumulata avrà un picco di svariati kilo-joule in un tempo brevissimo...
                            quindi la la soluzione elettrolitica dovrebbe essere satura e con gli elettrodi molto esposti...
                            Occorrerebbe misurare poi l' efficienza del sistema e non credo sia semplice va conteggiata l' energia cinetica cioè l' onda d'urto oltre alla termica , per vedere se ad esempio una potenza di 400 watt x 3 minuti ha un rendimento minore, maggiore o uguale a 144000 watt per mezzo secondo .... esperimenti interessanti comunque , da qualche parte su youtube ho visto il video di qualcuno che ha scaricato enormi condensatori caricati con i i kilovolt
                            su un vaso con dell 'acqua credo in soluzione salina.. un botto pauroso!

                            ciao

                            Commenta


                            • #15
                              Non è proprio cosi che si mtte in moto l'esplosione, almeno da quel che ho potuto vedere, se usi un catodo immerso con una superficie ampia non succede nulla, vedi solo un pò di elettrolisi, mentre se metti una capocchia di spillo hai delle palle di luce bianca molto intensa seguita dall'esplosione, che nel caso utilizzi 100uf è tollerabile e non distrugge il vaso(amenochè non lo tenete sospeso in mano, in questo caso entro il 3-4° picco che date il vaso si apre in due, a patto che la soluzione sia veramnte satura), ma ha comunque la forza di farti saltare un peso da 8-900 grammi posto sul vaso, produce calore e un buon suono..... un'altra cosa che ho notato è che l'usura del catodo è veramente irrisoria, è chiaro che sto lavorando a 3hz, un'altro particolare è che gli impulsi che do sono stretti a sufficienza da non permettere la scarica totale del condensatore, in pratica rimane carico a 200 volt dopo ogni impulso, quindi la zona sfruttata è da 300 a 200, e sicuramnte quella che da la maggiore efficienza non va molto al di sotto dei 300 volt, perchè il picco di potenza si ha proprio in una frazione della carica, quindi tutto il resto è energia buttata in elettrolisi, per cui più stretto è l'impulso e più dovrebbe essere efficiente il sistema.

                              Oggi mi sono consultato con elettrorik, lui è sicuramene molto avanti in questi concetti, mi ha spiegato in modo veloce i fondamenti di quel che accade, e anche lui è del parere che c'è da fare una prova con le varie misure, avevo valutato pure io la possibilità di misurare l'onda d'urto, però prima procederei in questo modo come consigliato da rik: si mette in piedi il circuito di pilotaggio adeguato(qui diciamo che è il mio mestiere quindi non dovrei aver molti problemi), poi si crea un contenitore coibentato per bene, si parte da una tensione di 300 volt ben livellata in modo tale da non aver variazioni in fase di misura dell'assorbimento complessivo mentre il sistema è in funzione, si applica il generatore di impulsi alla cella, magari partendo con un periodo ON di 1uS con pause lunghe da fornire una frequenza intorno ai 100 impulsi al secondo, in tal modo ci dovrebbe essere un assorbimento medio intorno ai 3-400 watt, si misura quindi quanto tempo impiega la soluzione per elevare la sua temperatura di 30-40°, a questo punto iniziamo a sapere quant'è la resa in calore, poi in base al risultato si vede se ne val la pena o meno lavorarci su, perchè ipotizzando anche di avere un 150 di resa calorica e un'altro 50 di resa acurstica, non saprei proprio come sfruttare quelle onde d'urto in modo efficiente.

                              Edited by tecnonick - 18/12/2007, 23:33

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                              • #16
                                Ho provato ad immaginare l'onda d'urto che ottieni con il condensatore,e riconosco come essa possa apparire davvero notevole.
                                Un analogia d'impatto la si ottiene posando quel condensatore carico sui morsetti di un subwoofer da 15'' : l'altoparlante sposta una massa d'aria a una velocità incredibile, tale da spaccare completamente la sospensione e assordarci.Da non farsi assolutamente,a meno che uno non abbia subwoofer da buttare.
                                Si dice che il buon Tesla, scaricando un condensatore su un filo di rame, ottenesse un'onda anomala capace di uccidere le persone vicine, ma qui siamo nell'ambito di radianza, cold electricity etc.

                                A pensarci bene, anche i fulmini fanno letteralmente esplodere l'aria,portandola a milioni di gradi in un'istante;il tuono assordante è aria costretta ad una rapida espansione.

                                Come punto di analisi di questa tua esperienza,ignoro il comportamento degli ioni,non saprei definire con esattezza quanta velocità acquisiscano o dove si concentrino; sarei tentato di pensare che produci in abbondanza idrogeno e ossigeno ,e contemporaneamente li fai ricombinare tra loro originando un esplosione. ( o un'implosione? <img src=h34r:"> <img src="> )

                                Commenta


                                • #17
                                  Bene, all'alba dell'una e 14 ho trovato 2 mosfet da utilizzare per fare questa prova, inizierò con IRFP360, queso piccolino mi sopporta picchi di 90 ampere, però non riesco a interpretare bene il datasheet, infatti dice che i 92 ampere ci sono a patto che la temperatura di giunzione non sia superiore a un tot, ma ad ogni modo non è un problema, male che va lo brucio e lo sostituisco con un'altro che mi tira picchi di 150 ampere <img src="> , quindi simulando il circuito con impulsi di 1uS alla frequenza di 100hz, e ipotizzando la cella mi offra 4 ohm di resistenza, posso fornire dei picchi di 22500 watt e avere un assorbimento continuo di soli 25-30 watt (almeno questo è quello che dice il simulatore, e sembra corretto, infati un microsecondo sono 22500 watt dati per un solo milionesimo di secondo, da aggiungere poi le perdite dei pilota più il resto che serve al circutio per funzionare..), ora per raggiungere 1 megawatt, servirebbero 44 mosfet in parallelo, quindi il picco salirebbe a circa 1 megawatt e l'assorbimento continuo a 1000-1300 watt, direi che si può testare! ma anche solo per vedere esplosioni da 1 megawatt in soluzione di idrossido! però c'è da sperare che il contatore dell'enel mi regga sti impulsi, fino a oggi ho lavorao con impulsi da 30 ampere, e sembra non dar problemi, anzi, mi pare non accorgesi di questi microimpulsi (sarebbe un bel risparmio è?)

                                  Commenta


                                  • #18
                                    CITAZIONE (OggettoVolanteIdentificato @ 19/12/2007, 00:02)
                                    Ho provato ad immaginare l'onda d'urto che ottieni con il condensatore,e riconosco come essa possa apparire davvero notevole.
                                    Un analogia d'impatto la si ottiene posando quel condensatore carico sui morsetti di un subwoofer da 15'' : l'altoparlante sposta una massa d'aria a una velocità incredibile, tale da spaccare completamente la sospensione e assordarci.Da non farsi assolutamente,a meno che uno non abbia subwoofer da buttare.
                                    Si dice che il buon Tesla, scaricando un condensatore su un filo di rame, ottenesse un'onda anomala capace di uccidere le persone vicine, ma qui siamo nell'ambito di radianza, cold electricity etc.

                                    A pensarci bene, anche i fulmini fanno letteralmente esplodere l'aria,portandola a milioni di gradi in un'istante;il tuono assordante è aria costretta ad una rapida espansione.

                                    Come punto di analisi di questa tua esperienza,ignoro il comportamento degli ioni,non saprei definire con esattezza quanta velocità acquisiscano o dove si concentrino; sarei tentato di pensare che produci in abbondanza idrogeno e ossigeno ,e contemporaneamente li fai ricombinare tra loro originando un esplosione. ( o un'implosione? <img src=h34r:"> <img src="> )

                                    è si, si tratta di concentrare tutta l'energia in un microscopico istante, e forse cosi facendo si ottiene un'istante di potenza enorme in grado di fare cose che con la stessa potenza ma distribuita in più tempo non potrebbe mai fare. E ci tengo a sotolineare che questo principio sta a capo anch delle ultime tecniche di reattori a fusione che impiegano plasma sotto vuoto e idrogeno, anche li vedi il banco di condensatori pronto per erogare un picco di potenza enorme per poi essere ricaricato nel restante tempo morto, in questo modo si ha più tempo per caricare il condensatore cosi da non rompere le scatole all'enel, e poi un istante di potenza paurosa, e forse, un microsecondo a 1 megawatt potrebbe essere sufficiente per far innescare una qualche reazione particolare? non so, qui lascio la risposta a voi.......

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                                    • #19
                                      Tecnonick!
                                      Stai proponendo la famosa fusione nucleare a confinamento inerziale (link)

                                      Faccio copia e incolla

                                      CITAZIONE
                                      Il combustibile nucleare può essere compresso all'ignizione con un bombardamento di fotoni, di altre particelle o, naturalmente, tramite un'esplosione. Nel caso dell'esplosione, il tempo di confinamento risulterà essere abbastanza breve. Questo è il processo usato nella bomba all'idrogeno, in cui una potente esplosione provocata da una bomba a fissione nucleare comprime un piccolo cilindro di combustibile per fusione.
                                      Nella bomba all'idrogeno, l'energia sviluppata da una testata nucleare a fissione viene utilizzata per comprimere il combustibile, solitamente un miscuglio di deuterio e trizio, fino alla temperatura di fusione. L'esplosione della bomba a fissione genera una serie di raggi X che creano un'onda termica che propagandosi nella testata comprime e riscalda il deuterio e il trizio generando la fusione nucleare.
                                      Altre forme di confinamento inerziale sono state tentate per i reattori a fusione, incluso l'uso di grandi laser focalizzati su una piccola quantità di combustibile, o usando gli ioni del combustibile stesso accelerati verso una regione centrale, come nel fusore di Farnsworth-Hirsch.

                                      In pratica sta proponendo di sostituire il laser con una corrente elettrica molto breve e molto intensa.

                                      Però io sono del parere che le celle elettrolitiche non vanno bene per fare queste cose, necessita un contenitore di vetro contenente idrogeno (possibilmente un miscuglio di deuterio e trizio ma se non è possibile va bene anche H puro ma la resa sarà come minimo 1000 volte inferiore).
                                      Dentro il contenitore 2 elettrodi, la pressione del gas può essere atmosferica (tanto l'impulso è brevissimo e non fa in tempo a squagliare il contenitore di vetro e il tavolo che lo sostiene)

                                      Se è H puro piano piano sarà trasmutato in deuterio, e poi in futuro il deuterio in elio

                                      Io penso che un milione di ampere nel tempo di un nano secondo dovrebbero bastare (buona fortuna) <img src=">



                                      Edited by stranger - 19/12/2007, 10:54

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                                      • #20
                                        QUOTE (tecnonick @ 19/12/2007, 01:24)
                                        Bene, all'alba dell'una e 14 ho trovato 2 mosfet da utilizzare per fare questa prova, inizierò con IRFP360, queso piccolino mi sopporta picchi di 90 ampere, però non riesco a interpretare bene il datasheet, infatti dice che i 92 ampere ci sono a patto che la temperatura di giunzione non sia superiore a un tot, ma ad ogni modo non è un problema, male che va lo brucio e lo sostituisco con un'altro che mi tira picchi di 150 ampere <img src="> , quindi simulando il circuito con impulsi di 1uS alla frequenza di 100hz, e ipotizzando la cella mi offra 4 ohm di resistenza, posso fornire dei picchi di 22500 watt e avere un assorbimento continuo di soli 25-30 watt (almeno questo è quello che dice il simulatore, e sembra corretto, infati un microsecondo sono 22500 watt dati per un solo milionesimo di secondo, da aggiungere poi le perdite dei pilota più il resto che serve al circutio per funzionare..), ora per raggiungere 1 megawatt, servirebbero 44 mosfet in parallelo, quindi il picco salirebbe a circa 1 megawatt e l'assorbimento continuo a 1000-1300 watt, direi che si può testare! ma anche solo per vedere esplosioni da 1 megawatt in soluzione di idrossido! però c'è da sperare che il contatore dell'enel mi regga sti impulsi, fino a oggi ho lavorao con impulsi da 30 ampere, e sembra non dar problemi, anzi, mi pare non accorgesi di questi microimpulsi (sarebbe un bel risparmio è?)

                                        Nope, assumendo che tu stia guardando il datasheet della IR, figura 12c: a 25 gradi 2500 mJ a 50 gradi 1600 mJ etc ... a " Top = 10A "
                                        non 90 ampere!!!!
                                        Non userei IRFP360 ma qualcosa di piu' robusto .... altrimenti mi sa' che la sua sorte e' segnata in partenza ....

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                                        • #21
                                          ma quella è la portata in utilizzo continuo, non impulsivo, qui deve sopportare picchi di 1uS, prova a vedere quanti ampere riesce a tirare con queste tempistiche e ipotizzando la giunzione a 50°...

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                                          • #22
                                            Il cosidetto duty cycle deve essere MOLTO MOLTO esagerato, diciamo 1/ miliardo
                                            Vale a dire che per circa 10 secondi tutto è fermo (fase morta di raffreddamento altrimenti si squaglia la casa), poi un impulso improvviso di 1 MILIONE di ampere nel tempo massimo di un nanosecondo.
                                            Corrente che deve passare nel gas di H o meglio (D+T).

                                            Adesso non so come sia possibile progettare un cirquito elettronico capace di fare questo, ci vuole un bravo ingegnere elettronico.

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                                            • #23
                                              QUOTE (tecnonick @ 19/12/2007, 10:58)
                                              ma quella è la portata in utilizzo continuo, non impulsivo, qui deve sopportare picchi di 1uS, prova a vedere quanti ampere riesce a tirare con queste tempistiche e ipotizzando la giunzione a 50°...

                                              Ehhh purtroppo non funziona cosi', qualsiasi sia l'impulso micro o nano non puoi eccedere l'energia data in figura 12c, eccola a 50 gradi sotto referenziata. Se non eccedi l'energia ad una data ID puoi allargare l'impulso fino a non oltrepassarla. L'energia massima e' data sempre dalla ID (e naturalmente T), direi che a occhio e croce un microsecondo sei abbondantemente al sicuro ... visto che questo e' il dato per la ID continua ... ehp!

                                              I 92 A sono sostenibili per impulsi ed in maniera ripetitiva a patto che non superi i limiti dati in fig 11, che come vedi partono da 10e-5 che e' circa dieci volte un microsecondo. NOTA: QUEL MOS NON COMMUTA AD UN MICROSECONDO o commuta gran male. Cioe' devi tener conto del fatto che non sei tu che guidi il minimo tempo ma la costruzione del dispositivo !!! Se guardi la somma dei tempi 200ns sono consumati fra ON ed OFF ... quindi ad un microsecondo un quinto della potenza commutata viene dissipata nel dispositivo.
                                              In ogni caso i 92 A vanno bene se lasci raffreddare il dispositivo in maniera che la giunzione si riadatti alla temperatura del dissipatore. E' per questo che viene data l'impedenza termica transiente. Si tiene cioe' conto del fatto che il calore dalla giunzione impiega un certo tempo a raggiungere il dissipatore. Direi che se riesci a limitare a 90A e lasci passare 10-20 secondi fra un impulso e l'altro ... sei a cavallo fermo restando che per un gate di un microsecondo un quinto del prodotto V per A commutati finira' sulla giunzione come calore !!!

                                              Edited by Elektron - 19/12/2007, 12:12

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                                              • #24
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                                                CITAZIONE (stranger @ 19/12/2007, 11:03)
                                                Il cosidetto duty cycle deve essere MOLTO MOLTO esagerato, diciamo 1/ miliardo
                                                Vale a dire che per circa 10 secondi tutto è fermo (fase morta di raffreddamento altrimenti si squaglia la casa), poi un impulso improvviso di 1 MILIONE di ampere nel tempo massimo di un nanosecondo.
                                                Corrente che deve passare nel gas di H o meglio (D+T).

                                                Adesso non so come sia possibile progettare un cirquito elettronico capace di fare questo, ci vuole un bravo ingegnere elettronico.

                                                bè senti, 1.000.000 di ampere ? ma a che tensione? sai non è molto logico dire solo 1.000.000 di ampere, perchè se uso 300 volt equivalgono a 300.000.000 di watt, se uso 2 volt sono 2.000.000 di watt...... io credo che fare una prova, buttare un impulso di 1uS da 1 megawatt sia già interessante no........

                                                un passo alla volta.....

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                                                • #25
                                                  Un docile IGBT della ST?

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                                                  • #26
                                                    si perchè no, anche gli igbt potrebbero andar bene, resistenza bassissima e grande portata, però stavo pensando un'altra cosa: bisogna prima essere certi di quanta corrente può passare attraverso la soluzione satura, c'è qualcuno in grado di calcolarlo? perchè metti caso che poi alla fine la soluzione non ti permette il passaggio di questo enorme picco è inutile star a progettare un sistema per 10 megawatt.....

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                                                    • #27
                                                      CITAZIONE (tecnonick @ 19/12/2007, 14:12)
                                                      però stavo pensando un'altra cosa: bisogna prima essere certi di quanta corrente può passare attraverso la soluzione satura, c'è qualcuno in grado di calcolarlo? perchè metti caso che poi alla fine la soluzione non ti permette il passaggio di questo enorme picco è inutile star a progettare un sistema per 10 megawatt.....

                                                      la soluzione elettrolitica va pensata come una resistenza quanto più è piccola la resistenza dell insieme elettrodi soluzione tanto più ampere assorbono mi sembra ovvio.. se fosse vicina al corto circuito cioè a 0 ohm assorbirebbe tutta la corrente dei condensatori all' istante..
                                                      a proposito perche non usare degli scr industriali?
                                                      ciao

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                                                      • #28
                                                        IGBT ? sicuramente meglio dei MOS ... ma ancora durissima trovarli capaci di commutare nel range microsecondi e comunque sempre decine di Amperes. appena arriviamo a centinaia di A il costo supera il migliaio di euro a modulo. Cmqe se te la senti te li trovo ....

                                                        Quello che si puo' usare invece, e che costerebbe un millesimo del costo di MOS ed IGBT a parita' di corrente massima commutabile sono gli SCR crowbar.

                                                        Ad esempio la serie Typ SGS, il TYP1012 costa neanche 2 euro ed e' capace di commutare nel range microsecondi fino a 1000 A (!) senza danneggiarsi minimamente.
                                                        qui:
                                                        http://www.ortodoxism.ro/datasheets/SGSTho...ics/mXyzzzw.pdf

                                                        Es due in parallelo in serie ad altri due in parallelo, nessuna complicazione di pilotaggio ... occorre solo una bobina in serie (ma si possono sfruttare i collegamenti alla cella come induttanza parassita) per permettere lo spegnimento del dispositivo. occorre che l'impulso di gate sia piu' stretto dell'angolo di conduzione voluto. Il tempo di conduzione dipende dalla frequenza di risonanza del complesso L(parassita o voluta) parallelo C.
                                                        in altre parole e' sempre possibile trovare un C tale per cui l'impulso abbia la durata voluta, in questo caso un microsecondo, se si controllano i parametri parassiti o voluti per la L.
                                                        Edit: azz metre scrivevo il randagio mi ha preceduto ....

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                                                        • #29
                                                          Si penso anche io che possono andar bene...si deve far il circuitino intorno al componente, ma penso vadano bene.

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                                                          • #30
                                                            perfetto, allora optiamo per scr, però c'è un particolare: come faccio a sepere che resistenza ha la soluzione? mica la potrò misurare con un tester.... si innesca elettrrolisi!

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